giovedì 30 aprile 2009

Crisi economica: proposte di lettura

Vi propongo i seguenti libri sulla crisi economica e finanziaria che coinvolge il pianeta:
- Luciano Gallino, Con i soldi degli altri Il capitalismo per procura contro l'economia, Einaudi 2009;
- Massimo Gaggi, La valanga dalla crisi americana alla recessione globale, Laterza 2009;
- Emilio Barucci, Marcello Messori, Oltre lo shock Quale stabilità per i mercati finanziari, Egea 2009.
Ritengo essenziale approfondire le cause della crisi finanziaria ed economica che il mondo sta vivendo al fine di prendere coscienza del futuro del capitalismo e dei nuovi equilibri e regole che occorre stabilire nel mondo.
Il libro "Oltre lo shock" propone delle vie d'uscita dalla crisi.

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Primo Maggio con Dario Franceschini

Nell’ambito del suo viaggio per l’Italia, il Segretario del Partito Democratico Dario Franceschini sarà a Verona il primo maggio. Alle ore 08.45 inaugurerà la nuova sede del PD veronese, sita nel pieno centro cittadino in piazza cittadella 22, cui seguirà un breve momento di ristoro. Sarà anche l’occasione per incontrare, assieme ai vertici del partito scaligero, il candidato alla Presidenza della Provincia Diego Zardini e il candidato veronese per le europee Silvio Gandini, Sindaco di Legnago.
Qui il resto del post Alle 09.30 terrà un incontro-comizio nella stazione di Porta Nuova per poi salire sul treno interregionale in direzione Trento. Il Segretario democratico, infatti, ha scelto di visitare il Paese da un punto d’osservazione particolare, quello cioè di chi lavora con fatica e disagio, di chi è costretto a spostarsi dal luogo d’abitazione a quello di lavoro anche percorrendo centinaia di chilometri ogni giorno. Franceschini visiterà l’Italia utilizzando i treni delle centinaia di migliaia di pendolari italiani, come segno d’attenzione al tema del lavoro e per incontrare il mondo reale, quello colpito dalla crisi e dalle difficoltà quotidiane. In questo modo s’intende evidenziare la differenza tra la serietà del PD e una destra sempre più populista, che descrive un paese immaginario e che inganna gli elettori chiedendo preferenze alle elezioni europee per candidati ineleggibili. Il tour di Franceschini prevede anche un’altra tappa veronese, nella stazione di Domegliara dove arriverà alle 10.00 circa per inaugurare virtualmente la festa del primo maggio che si svolgerà a San Zenetto di Sant’Ambrogio per l’intera giornata e organizzata dal locale circolo del PD.
Iniziative per il 1° maggio a Verona
SANT'AMBROGIO DI VALPOLICELLA
Loc. SAn Zenetto (solo per quest'anno a causa di lavori in corso a Rocolo)
Per arrivare a San Zenetto seguire le indicazioni per l'Agriturismo Cà Verde. Le bandiere poi vi indicheranno la strada.
Vi aspettiamo dalle 10.00 per tutto il giorno stand gastronomici con vino, pasta al ragù, carne salà, polenta, uova sode e panini. Contorno di buona musica dal pomeriggio.
Per maggiori informazioni: http://www.pdsantambrogio.it/ - info@pdsantambrogio.it
PESCANTINA
Generazione democratica e il Circolo Pd di Pescantina invitano a partecipare alla Festa del 1° maggio
Pescantina, Piazza San Rocco
16:30-17:00 Estratti da "La mia famiglia siamo... - ultima puntata" di Paola Cortellesi
17:00-18:30 Aperitivo / dibattito: "Giovani, carini e male occupati: quale lavoro nella crisi?"
Moderatore: Matteo Benedetti
Relatori:
Franco Bonfante (consigliere regionale pd)
Emiliano Galati (ALAI-CISL Verona)
Giuseppe Signori (CNA Verona)
Diego Zardini (candidato presidente alla Provincia di Verona)
18:30-19:30 Gott Uber Alles: documentario sonoro di Jonathan Zenti
19:30-21:00 aperitivo/dj-set e cena
21:00-24:00 concerti di Hellstone e Waiting Aurora

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Interventi a favore dell’Abruzzo

Il giorno dopo il terremoto, alcuni amici mi hanno sollecitato ad attivare un canale sicuro attraverso il quale far arrivare i contributi di solidarietà direttamente e integralmente ai destinatari. Ho risposto mettendo a disposizione un conto corrente intestato a me ma dedicato esclusivamente a questa iniziativa (v. i relativi codici in fondo a questa pagina). Meno semplice è stato individuare i canali sicuri per far arrivare i nostri contributi direttamente a destinazione. Attraverso gli amici iscritti alla Newsletter ho selezionato due destinazioni dei nostri contributi, entrambe rispondenti ai requisiti della gravità e urgenza della situazione di bisogno, nonché della sicurezza e immediatezza di utilizzazione.
1. Attivazione di strutture e attrezzi per le attività sportive e la ricreazione dei bambini ospitati nella tendopoli di Paganica
Questa iniziativa è seguita e garantita sul posto da Emanuele Foresti, persona che conosco e di cui posso garantire, e Gianluca Fugaro: entrambi animatori dell’associazione Centro Basket 2k5 dell’Aquila. Questa è l’associazione che, prima del terremoto, curava la formazione sportiva presso le scuole di Paganica e Poggio Picenze (AQ), dove studiavano Davide, Matteo, Gabriele e Loris: quattro bambini morti sotto le macerie delle loro case il 6 aprile scorso (v. il sito del Centro, con le loro foto). Questa associazione ha urgente bisogno di fondi per la ripresa dell’assistenza ai bambini ospitati nei centri di accoglienza della Protezione Civile da parte dei volontari che curano le loro attività sportiva e di ricreazione (attivazione di campi di gioco e strutture di emergenza, acquisto di attrezzi, ecc.).A questo scopo sono stati devoluti i primi 5490 euro della nostra raccolta.
2. Una casa in legno per una famiglia senza tetto
Un’impresa dell’Aquila (Orientalux - tel. 329.6812132) offre case monofamiliari prefabbricate in legno, isolate dal terreno e adeguatamente coibentate, a un prezzo che varia tra i 4000 euro (per un monolocale minimo di m 4×4) e i 40000 euro (pagamento dopo il montaggio). I comuni colpiti dal terremoto mettono a disposizione le aree - dotate degli allacciamenti necessari alle reti idrica, elettrica e fognaria - su cui queste case possono essere montate, in tempi molto brevi. Lo Stato contribuisce per un terzo.Manuel e Barbara, fidanzati, avevano fissato il giorno del matrimonio per il 22 agosto prossimo, ma hanno perso la casa in cui avrebbero dovuto andare a vivere; e con essa anche il piccolo studio odontoiatrico dove Barbara lavorava in proprio; nessuno dei due ha alle spalle una famiglia che possa dare loro un aiuto consistente. Un sacrificio relativamente piccolo da parte di qualche decina di noi può significare per loro potersi sposare e uscire dalla prima emergenza. Garante in loco della destinazione ed effettiva integrale utilizzazione dei nostri contributi per questo scopo è la dott. Grazia Maria Baliva, persona che conosco da molto tempo e della cui integrità posso a mia volta garantire; la stessa è disponibile a fornire direttamente informazioni più precise a chiunque intenda averne (gbaliva1@virgilio.it).
Rendiconto della raccolta al 18 aprile
Al 18 aprile erano pervenuti 24 bonifici (compreso il mio) per un totale di 5490 euro, che sono stati già inviati all’Associazione Centro Basket 2k5, per la prima delle due iniziative sopra descritte. in favore dei bambini della tendopoli di Paganica.I contributi pervenuti a partire dal 19 aprile (a tutt’oggi 3.550 euro), salvo diverso avviso dei donatori, verranno destinati all’acquisto della casa prefabbricata per Manuel e Barbara. Ringrazio vivamente ciascuno degli amici che hanno voluto e vorranno generosamente partecipare a questa raccolta. E ricordo loro nuovamente i dati necessari per l’invio del loro contributo:
conto corrente intestato a Pietro Ichino e Costanza Rossi (via Mascheroni 31, 20145 Milano) presso Banca Finecoiban:
IBAN: IT 46 Y 03015 03200 00000 3268615
Per i bonifici dall’estero - BIC (swift code): UNCRITMM
Pietro Ichino

