martedì 20 gennaio 2009

Intervista a Michele Fiorillo

a cura di Francesca Nicastro
«Un luogo di riflessione e dialogo con i cittadini, un laboratorio di cultura politica per analizzare la società veneta e avanzare proposte di cambiamento». Michele Fiorillo, curatore assieme a Paolo Giacon de Il Pensiero Democratico (il cui progetto grafico è stato affidato a Francesco Frapporti), spiega così il senso dell’ambiziosa iniziativa editoriale del PD veneto: una rivista-laboratorio per far crescere e diffondere la visione democratica nella nostra regione. Il numero zero, che sarà dato alle stampe nei prossimi giorni, è già disponibile on-line sul sito www.partitodemocraticoveneto.org (cliccare sul banner nella colonna di sinistra).
Fiorillo, cosa si propone di essere Il Pensiero Democratico?
La rivista dei Democratici veneti intesi come il blocco sociale che crede nelle possibilità di trasformazione positiva della società veneta. Non vuole essere una rivista di partito. Vi scriveranno non tanto personalità del mondo politico, quanto esperti nei vari campi della scienza dalla politologia alla giurisprudenza, dalla sociologia alle filosofia, a partire dai docenti universitari.Ma vi contribuiranno anche professionisti, giornalisti, letterati e uomini di cultura, intellettuali, esponenti dell’associazionismo e del sindacato, e più in generale quei cittadini che vogliano mettere in campo idee creative e proposte approfondite.
Dunque si tratta di un vero e proprio laboratorio di cultura riformista?
Esatto. L’abbiamo immaginata come un centro studi e ricerche dei Democratici veneti che fornisca le strutture analitiche e le proposte per il cambiamento del Veneto. Un laboratorio intergenerazionale, dove a fianco dei contributi di persone autorevoli ed esperte ci saranno le riflessioni di giovani studiosi, di giovani ricercatori.
Come è articolata la rivista?
Ogni numero si aprirà con la sezione “Cultura democratica”, a cui seguirà la parte dedicata al “Veneto che verrà” e la sezione “Strumenti”, con le recensioni di libri da parte di giovani democratici.
Quali sono i temi del numero zero?
L’intervento del segretario Paolo Giaretta delinea nel trinomio mercato, eguaglianza e democrazia lo spirito della pratica della cultura democratica. Quindi ognuno di questi concetti vengono “esplosi” nelle relazioni degli esperti. Emilio Viafora, segretario della Cgil veneta, e Franca Porto, segretaria della Cisl, affrontano le questioni legate al mercato, alla produzione e al lavoro; Amedeo Levorato e Felice Casson si cimentano sul tema dell’eguaglianza, il primo affrontando la questione della povertà, il secondo dell’immigrazione; sulla democrazia c’è il mio intervento “Democratizzare la democrazia”. Offrono una riflessione sull’identità del PD Giorgio Tonini e Umberto Curi, quest’ultimo con un intervento critico che denuncia in questa fase insufficienze e mancanze.
Perché in copertina avete messo gli occhi di Barak Obama e la parola hope, speranza?
Perché Barak Obama incarna la speranza del cambiamento, una speranza che guida noi curatori della rivista e tutte le persone che afferiscono alla cultura democratica e riformista.
A chi si rivolge Il Pensiero Democratico?
È una rivista di approfondimento, per certi versi un po’ostica perché richiede pazienza di lettura, ma che ha uno sguardo e un pensiero lungo e complesso. Non si possono dare risposte semplici a problemi complessi, anche se la destra vuole farci credere questo. Si rivolge potenzialmente a tutti i cittadini, in particolare a quelli che si riconoscono nel campo progressista, ma è strumento per aprire un dialogo anche con chi non la pensa come noi.
Dove si potrà trovare?
Nel sedi del partito e sul sito internet del Partito Democratico Veneto. Stiamo pensando anche di fare delle presentazioni nelle librerie e ad altre forme di diffusione.
Una curiosità: perché l’avete battezzata Il Pensiero Democratico?
Perché crediamo che esista una visione democratica della società che ha percorso l’intera storia dell’uomo, visione che poggia su un’idea progressiva di libertà, di società aperta, plurale e di cittadini attivi, pienamente sovrani. Questa visione si contrappone a quella gerarchica e statica della società sottesa alla cultura della destra. La cultura democratica crede nella possibilità di emancipare l’uomo nella società a partire dagli individui e insieme dalla comunità.
Abbiamo deciso di usare il singolare e non il plurale – Il Pensiero Democratico e non Pensieri Democratici - per cercare di strutturare una visione comune a partire dal confronto ma anche dallo “scontro dialettico”.
La rivista è punteggiata da “glosse”, a margine degli articoli, di cosa si tratta?
Sono le “pillole democratiche” che contengono i pensieri di grandi pensatori e classici del pensiero filosofico-politico (ed economico) che proponiamo in particolare ai giovani lettori come “canone” del pensiero democratico.

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