domenica 6 aprile 2008

Dai dati alla conoscenza

Oggi la P. A. impiega sempre di più le nuove tecnologie, i dati e le informazioni per creare utilità nei processi di produzione di servizi e di prestazioni sociali. Inoltre, le unità periferiche della P. A. possono realizzare dei progetti bottom-up per migliorare ulteriormente l’offerta di servizi.
Per interpretare e spiegare le attività dell’impresa pubblica occorre approfondire il tema della “conoscenza”.
Drucker afferma che la conoscenza “è l’unica risorsa importante, il cui nuovo significato è utilità e mezzo per ottenere risultati sociali ed economici” (Drucker P. F., 1993) e Stewart conferma l’importanza assunta da questa risorsa e parla di una vera e propria “rivoluzione” che pervade ogni aspetto della vita (Stewart T. A., 1999).
Diversi sono gli autori che, al fine di definire la conoscenza, compiono una distinzione progressiva tra dati, informazione e conoscenza. Anche Davis riprende tale distinzione però completandola con l’introduzione delle attività d’istruzione e di apprendimento, presenti in ogni gradino della scala che conduce al discernimento, come funzioni necessarie per il passaggio da un livello all’altro. Le quattro fasi sono così spiegate dall’autore: “i dati sono modi di esprimere fatti e oggetti; l’informazione è la disposizione dei dati in configurazioni significative; la conoscenza è l’applicazione e l’uso produttivo dell’informazione; il discernimento è l’uso ponderato della conoscenza”. (Davis S., 2002).
Nelle organizzazioni la conoscenza è incorporata nei documenti, nelle procedure, nei processi organizzativi, nelle pratiche e nelle norme (Davenport T. H., Prusak L., 1998).
Comparando tali contenuti con le esperienze della P.A. si ritiene urgente e necessario realizzare delle procedure informatiche che catturano e trasformano i dati e le informazioni, presenti nel complesso e frammentario sistema informativo della P. A., in conoscenza da utilizzare nelle routines organizzative.
Le procedure informatiche centrali, settoriali e standardizzate della P. A. potranno essere integrate con prodotti ricchi di sapere per meglio rispondere alle esigenze operative e, cosa più importante, ai bisogni sempre più urgenti degli utenti.
Pertanto, si ritiene importante per gli operatori e per gli utenti per i benefici che ne potranno trarre:
- Realizzare progetti di tipo bottom-up nelle unità periferiche dello Stato che trasformano i dati e le informazioni, presenti nel sistema, in conoscenza per migliorare la qualità del lavoro ed i processi di produzione dei servizi pubblici. L’utilizzo delle nuove tecnologie finalizzate a tale scopo permette di eliminare gli spreghi e gli adempimenti inutili con risparmio di costi e di risorse.
In un ambiente e clima favorevole al cambiamento le unità decentrate della P.A. possono migliorare i processi, le modalità e le condizioni di lavoro e realizzare progetti di tipo bottom-up nell’esclusivo interesse degli utenti; Articolo
- Avviare in modo deciso l’integrazione dei diversi sistemi informativi dello Stato (Ministeri, Enti pubblici, Regioni, Enti locali etc.) al fine di rendere fruibili in tempo reale le informazioni necessarie ai processi per la produzione delle prestazioni sociali e dei servizi pubblici.
Il superamento progressivo e deciso della frammentazione, dell’orientamento all’adempimento e della pluralità di regole esistenti nella P. A. faciliterà l’implementazione della gestione per processi. Mentre la diffusione dell’e-government consente di realizzare rapporti di integrazione e collaborazione tra le organizzazioni che operano nella medesima rete di valore per migliorare la qualità e velocizzare i tempi di produzione dei servizi pubblici. Infine il cittadino utente deve essere considerato un asset per innovare le imprese del terziario attraverso la co-produzione del servizio e la co-creazione del valore.
La proposta di Walter Veltroni per una Italia più semplice e per uno Stato veloce e leggero si muove nella direzione di rivoluzionare i rapporti tra Stato e Cittadino, di ridurre i costi della P. A. e di offfrire servizi migliori. Articolo