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martedì 28 aprile 2009

Un treno per l'Europa

Ho qui con me Marta D’Agostino Tortorella, di Venezia, di ritorno dal viaggio per l’Europa del Pd, viaggio rigorosamente in treno dal 22 al 26 aprile e che ha avuto come tappe Torino, Parigi, Berlino, Praga e Venezia. Approfitto per porle alcune domande.
Come è andato il viaggio?
Bene, a parte qualche piccolo inconveniente organizzativo, è stata un’esperienza molto ricca di spunti e di riflessioni sul futuro del Pd. E poi il viaggio e le tappe sono state fantastiche, fantastici la gente e il tempo: sempre sole. Diversamente da qui, laggiù era primavera. Il 25 aprile a Praga ho preso anche un po’ di sole al tavolino di un ristorante in piazza della città vecchia, dove ho mangiato in allegra compagnia tanto a pranzo che a cena.
Spunti sul Pd dimmi qualcosa...
Questo viaggio ha dimostrato coi fatti che il nostro è un partito democratico dove ci sono dei giovani che si avvicinano alla politica e dei dirigenti (Franceschini in primis) che viaggiano nello stesso treno, dividono le stesse fatiche e le stesse emozioni. Eravamo tutti uguali, e tutti diversamente latori della nostra storia e della nostra cultura, ma ci siamo mescolati in questi giorni di viaggio. Abbiamo parlato tra di noi, ci siamo confrontati anche con Giorgio Tonini con Annamaria Parente e con Simone Verde che ci accompagnavano in treno. Quando è stato con noi Franceschini è stato alla mano e molto attento, in ascolto. Il Partito democratico piace ai giovani che ancora adorano Walter Veltroni. A Berlino c’è stata per la sua conferenza una standing ovation che tocca le corde profonde del cuore dell’uomo visibilmente commosso.
C’è voglia di costruire il partito del Lingotto in tutti i 400 giovani del treno, ma anche la consapevolezza che è un processo lungo e difficile. Che bisogna fare una rivoluzione culturale che porti il partito tra la gente, capace di comunicare e di dialogare.
Il discorso di chiusura di Dario Franceschini a Venezia ha acceso altre speranze, almeno in me. vedo un partito che ha coraggio di dire delle cose fino a pochi mesi fa impensabili, la risposta tono su tono a Cacciari che la settimana scorsa aveva criticato le scelte del Pd sulle candidature è stata buona e l’invito alla stampa a controllare le candidature del PDL fermo e deciso. Non a caso Franceschini sta diventando popolare: dice cose di sinistra come direbbe Moretti.
E la scuola di formazione come è stata?
Mah un giudizio misto. ma positivo nel complesso. Abbiamo assistito a conferenze di prim’ordine, ma il modello è stato verticale non orizzontale a Torino, a Parigi, a Berlino, a Praga, a Venezia. Anche le lezioni, dove eravamo divisi in gruppi, e che sono state tenute in carrozze di Eurostar, sono state poco stimolanti almeno quelle del mio gruppo. Il professore Francesco Gui preparatissimo ci ha comunicato solo due volte il suo pensiero sul tema “storia dell’idea di Europa”. ma soprattutto non c’è stato il tempo della riflessione e dell’elaborazione politica. Bisogna forse ripensare a questo modello di laboratorio che è la scuola per Annamaria Parente la “preside”. Occorre iniettare in questo modello un po’ dello spirito delle vecchie scuole di partito nelle quali si scrivevano gli interventi da fare in aula il giorno dopo. Così si cresce politicamente e culturalmente. Il lavoro di assimilazione qui è fatto singolarmente e non viene messo agli atti della scuola. Sarebbe importante a mio parere metterci anche questo momento per un partito consapevole e radicato nelle coscienze e nell’ottica della rivoluzione culturale di cui parlavo prima.
Hai fatto dei cenni ai rapporti tra di voi... Ce ne puoi parlare più diffusamente?
Ci siamo conosciuti e incontrati. E’ stato molto bello, molto intenso lo scambio anche per chi come me era una senior nei gruppi, tanto che il senatore Giorgio Tonini per consolarmi mi ha detto che valgo due venticinquenni... comunque ho conosciuto ragazzi di 18 anni, adulti di 60, miei coetantei ho incontrato persone che mi avevano persa da 16 anni. Tornata a casa ho avuto la mia pagina su Facebook allietata da messaggi anche di chi era soltanto in quel treno e non avevo conosciuto.
Su Facebook sono nati due gruppi uno dell’esperienza con tutti e quattrocento i partecipanti o quasi e uno della nostra carrozza.
Torno alla mia vita di tutti i giorni nuova con una carica di entusiasmo e di saperi che ho immagazzinato: speriamo che basti per affrontare i banchetti per le elezioni, anche perché qui a Venezia bisognerà lavorare molto per riconquistare la provincia.
Dalle dichiarazioni di Marta si comprende l’entusiasmo e la condivisione dell’esperienza. Occorre coltivare la passione e la testimonianza per far crescere i consensi del Partito Democratico per il bene del Paese.

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lunedì 27 aprile 2009

Manpower sulla Flexsecurity


Estratto da un articolo di Stefano Scabbio, Presidente e Amministratore delegato di Manpower Italia, pubblicato su il Sole 24 Ore il 22 aprile 2009
[...] Per uscire dalle crisi il modo migliore è quello di cercare di generare nuove opportunità. La prima cosa di cui ha bisogno oggi il paese è un nuovo “Patto generazionale”. E’ ben noto a tutti infatti che il nostro Welfare si distingue da quello degli altri paesi europei per il forte peso della spesa pensionistica e per lo scarso peso delle spese per la tutela del lavoro, dell’occupazione e dei giovani disoccupati. Non spetta a me profilare il disegno completo per un nuovo Welfare delle opportunità, ma credo che sia il momento di prendere in considerazione nuove idee, come quelle formulate per primi da Tito Boeri e Pietro Garibaldi lo scorso anno col loro libro “Un nuovo contratto per tutti”.
Sulla base di quelle ipotesi, l’impresa, collocata con la sua rete di servizi nel territorio, o il gruppo di imprese interessate, si impegnerebbe/impegnerebbero ad assumere con un contratto di lavoro a tempo indeterminato praticamente tutti i nuovi dipendenti e, in caso di licenziamento, a garantire, tramite apposite agenzie costituite dalle aziende stesse, non solo un trattamento di disoccupazione rafforzato, ma anche, mediante le stesse agenzie, servizi efficaci di riqualificazione professionale e assistenza intensiva per la rioccupazione. “A seguire giorno per giorno chi ha perso il posto, nell’itinerario verso il nuovo lavoro”, come ha scritto Pietro Ichino sul Corriere della Sera del 2 aprile scorso, richiamando il disegno di legge in questa materia, da lui presentato con altri trenta senatori il 25 marzo precedente al Senato. Non ho qui lo spazio per dilungarmi in ulteriori particolari, ma devo ricordare che le agenzie per il lavoro da molti anni, conoscendo e mutuando le esperienze di altri modelli di welfare, compreso quello danese (da cui sostanzialmente discendono queste ipotesi), dispongono di un certo know-how in questa materia, sia in quanto aduse ad accompagnare, formare e riqualificare le persone da un lavoro all’altro, sia sulla base delle loro esperienze in materia di outplacement.
Stefano Scabbio

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Gli incarichi di Antonio Mastrapasqua

Il senatore Elio Lannutti dell’Idv ha presentato l’interrogazione n. 4-01407 del 21 aprile al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali per conoscere la posizione del Governo di fronte alla molteplicità di incarichi di Antonio Mastrapasqua. Si riporta il testo dell'interrogazione.
“Premesso che:
nel luglio 2008 il Consiglio dei ministri ha nominato Antonio Mastrapasqua presidente dell'Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps);
risulta all'interrogante che il suddetto abbia totalizzato 54 incarichi societari sia nel settore pubblico sia in quello privato;
in particolare, scorrendo l'elenco delle sue cariche attuali, reperibile presso la Camera di commercio, si evince che Antonio Mastrapasqua risulta essere presidente, oltre che dell'Inps, anche di Equitalia Gerit, Equitalia Etr ed Equitalia Esatri, società controllate da Equitalia, gruppo di cui l'Inps possiede il 49 per cento; inoltre, risulta essere vicepresidente di Equitalia servizi e Equitalia nomos, altre società del gruppo Equitalia. Ricopre, quindi, un paio di incarichi da consigliere semplice, tre da liquidatore, una decina da presidente del collegio sindacale, ventiquattro da revisore dei conti effettivo, otto da revisore supplente. Alcuni di questi incarichi gli sono stati assegnati addirittura dopo che il Governo l'aveva designato, il 4 luglio 2008, alla presidenza dell'Inps,
si chiede di sapere:
se il Governo non ritenga che un numero così elevato di incarichi presidenziali, tra cui quello dell'Istituto nazionale di previdenza sociale, e quelli di società private controllate dall'Inps, non rappresenti un grave caso di incompatibilità;
se non ritenga opportuno revocare l'incarico di presidente dell'Inps al dottor Antonio Mastrapasqua, considerato che le norme sull'incompatibilità, oltre ad assicurare l'imparzialità dell'azione amministrativa, sono finalizzate a tutelare il prestigio dell'amministrazione, ponendola al di sopra di ogni sospetto, indipendentemente dal fatto che la situazione incompatibile abbia creato un concreto pregiudizio all'Istituto.”
Al di là delle incompatibilità ritengo che tutti questi incarichi in capo ad una sola persona rappresentano un paradosso ed un rischio per una gestione corretta degli incarichi stessi.

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giovedì 23 aprile 2009

Verona In sulla Violenza

Numero speciale nel primo anniversario della morte di Nicola Tommasoli
E’ uscito il periodico di attualità e cultura Verona In interamente dedicato al problema della violenza a Verona. Il trimestrale ospita alcune interviste e gli interventi di 18 giornalisti veronesi, di varie testate, che a seguito dei brutali episodi avvenuti in città (Porta Leoni, Piazza Viviani) hanno cercato di individuare le cause della violenza e di individuare delle possibili vie di uscita.
L’iniziativa, nata da un’idea del giornalista Giancarlo Beltrame, è un contributo contro l’indifferenza e un invito a reagire davanti a fatti tanto gravi. «Due le matrici individuate – spiega il direttore di Verona In Giorgio Montolli –. Quella che trova spiegazione nella perdita di valori ed una marcatamente politica, con riferimento ad alcune frange dell’estrema destra veronese». Ma ci sono altri due aspetti che secondo Montolli meritano di essere sottolineati. Il primo riguarda i giornalisti le cui firme compaiono all’interno del giornale: «I pensieri espressi sono moderati e radicali, le idee diverse, la sensibilità politica anche, ci sono credenti e non credenti. Un panorama eterogeneo perché non si esce da questo tipo di problemi senza il contributo di tutti e perché la città deve alzare la propria soglia di tolleranza nei confronti delle idee altrui». Il secondo aspetto che il direttore di Verona In sottolinea è il fatto che sia stato scelto un piccolo giornale come spazio dove esporre liberamente i pensieri: «La piccola editoria – spiega Montolli – in un’epoca segnata dai monopoli e dai conflitti di interesse svolge oggi un ruolo fondamentale per quanto riguarda la libertà di stampa. Se qualcuno vuole investire in questo tipo di valore qui da noi ha la possibilità di farlo». Da segnalare infine, in coda al giornale, la pubblicazione di un lungo elenco di episodi giudiziari che riguardano Verona e che hanno un riferimento “politico”: una cronistoria dagli anni Sessanta a oggi che non è mai stata pubblicata in modo così completo e dettagliato. Tra gli sponsor dell’iniziativa ci sono l’Associazione Vivi l’Europa, Confindustria Verona (Vicepresidenza Politiche sociali), VeronaTime e Perosini Editore.
Il nuovo numero del periodico sarà disponibile gratuitamente da lunedì 27 aprile nelle librerie del centro di Verona. Il giornale si trova anche su internet (PDF) all’indirizzo http://www.verona-in.it/. E’ possibile contattare il direttore telefonando ai numeri 045.592695-3204209663.

