sabato 13 settembre 2008

Il fenomeno dell'assenteismo

Il fenomeno dell’assenteismo collegato all’esigenza sempre più attuale di migliorare i servizi pubblici continua ad assumere rilevanza tra l’opinione pubblica. Ho posto alcune domande a Silvano Del Lungo (psicologo del lavoro, pioniere della consulenza di direzione in Italia, presidente e fondatore nel 1967 della società Studio Staff) per capire tale fenomeno. Le riflessioni di Silvano Del Lungo si arricchiscono degli interventi di Massimo Gasparato, responsabile delle relazioni industriali e affari sociali della Confindustria di Verona, e di Sergio Facchinetti, segretario generale della Cisl di Verona.
Silvano Del Lungo ha studiato il fenomeno delle assenze e quello dell’assenteismo molti anni fa: - Negli anni ’60 in una azienda siderurgica; - Negli anni ’70 in una fabbrica di camicie; Negli anni ’90 nelle miniere di carbone del Sulcis.
Vuole spiegare il fenomeno dell'assenteismo?
Il fenomeno dell’assenteismo si cela, di solito, all’interno del fenomeno delle assenze dal lavoro. Questo ultimo fenomeno ha una molteplicità di cause personali, familiari e sociali che di solito sono normativamente regolate.
Dietro la dichiarazione di una causa di assenza (per esempio: malattia) da parte dell’assente se ne può celare un’altra normativamente inaccettabile per il datore di lavoro. E’ in questo tipo di assenze accompagnate da false dichiarazioni che si cela, di solito, il fenomeno dell’assenteismo.
Trattando il fenomeno assenze con metodi statistici, distinguendole per cause dichiarate, e analizzando la loro distribuzione e/o concentrazione temporale e locale si arriva a focalizzare con buona approssimazione il fenomeno dell’assenteismo: le caratteristiche peculiari delle assenze da assenteismo, la loro concentrazione stagionale, organizzativa (in certe sedi o reparti, cioè, e non in altri o anche in certi ruoli e non in altri) infine personale (su certe persone e non su altre). Di solito in una Organizzazione che funzioni e che controlli e regoli il fenomeno delle assenze, l’assenteismo si nasconde soprattutto tra le assenze per malattia di breve durata. L’assenteismo di riflesso accresce il tasso d’assenza generale dell’Organizzazione.
Quali sono le cause dell'assenteismo?
Le cause dell’assenteismo sono molteplici. La sociologia del lavoro considera l’assenteismo nel suo insieme come indice di un clima organizzativo cattivo e di una organizzazione disfunzionale e non motivante per le persone, la quale non chiede e non compensa equamente i lavoratori dipendenti. Altri segnali di tali disfunzioni sono, di solito la crescita dei piccoli infortuni, degli incidenti, dei litigi, delle controversie, delle lamentele, la scarsa coesione dei gruppi, il frazionismo sindacale, ecc.
Quali sono i rimedi e le tutele?
Quando l’assenteismo si concentra in una sede o in un reparto, è necessario analizzare il funzionamento di quella sede o reparto. Quando l’assenteismo è generalizzato e tende a diventare un fatto di costume (così come evidenziato dal ministro Brunetta in alcuni settori della P.A.) le cause sono più generali e profonde, sono collegate all’inefficienza organizzativa e più specificamente all’inefficienza e/o iniquità del sistema di inquadramento, retributivo promozionale e, più in generale, di premi e sanzioni: deboli o assenti differenze nei riconoscimenti, nei compensi e nelle sanzioni verso chi fa bene e verso chi fa male da parte dell’Amministrazione. Questo sembra essere il caso di larghe aree della Pubblica Amministrazione anche a detta dei dipendenti ed anche ciò che appare all’osservazione quando il comportamento del dipendente è pubblico. Che differenza di trattamento c’è tra un professore eccellente ed un professore mediocre, tra un vigile urbano di grande città che si impegna per ore nella regolazione del traffico ed un altro in assente presenza sulla strada o rifugiato in un ufficio?
Bene sta facendo Brunetta nella sua attività mediatica a passare, dalla prima fase dedicata ai fannulloni, alla seconda fase in cui chiede, anche ai cittadini, di raccontare sul forum della Funzione Pubblica storie di eccellenza concernenti la P.A..
Massimo Gasparato, responsabile delle relazioni industriali e affari sociali della Confindustria di Verona, afferma che “lavorando da più di vent'anni a fianco delle aziende veronesi, private e non, ho avuto modo di sentire infinite lamentele sulla burocrazia e sull'inefficienza di molte parti della macchina amministrativa. Spesso ho condiviso anche personalmente la loro frustrazione. Ciò nonostante, ritengo che le generalizzazioni mediatiche successive alla "cura Brunetta" non possano essere totalmente condivise”. “Dall'interno di un sistema produttivo, conclude Gasparato, come quello veronese, che presenta dati di assiduità al lavoro sicuramente incoraggianti e ben superiori alla media nazionale, ho dovuto comunque riscontrare infatti casi clamorosi di assenteismo, coperti da medici faciloni e da un garantismo peloso. La patente di fannulloni sia data, dunque, ma in maniera mirata, non per categorie: ho potuto lavorare con solerti impiegati e dirigenti pubblici che meritano un doppio plauso: per quello che fanno e per l'ambiente poco stimolante in cui lo fanno”.
