venerdì 23 gennaio 2009

Invalidi civili: tempi troppo lunghi

Di fronte al progressivo aumento della fascia della terza età ed ai crescenti bisogni che essa rappresenta è urgente rendere più efficace il sistema di tutela sociale della disabilità.
L’area dell’invalidità civile è caratterizzata da forti criticità nel territorio nazionale dovute principalmente a:
- Produzione legislativa frammentaria;
- Diversità degli assetti organizzativi nel territorio regionale originate da scelte politiche e amministrative differenti da parte delle Regioni;
- Insufficienza della pluralità di Enti, coinvolti nel procedimento di concessione e di erogazione dei benefici, di realizzare rapporti di aggregazione e di integrazione.
Si rammenta che le prestazioni agli invalidi civili, ai ciechi civili ed ai sordomuti sono erogate dall’INPS dal 1998 e la funzione relativa alla concessione delle provvidenze economiche è stata trasferita alle Regioni dal 2001. Fino al 2000 tale funzione veniva svolta dal Ministero degli Interni per il tramite delle Prefetture.
Le Regioni hanno operato in modo autonomo e diversificato, attribuendo le competenze per il riconoscimento delle prestazioni economiche ai Comuni delle città capoluogo di provincia (Lazio), a tutti i comuni (Campania, Puglia, Calabria), alle ASL, alle ASL delle città capoluogo di provincia (Veneto).
Nel mese di ottobre abbiamo letto le dichiarazioni dell’assessore regionale del Veneto alle Politiche Sociali, Stefano Valdegamberi, che si compiaceva del miglioramento complessivo dei tempi di attesa per il riconoscimento delle prestazioni di invalidità civile rispetto al periodo in cui l’assegnazione di tali benefici dipendeva dal Ministero degli Interni tramite le Prefetture.
Ritengo che tale miglioramento sia dovuto al fatto che le competenze e le conseguenti azioni siano state assegnate al territorio dove nasce la domanda delle prestazioni e dove emergono i bisogni dei cittadini e, pertanto, il risultato è dovuto unicamente a tale strategia. Comunque i tempi di riconoscimento delle prestazioni rimangono alti rispetto ai bisogni dei disabili ed a quelli che si possono conseguire con una gestione efficiente ed efficace dei servizi.
I limiti delle dichiarazioni dell’assessore regionale sono i seguenti:
- Analisi e valutazioni che fanno riferimento alla performance antecedente al 2001, quando le funzioni erano esercitate dal Ministero degli Interni tramite le Prefetture ;
- Assenza di valutazione dei tempi medi di liquidazione delle prestazioni che decorrono dalla presentazione della domanda fino alla erogazione dei benefici;
- Mancanza di una strategia rivolta al futuro per migliorare ulteriormente la performance;
- Assenza di un impegno a ridisegnare il processo di riconoscimento e liquidazione delle prestazioni agli invalidi civili.
L’esperienza sviluppatasi dal 2001 in avanti avrebbe dovuto far riflettere l’assessore regionale sul fatto che il processo disegnato a suo tempo dalla Giunta Regionale in materia di invalidità civile presenta contraddizioni, doppioni, attività inutili e sprechi di risorse.
Inoltre le ASL nell’area invalidità civile lavorano per adempimenti e non per attività o per processo con la conseguenza che una pratica di invalidità civile prima che venga definita deve passare da molte persone a causa della divisione del lavoro.
Occorre ridisegnare il processo tenendo presente la pluralità di enti (ASL e INPS) che partecipano alla definizione del prodotto invalidità civile e che un processo efficiente ed efficace presenta le seguenti caratteristiche:
- Flusso continuo;
- Semplificazione;
- Organizzazione snella.
Queste caratteristiche al momento non riesco ad individuarle. I fascicoli sanitari cartacei viaggiano tra ASL, Commissione di Verifica, INPS e Unità Operativa Invalidi Civili, diverse volte accumulando tempo e ritardi nel riconoscimento e liquidazione delle prestazioni.
Questo problema si potrebbe risolvere istituendo un fascicolo elettronico con firma digitale che viaggia in via telematica e può essere consultato ed implementato in ogni momento dagli uffici competenti.
Una pratica presentata a Legnago compie questo viaggio: ASL di Legnago, Commissione di Verifica presso l’INPS di Verona, ASL di Legnago, Unità operativa invalidi civili dell’ASL di Verona, Processo invalidi civili dell’INPS di Verona. Questi passaggi del fascicolo cartaceo, che al momento vengono effettuati a causa delle competenze a suo tempo stabilite dalla Regione Veneto per ciascun Ente o Ufficio, devono essere ridisegnati al fine di realizzare un flusso continuo di attività, un processo snello ed un rapporto di integrazione tra gli enti che abbia una visione completa del processo e non delle singole attività di cui si ha la competenza.
Enti e descrizione di massima delle competenze
- ASL di competenza territoriale: valutazione medico legale;