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lunedì 20 aprile 2009

Terremoto: Contributo ai bambini di Paganica

Comunicazione del senatore Pietro Ichino
Davide e Matteo sono morti con la mamma Daniela sotto le macerie della loro casa di Paganica. Come tanti altri loro compagni partecipavano al corso di pallacanestro organizzato presso la loro scuola dai volontari del Centro Basket 2k5 dell’Aquila: v. il sito web dell'associazione, con alcune immagini che stringono il cuore.
Qui il resto del post La stessa associazione ora intitola a loro un'iniziativa volta ad attivare delle strutture di ricreazione e sportive per i bambini ospitati dalle tendopoli della Protezione civile. Se non riceverò indicazioni contrarie da chi ha inviato un contributo, destinerò a questa iniziativa - della quale conosco personalmente i responsabili - i 5.490 euro che abbiamo raccolto in questi primi giorni.
Un’altra iniziativa nella quale un nostro contributo, per quanto piccolo, può essere immediatamente e pienamente valorizzato consiste nell’aiutare una famiglia ad acquistare una piccola casa prefabbricata in legno, con un costo da 4.000 a 40.000 euro (v. più in dettaglio le due iniziative e il rendiconto della prima raccolta).
Rivolgo a tutti gli amici un appello: unite la fiducia alla generosità e non fate mancare il vostro aiuto diretto! Questo è il conto corrente - intestato a me ma dedicato esclusivamente a questa raccolta - sul quale potete far affluire il vostro contributo (precisando a quale delle due iniziative volete destinarlo, con la certezza che lì arriverà direttamente e nel tempo più breve):
iban: IT 46 Y 03015 03200 00000 3268615
BIC (swift code): UNICRITMM
Sulla necessità di attivare gli incentivi giusti per una prevenzione efficace (che in Abruzzo ha fatto gravemente difetto) contro i danni da terremoto, attraverso l’attivazione di meccanismi assicurativi, v. l’interessante riflessione di Giuseppe Gloria.

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sabato 11 aprile 2009

Abruzzo. Penelope: un antidoto all’oblio

Non si contano le iniziative a favore dell’Abruzzo e dei suoi abitanti colpiti dal terremoto. Su Facebook sono partite immediatamente numerose iniziative e impegni concreti. Tra questi desidero pubblicare l’intervento di Nadia, Penelope: un antitodo all'obblio, molto interessante che esprime tanta sensibilità ed altruismo, la petizione on line a favore dell’accorpamento delle elezioni di giugno affinché i risparmi conseguenti vengano utilizzati per l’Abruzzo ed altre iniziative.
“Cari amici, nel dolore e nell’angoscia provocati dal terremoto è molto confortante vedere tanta mobilitazione e solidarietà, tuttavia mi chiedo: quanto durerà? Troppe volte ho assistito a fuochi d’entusiasmo che si sono esauriti nel giro di poche settimane, lasciando nel silenzio la sofferenza di chi, dopo un po’, non fa più notizia. Eppure per l’ennesima volta voglio sperare (o forse dovrei dire sognare) che la nostra mente e il nostro cuore non seguano più il “piffero magico”, ipnotizzante ed inebetente, suonato soprattutto dalla televisione. Tra quindici giorni, quando le luci della ribalta inseguiranno nuove e più accattivanti notizie, voglio credere che riusciremo ancora a ricordarci di chi di colpo ha perso tutto in questa catastrofe e, magari, anche di coloro che in tanti quartieri delle nostre città vivono nell’indigenza e nell’abbandono. Mi piacerebbe, e lo dico prima di tutti a me stessa, che da questa tragedia imparassimo quante energie sopite, quante capacità inutilizzate ciascuno di noi possiede e come, purtroppo, si riesca a riattivarle soltanto nelle emergenze tragiche. Ma per risolvere i problemi, per dare un conforto non passeggero alle sofferenze dovremmo imitare un’eroina molto bistrattata e dimenticata ai giorni nostri: Penelope, che forte nei suoi principi, ma anche nei suoi desideri e speranze, non risparmia impegno, sforzo, pazienza, costanza e tanta, tanta indomita caparbietà. Gli abruzzesi colpiti dal terremoto, come gli altri nuovi e vecchi poveri che vivono nel nostro paese, avranno bisogno di tutti noi per molto tempo. Sì, proprio di noi che abbiamo da mangiare, da vestirci, un lavoro (anche se spesso precario) ed un tetto sopra la testa, noi che oltre alle necessarie offerte in beni e denaro dovremmo imparare anche ad offrire un po’ del nostro tempo e delle nostre cure alle comunità in cui viviamo. La solidarietà è un dono prezioso, ma affinché non si disperda deve legarsi al profondo rispetto per gli esseri umani e al senso civico. Diventa dunque fondamentale la disponibilità di noi gente comune a vigilare sul buon governo dei beni collettivi e sul loro uso a favore di chi ne ha realmente ed urgentemente bisogno, trovando maniere e strategie per far ascoltare le nostre ragioni a governo, enti pubblici, associazioni imprenditoriali, professionali e sindacali. Forse sto ancora sognando, ma penso che potremmo farcela.
Un caro saluto a tutti voi.”
Nadia Lazzaro
Si invitano gli amici del blog a sottoscrivere la seguente petizione che si trova al seguente link http://www.petitiononline.com/italelec/
“Presidente Berlusconi
l’Abruzzo ha bisogno di aiuti immediati per far fronte all’emergenza di queste ore e tra brevissimo tempo dovrà affrontare il più velocemente possibile la fase di ricostruzione. E’ per questo che un paese responsabile il 7 giugno, senza ombra di dubbio, sceglie di fare l’election day accorpando le elezioni europee, amministrative e il referendum risparmiando così quei 400 milioni di euro che potrebbero servire a ridare una casa agli abruzzesi che sono rimasti senza tetto, a ricostruire le scuole, gli ospedali e tutti gli edifici pubblici danneggiati o distrutti dal terremoto.”
Si segnala un messaggio del senatore Pietro Ichino
Cari amici,
dopo la catastrofe che ha colpito l'Abruzzo ho ricevuto numerosi vostri messaggi con l'offerta di collaborazione e la richiesta di un canale sicuro attraverso il quale poter convogliare contributi in denaro. Rispondo mettendo a disposizione questo numero di conto corrente:
iban: IT 46 Y 03015 03200 00000 3268615
Il conto corrente è intestato personalmente a me, ma non è utilizzato per la gestione delle mie risorse personali o familiari. Il mio impegno è di individuare nei tempi più rapidi una destinazione che sia al tempo stesso la più immediatamente utile e nella quale l'utilizzazione del denaro per il soccorso a chi ha più bisogno sia integrale: dalla prima all'ultima lira, tutto deve essere utilizzato direttamente in prima linea.Ovviamente vi terrò informati sull'utilizzazione del denaro che avremo raccolto e, se necessario, vi sottoporrò la scelta tra diverse destinazioni che rispondano ai requisiti indicati.
Cordialmente
Pietro Ichino
Infine l’intervento del mio amico Alessandro Cascone che ha costituito su Facebook il gruppo Un ponte per la sicurezza:
“La tragedia di questi giorni del sisma in Abruzzo dovrebbe imporre un cambio di direzione al Governo: usare i soldi stanziati per Ponti futuristici (Ponte di Messina) per interventi di indagine e messa in sicurezza degli edifici strategici, ospedali e scuole in primis. Girate ai vostri contatti e dite di fare altrettanto con i loro. Facciamo sentire la voce di un Popolo sovrano e non il silenzio di un popolo suddito.”