Sergio Facchinetti, segretario generale della Cisl di Verona, dichiara che i provvedimenti del governo nei confronti del pubblico impiego sono “ingiusti e penalizzanti” ed alimentano “qualunquismo e denigrazione”, evitando così “di rispondere alle questioni vere sulle quali il pubblico impiego aspetta risposte, compresa quella dell’insufficienza delle risorse per il rinnovo dei contratti di lavoro”.
“La Cisl, sottolinea Facchinetti, esprime un forte dissenso rispetto all’uso del termine “fannulloni”, quando si parla di lavoratori. Il Sindacato non ha mai sostenuto chi non fa il proprio lavoro, mentre tante volte ha denunciato il lassismo di chi preposto a dirigere un servizio od una attività non controlla i suoi sottoposti e non reprime tutte le situazioni anomale. Pertanto la questione della Pubblica Amministrazione è tutta interna al sistema politico del nostro paese”.
“Vorrei ricordare, afferma Sergio Facchinetti, che mentre il lavoro pubblico per sua natura è sottoposto al giudizio della società, nel privato tale esposizione è totalmente assente, essendo i lavoratori soggetti alla disciplina aziendale e normalmente i responsabili delle aziende private fanno bene il loro dovere. Semmai bisognerebbe capire per ogni sito produttivo quali sono le ragioni che portano i lavoratori ad assumere atteggiamenti anomali (l’organizzazione del lavoro, l’ambiente del lavoro, i ritmi, i turni, i carichi di lavoro etc.)”.
Per Facchinetti occorre che “il Sindacato torni ad affrontare con più determinazione le questioni legate all’organizzazione del lavoro”.
Dalle riflessioni e valutazioni esposte dalle persone che vivono nel mondo del lavoro in ruoli e posizioni diverse si evince che:
- L’assenteismo non può essere combattuto solo come fenomeno a se stante perché è collegato ad una pluralità di cause e rappresenta uno dei sintomi dell’inefficienza;
- L’effetto Brunetta ha contratto l’assenteismo nella P. A. senza intervenire sulle cause del fenomeno (ambiente di lavoro, modello organizzativo, ruolo e responsabilità del management pubblico, merito) che incidono sull’efficienza della P. A.;
- L’esigenza di snellire la normativa per non offrire tutele indirette ai “fannulloni” e di responsabilizzare la categoria dei medici in sede di rilascio della certificazione di malattia e di effettuazione delle visite mediche di controllo sono questioni da non sottovalutare;
- I lavoratori privati e pubblici possono essere maggiormente tutelati se il sindacato conferma l’impegno di interessarsi dell’organizzazione e abbandoni nel sistema della P. A. di farsi carico di falsi problemi individuali che contrastano con un impegno coerente ed obiettivo.
La riduzione dell’assenteismo riempie gli uffici e non incide sui nulla-facenti, i quali hanno bisogno di essere guidati e organizzati dal management pubblico per svolgere l’attività di lavoro in modo da creare valore per i clienti.
La questione del management pubblico non è stata affrontata dal Ministro Brunetta. Al contrario la dirigenza è stata premiata con la eliminazione del tetto dei compensi di 300 mila euro introdotto dal Governo Prodi.
L’azione del Ministro Brunetta può essere valutata secondo tre aspetti:
- Intenzioni. Le intenzioni del Ministro sono valutate in un articolo dal senatore Pietro Ichino al quale faccio riferimento; Articolo
- Metodo. Il metodo adottato si è rilevato autoritario, facendo leva sul qualunquismo e sulle aspettative delle persone che da molto tempo desiderano ricevere servizi pubblici efficienti;
- Strumenti. Lo strumento mediatico per rendere trasparenti alcuni dati (retribuzioni, assenze, permessi sindacali ed altro) non è sufficiente per avviare un vero cambiamento nella P. A.. Occorre che la trasparenza venga realizzata in modo costante sui risultati, sul grado di conseguimento degli obiettivi e sui business plan. L’opinione pubblica va coinvolta in termini positivi affinché controlli in modo obiettivo e costante l’andamento della macchina amministrativa pubblica.
E’ necessario riflettere sull’articolo di Pietro Ichino, pubblicato sul Corriere della Sera il 9 agosto 2008, sulla opportunità “di delineare un impegno comune di lunga lena, in modo che l’opera possa proseguire negli anni prossimi senza soluzione di continuità”. Articolo