- Commissione medica di verifica presso l’INPS: verifica medico legale del primo giudizio e trasmissione del fascicolo all’ASL competente;
- ASL di competenza territoriale: trasmissione del fascicolo all’ASL del Comune Capoluogo di Provincia;
- Unità operativa invalidi civili presso l’ASL del capoluogo di Provincia: emissione decreto e trasmissione dello stesso al Processo Invalidi civili dell’INPS;
- Unità di processo invalidi civili presso l’INPS: ricezione del decreto cartaceo e della pratica in via telematica, istruttoria e liquidazione della prestazione.
Occorre tenere presente che nel caso in cui il processo di un prodotto coinvolge più enti
la non qualità di un adempimento o di una attività di un Ente influisce in modo significativo sulla qualità del’intero processo.
Dall’esame delle attività del processo si propongono i seguenti interventi al fine di migliorare i tempi medi di riconoscimento ed erogazione delle prestazioni agli invalidi civili:
- Decentrare a tutte le ASL di ciascuna provincia le competenze che attualmente sono espletate dall’ASL delle città capoluogo di provincia al fine di eliminare il passaggio finale della pratica dalle ASL competenti per territorio a quella della città capoluogo;
- Permettere alla commissione di verifica di trasferire copia del fascicolo sanitario accolto sanitariamente al Processo Invalidi Civili dell’INPS al fine di anticipare l’istruttoria della pratica, evitando così di aspettare la ricezione del fascicolo e del decreto di accoglimento da parte dell’ASL per iniziare le attività di competenza. Inoltre, questa operazione consente alle prestazioni il cui pagamento è bloccato a causa della revisione sanitaria di essere poste in pagamento con anticipo;
-Istituire la Conferenza dei Servizi in ciascuna Provincia per realizzare l’integrazione degli Enti attraverso la valutazione e l’adattamento continuo del processo e del modello organizzativo finalizzato al miglioramento dei tempi del prodotto invalidità civile;
- Trasmissione delle pratiche all’INPS per la erogazione dei benefici non a lotti ma a flusso continuo. Attualmente il processo si interrompe in quanto le ASL competenti trasmettono le informazioni telematiche e cartacee all’INPS a lotti interrompendo il processo e non permettendo all’INPS una valutazione esatta delle giacenze e delle azioni da intraprendere per normalizzare il processo;
- Attuazione da parte della Regione di operazioni di bechmarking con le regioni che presentano dei parametri di qualità migliori rispetto a quelli della Regione Veneto al fine di trovare delle soluzioni appropriate.
La erogazione della prestazione dopo 120 giorni dalla data di presentazione della domanda comporta il pagamento degli interessi legali al richiedente. Nel Veneto l’accertamento sanitario viene disposto per l’84,50% delle pratiche oltre i 120 giorni e, quindi, con pagamento degli interessi. Questi sono costi che si potrebbero evitare con una gestione più attenta ai tempi di liquidazione delle provvidenze economiche.
L’obiettivo comune di Regione, ASL, INPS è quello di conseguire dei tempi di liquidazione delle prestazioni accettabili in rapporto alle risorse che oggi nel terzo millennio possono essere facilmente utilizzate per migliorare i tempi dell’iter di erogazione delle provvidenze economiche a favore degli invalidi civili. Mi riferisco principalmente alle risorse tecnologiche ed organizzative.
L’obiettivo ambizioso da conseguire è quello di due mesi di tempo medio per il riconoscimento e per l’erogazione delle prestazioni. Tale obiettivo può senz’altro essere raggiunto se vengono utilizzate le nuove tecnologie, un modello organizzativo efficiente ed efficace ed una cultura di integrazione e di collaborazione tra gli enti.
Al momento si assiste ad un polverizzazione degli adempimenti, ad una cultura organizzativa che separa anziché unire e ad una accettazione passiva della realtà organizzativa che non permette di realizzare il cambiamento continuo.
Qualunque modello organizzativo è migliorabile occorre soltanto cogliere le opportunità, competere contro il mantenimento dello status quo e ricercare un continuo adattamento delle realtà organizzative all’evoluzione ed ai cambiamenti che avvengono in ogni momento nelle organizzazioni.
"La proposta di Antonino Leone è semplice, chiara, efficace. Certamente, se fosse accolta, i tempi si ridurrebbero notevolmente, dichiara Franco Bonfante consigliere regionale del Partito Democratico, senza nulla togliere alla qualità del servizio ed al rispetto delle regole di trasparenza. Un sicuro vantaggio per gli utenti, ma anche una riduzione dei carichi di lavoro e quindi una maggiore disponibilità di tempo del personale che può dedicarsi ad altre pratiche."
Comunicato stampa Regione Veneto

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