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martedì 7 aprile 2009

Italia Nascosta

L’on. Linda Lanzillotta ci segnala che “è online Italia Nascosta, un luogo per far emergere un’Italia troppe volte invisibile agli occhi della politica, del governo e dell'informazione. Un luogo dove raccogliere le voci delle persone che invece questa Italia la vedono, la vivono e, a volte, la subiscono, dove organizzare incontri per condividere e individuare proposte concrete e raccogliere racconti su quanto sta accadendo alle persone,alle aziende, nella Pubblica Amministrazione, nella vostra città.
Si può allargare la partecipazione ad amici, colleghi e persone che sono sensibili al tema per affrontare la discussione. Tutto il materiale raccolto sarà la base su cui costruire iniziative per prendere posizione e trovare soluzioni efficaci.
Sul sito ci sono tutte le informazioni utili per partecipare, sarà sufficiente inserire nei campi dedicati username e password di cui siete già in possesso grazie alla registrazione a uno dei nostri siti oppure iscrivervi direttamente a www.italianascosta.eu. Potrete cominciare subito a dare il vostro contributo.
Grazie fin da ora per l'attenzione che vorrete dedicare al progetto. Insieme possiamo costruire qualcosa di utile e di importante per l’Italia.”
Linda Lanzillotta
Italia Nascosta

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Pubblicità e successo

Ho ricevuto dal mio amico Emilio Santa Maria questo articolo interessante che provvedo a pubblicare.
“Il sistema Berlusconiano è basato praticamente tutto sulla propaganda come si conviene ad ogni regime totalitario; i dettami di Goebbels sono applicati in toto con uno strumento in più che è la televisione che permette di martellare in modo continuativo ed estremamente efficace la popolazione.
Premesso questo per poter contrastare il continuo impatto di questi strumenti si deve minare alla base questo sistema. Si deve cioè far aumentare la coscienza critica delle persone e si deve far diminuire la fiducia assoluta che la gente ripone nel messaggio pubblicitario in particolare televisivo.
Fra l’altro Berlusconi se della propaganda ha fatto il suo cavallo di battaglia della pubblicità ha fatto la sua ricchezza.
Allora si deve cominciare dalla pubblicità: quando il marketing non era una disciplina così sviluppata ma era ancora agli albori il prof. di Impianti Meccanici in cui questa materia era trattata, enunciò un principio fondamentale: “ Il prezzo di un prodotto non è assolutamente correlato con la sua qualità “ ciò naturalmente per prodotti di una stessa categoria è ovvio che una Mercedes è meglio di una 500 ma non stiamo parlando della stessa categoria di prodotti. E continuava “il prezzo di un prodotto è frutto esclusivamente di una scelta commerciale e non ha nulla a che vedere con la scelta delle materie prime che normalmente sul prezzo finale incide ben poco. Molto di più incide la pubblicità soprattutto televisiva ed una azienda può arrivare ad investire anche porzioni rilevanti del suo fatturato in pubblicità.”
Allora da cosa si può dedurre la qualità di un prodotto? Per un prodotto alimentare soltanto dagli ingredienti, dalle quantità presenti di prodotti qualificanti, dall’assenza di coloranti e conservanti. Non è assolutamente vero che un prodotto più costoso sia fatto con materiali migliori, il maggior costo potrebbe servire a coprire le spese pubblicitarie e di presentazione, anzi se un prodotto è molto pubblicizzato il produttore potrebbe aver risparmiato proprio sulla qualità.
I prodotti di marca sono spesso inferiori di qualità a quelli che magari di marca non sono, altre volte sono del tutto equivalenti, ciò anche perché molto spesso i siti di produzione sono gli stessi. Faccio un esempio: una fabbrica di conserve alimentari può produrre per diverse marche conosciute e meno conosciute in modo assolutamente analogo, poi si mettono le etichette che diversificano i prodotti per marca destinazione e prezzo.
In un periodo di crisi come questo dove la gente è necessariamente più attenta a spendere, questo discorso può avere una grande presa.
Aggiungo ancora che i prodotti in commercio devono rispettare le leggi. Per quelli alimentari si devono rispettare norme igieniche e sull’assenza di sostanze tossiche e dannose. Non è assolutamente vero che un prodotto che costa di più sia più salutare di un altro. Il discorso vale anche per il biologico, i prodotti in commercio devono essere privi di sostanze tossiche, poi sta alla coscienza del produttore di rispettare o meno i divieti. Tanto per fare un esempio Cirio e Parmalat due delle Grandi Marche italiane dell’alimentare sono state protagoniste di crac finanziari orchestrati dai propri gruppi dirigenziali. C’è da domandarsi se anche sul piano produttivo si possano essere comportati come hanno fatto sul piano finanziario. Il sistema creato da Berlusconi con reti televisive personaggi della TV, dello sport, giornalisti e politici che si intrecciano e si scambiano di ruolo è estremamente compatto e solido; come ricadute ha uno svilimento dei ruoli istituzionali che possono essere ricoperti da chiunque senza alcuna preparazione, quindi un imbarbarimento della politica e un aumento della sfiducia nelle istituzioni. Un'altra ricaduta è la perdita di serietà degli apparati giornalistici e informativi, infatti chiunque purché sia in televisione può esprimere la propria opinione su qualunque fatto e non importa se non ne capisce nulla.
Una delle grandi furbizie del sistema è che permette accessi, sia pure estremamente sofferti, selezionati in modo disumano e in numero ridotto, anche alla gente comune; nella selezione però prevalgono normalmente l’aspetto estetico, la piaggeria e l’asservimento al sistema. Ciò a creare un falso aspetto democratico - “in fondo tutti possono arrivare..” pensa la persona comune, anche se questo non è assolutamente vero.
Allora si può cominciare ad incrinare l’aspetto più debole di questo sistema: l’assoluta mancanza di corrispondenza fra il messaggio pubblicitario e la qualità del prodotto, ciò soprattutto sul fronte alimentare, che è in generale molto sentito dagli Italiani e soprattutto ora, in tempi di crisi, incide anche molto sui bilanci familiari.
Il direttore del marketing di una nota casa automobilistica straniera mi raccontava della strettissima dipendenza fra vendite della loro utilitaria e pubblicità televisiva, ogni qual volta si fa una costosa campagna pubblicitaria televisiva le vendite di questa auto raddoppiano. E stiamo parlando di un bene che costa 10.000 euro. Mi diceva anche che questo è un fenomeno tipicamente italiano, mentre negli altri paesi europei i consumatori sono sensibili anche ad altre forme di pubblicità, magari più informative, in Italia c’è una dipendenza esclusiva dalla TV, soprattutto per la gran massa dei consumatori, appunto quelli che comprano un’utilitaria. Si possono fare delle semplici considerazioni sul fatto che per la scelta di un bene che costa quasi quanto un anno di stipendio di un impiegato ci si affidi ad un messaggio che solitamente contiene soltanto una visione idilliaca del prodotto (un’auto che corre in strade deserte con gran felicità del guidatore) senza alcun contenuto tecnico.
Figuriamoci per un prodotto che costa pochi euro quale può essere il criterio di scelta da parte del consumatore e quale può essere l’impatto del messaggio pubblicitario. Ed infatti normalmente sono i prodotti che costano poco ad essere pubblicizzati da personaggi famosi. Caramelle, caffè, e gli alimentari in generale sono prodotti su cui i produttori spendono fortune in pubblicità assoldando principalmente attori, presentatori ed in generale personaggi della TV.
Il grande problema è che incrinare un sistema di questo tipo è molto difficile; è un sistema che si sostiene da solo come si diceva prima, la televisione crea dei personaggi qualche volta anche dal nulla, li propone e li propina in tutte le occasioni, questi personaggi diventano poi protagonisti di trasmissioni e di servizi anche su una stampa scandalistica creata all’uopo; a questo punto possono indipendentemente diventare parlamentari o ministri e passare indifferentemente da politica a pubblicità dalla trasmissione scandalistica al giornalismo. Lo stesso vale per politici e giornalisti ben contenti di partecipare a questo banchetto; basta comparire qualche volta in TV per poi trovarsi in trasmissioni di varietà e partecipare diventando in qualche modo personaggi di spettacolo, ciò ridicolizzando in un certo modo le loro professioni originali che vengono svilite e portate a livello del peggior cabaret. Un sistema di questo tipo regge fino a che regge la sopportazione della gente a vedere i cosiddetti VIP superpagati condurre vite sempre più da nababbi spendendo quelli che sarebbero interi stipendi in poche ore o per futilità, a dispetto di crisi, lavoro nero precariato e tutto quello che rende difficile la vita delle persone normali.
Cosa fare per contrastare tutto ciò?
Innanzi tutto cercare di creare (o ricreare) una Cultura alternativa, in cui questi aspetti vengano in qualche modo evidenziati, quando possibile ridicolizzati e vengano portate alla luce le contraddizioni.
Per quanto riguarda il discorso pubblicità/qualità ci sono associazioni dei consumatori, italiane ed europee che eseguono test su ogni tipo di prodotto (alimentari ma non solo) e la conclusione è sempre la stessa: di rado i prodotti di maggior prezzo sono anche i migliori, molto spesso è vero il contrario, ad essere i migliori, o tra i migliori, sono prodotti di basso prezzo che magari si trovano nei discount. Per gli alimentari questo si traduce anche in un discorso di salute in quanto alcuni prodotti presentano tracce consistenti di inquinanti e/o fertilizzanti e/o conservanti e questo non è assolutamente legato al prezzo.
Per il discorso sui costi della pubblicità è molto difficile creare cultura, nel senso che ovviamente un discorso del genere non troverà molto spazio sui media che di pubblicità vivono; è un discorso che va condotto capillarmente. Si possono anche fare campagne ad effetto e provocazioni per cercare di smuovere i ragionamenti; ad esempio paragonare la pubblicità televisiva con i bambini (uno dei regali di Craxi) alla zingara che al semaforo ti chiede soldi con il bambino in braccio – fanno la stessa cosa! – usano i bambini ignari per incrementare i loro guadagni.
Comunque lo stare in mezzo alla gente con una presenza continua può aiutare a diffondere questa cultura, così come l’uso di internet, anche se naturalmente il messaggio pubblicitario fa molta più presa su chi è meno acculturato e quindi meno avvezzo all’uso di internet.
Qualcuno poi noterà una contraddizione di fondo difficile da risolvere anche questa: in qualche modo bisogna fare una campagna pubblicitaria contro la pubblicità!”
Emilio Santa Maria

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INPS: Conguagli ai pensionati

