mercoledì 16 aprile 2008

Il futuro del PD

I risultati delle elezioni politiche sono chiari: il PDL ha vinto, la Lega ha raddoppiato i consensi rispetto al 2006, l’Italia dei Valori ottiene un ottimo risultato e la Sinistra Arcobaleno, il Partito Socialista e la Destra non sono rappresentati in Parlamento
IL PD non riesce nella sua missione di un recupero veloce per sorpassare il centro destra, perde in alcune regioni governate dal centro sinistra e consegue un risultato che lo impegna a costruire il futuro del sistema politico italiano.
I primi impegni delle forze politiche presenti in parlamento sono una nuova legge elettorale e le riforme istituzionali attraverso forme di collaborazione fattiva tra maggioranza ed opposizione.
Occorre ripristinare delle regole comuni con il superamento della posizione di vantaggio di Berlusconi tramite una nuova legge sul conflitto d'interesse e la riforma dell'attuale sistema radiotelevisivo, dichiarato dalla Corte di Giustizia UE "contrario al diritto comunitario", che limita la liberta d'espressione ed il pluralismo.
Sulle altre questioni occorre considerare il ruolo di ciascuna forza politica ed i rispettivi contenuti programmatici.
Un problema molto grave è rappresentato dalle fasce più deboli (disoccupati, precari, retribuzioni e pensioni basse) che hanno bisogno di tutela e di prospettive certe. Inoltre, occorre affrontare il funzionamento efficiente della pubblica amministrazione e dei servizi pubblici. Infine, non in ordine di importanza, è vitale sostenere la crescita economica dell’Italia dalla cui sorte dipende la risoluzione di tutti gli altri problemi (risanamento dei conti pubblici e redistribuzione della ricchezza). Su questo ultimo punto vi saranno confronti accesi in quanto il governo Berlusconi ha privilegiato in passato i redditi più alti e potrebbe farlo ancora e il neoprotezionismo di Tremonti non è condiviso giustamente dai partiti di opposizione e trova zero consensi nei paesi occidentali. Si ripropone la questione settentrionale e lo sviluppo del Sud che vanno affrontati in modo complementare al fine di aumentare la ricchezza complessiva del paese.
Tutto questo deve essere svolto con chiarezza e trasparenza perchè i cittadini vogliono capire come i problemi verranno affrontati e risolti ed in quale direzione verrà posta l'attenzione da parte del governo.
I risultati elettorali hanno determinato un profondo cambiamento del sistema politico e, quindi, il giovane Partito Democratico è chiamato a realizzare un modello di partito moderno e coerente ai cambiamenti intervenuti nelle nuove organizzazioni del terzo millennio al fine di rendere possibile l’alternanza nelle prossime elezioni politiche.
IL PD deve utilizzare meglio le forze del cambiamento che hanno modificato le regole della società industriale ed hanno accelerato i cambiamenti della società post-industriale e delle organizzazioni.
Il cittadino, che si riconosce nel PD, deve essere considerato una risorsa per innovare il partito attraverso la co-creazione delle scelte che incidono nel territorio e nella vita delle persone. Il cittadino non è soddisfatto se partecipa soltanto alle primarie per eleggere la nuova classe dirigente. Pertanto, credo che occorre costruire un nuovo rapporto con il territorio e con le persone, avviare un modello di partito federalista ed essere presenti con potere decisionale nei luoghi dove nascono i bisogni delle comunità.
Massimo Cacciari, sindaco di Venezia, sostiene da diverso tempo che "bisogna dar vita al più presto a una organizzazione autonoma del Partito Democratico nel Nord in modo da essere percepita come una forza radicata nel territorio". Questa considerazione vale anche per quelle aree territoriali del Centro e del Sud che presentano caratteri di omogeneità politiche, economiche e sociali. Tali organismi dovranno avere spazi di libertà nella struttura, nella organizzazione e nella strategia rimettendo in discussione il sistema di alleanze in atto.
Costruire una rete di relazioni utilizzando le nuove tecnologie di informazione e comunicazione. Questa esperienza è stata condotta durante la campagna elettorale con risultati positivi. Molte persone (giovani, donne e studenti) hanno realizzato dei blog, navigato in rete e partecipato attivamente al NetWork del PD per sostenere la candidatura di Walter Veltroni. Occorre incoraggiare questo tipo di partecipazione e proporre delle finalità legate al cambiamento della società (vedi WikiPD).
Ritengo che il PD debba scoprire e valorizzare il talento e le conoscenze che esistono in periferia. Di conseguenza si pone il problema della ricerca e selezione della classe dirigente che dovrà avvenire sulla base delle capacità e della rappresentatività nel territorio.
“Siamo impegnati, afferma Giandomenico Allegri coordinatore provinciale del PD di Verona, a comprendere tramite un laboratorio di ricerca i flussi dei consensi della recente competizione elettorale al fine di adeguare la proposta del PD al territorio ed alle esigenze ed ai bisogni della popolazione veronese. Questo impegno deve essere svolto anche a livello nazionale poiché occorre adeguare lo strumento del partito alla domanda dei cittadini che vivono nelle autonomie locali”.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao, post interessante. condivido gran parte di quello che hai scritto e penso anch'io che il PD dovrebbe riflettere sull'organizzazione da darsi per radicarsi al Nord. Inoltre, io aggiungerei che bisognerebbe chiedersi perche' in campagna elettorale Veltroni ha parlato soprattutto rivolgendosi al centro, ma lo hanno votato soprattutto a sinistra.