2 commenti:

Anonimo ha detto...

- I lavoratori privati e pubblici possono essere maggiormente tutelati se il sindacato conferma l’impegno di interessarsi dell’organizzazione e abbandoni nel sistema della P. A. di farsi carico di falsi problemi individuali che contrastano con un impegno coerente ed obiettivo.

Io non possiedo molte conoscenze su questa materia, nella mia semplicità ritengo la frase riportata sopra, una delle cause principali dell'assenteismo. I sindacati italiani, negli anni 70-80 hanno giocato un ruolo primario, determinante e positivo nelle lotte del lavoro. Tanto che io li avrei esportati nel mondo! Come Made in Italy.
Ora io mi vergogno spesso della mia iscrizione a questo o quel sindacato, tanto da rinunciare all'iscrizione. Non voglio banalizzare e non banalizzerò, vi dico solo il mio pensiero, giudicate banale il mio pensiero, la realtà senz'altro è diversa e più complessa: I sindacati hanno costruito una tela di protezione pro-iscritto troppo solida e larga per i lavoratori. Nella scuola ad esempio, questa tela ormai è fatta di soli diritti ed è utilizzata a sproposito SPESSO SOLO PER CATTURARE ISCRITTI e gestire così patrimoni enormi!
Nessuno più ci rimette nulla grazie ai sindacati, situazioni scandalose perdurano da anni grazie alla tutela dei sindacati! Inefficienza e assenteismo hanno bisogno di strumenti punitivi, nelle PA le punizioni non partono neppure a cercarsele. E credetemi, potrei raccontare cose incredibili a proposito. Buona domenica a tutti.

Anonimo ha detto...

ho letto sul Suo blog, il mio contributo sull'assenteismo e quelli di massimo Gasparato e di Sergio Facchinetti. Ho apprezzato specialamente la diversità dei ruoli sociali da Lei scelti per l'intervista e l'equilibrio dei rispondenti, che mi sembra in questo frangente e di fronte all'iniziativa di Brunetta , molto importante. La sua sollecitazione mi ha anche spinto a riintervenire sul tema, nel Forum della Funzione Pubblica. Se Le interessa, può selezionare nel forum i miei interventi i attraverso la funzione : "ricerca " del sito indicando l'autore che sono io e che mi firmo: silvano30. oppure può anche procedere scorrenndo gli argomenti e i messaggi della sezione "Lavoro Pubblico" del forum.
Ho apprezzato anche il sito cambiameentoorg.com che non conoscevo e che mi sembra intervenga sui temi del momento con molto garbo e competenza e con collaboratori importanti e credibili come Ichino. La ringrazio di questa esperienza che Lei mi ha consentito Silvano Del Lungo