Gli on Donata Lenzi, Federico testa e Lucia Codurelli del Partito Democratico hanno presentato il 12 dicembre del 2008 un'interrogazione sul pagamento dei conguagli ai pensionati INPS al fine di conoscere il numero e gli importi di tali pagamenti classificati per provincia e di velocizzare il pagamento di tali somme a favore dei pensionati INPS.
Inoltre, gli interroganti hanno sottolineato la necessità di normalizzare la giacenza e di introdurre in forma automatica la misurazione dei tempi di definizione e della giacenza di tale prodotto.
L'on. Pasquale Viespoli, sottosegretario al Lavoro, ha risposto senza entrare nel merito delle problematiche esposte in modo chiaro dai deputati Lenzi, Testa e Codurelli chiarendo l'iter burocratico dei pagamenti.
Si riporta il testo della risposta all'interrogazione.
Con riferimento all'atto ispettivo, presentato dall'Onorevole Lenzi, relativo alle operazioni di ricalcolo delle prestazioni collegate al reddito che originano da variazioni dei redditi posseduti dai pensionati, passo ad illustrare i dati informativi trasmessi dall'INPS.
L'Istituto procede ad effettuare le elaborazioni reddituali, volte a ricostituire le pensione determinandone il giusto importo dovuto, una volta l'anno. In tale ambito, vengono quantificati i conguagli, a credito o a debito, i cui importi finali dipendono dall'entità della riduzione e dal termine iniziale dal quale si effettua il calcolo degli arretrati.
Gli arretrati, a debito o a credito, hanno, quindi, una decorrenza iniziale e un termine finale che coincide con il mese precedente alla ricostituzione.
In particolare, per quanto riguarda i conguagli a credito, se di importo compreso entro 2.500 euro, vengono calcolati con procedura centralizzata e posti in pagamento sulla prima cedola della pensione successiva all'elaborazione. Sempre nel caso di conguagli a credito, ma con precedenti situazioni di indebiti riferiti allo stesso soggetto, o di conguagli a credito di importo superiore a 2.500 euro, questi sono messi a disposizione della Sede competente dell'Istituto per le relative verifiche e il successivo pagamento, che viene effettuato sempre sulla prima cedola utile della pensione successiva all'elaborazione.
Il dettaglio delle operazioni è analiticamente riportato nel modello «TE08» il quale è a disposizione del pensionato che può, in qualunque momento, rivolgersi alla sede INPS competente e richiederne la consegna al fine di acquisire le notizie circa il dettaglio del calcolo. Tale possibilità è portata a conoscenza dell'interessato nella lettera con la quale vengono comunicati gli importi conguagliati.
Al fine di addivenire ad una gestione più veloce e corrente delle operazioni di ricalcolo delle prestazioni collegate al reddito, l'INPS ha reso noto che è in fase di realizzazione una procedura che consentirà una lavorazione continua e non più concentrata in unico momento dell'anno dei modelli reddituali, garantendo in tal modo al pensionato la tempestività dell'aggiornamento dell'importo della sua pensione e la riduzione, a livelli puramente fisiologici, degli indebiti.
Tale operazione è favorita anche dall'approvazione delle nuove disposizioni sull'accertamento reddituale contenute nell'articolo 35, commi da 8 a 13, della legge n. 14 del 2009.
Infine, avverto che è annessa alla risposta una tabella contenente i dati relativi alla quantità dei conguagli a credito e a debito delle ultime tre operazioni reddituali.

Operazione RED ... Redditi riferiti agli anni ... A debito ... A credito
2008 ........................ 2007/2006 ............ 216.899 .... 559.009
2007 ........................ 2006/2005 ............ 462.427 .... 325.492
2006 ....................... 2005/2004 ............. 316.092 .... 352.643
2005 .................... 2004/2003/2002 ......... 552.189 .....309.394

Osservazioni alla risposta predisposte dal sottoscritto
I conguagli positivi non interessati da indebito, che raffigurano degli arretrati per i pensionati, vengono messi in pagamento dal sistema centrale se di importo fino a 2.500 euro. Tutti gli altri conguagli d’importo superiore a 2.500 o interessati da indebiti sono trasferiti in rete alle sedi competenti dell’Istituto per la lavorazione ed il conseguente pagamento. La verifica della esistenza di indebiti sui conguagli riguarda tutti gli indebiti incluso quelli già riscossi e, quindi, la tipologia di conguagli d’importo fino a 2.500 euro interessati da indebiti definiti e riscossi non sono messi in pagamento ma sono trasferiti invano alle sedi periferiche.
La richiesta del modello di liquidazione deve essere effettuata dal pensionato e non viene inviato automaticamente al pensionato dal sistema centrale dopo l’elaborazione delle dichiarazioni reddituali.
Le nuove disposizioni incidono positivamente sulla diminuzione della quantità dei conguagli negativi poiché tengono conto del reddito dell’anno precedente. Le procedure che l’Inps sta predisponendo permettono la lavorazione continua delle dichiarazioni reddituali. Ma sulla lavorazione dei conguagli positivi trasferiti alle sedi non cambia nulla.
Con messaggio n. 24868 del 6/11/2008 l’Inps ha annunciato in via sperimentale una innovazione nella procedura conguagli con la gestione unica del soggetto e non della singola pratica o conguaglio e, pertanto, gli operatori dovrebbero intervenire sulla totalità dei conguagli che fanno capo ad un soggetto.
La tabella nell’ultima colonna rappresenta il numero delle dichiarazioni reddituali elaborati nell’anno con risultato a credito.
La tabella non indica le elaborazioni antecedenti al 2005 ed il numero complessivo e gli importi dei conguagli giacenti da porre in pagamento suddivisi per anni e classificati per provincia, provenienti dalla elaborazione delle dichiarazioni reddituali e dalla liquidazione delle ricostituzioni delle pensioni (calcolo delle pensioni in essere) nelle sedi periferiche dell’Istituto.
I conguagli da porre in pagamento hanno un impatto sociale dovuto alla grave crisi economica del paese nei confronti dei redditi bassi.
Non vi è alcuna indicazione riguardo alla definizione dei conguagli giacenti e la predisposizione di procedure finalizzate alla rilevazione statistica automatizzata del prodotto e dei tempi di liquidazione.
Infine i tempi di definizione dei conguagli positivi non sono tenuti presenti nei tempi di liquidazione delle ricostituzioni. Quindi dal calcolo delle ricostituzioni delle pensioni al pagamento degli arretrati non è rilevato il tempo di definizione.
Non vi sono impegni trasparenti di definizione dei conguagli in giacenza e di sottoposizione del prodotto a controlli automatizzati per conoscere oggettivamente il numero, l’importo ed il tempo di definizione dei conguagli. Quest’ultimo elemento dovrebbe essere incluso nei tempi di liquidazione delle ricostituzioni in quanto se il pagamento del conguaglio non avviene la ricostituzione anche se calcolata non è definita in tutte le sue fasi di lavorazione.
In definitiva il Ministero del Lavoro e l’INPS non rispettano la trasparenza delle Pubbliche Amministrazioni che rappresenta uno degli obiettivi della legge 4 marzo 2009, n. 15.
Il Ministero del Lavoro e l'INPS si sbagliano nel caso in cui pensassero che tutto finisca con la risposta del sottosegretario Viespoli. La battaglia continuerà per rendere trasparenti i dati e per velocizzare i tempi di pagamento dei conguagli ai pensionati in un momento di grave crisi economica che colpisce i redditi bassi e particolarmente i pensionati.

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lunedì 6 aprile 2009

Diego Zardini vince le primarie del PD

Si riporta il messaggio di Diego Zardini dopo la vittoria alle primarie del Partito Democratico per la Presidenza della Provincia di Verona.
“Il lavoro di squadra, la voglia di cambiamento e la necessità di costruire una politica dalle idee forti e vicina alle persone ha consentito di ottenere un risultato che ha del favoloso. Non posso che ringraziare chi ha concorso con me in questa serena, costruttiva e pubblica competizione. Ringrazio davvero tutti, i volontari nei seggi, i militanti che si erano messi in moto e i 6638 veronesi accorsi per partecipare alla scelta del candidato alla Presidenza della Provincia.
E' un primo passo verso un rilancio del progetto democratico. Serve una grande speranza, grande determinazione... dobbiamo convincere 900.000 veronesi in territori diversi che le nostre idee possono migliorare la loro esistenza materiale, il loro ambiente di vita, il loro modo di muoversi e recarsi al lavoro. Puntiamo anche a rendere più competitive le nostre attività economiche, nel rispetto di alcuni valori fondamentali quali il rispetto dell'uomo e del capitale naturale.
Riteniamo fondamentale produrre reddito in maniera da poter sostenere chi è in difficoltà, mantenendo intatte le risorse per le nuove generazioni.
Sogniamo di produrre energia da fonti rinnovabili senza inquinare, una provincia che produce meno rifiuti e più benessere... copiando realtà anche molto vicine a noi.
Una Provincia più bella che attragga un turismo di elevata qualità ed esporti beni di eccellenza; sia che siano beni materiali o prodotti alimentari.
La crisi economica va affrontata con grandissima decisione e deve diventare una grande occasione di rigenerazione.
Serve una svolta e l'efficienza economica, amministrativa ed ambientale saranno alla base di ogni nostro intervento.
Serve un riformismo inclusivo e democratico, una gestione delle risorse pubbliche al servizio dei cittadini nell'insegna del rispetto e della sobrietà.
Avremo meno sprechi, meno sperperi e più ascolto ed attenzione alle famiglie, alle persone, a tutti i i lavoratori ed alle imprese. Il sogno di una Politica che assolva alle esigenze della collettività può diventare realtà.
Certamente con il sostegno corale di tutti voi, i sogni possono diventare realtà e ieri lo abbiamo dimostrato.”
Diego Zardini
Hanno votato 6.638 persone: Diego Zardini ha ottenuto 2990 voti (45,04%), Sergio Ruzzenente 2.200 (33,14%) e Moreno Ferrarini 1448 (21,81%). La candidatura di Ferrarini è stata utilizzata in parte strumentalmente dalle componenti che non avevano un proprio candidato. Mentre Diego Zardini è stato votato da persone a prescindere dalla loro provenienza. La connotazione di parte della candidatura di Sergio Ruzzenente ha influito negativamente sul suo risultato.
Sono contento del risultato di Diego Zardini. Il Partito Democratico aveva bisogno di una svolta che certamente si tradurrà in una grande mobilitazione alle prossime elezioni provinciali.