Matleo ha detto...

Pd: Prodi boccia idea di Cofferati
Partito federato del nord? Non cambiamo le basi ogni due mesi

(ANSA) - BOLOGNA, 19 APR - Romano Prodi, fondatore del Pd, boccia l'idea del sindaco di Bologna Cofferati di un partito federato del nord su base macroregionale. 'Il Pd e' nato come partito su base federale e regionale - dice sottolineando la parola regionale - allora non si possono cambiare le basi ogni due mesi. Seguiamo le regole del Pd - ha aggiunto parlando a Bologna a margine di una conferenza di mons. Gianfranco Ravasi - e andiamo avanti'.

Ebbene, si può anche accettare, sul momento, lo stop di Prodi ad un PD federato su base macroregionale, però non è accettabile che il regionalismo del PD sia applicato come nello Statuto approvato in fretta e furia, senza un dibattito più ampio nei circoli di tutta Italia.

Ciò che è inconcepibile è che l'elezione dei Segretari Regionali sia collegata direttamente a quella del Segretario Nazionale. E che le liste che si presentano localmente siano VINCOLATE ad una delle candidature a Segretario Nazionale.

Questo incatenamento non è autonomia nè libertà regionale e locale. Tutto discende da un vertice che cala le sue propaggini in tutto il Paese, senza possibili caratterizzazioni Regionali e locali.

Quale regionalismo? Solo sulla carta, nominalistico. Si dovrebbe ribaltare il tutto. Si eleggono i Circoli di base, quindi il territoriale provinciale o di zona, il regionale ed infine il Nazionale.

Quello un punto.

Secondo. La dirigenza eletta frettolosamente e con un rinnovamento modesto, ma soprattutto secondo lo schema delle origini di ciascuno - Margherita o DS - deve essere assolutamente abbandonato e va ringiovanito, rinvigorito il nostro "parco macchine". Soprattutto le "auto blù" quelle dei nostri vertici: Regionali e Nazionale.

Terzo. L'apertura all'esterno ha avuto dei forti limiti nel meccanismo elettorale interno. Cosicchè con il metodo adottato per l'elezione del 14 ottobre non si è dato adeguato spazio alle organizzazioni ed alle associazioni che erano vitali nell'Ulivo e nell'impegno per la costituzione del PD. Soltanto chi era ben strutturato poteva aspirare a qualche marginale rappresentatività. Il grosso è stato lasciato fuori in maniera indecente.
Quindi, rivedendo il tutto anche alla luce del risultato elettorale complessivamente negativo, c'è, a mio avviso, l'esigenza di ricucire rapporti col PS(i), coi Verdi e l'ambientalismo, con la parte della sinistra arcobaleno che è più sensibile ad un progetto di governo e non solo e non tanto di mera opposizione, pur mantenedo la caratterizzazione di rappresentatività della parte più debole della società, quali i lavoratori dipendendi, gli operai per antonomasia.

Quarto. Vincolo di primarie per tutte le candidature nelle istituzioni e completa limpidezza dei candidati stessi. Senza alcuna remora o incertezza.

Da qui l'esigenza che si vada al Congresso del PD con apertura a modifiche statutarie e integrazione del Codice Etico senza reticenze e arroccamenti degli apparati dei partiti di provenienza e costitutivi del PD.