sabato 18 ottobre 2008

Scuola: autunno caldo sulla rete

In tutta Italia si moltiplica la protesta contro i provvedimenti legislativi in materia scolastica con cortei e manifestazioni. Sono scesi in piazza studenti, docenti, ricercatori, precari e famiglie per esprimere il loro dissenso chiaro e cosciente nei confronti delle misure che non rappresentano una riforma della scuola, dell’Università e della Ricerca in quanto inserite in decreti finalizzati al contenimento della spesa pubblica. Manca un disegno complessivo di riforma che andava meditato e confrontato in Parlamento, nel paese e nella scuola.
La protesta si allarga sempre di più e si afferma in rete con la creazione di blog, gruppi di discussione e forum.
Accade ciò che Don Tapscott e Anthony D. Williams hanno spiegato nel libro “Wikinomics”: la collaborazione di massa democratica in rete.
Questi gruppi agiscono ed intervengono come spiegano Ori Brafman e Rod A. Beckstrom nella loro pubblicazione “Senza leader” come una stella marina dove la testa è rappresentata da tutto il corpo, senza una struttura centrale che ordina agli altri di eseguire. La testa della stella marina è rappresentata da tutto il corpo e, quindi, non può essere distrutta in quanto, a differenza del ragno che ha una testa centrale, si moltiplica nel caso in cui subisce delle mutilazioni.
Per i motivi esposti la partecipazione in rete, la quale si moltiplica sempre di più, non può essere sconfitta e continuerà per molto fino a quando i problemi della scuola non verranno esaminati e risolti con attenzione ed efficacia.
Ho viaggiato in rete per scoprire siti, blog e gruppi mobilitati contro la Gelmini. Tra queste realtà vi sono:
- Dica 133 che è il coordinamento dei ricercatori precari che si mobilitano contro questo progetto presso il Polo delle Scienze Sociali dell’Università di Firenze (Economia, Giurisprudenza, Scienze Politiche);
- 133.anche.no realizzato dal dipartimento di Informatica della Facoltà di Ingegneria di Pisa;
- Ricercatori precari promossa dalla rete nazionale dei ricercatori precari dove si possono trovare informazioni riguardanti le RNRP e il mondo della precarietà nella ricerca e l’università pubblica;
- Ricercatori precari costituita dai ricercatori precari dell’Università di Pisa collegati alla rete nazionale;
- Non rubateci il futuro per la difesa della qualità della Scuola Pubblica, a fronte dei provvedimenti legislativi in atto (decreto legge Gelmini e legge finanziaria).
Sono nati numerosi blog contro la riforma Gelmini, il maestro unico ed i tagli alle spese scolastiche, universitarie e ricerca che è impossibile citarli tutti..
Vi sono numerose petizioni on line:
- “Per una valutazione seria di università e ricerca, contro i tagli indiscriminati del D.L. 112/2008” promossa dai ricercatori dell’Università di Pisa con 2997 sottoscrizioni;
- Contro il maestro unico che ha raccolto 25967 firme.
La voceinfo ha dedicato un articolo “Il maestro unico? Non torni per decreto” di Gilberto Muraro.
Inoltre le più grandi università – Padova, Roma, Milano, Napoli – sono presenti in rete per contestare i provvedimenti dl Ministro Gelmini.
Il traffico in rete si intensifica se si considera l'impegno profuso dalle organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl, Uil, Cobas, Gilda e Snals) e dai partiti di opposizione contro le misure adottate dal Governo.
In Facebook sono state costituiti diversi gruppi e causes che hanno raccolto vasti consensi e partecipazione tra gli studenti ed i docenti.
- A favore dell’istruzione e della ricerca! No alla L. 133/08: causa con 42179 iscritti e gruppo con 1518 iscritti;
- Teniamo la Gelmini fuori dalle nostre scuole organizzato dalla Rete degli Studenti con 361 iscritti;
- No al decreto Gelmini con 7581 iscritti;
- Raccolta firme contro il decreto Gelmini con 334 iscritti;
- Insieme contro il decreto Gelmini con 584 iscritti;
- Fermiamo la Gelmini! Si accettano suggerimenti sul come …. con 90 iscritti;
- Abbiamo cultura da vendere! Contro la legge 133/08 con 3911 iscritti;
- Tutti contro Maria Stella Gelmini con 819 iscritti.
Alcuni gruppi si sono unificati per condurre un’azione comune contro i provvedimenti in materia scolastica.