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Intervista a Debora Serracchiani


Debora Serracchiani per i contenuti del suo intervento all'assemblea dei circoli ha dimostrato di rappresentare il nuovo e ha dato una lezione ai diversi dirigenti che pensano solo a se stessi ed alla loro visibilità anziché al Partito Democratico. Debora ha accettato la candidatura alle prossime elezioni europee e la ringraziamo per essersi messa al servizio del partito per il paese.

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Renato Brunetta: Il potere del linguaggio

Sul tema “genere e linguaggio” esiste una vastissima letteratura specifica.
A questo proposito occorre evidenziare che già a livello di lessico molte parole della lingua italiana, o modi di dire, apparentemente neutrali nei riguardi del genere femminile, sono tali solo in apparenza poiché in realtà evidenziano una diversità, nel senso di inferiorità della donna rispetto all’uomo.
Se facciamo riferimento alle comunicazioni di massa dirette in modo specifico ad un pubblico femminile, vediamo come in esse la donna tenda ad essere descritta soprattutto come consumatrice, sposa, madre e professionalmente subalterna rispetto all’uomo. Ed infatti la ricerca su come la donna viene trattata nel parlato e nei testi correnti ha rilevato innumerevoli modalità con le quali il genere femminile è banalizzato, deprecato, attraverso le parole usate per descriverlo.
Ed ecco che il Ministro Brunetta, grande oratore, scende in campo ancora una volta per bacchettare le donne lavoratrici della Pubblica Amministrazione: “Niente più shopping durante l’orario di lavoro”. Questo è quello che, secondo Brunetta, ha fatto sino ad oggi la maggior parte delle dipendenti pubbliche.
A questo punto, è utile soffermarsi sul significato di tali affermazioni, soprattutto sulla valenza emotiva delle parole usate dal Ministro, per le inferenze che tendono ad evocare e l’influenza che possono esercitare sulle opinioni e sugli atteggiamenti del lettore o dell’ascoltatore.
Riflettiamo sul fatto che le ricche sfumature di ogni linguaggio sono utilizzabili per orientare, anche se indirettamente, gli interlocutori verso facili deduzioni a sostegno delle proprie tesi. E il Ministro Brunetta, anche in questo caso, ha dimostrato di conoscere bene la forza persuasiva della “retorica”.
La retorica è, sostanzialmente, uno strumento discorsivo volto a promuovere particolari versioni del mondo e a proteggerle dalle critiche, ben noto sin dall’antichità greca e romana. In quest’ottica e seguendo gli insegnamenti di Arisotele, il buon Renato Brunetta illustra i fatti costruiti per apparire, attraverso l’uso di espedienti argomentativi che presentino una realtà secondo lui obiettiva (la sua realtà!). E arriva inesorabile la soluzione del Ministro, prospettata seguendo una particolare sequenza narrativa che la faccia sembrare attesa, necessaria, inevitabile, aumentandone così la plausibilità e la legittimazione.
L’abile Brunetta, dal suo palcoscenico, continua ad utilizzare strategicamente il “potere del linguaggio” per produrre una specifica impressione nell’osservatore.
Show must go on! Lo show deve continuare!
Adriana Aronadio
Associazione Biondina

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sabato 4 aprile 2009

Superstage: Interrogazione del senatore Pietro Ichino

Intervista al senatore Pietro Ichino a cura di Eleonora Voltolina
Li abbiamo chiamati superstage. Sono partiti l'anno scorso, per iniziativa del consiglio regionale della Calabria, e finora hanno coinvolto 500 laureati delle tre università calabresi. Sono stage abnormi, prima di tutto per la loro durata: 2 anni. Peccato che la normativa vigente (dm 142/1998) preveda che per i laureati gli stage possano durare al massimo 1 anno, e che 2 anni siano concessi solo per i portatori di handicap. In più questi superstage sono aperti non solo a giovani, ma anche ad adulti: il bando accettava candidature fino a 37 anni, e anzi attribuiva punteggi aggiuntivi per chi fosse già iscritto ad albi professionali o avesse conseguito master e dottorati. Risultato: tra i superstagisti ci sono dottori commercialisti 36enni con studi avviati, ingegneri 30enni, professori universitari 32enni.
Questo snaturamento dello strumento dello stage, portato sotto i riflettori proprio dalla Repubblica degli Stagisti, è stato contestato dal senatore e giuslavorista Pietro Ichino, che il 15 gennaio ha presentato un'interrogazione parlamentare per chiedere conto al governo di questa iniziativa. Ma sembra che in questi due mesi e mezzo né Maurizio Sacconi, ministro del Lavoro e del welfare, né Renato Brunetta, ministro della Pubblica amministrazione, né Andrea Ronchi, ministro per le Politiche comunitarie, abbiano trovato il tempo di dare una risposta.
Professor Ichino, dai ministri interpellati ancora nessuna risposta. Com'è possibile che il governo ignori una richiesta di chiarimenti su una questione che muove non pochi spiccioli, ma ben 6 milioni di euro all'anno?
E' il segno di un imbarazzo grave. Evidentemente i ministri competenti non sanno che pesci pigliare. Anche perché in questa vicenda è fortemente coinvolto anche il centro-destra.
Alcuni esponenti del consiglio regionale calabrese hanno cercato di dire che il "Programma Stages" non promuoverebbe stage, ma qualcos'altro di diverso, e pertanto di non essere assoggettabile alla normativa vigente sugli stage formativi in azienda. E' credibile?
Hanno sostenuto che non si tratterebbe di stage, ma - nientemeno - di un master universitario di secondo livello! Non sanno di che cosa parlano. Non sanno, in particolare, che un master universitario deve rispondere a requisiti didattici ben precisi, che qui difettano totalmente.
Considerando che la metà dello stanziamento, 3 milioni di euro, proviene da fondi europei, si potrebbe chiedere anche all'UE un parere in proposito?
Ci penserà comunque il Fondo Sociale Europeo a chiedere conto dell'attività formativa svolta, a consuntivo. E saranno dolori per tutti.
Ha più sentito qualcuno della Regione Calabria rispetto alla proposta di mandare i superstagisti a fare un'esperienza nelle pubbliche amministrazioni di altri Paesi?
No: dopo i primi consensi iniziali nessuno ne ha più parlato. E la cosa più triste è che da alcuni dei giovani interessati si sono levate voci di rifiuto preventivo: "ci avete offerto gli stage vicino a casa e qui dovete darceli"!
Molti superstagisti in effetti hanno rigettato la proposta di andare all'estero, anche in ragione del fatto che alcuni di loro accanto allo stage svolgono attività cui dovrebbero per forza di cose rinunciare se si allontanassero dalla Calabria.
Il grave errore della politica si è tradotto in una vicenda profondamente antieducativa. La cattiva politica alimenta comportamenti perversi nel mercato del lavoro.
Alcuni superstagisti hanno scritto che andare in una pubblica amministrazione di un altro Paese a vedere come funziona non servirebbe a niente, perchè poi in Italia tornerebbero a doversi adeguare alle nostre normative. E' un'obiezione pertinente? Ma come pensano di contribuire, questi giovani, alla riscossa della loro Regione, se non cercando di importare in essa il meglio delle esperienze europee? Non si rendono conto del fatto che, crogiolandosi in questo modo nella loro inerzia personale, perpetuano le condizioni di arretratezza della loro terra?
Molti hanno accettato questi stage solo per avere un'entrata sicura per un paio d'anni: in Calabria trovare lavoro non è facile. La disoccupazione è all'11,2%, quasi il doppio rispetto alla media nazionale e quasi il quadruplo rispetto a regioni come Lombardia ed Emilia Romagna. Lasciando perdere tentativi che anche altri giuslavoristi hanno giudicato impropri e controproducenti, come questo del "Programma Stages", cosa si può fare per creare più buona occupazione in Calabria?
Una strategia efficace dovrebbe puntare ad attirare in Calabria il meglio dell'imprenditoria mondiale. Per questo occorrerebbe l'azione congiunta di un governo regionale affidabile, che creasse il massimo possibile di agevolazione e sicurezza per l'investitore straniero, e un sindacato capace di valutare i piani industriali più innovativi, negoziandone le condizioni a 360 gradi. Un sindacato capace di agire come intelligenza collettiva dei lavoratori calabresi e, se la valutazione sul piano industriale è positiva, capace di guidarli in una scommessa comune con l'imprenditore.
Cos'ha in mente di preciso, professore?
Il discorso potrebbe - per esempio - essere questo: sappiamo che investire qui è un po' più scomodo e più pericoloso che altrove; ma siamo convinti che l'investimento avrà successo; quindi siamo pronti a "investire" nella scommessa una parte delle nostre retribuzioni. Tu, imprenditore, ora ci paghi solo il 70% del minimo tabellare previsto dai contratti collettivi nazionali; poi, passati due anni, se le cose saranno andate bene, come siamo convinti che andranno, e lo start up si sarà consolidato, recupereremo la differenza; e fra quattro anni, quando l'investimento incomincerà a dare i suoi frutti, ce li divideremo così e così. Ma per far questo occorre saper andare a cercare gli imprenditori da ingaggiare in giro per il mondo, saper parlare loro nella loro lingua, saper far proprie le loro esigenze organizzative, anche quando urtano contro i vincoli dei nostri contratti. In altre parole: conoscere il mondo e saper contrattare a tutto tondo. Anche per questo sarebbe stato utile alla Calabria che i suoi laureati migliori, invece che tenuti per due anni attaccati alle gonne delle mamme, venissero inviati a fare esperienza fuori dall'Italia.
Siete invitati a visitare il sito web di Eleonora dove si sta svolgendo un interessante dibattito sugli stage in Calabria
Sito web