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Entro nel merito, se posso della discussione sulla P.A. Lavoro in un Ente particolare, Ambito territoriale, sono inquadrato come C4 a tempo determinato, ergo precario, mi spetterebbe un D1 o D3 avendo anche l'incarico di Economo, che puo' spettare solo a Funzionari. Ma non è questo il punto; quando sono entrato non c'era un sito web, non c'erano email, non c'era pubblicizzazione dell'Ente, non c'era informazione al cittadino, solo un tecnico che intendeva fare ed essere tuttologo. Venendo dal mondo dove ci si cerca lavoro con fatica, e dal privato, sono rimasto sbalordito. Ho fatto il tutto collegando l'Ente alla Rete civica, cercando di sensibilizzare un po' anche l'insensibilizzabile, ossia affermando che come da legge l'ATO ha il compito di struttura un ufficio a tutela del consumatore, un ufficio legale, etc... Risultati; lei stia al suol ruolo, non faccia di più- questo mi è stato detto. L'Organo politico si raduna più o meno 1 volta al mese; se non gli preaparassimo il tutto, potrebbe brancolare nel buio. Il tecnico non si limita a questo, ma pensa di fare anche il giuriconsulto e, quindi, sfocia in una disamina di cui poco puo' avere di articolato.
Allora; mi domando. 1) A cosa servono i concorsi pubblici- a dare una particolare mansione a chi si è studiato a memoria il diritto amministrativo e il TUEL sugli Enti locali - ma cui scappa e sfugge totalmente il principio del "civil servant" come dovrebbe essere la P.A. ? 2) a mio giudizio, i concorsi non giustificano l'imparzialità, sancita costituzionalmente. E' necessario un sforzo notevole di modernizzazione, valutando le capacità delle persone.
3) Ho proposto, e anche parlato con Enrico Letta, del modello americano, che in questo caso è da studiare. Usciti dagli studi, si compiono dei corsi formativi di specializzazione nella P.A., dopodichè si va a fare domanda, con curriculum, agli Enti (cosi si entra anche nella Polizia negli USA)- se quella figura è reputata necessaria viene assunta regolarmente con una durata di prova di ben 3 anni. Non sei MESI ! Attenzione.
Giorni fa, mi accade che; un D3 e quindi un Funzionario, resta stupito nel sapere che l'azienda gestore dei Rifiuti non è municipalizzata, ma una Spa con le azioni divise fra i comuni dell'ATo. Come - mi dice - ma io ho sempre comunicato al Ministero che pur essendo una SPA era una Municipalizzata. Mi permetto di rispondere - scusa- dico- se fosse una municipalizzata noi saremmo in gestione cosiddetta in economia, sui Rifiuti, siamo invece con affidamento in house, ciò significa, se vedi la direttiva europea, che tale affidamento si rende plausibile se nell'area interessata dal servizio pubblico, tutti i soggetti pubblici ne sono partecipi in quota parte e se la stessa Azienda Spa non fa gare fuori dall'ATO, ossia non crea turbativa di mercato. AH !- mi viene risposto - ma io non avevo mai visto queste azioni.
Insomma, mi chiedo e vi chiedo; ma voi credete ancora nella validità del concorso pubblico? O ci sono strade migliori,....

Anonimo ha detto...

Uno dei gravi problemi della P.A. è la ricerca e la selezione dei talenti soprattutto giovani. La conoscenza, intesa come fattore da utilizzare nei processi di lavoro, è il primo fattore per conseguire il successo dell'organizzazione e delle persone che ci lavorano. Nell'ente dove lavori prevale la sopravvivenza e lo status quo. Questo non ci deve scoraggiare dobbiamo proseguire a realizzare dei progetti di bottom-up. Sto preparando una raccolta sulla P. A... Spero di concludere al più presto (trasloco permettendo) pere metterla al servizio di tutti. Il
Tuo contributo è prezioso.

Anonimo ha detto...

Caro Antonino, ne sono completamente d'accordo. Ora la cosa che a volte mi fa trasalire, è che ho fatto diverse e svariate esperienze lavorative, fra cui formatore e coordinatore di progetti, e queste valutazioni vengono da me che non sono né un giurista né laureato in economia, ma in lettere e filosofia e per di più in storia contemporanea. Certo, libri di diritto me li sono letti per vari concorsi (anche se mi resta ostico). Ora, c'è da chiedersi; ma come si può attuare anche una selezione, (sulla motivazione, mission, valori) quando come dici te si fa prevalere lo status quo (non toccare niente) perchè tu non conosca niente. E' fondamentalmente pazzesco. Il mio Presidente la l. finanziaria non se la legge. Chiede, chiede, naviga a vista!!! E il pericolo del pubblico dipendente è anche quello di non muovere troppo, perchè poi ovviamente ci rimette sempre l'anello debole.
Perchè non vieni Te a fare il nostro Direttore generale dell'ATO?

Anonimo ha detto...

Caro Alessandro mi hai strappato una risata di allegria sincera e affettuosa. Sono contento che condividiamo tante cose. A fine dicembre andrò in pensione (sono un funzionario dell'INPS di Verona) e spero di riacquistare la mia libertà in particolare di analisi e valutazione. Ho scritto alcuni articoli su Sistemi e Impresa che puoi trovare nel mio sito nel post "Il cambiamento dei servizi". Ti prego di leggerli perché dimostrano come in periferia può essere realizzato il cambiamento. Desidero leggerti al più presto.
Ciao Antonino