giovedì 18 dicembre 2008

Questione morale

Ho pensato di ripubblicare un mio articolo pubblicato su una rivista nel mese di ottobre del 1987 in quanto si presta ad affrontare la questione morale in un momento non facile per il sistema politico. Il corsivo indica le correzioni e le integrazioni all’articolo originario.
Nel vasto dibattito che si è sviluppato sul ruolo dello stato oggi e sul funzionamento più efficiente dell’apparato amministrativo si è parlato negli ultimi anni di ripresa dell’etica.
Le questioni dell’equità e della giustizia sono particolarmente avvertite ed influenzano il dibattito attuale e le proposte di cambiamento e di riforma dello stato sociale al fine di superare i privilegi, le sperequazioni e le distorsioni del settore pubblico e realizzare una società più solidale che affronti più positivamente i problemi emergenti.
In definitiva l’etica, che è stata considerata estranea alla politica, alla economia ed alla tecnica, ritorna ad avere un peso essenziale nelle scelte di carattere sociale dopo il fallimento delle teorie dell’abolizione dell’etica per l’insufficienza dimostrata nella guida della condotta umana.
Gli orientamenti di tipo liberistico, che hanno influenzato le scelte politiche di molti paesi occidentali, ritengono di superare la crisi attuale ritornando agli automatismi del mercato senza dare però alcuna garanzia di equità e di efficienza.
Vi è oggi una rinnovata e condivisa esigenza di ritrovare e rilanciare le ragioni dell’etica in tutti i campi dell’organizzazione della vita in comune.
La “questione morale” non è più dunque un problema che tocca solo i partiti, i sindacati o le amministrazioni a guida politica, ma investe il modo di porsi e di esistere di tutte le iniziative di carattere collettivo, ivi comprese quelle economiche.
Le possibilità che il progresso tecnologico offre all’uomo di creare sempre nuovi apparati e sistemi, capaci di infrangere ogni limite naturale, è anche possibilità di determinare situazioni tali che l’uomo non riesce più a dominare.
L’unico limite allora che rimane perché l’uomo possa veramente progredire senza distruggersi è quello dell’etica. Ad esso devono piegarsi anche le ragioni dell’efficienza, della produttività e dello stesso interesse particolare. Si può anzi aggiungere che nelle circostanze attuali, qualsiasi organizzazione non potrà essere efficiente ed efficace nell’interesse dei suoi membri o dei destinatari della sua attività ove non si ponga nella prospettiva della solidarietà e del rispetto delle regole dell’etica professionale e sociale.
Come dimostrano le prese di posizione di noti personaggi che appartengono a sistemi e mondi ideali completamente diversi, …….……., trasparenza, rettitudine, e pulizia non sono più oggi esigenze da intendere in modo meramente moralistico e soggettivo, ma condizioni oggettive imprescindibili perché ogni organismo sociale funzioni secondo criteri di buon andamento e persegua risultati apprezzabili.
Tutto ciò vale ancora di più all’interno di una amministrazione pubblica, sia per la sua istituzionale destinazione al servizio della collettività, sia per le condizioni di vita e di impiego di ciascuno degli operatori ad essa adibiti.
Gli sperperi, le ruberie, le malversazioni, il disimpegno di alcuni, che non rispecchiano nei loro comportamenti il rispetto per le regole dell’etica, non solo si riflettono sulla caduta di immagine e di efficienza dell’amministrazione nei riguardi degli utenti, ma producono conseguenze nei confronti dei compagni di lavoro. Infatti ogni disfunzione comporta un aggravio di impegno per chi compie il proprio dovere, compromette ogni prospettiva di miglioramento, anche economico, nel rapporto di lavoro, miglioramento che potrebbe discendere da una gestione più trasparente e produttiva del servizio e asseconda inoltre il disegno di chi intende smantellare lo stato sociale a tutto svantaggio dei lavoratori dipendenti, dei disoccupati e degli emarginati.
Proprio per gli argomenti sopra svolti il personale pubblico, ciascuno per le responsabilità di cui è titolare, non può non essere interessato al fatto che il funzionamento della Pubblica Amministrazione venga improntato ai più rigidi criteri di onestà, trasparenza e correttezza amministrativa, perché solo in tal modo potrà essere salvaguardata una dignitosa immagine del servizio da rendere ai cittadini e potranno altresì essere perseguiti gli obiettivi di una maggiore efficacia ed efficienza a vantaggio di tutti, operatori e utenti.
Pertanto i partiti politici, i sindacati e le aggregazioni comunitarie nel loro concreto operare devono porre particolare attenzione alla questione morale e all’esistenza diffusa dell’etica, la quale non è estranea all’impegno politico e sociale, anzi le decisioni ed i comportamenti concreti devono corrispondere ad essa.
In definitiva alcuni fenomeni diffusi nella P.A. come il doppio lavoro, il clientelismo costante ed interessato, il disimpegno vanno combattuti con fermezza, costanza e chiarezza.
Questa testimonianza è necessaria anche per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori in un momento in cui l’immagine della P.A. è offuscata dalla convinzione diffusa nell’opinione della gente della scarsa efficienza dei servizi prestati dall’apparato pubblico.
I partiti politici e particolarmente il Partito Democratico per il semplice fatto che è il partito al quale sono iscritto devono dare una testimonianza esemplare e recuperare un rapporto di fiducia con i cittadini altrimenti il sistema politico non garantisce la partecipazione democratica ma la presenza senza controlli degli addetti ai lavori.
Condivido l’opinione espressa da Massimo Cacciari che dichiara “eliminiamo subito i bubboni più evidenti, altrimenti scoppieranno altri cento casi Abruzzo. Bisogna colpire duro e subito”.
La questione morale di Enrico Berliguer

1 commento:

Anonimo ha detto...

Complimenti per l'articolo, sono completamente d'accordo con te. E' vero che negli ultimi anni è passata la convinzione nella gente che tutto ciò che è politico o pubblico sia attraversato da disimpegno,disonestà e clientelismo. Così tutto l'apparato della amministrazione pubblica ha assunto una connotazione molto negativa. Nel privato tutto ciò è visto con accettazione e rassegnazione, con normalità. Sappiamo invece quanti amministratori onesti e puliti vi siano nel Pd e anche in altri partiti e quanto tempo ed energie impieghino per il loro lavoro o per il loro paese. Purtroppo la convinzione che si è creata è diventata essa stessa realtà e fa sì che qualcuno si senta giustificato a cogliere propri interessi personali. Si tratta di formazione etica a tutti i livelli, ma noi dobbiamo ritornare ad essere il riferimento per tutti su questi temi