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venerdì 3 aprile 2009

Intervista a Federica Mogherini

Ringrazio per la disponibilità l’on. Federica Mogherini, membro della segreteria del Partito Democratico, nonostante i numerosi impegni ai quali deve adempiere.
Condivido i contenuti espressi da Federica e credo che rappresentino una guida per il nostro impegno nel Partito e nella società.
Il Paese vive una grande crisi economica che non ha riferimenti con il passato. Imprese in crisi, 50 o 60 miliardi di debiti dello Stato nei confronti delle imprese, il rischio della povertà e la presenza di disoccupati senza protezione sociale. Il PD come sta affrontando questi problemi e con quali proposte?
L’Italia è nel pieno di una gravissima crisi economica, che coinvolge ormai gran parte del Paese. Centinai di migliaia di lavoratori precari nel pubblico impiego e nel settore privato rischiano di ritrovarsi senza salario e senza alcuna rete di protezione sociale.
Sta crescendo un sentimento concreto di paura, di incertezza, di difficoltà economica, che spinge a rallentare i consumi e ad allontanare ogni prospettiva di ripresa.
Di fronte ad uno scenario così grave, il Governo italiano dimostra di essere totalmente inadeguato e – unico tra gli esecutivi di tutti gli altri paesi occidentali – nasconde la crisi economica, la sottovaluta clamorosamente, propone soluzioni inadeguate, estemporanee, minimali.
E’ ormai chiara a tutti la distanza tra il Paese reale e un Governo immobile e irresponsabile, che sceglie di non scegliere di fronte alla crisi, che lascia soli sia i più deboli, sia le forze migliori del mondo del lavoro e dell’impresa, vera leva su cui bisognerebbe tornare ad investire per ritrovare la strada della crescita economica.
Il Partito Democratico vuole dare voce a questa realtà, quella dell’Italia che lavora e che produce, ma che, in questa tempesta, da sola rischia di non farcela.
Il PD vuole essere il Partito che si batte per davvero contro la crisi, che offre una prospettiva concreta per uscirne.
Vogliamo dare un contributo serio, con proposte credibili, come abbiamo già fatto in queste ultime settimane: dall’assegno di disoccupazione al contributo straordinario di solidarietà da parte dei redditi sopra i 120.000 euro, dall’election day per risparmiare fondi da investire nella sicurezza delle città al blocco dei licenziamenti dei precari nel pubblico impiego, all’alleggerimento del patto di stabilità per i comuni.
Abbiamo lavorato per cambiare il cosiddetto “piano casa” del Governo, che da “piano di cementificazione” è oggi diventato uno strumento utile per investire sull’edilizia popolare e per consentire lavori edilizi nel rispetto delle norme esistenti e di concerto con Regioni ed enti locali.
Per la crisi che il paese vive sembra che i cittadini siano più interessati alla cultura dei problemi ed alla loro soluzione e meno all’ideologia ed ai programmi. Il Partito Democratico come affronta questo cambiamento?
Il Paese ha urgente bisogno di risposte. Proprio per questo, il PD sta indicando soluzioni concrete, scegliendo poche priorità e idee su cui investire, ma immediatamente realizzabili, per sostenere gli italiani nel pieno della crisi.
Così come, abbiamo dato una chiara disponibilità a discutere in Parlamento su misure urgenti che il Governo potrebbe proporre per sostenere i precari che stanno perdendo il lavoro e per aiutare famiglie e imprese a rilanciare consumi e produzione.
Per ora, purtroppo, la nostra disponibilità e le nostre proposte sono cadute nel vuoto.
Il Presidente del Consiglio continua a vedere nel Parlamento un inutile intralcio, da mettere ai margini, per avere le mani libere e per poter prendere le decisioni in modo più rapido. Ma si tratta di un falso bersaglio: il problema del Governo non è liberarsi dai freni parlamentari – disponendo già di una larghissima maggioranza – quanto, piuttosto, è quello di avere le idee chiare per uscire dalla crisi, sapendo assumere le decisioni giuste per salvare il Paese dalla tempesta in cui si trova. Ed è proprio qui che il fallimento, l’inadeguatezza delle politiche della destra è più evidente.
Dopo le dimissioni di Veltroni e l’insediamento di Franceschini a Segretario del Partito Democratico e la conseguente nomina del nuovo esecutivo e dei responsabili dei dipartimenti sono state organizzate delle assemblee, per esempio autoconvocati, per dibattere del rinnovamento del PD. Gli organi del partito come si pongono nei confronti di questo tema ?
Le dimissioni di Veltroni e le prime settimane di lavoro di Franceschini come nuovo Segretario hanno reso ancor più chiaro che non si può e non si deve tornare indietro. Dobbiamo dare piena e coerente realizzazione all’ispirazione originaria del PD, perché c’è una straordinaria attesa nel Paese rispetto alla possibilità di veder realizzato fino in fondo un partito nuovo, che incarni un’idea di buona politica, democratica e partecipata, che si assegna il compito di cambiare l’Italia.
Proprio nel messaggio che ho inviato all’assemblea degli autoconvocati del 7 marzo scorso, dicevo che al PD “sono mancate coerenza e credibilità, c’è stata poca innovazione, poca determinazione a costruire per davvero un partito diverso, capace di aprirsi fino in fondo alla partecipazione dei cittadini, alla democrazia interna, alla trasparenza nelle scelte e alla chiarezza delle responsabilità. Sono convinta che il progetto originario – quello del Lingotto – resti pienamente valido. E che ora è il tempo di raccogliere tutte le migliori energie per ridare slancio a quell’ispirazione e per poterla realizzare fino in fondo”. Per me, il rinnovamento del PD parte esattamente da quì.
Lei personalmente ha inviato una lettera agli autoconvocati con un preciso messaggio: “no alla protesta, sì alla proposta”, “partecipazione, democrazia, trasparenza”. Credi che siano parole d’ordine che il PD nel suo insieme sta assumendo ?
Credo di sì. Il PD in queste settimane è riuscito a dettare l’agenda del confronto politico, imponendo molti dei temi su cui si è discusso in Parlamento e nel Paese, presentando le sue proposte concrete, avanzando idee alternative a quelle del Governo, dicendo con forza di “no” quando ce n’era bisogno, ma offrendo anche piena disponibilità a sostenere misure straordinarie e adeguate contro la crisi che la maggioranza avesse deciso di assumere – cosa che purtroppo però non è avvenuto.
Nessun atteggiamento pregiudiziale, insomma, che oggi gli italiani, di fronte al dramma della crisi, non capirebbero. Ma, piuttosto, un nostro grande sforzo quotidiano di parlare all’Italia vera, rimettendoci in sintonia con le attese e i bisogni più diffusi nel Paese.
E’ questo che stiamo provando a fare come Partito, con grande fatica, ma anche con grande passione e convinzione.
Secondo lei le articolazioni territoriali del Partito Democratico (circoli territoriali, circoli on line ed altro) devono ancora prendere piena coscienza di rappresentare con responsabilità il partito nella società? Possono dedicarsi ad iniziative di parte o rappresentare istituzionalmente il Partito?
Credo che in questo momento abbiamo bisogno di 2 cose: prima di tutto, chiamare a raccolta tutte le energie disponibili, nel Partito e nella società, in ogni forma siano organizzate, per dare voce e gambe al nostro progetto per l’Italia. E, tutti insieme, dedicarci a costruire per davvero, in ogni comune d’Italia, su internet e all’estero, il Partito Democratico come un partito vero, aperto, partecipato, con regole interne trasparenti e condivise, con sedi di rappresentanza e di decisione riconosciute da tutti. Tutto ciò che va in questa direzione, è ben accetto.
Il patrimonio del Partito Democratico affonda ancora le sue radici nell’Ulivo, nel Convegno di Orvieto e nel discorso di Veltroni al Lingotto?
Sì, come ho già detto credo che le radici del Partito Democratico vadano ricercate soprattutto nel progetto del Lingotto e nella straordinaria speranza collettiva che le primarie del 14 ottobre 2007 hanno suscitato nel Paese, con l’idea che finalmente si voltava pagina e si inizia a costruire un partito del secolo nuovo, che fosse in grado di parlare e di rappresentare gli italiani, guidandoli in una stagione di riforme coraggiose.
Dobbiamo dare una risposta a quella grande attesa, che troppo spesso nei mesi scorsi abbiamo deluso. E sono fiduciosa che, col lavoro di tutti, ce la faremo.
Ritengo che occorrono delle forti testimonianze di persone impegnate con gli altri e per gli altri per costruire un futuro migliore per il paese, evitando che il disegno venga offuscato dal presupposto della loro presenza. Il futuro dell’Italia senza la prospettiva di crescita del Partito Democratico rischia il declino e per quali motivi?
L’Italia ha bisogno di una politica rinnovata, che dia spazio alle nuove generazioni e alle donne, una politica capace di riconnettere valori e scelte concrete per cambiare nel profondo la nostra società, per modernizzarla e renderla più equa.
Per fare questo, c’è bisogno di un grande partito progressista, che faccia sua la bandiera del cambiamento. E questa forza non può che essere il Partito Democratico.
A giugno, abbiamo una grande occasione per scongiurare un esito che rafforzerebbe la prospettiva populista e conservatrice che il Governo e la sua maggioranza già stanno mettendo in opera. Per questo, dobbiamo lavorare per raccogliere intorno al progetto del Partito Democratico una parte importante della società italiana.
L’unità del partito in tutte le sue sedi è un valore da perseguire considerati i gravi problemi del paese?
In questo momento, l’unità del partito è davvero doverosa. Il lavoro di questi giorni ha dimostrato compattezza e condivisione nel nuovo gruppo dirigente. Anche questo è un messaggio importante che stiamo dando al Paese: abbiamo imparato dagli errori compiuti e ora, su ogni tema, cerchiamo di dire con chiarezza, semplicità e soprattutto con una sola voce cosa pensiamo e cosa proponiamo all’Italia. Credo che questo nuovo stile inizi ad essere riconosciuto ed apprezzato dai nostri iscritti e dai nostri elettori.
Può raccontare liberamente i suoi impegni, i suoi obiettivi e le sue esperienze dal momento in cui è membro della Segreteria del Partito.
E’ un’esperienza straordinaria, di grande impegno, ma soprattutto molto appassionante.
Stiamo cercando di ricostruire un rapporto col Paese reale che vive la crisi, proponendoci come interlocutori seri e credibili. Questo richiede un grande lavoro di preparazione di proposte concrete, di idee da portare nel confronto parlamentare e nel Paese, su cui costruire un profilo e un’identità del PD in questi mesi.
E poi, stiamo cercando di rimettere in moto il Partito, a tutti i livelli, in ogni regione, in ogni città, a partire soprattutto dai nostri circoli.
L’Assemblea nazionale dei Circoli del PD è stata una straordinaria occasione per raccontare all’Italia cosa siamo: una comunità di donne e uomini, di tanti giovani, che fanno politica con passione e generosità, con una militanza di tutti i giorni, tra la gente, sul territorio, immersi nella vita reale e nei problemi degli italiani.
Il rapporto con i circoli, le tante iniziative che ho fatto in queste poche settimane, è la parte del lavoro che mi piace di più. Il rapporto diretto, il confronto sincero e a volte anche critico con chi vive la politica e il progetto del PD nel modo più genuino, con voglia di fare e di cambiare le cose. Da lì dobbiamo ripartire, dai circoli, dal territorio, dal rapporto con la società. E da lì stiamo ripartendo.