“L'obiettivo della causa e del gruppo "A favore dell'istruzione e della ricerca! No alla L.133/08", dichiara Enrico Testi, è quello di informare le persone che con una riforma del genere ci rimettono tutti, anche coloro che non vivono la scuola o l'università direttamente e, che non è vero, come dicono alcuni, che è solo una minoranza di persone a non volere questa riforma. Per fare ciò stiamo tentando, da un lato, di aumentare il nostro numero e dall'altro di essere presenti in più articoli, servizi radio e televisivi possibili per avere più visibilità. Ci tengo a sottolineare, conclude Enrico, che la causa non ha nessun "colore" politico, raccoglie solo coloro che si sono resi conto che penalizzare la ricerca, l'università e ritornare a una scuola primaria di vecchio stampo compromette il futuro del nostro paese”.
Stefano Galatolo ci racconta l’esperienza dello stato di agitazione all’Università di Pisa.
“A Pisa ci sono state e ci sono ancora numerose attività. In diverse facoltà, afferma Stefano Galatolo, ci sono stati consigli di facoltà che hanno prodotto documenti di grande preoccupazione e protesta riguardo alle disposizioni della legge 133. La cosa interessante e' che a tutte le riunioni a cui ho partecipato (veramente tante) non c'e' stato nemmeno un intervento a favore della legge. Persino i gruppi studenteschi di destra moderata hanno aderito alle proteste (seppur con qualche distinguo)”.
“Nella facoltà di ingegneria l'attività, continua Stefano, e' stata soprattutto mirata ad informare gli studenti su quello che stava succedendo e spingere il rettore ad assumere posizioni più nette. Non c'e' stato bisogno di spingere il preside di facoltà perche lui era già disperato, forse più di noi (ricercatori). Gli effetti di questa legge infatti mettono una facoltà come la nostra in condizioni disperate da subito. Gli studenti di ingegneria sono aumentati moltissimo negli ultimi anni e la facoltà va avanti con difficoltà per l'ovvia carenza di personale dovuta alle ristrettezze dei tempi passati. Sono 10 anni che piano piano si tolgono risorse. In ogni caso il blocco del turnover, il taglio dei fondi e i tanti pensionamenti incipienti, ci metteranno dall’anno prossimo in condizioni critiche”.
“Io ho già un corso di 150 studenti. Forse l'anno prossimo alcune classi saranno accorpate, giungendo ad una situazione didatticamente difficile da gestire. A ingegneria non si possono fare lezioni-comizio, bisogna ascoltare le domande e i dubbi dei ragazzi. Questo taglio di risorse non può non avere effetti negativi sulla qualità della didattica”.
“Fino ad ora ho parlato di didattica e non di ricerca. Non inoltriamoci nell’argomento altrimenti mi dispero anche io. Ormai ci sentiamo soltanto umiliati e presi in giro. Tanto più umiliati quanto più impegno abbiamo messo nel nostro lavoro. Questi tagli infatti sono indiscriminati ed ovviamente vanno a punire di più quelli che lavorano sul serio, rendendogli impossibile continuare.
Si sa che la ricerca in Italia e' tragicamente sotto finanziata ( in percentuale sul PIL meno della meta della media UE)”.
“Proposte? due cose che sanno tutti, conclude Stefano, tranne chi va al governo. Nessuna riforma seria si può fare senza le due cose fondamentali: Risorse adeguate e capacita di distribuirle in modo efficiente (meritocratico, per capirsi)”.
Occorre tenere presente che mentre nell’economia industriale i risultati erano proporzionati agli sforzi in rete vi è un effetto più che proporzionale rispetto all’impegno. Pertanto, le adesioni ai gruppi e alle cause contro la Gelmini continueranno ad esserci in modo continuo.
Peter F. Drucker, molto apprezzato per il contributo notevole che ha dato al concetto di management, afferma che la risorsa fondamentale – i mezzi di produzione, non è più il capitale, né le risorse naturali né il lavoro. E’, e sarà, la conoscenza. Adesso il valore viene creato dalla produttività e dall’innovazione, cioè dalla conoscenza applicata al lavoro”. Pertanto, se in Italia non viene fatta ricerca e vengono tagliati gli investimenti nella scuola e nelle università diventeremo sempre di più un paese meno competitivo.
Il Ministro Gelmini e il Governo devono riflettere e fare marcia indietro sulle misure prese in materia scolastica per salvare l’Italia dalla decadenza.
Articolo di E. Barbieri

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