domenica 21 dicembre 2008

Casellario anagrafico

La Guardia di Finanza ha scoperto una mega truffa ai danni dell’INPS di Torino. L’inchiesta denominata “Pantalone” è iniziata nel 2007 ed ha portato alla luce 257 pensioni erogate e riscosse indebitamente in quanto i titolari di pensione erano deceduti. Le persone coinvolte sono al momento 53 che sono state denunciate per reati che vanno dalla truffa aggravata al falso, all’utilizzo indebito di carte di credito, quelle dei famigliari deceduti e che loro utilizzavano per le spese.
La frode ai danni dell’Istituto Previdenziale è di 5,8 milioni di euro e le somme recuperate fino a questo momento ammontano a 1,2 milioni di euro.
“C’era la nipote che per otto anni si è presentata sempre alla stessa impiegata dell’ufficio postale a riscuotere la persone della zia morta inventando ogni volta una scusa diversa, dalla malattia al viaggio, per l’indisponibilità della parente a presentarsi personalmente allo sportello, ma anche il ’figlio premuroso che ritirava il vitalizio sia del padre che della madre, entrambi deceduti, e il cointestatario di un conto corrente acceso con l’amico pensionato, già morto, che per cinque anni ha versato i soldi della pensione del defunto su un fondo di risparmio su cui sono stati trovati 52 mila euro. Gli investigatori hanno anche deciso di estendere i controlli a livello internazionale attraverso l’attivazione di organismi, aderenti all’Interpol, di diversi paesi come Brasile, Argentina, Australia, Canada e Uruguay, dove è presente una vasta comunità di italiani emigrati. L’obiettivo è di accertare se anche in quei paesi ci siano persone che percepiscano indebitamente la pensione e finora sono stati scoperti 37 emigrati deceduti nei cui confronti continuava ed essere regolarmente erogato il trattamento pensionistico.” La Stampa
“Tra i truffatori …… E c'é un uomo che, otto mesi dopo essere morto, aveva misteriosamente aperto - e cointestato al figlio - un nuovo conto corrente in cui versare la propria pensione. Parenti, o addirittura semplici conoscenti dei defunti, residenti in provincia di Torino, riuscivano a intascarne le pensioni grazie a deleghe o conti cointestati: in molti casi la truffa durava da più di dieci anni, tanto da insospettire i funzionari dell'Inps, che erogavano pensioni a individui ultracentenari.” SiciliaInformazioni
Sul Corriere di Verona del 10 dicembre 2008 viene pubblicato un servizio dal titolo “Nella lista dei pazienti assistiti 400 sono defunti. L’articolo si riferisce alla quota erogata dal Servizio Sanitario ai medici per l’assistenza ai pazienti defunti.
La cronaca di questi avvenimenti dimostra come le informazioni anagrafiche (decesso, residenza e altro) in possesso dei comuni non sono disponibili in tempo reale alle ASL ed all’INPS. Questo comporta la attuazione di truffe ai danni dell’INPS e la erogazione di somme non dovute da parte delle ASL ai medici di base con la conseguente richiesta di restituzione delle erogazioni non dovute.
Nel medesimo articolo del Corriere Verona il direttore dei Servizi Sociali ed il Direttore Generale dell’ASL n. 20 prospettano soluzioni che riguardano il territorio e la Regione Veneto.
Ritengo che la soluzione non possa essere limitata ad una piccolissima parte del territorio in quanto se ciascuna ASL procede con un proprio progetto di collegamento con i comuni si corre il rischio di non coinvolgere tutti i comuni dell’ambito territoriale di competenza, di realizzare una pluralità di progetti di integrazione, di utilizzare procedure informatiche diverse per ogni ASL con conseguenti problemi di compatibilità e di spendere di più rispetto ad un progetto unico nazionale finalizzato alla creazione di un sistema anagrafico integrato ed unitario.
Nel terzo millennio quasi la totalità dei comuni sono dotati di un sito web e molti di essi comunicano agli enti interessati le variazioni anagrafiche ed i decessi per via cartacea aumentando il costo del lavoro delle Amministrazioni Pubbliche e interpretando il lavoro come nel periodo industriale, compiti semplici e ripetitivi e processi complessi con scarsi risultati dal punto di vista dell'efficienza e dell'efficacia.
Vi è l’esempio della creazione del casellario dei pensionati gestito dall’INPS che nel 2000 ha coinvolto 998 enti erogatori di trattamenti pensionistici e 21.734.636 trattamenti pensionistici (vedi allegato).
Gli scopi istituzionali del Casellario dei pensionati sono la raccolta, conservazione e gestione dei dati e degli elementi relativi ai titolari di trattamenti pensionistici.
Con il Casellario dei pensionati sono stati risolti numerosi problemi tra i quali la tassazione congiunta dei redditi pensionistici e la rivalutazione automatica delle pensioni. Prima della sua entrata in vigore l’assoggettamento all’Irpef veniva effettuato dal singolo ente previdenziale non tenendo conto dei titolari di più trattamenti pensionistici.
Il D.L. 112/2008 affronta tale problematica in modo parziale e non innovativo. Infatti fa carico all’INPS di “mettere a disposizione dei Comuni modalità telematiche di trasmissione delle comunicazioni relative ai decessi e alle variazioni di stato civile che andranno effettuate obbligatoriamente entro due giorni dalla data dell’evento.” Tutto questo è stato effettuato dall’INPS prima dell’approvazione del decreto n. 112 con risultati insoddisfacenti rispetto alle esigenze dell’Ente Previdenziale.
Per superare tali problematiche e pervenire ad una soluzione efficiente ed efficace occorre:
- Realizzare un casellario nazionale delle posizioni anagrafiche attingendo dai comuni i dati e le informazioni;
- Aggiornamento continuo del casellario con comunicazioni dei dati e delle informazioni in via telematica dai comuni;
- Collegamento delle ASSL e degli Enti Previdenziali al Casellario delle posizioni anagrafiche;
- Realizzazione di data base delle posizioni anagrafiche nelle ASL e negli Enti Previdenziali aggiornati in tempo reale dal casellario anagrafico;
- Controllo preventivo in automatico prima dell’erogazione di qualsiasi prestazione.
Ritengo che tutto questo possa essere realizzato superando interventi corporativi che non tengono conto che il problema è unico per tutto il territorio nazionale e che interventi parziali fanno lievitare la spesa e non conducono alla risoluzione complessiva del problema in modo efficiente ed efficace.
Kevin Kelly afferma che “la nuova economia ha tre caratteristiche distintive: è globale, propende verso beni intangibili; è intensamente interconnessa. La comunicazione è talmente vicina alla cultura e alla società stessa che l’introduzione massiccia di nuove tecnologie ha degli effetti molto più complessi di un semplice rinnovamento industriale. Capire come funzionano le reti sarà la chiave per capire come funziona l’economia.” (Nuove regole per un nuovo mondo, Ponte alle Grazie, 1999)
La classe politica dovrebbe capire che la rete e l’abbondanza, non la scarsità come nell’economia industriale, fa aumentare il valore e per tale motivo occorre creare una rete di connessioni tra comuni, ASL e Istituti Previdenziali per risolvere il problema che ho prospettato. Se tutto questo non viene realizzato scoprirà le truffe la Guardia di Finanza come al solito e non gli Enti interessati.

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