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giovedì 2 aprile 2009

Franco Bonfante sulle primarie del PD di Verona

"Sono tre i nostri candidati che Domenica 5 aprile si presenteranno a tutti gli elettori di Verona e Provincia: tramite il meccanismo trasparente delle elezioni primarie, aperte anche ai non iscritti, saranno quegli stessi elettori a decidere chi guiderà il PD e gli altri Partiti della coalizione di centrosinistra alle elezioni Provinciali. Nessun giochetto di correnti, nessuna scelta calata dall’alto, nessuna decisione pregressa: il Partito Democratico di Verona si presenta nel modo più pulito, con candidati validi e competenti, oltre che radicati sul territorio. Diego Zardini è il candidato più giovane, ma unisce alla voglia di rinnovamento una solida esperienza amministrativa acquisita come Capogruppo del PD in seconda circoscrizione a Verona, ed è quello di cui assieme a molti altri ho sottoscritto la candidatura; Sergio Ruzzenente è stato Sindaco di San Pietro in Cariano e ha alle spalle una valida esperienza politica, compreso l’incarico più recente di Capogruppo del PD in Consiglio Provinciale; Moreno Ferrarini è stato candidato Sindaco per il centrosinistra nel suo Comune, Roverchiara, e nella vita fa il ricercatore. Il curriculum e le informazioni di voto possono essere trovate sul sito del PD Verona. Domenica vogliamo lanciare un segnale forte, sia per la novità del metodo, sia per la qualità delle persone proposte. Vogliamo dire a tutti che abbiamo voltato pagina, e che cerchiamo con le primarie lo spirito di un partito democratico in costante dialogo con la gente."
Franco Bonfante

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Primarie del Partito Democratico di Verona

L’associazione “La provincia che vorrei” ha organizzato un incontro con il vescovo di Verona finalizzato ad “un franco confronto sul rapporto tra religione e politica anche alla luce dell'odierna crisi economica”.
L’incontro si svolgerà venerdì 3 aprile alle ore 18,00 presso l’Istituto Don Bosco.
Come ho già dichiarato io non parteciperò all'incontro in quanto si confonde l'impegno politico che è laico con l'impegno religioso. Pertanto, l'incontro con il vescovo in questo momento caratterizzato dalle primarie del Partito Democratico per la candidatura a Presidente della Provincia è strumentale e fuorviante.
Ci ricordiamo della Chiesa quando abbiamo bisogno di consensi e non in ogni momento della nostra vita particolarmente quando svolgiamo l’azione politica.
Il Partito Democratico è un partito pluralista dove occorre mescolarsi per creare il Partito del futuro e non rimanere ancorati alle scelte del passato che servono solo a chi vuole mantenere il potere. Occorre aggregare le persone su una prospettiva nuova che tenga conto dei cambiamenti esistenti.

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Licenziamenti, sequestri e tutele

Editoriale del senatore Pietro Ichino pubblicato sul Corriere della Sera del 2 aprile 2009
In Francia gli operai sequestrano gli amministratori delle loro imprese in crisi. Non vi è ragione per escludere che qualche cosa del genere possa accadere anche in Italia. È l’esito quasi naturale, in tempi di crisi, di un sistema di relazioni industriali che conosce soltanto l’ingessatura delle strutture produttive come forma di tutela forte del lavoro. Il fatto è che non c’è gesso capace di reggere al diluvio; e quando l’ingessatura si scioglie, anche i lavoratori più protetti restano con un pugno di mosche in mano.
Nel nostro vecchio assetto, il momento della crisi aziendale e del licenziamento è temuto dai lavoratori come un momento catastrofico di perdita del proprio reddito e di dispersione della propria professionalità specifica. E le cose, effettivamente, per lo più vanno proprio così. Proviamo invece a pensare a un sistema nel quale ‑ come nei Paesi scandinavi ‑ nel momento dello shock economico o tecnologico tutti i lavoratori hanno una forte garanzia di continuità del reddito e viene attivato un robusto investimento sul loro capitale umano, le loro capacità professionali, orientato a nuovi sbocchi occupazionali ben individuati. Per tornare in Italia, proviamo a pensare a un sistema nel quale è l’impresa stessa datrice di lavoro a prendere questo impegno verso i dipendenti. Allora non vedremo più questi ultimi sequestrare i loro amministratori; soprattutto, essi non guarderanno più alla crisi col terrore di chi si attende la catastrofe, ma con l’interesse di chi vede in essa - persino in quella più grave - un’occasione di aggiornamento professionale, di miglioramento della propria posizione nel tessuto produttivo. Di più: sarà l’intero sistema a guardare alla situazione di crisi con maggiore ottimismo, poiché questo meccanismo di sostegno e riqualificazione mirata dei lavoratori gli darà tutta la flessibilità e le risorse necessarie per rinnovarsi e far fronte alle nuove sfide.
Non è un sogno. Al contrario: è un progetto realizzabile in tempi brevi e a costo zero per le esauste casse statali. Costituisce uno sviluppo e completamento, sul versante dei servizi al mercato, del progetto che Tito Boeri e Pietro Garibaldi proposero nel 2003, e di nuovo lo scorso anno in un fortunato libro (Un nuovo contratto per tutti, ed. Chiarelettere). Trenta senatori hanno presentato il disegno di legge in Senato la settimana scorsa (25 marzo 2009 n. 1481); e non gli hanno voluto imprimere il sigillo del loro partito, per consentire che su di esso si determini la più ampia convergenza bi-partisan. Il progetto prevede sostanzialmente la possibilità che, nelle imprese disposte ad assumersene per intero l’onere, si incominci a sperimentare sui nuovi rapporti di lavoro un sistema di protezione “alla danese”. Vediamo più da vicino di che cosa si tratta.
Punto di partenza è un accordo collettivo “di transizione” al nuovo regime, una sorta di new deal contro la crisi e contro il lavoro precario: l’impresa o il gruppo di imprese interessate si impegna ad assumere con contratto a tempo indeterminato tutti i nuovi dipendenti (salvo poche eccezioni) e, in caso di licenziamento, a garantire loro, attraverso un’agenzia appositamente costituita, un trattamento di disoccupazione rafforzato e più duraturo. Ma soprattutto si impegna a garantire ai dipendenti, mediante la stessa agenzia, servizi efficaci di riqualificazione professionale e assistenza intensiva per la rioccupazione; e a seguire giorno per giorno chi ha perso il posto nell’itinerario verso il nuovo lavoro. Ci sarà un forte incentivo alla serietà ed efficacia di questi servizi, perché più rapida sarà la ricollocazione del lavoratore affidato loro, più ridotto sarà l’esborso per il suo trattamento di disoccupazione. Si calcola che l’intero nuovo sistema di assistenza, a regime, costerà alle imprese intorno allo 0,5 per cento del monte-salari dei nuovi assunti (per i dettagli rinvio al sito www.pietroichino.it). In cambio, esse si vedranno applicare una disciplina del licenziamento “alla danese”: controllo giudiziale severo soltanto sul possibile motivo discriminatorio, ma esenzione dal controllo giudiziale sul motivo economico od organizzativo del licenziamento. In altre parole: verrà data alle imprese la possibilità di procedere in qualsiasi momento all’aggiustamento industriale, anche prima che l’azienda entri in crisi, sul presupposto che saranno esse stesse a farsi carico di un’assistenza integrale ai propri dipendenti che perderanno il posto.
Fantascienza? Nel Nord-Europa queste cose si fanno già da molto tempo; e lì i lavoratori, soprattutto i più sfortunati, gli ultimi della fila, stanno molto meglio che da noi. Discutiamone.

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