mercoledì 10 settembre 2008

Sicurezza e libertà religiosa

Ho pensato di pubblicare le riflessioni di Sergio Paronetto che interessano particolarmente la comunità e gli amministratori veronesi. Vi sono dei valori universali che non possono essere calpestati in nome di una politica amministrativa che fa emergere tra i cittadini posizioni discriminanti e tal volta violente nei confronti delle persone cosiddette “diverse”. Verona che esprime solidarietà e fratellanza attraverso l’impegno del volontariato ha bisogno di guardare il futuro e non di ritornare al passato. Un futuro ricco di amore verso il prossimo.
“Il dibattito sui luoghi di culto per gli islamici ad Oppeano e a Verona sta diventando logorante e pericoloso. A mio parere, alcuni amministratori e cittadini, afferma Sergio Paronetto, sembrano spinti da una sorta di "ipergarantismo unilaterale compulsivo", orientato a limitare l'esercizio di diritti fondamentali "non negoziabili", che non possono essere subordinati alla percezione (instabile) di una comunità impaurita e mobilitata spesso ad arte”.
“Il rispetto dei diritti e dei doveri vale per tutti. La sicurezza è un "bene comune". Non può diventare un' ossessione controproducente, continua Paronetto, che apre ferite non solo tra noi e gli "stranieri" ma tra gli stessi veronesi (in molti casi stranieri a se stessi) e alimenta proprio l'insicurezza che si vorrebbe evitare. Nel rispetto dei diritti-doveri di tutti e nella prospettiva di "una sicurezza comune", vorrei precisare che la libertà religiosa non può essere trattata come questione di ordine pubblico, come se il diversamente credente fosse un nemico con cui trattare, come se non esistesse la Costituzione italiana o il diritto internazionale dei diritti umani contenuto nella Dichiarazione Universale del 1948, nel cosiddetto Codice internazionale dei diritti umani, nella Convenzione europea dei diritti. Vorrei anche ricordare agli amministratori locali e a tutti i veronesi il mai citato Statuto del Comune di Verona, esecutivo dal 1992 (era sindaco Aldo Sala), in particolare il bel "Titolo I, Principi fondamentali", ricco di umanità”.
“E' impensabile proporre normative "all'egiziana" o alla "saudita", ribadisce Paronetto, imitare regimi illiberali che si vorrebbe combattere, adottare pratiche fondamentaliste ripugnanti. Alcune proposte di legge (o normative) in cantiere oggi in Italia sembrano risuscitare il vecchio principio del 1555 ("cuius regio eius religio") che può essere tradotto con l'obbligo di adottare la religione del territorio dove si abita e di adeguarsi alla confessione della maggioranza (mai pienamente credente), pena la restrizione di diritti inalienabili e fondamentali.
“Saremmo in piena contraddizione coi principi liberali oltre che con il messaggio di Cristo, continua Paronetto. Nel preparare anche a Verona la VII edizione della "Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico", a conclusione del Ramadan, dedicata alla "gioia del dialogo", penso sia importante riscoprire assieme, nelle difficoltà dell'incontro, la intelligente speranza di una serena operosa convivenza. Per costruire una cittadinanza plurale, responsabile e solidale. Per affermare la civiltà del diritto. Per vivere il bene comune della sicurezza comune”.
Sergio Paronetto sarà presente alla Festa di Generazione Democratica a Montorio e parteciperà al dibattito su “Guerre per le risorse, la pace possibile, i diritti dei popoli” che si terrà il 13 settembre alle ore 18,30. All’incontro perteciperanno, inoltre, Vittorio Prodi, parlamentare europeo, ed il Movimento federalista europeo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Cito solo i primi due commi dell'articolo 8 della castituzione:
"Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.

Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano."
Quello che sta accadendo ad Oppeano è anticostituzionale.
Federico Benini.
Coordinatore comunale generazione democratica.