mercoledì 5 novembre 2008

Io sciopero

In questi ultimi giorni antecedenti agli scioperi regionali del pubblico impiego del 7 e 14 novembre si assiste ad un susseguirsi di comunicati stampa da parte delle organizzazioni sindacali.
La Cisl è preoccupata di far capire ai propri iscritti i contenuti degli accordi che ha sottoscritto cosa molto difficile per chi invia i comunicati e per chi li riceve in quanto i contenuti degli accordi devono essere chiari prima della sottoscrizione e non dopo con argomentazioni postume.
Rino Tarelli, segretario della funzione pubblica Cisl, commenta i dati sullo sciopero del 3 novembre e dichiara che "La verità sullo sciopero va detta tutta". Il 10% non è il 50%, cioè l'adesione dei lavoratori nelle quattro regioni coinvolte oggi è stata di circa l'11%, quindi il 40% in meno di quanto annunciato dalla Cgil, pari a 40.000 di lavoratori su una forza lavoro composta da 350.000 operatori pubblici”.
La Cgil comunica che lo sciopero del 3 novembre è stato un grande successo e Podda, segretario della funzione pubblica Cgil, dichiara che “a fronte della reticenza inusitata e sospetta nel dare i dati di partecipazione allo sciopero da parte delle amministrazioni a noi risulta una percentuale di adesione media, nelle regioni coinvolte, pari al 50 per cento nelle Funzioni centrali (ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici), e a oltre il 30 per cento negli Enti Locali e nella Sanità, dove, a fronte delle carenze di organico, il rispetto dei contingenti per i servizi essenziali pesa molto di più”.
Allo sciopero ha aderito la categoria degli enti locali e sanità della Uil. “La mia categoria - ha affermato Carlo Fiordaliso segretario generale della Fpl, ha aderito allo sciopero di oggi per sostenere tutti i lavoratori dei nostri due comparti, che hanno il contratto di lavoro scaduto da oltre 10 mesi e non contro il protocollo d'intesa sul rinnovo contrattuale, che riguarda solo le amministrazioni centrali”.
La comunicazione dalle cifre si è spostata sui contenuti dell’accordo sottoscritto.
La Cisl invia una scheda nella quale sono indicati gli aumenti a favore dei dipendenti pubblici rispetto ai vecchi accordi. Tale comunicazione anziché chiarire la situazione la rende più confusa ed i lavoratori si confrontano, cercano e si impegnano di capire. Ma non c’è niente da capire in quanto in tali prospetti sono inclusi i risparmi derivanti da un miglioramento dell’efficienza.
A questo punto ci si domanda quali sono i provvedimenti decisi dal Ministro Brunetta in sede governativa per rendere certe queste entrate aleatorie e tranquillizzare i pubblici dipendenti?
Oltre gli slogans e la propaganda (fannulloni, assenteisti ed altro) non risultano piani di riorganizzazione della macchina della Pubblica Amministrazione ed interventi specifici nei confronti del management pubblico al fine di rendere efficienti ed efficaci i servizi pubblici. Pertanto, come possono essere considerati certi i risparmi di gestione?
Interviene la Cgil con un proprio comunicato intitolato “facciamo chiarezza” e spiega i contenuti dell’accordo sottoscritto da Cisl e Uil e subito scompaiono per magia gli importi indicati dalla Cisl e si perde il recupero integrale dei 25 milioni di euro previsti per i dipendenti Inps.
Nel precedente post “Pubblico impiego: io sciopero” ho scritto che:
- i fondi del salario accessorio dovrebbero essere integrati con le risorse recuperate con l’efficienza amministrativa cioè con una entrata incerta considerato il basso livello di impegno del management pubblico ad introdurre nella P.A. modelli organizzativi efficienti ed efficaci;
- i lavoratori pubblici sono stati trattati come lavoratori che non hanno una coscienza sindacale e che si accontentano delle retribuzioni basse che prendono senza avere fastidi riguardo la partecipazione sindacale e la produttività della Pubblica Amministrazione.
Infine gli ultimi dati dell’Istat affermano che il 12,8% degli italiani è povero ed il rischio povertà interessa anche i lavoratori dipendenti con redditi bassi. Pertanto, occorreva prima di affrontare il tema dei contratti del pubblico impiego aprire una trattativa con il governo per affrontare e concludere il problema dei redditi bassi (pensionati e lavoratori dipendenti) in un momento in cui la crisi economica diventa sempre più grave e la distanza tra ricchi e poveri si allarga sempre di più. Occorre in definitiva affrontare il tema della redistribuzione della ricchezza.
Alla luce di queste considerazioni e valutata la comunicazione fuorviante di coloro che hanno sottoscritto il protocollo d’intesa con il Ministro Brunetta, io confermo il mio sciopero per il giorno 7 novembre.
Cisl
Cgil
Povertà
Famiglia Cristiana

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