venerdì 3 luglio 2009

Il coraggio che manca

Ho letto il libro di Debora Serracchiani e lo trovo interessante per comprendere il personaggio, per conoscere la sua esperienza politica dal quartiere al consiglio di circoscrizione, dalla consiglio provinciale al parlamento europeo e per capire le motivazioni degli elettori che si sono entusiasmati della sua candidatura fino a premiarla con circa 144 mila preferenze nella circoscrizione del nord est.
Nel libro Debora ripercorre il suo impegno politico dall’assemblea dei circoli a Roma alle elezioni europee ed esprime chiaramente la sua posizione politica in rapporto ad alcuni temi su cui il PD non ha saputo esprimere una posizione unitaria e sul Partito rispetto agli avvenimenti politici degli ultimi anni (primarie, governo Prodi, dimissioni di Veltroni, segreteria Franceschini). Esprime inoltre la sua visione del PD: partecipato, unitario e presente sui problemi con proprie proposte.
“Un cliché (che ci vorrebbero tutte uguali e necessariamente attraenti e sorridenti) che proprio nell’ultima campagna elettorale per le elezioni europee, scrive Debora, è emerso come protagonista assoluto. Io credo che gli italiani siano stanchi e non si riconoscano affatto in questo modo di pensare standardizzato e tarato sui canoni di bellezza artificiale dei volti e dei corpi televisivi; non si spiega, altrimenti, come mai il mio viso da ragazza normale, molto diversa da Noemi o dalle veline, abbia potuto accompagnarmi all’exploit elettorale che mi ha fatto prendere, nel mio Friuli di centrodestra , più voti di “papi”.
Per chi la conosce il libro non è sorprendente in quanto conferma la sua visione politica ed il suo modo di porsi nei confronti delle persone. Per coloro che la conoscono poco il libro rappresenta una buona occasione per conoscerla, apprezzarla e stimarla al di là degli attacchi strumentali che ha ricevuto in questi giorni.
Io spero che non cambi per nulla perché le persone la preferiscono cosi: semplice, determinata, interessata ai problemi concreti dei cittadini. Non deve adattarsi al linguaggio di alcuni politici che l’hanno criticata in questi giorni e che probabilmente hanno perso il senso del partito, il rapporto con la gente e la cultura dei problemi concreti.
“In Italia la politica vera esiste ancora, dichiara Debora, con la P maiuscola, fatta di tante persone che vogliono cambiare le cose, partecipare, costruire insieme il futuro. Il coraggio c’è, basta sapere dove cercarlo”.
“Ho scoperto in quell’occasione (riferendosi al suo impegno politico nella circoscrizione), dichiara Debora, di avere una vera passione per le persone, di saperle ascoltare e di essere più determinata di quanto pensassi”.
Che le cose cambino da sole, o semplicemente perché fanno dichiarazioni in tal senso i "notabili" del PD (o meglio dovrei dire i soliti noti del PD!), dichiara Nadia Lazzaro amministratrice del gruppo in Facebook “Con Debora Serracchiani e il PD nel Sud e Isole”, mi sembra altamente improbabile. Riconfermando la mia fiducia alla Serracchiani (persona a modo, contrariamente a tanti furbetti che promettono mari e monti, con fare di berlusconiana memoria!), faccio l'ennesimo invito a tutti voi e a me stessa: i politici che agiscono e amministrano male vanno messi alle corde sui fatti concreti, occupandoci dei nostri quartieri, delle nostre città, di chi, non visto, ci vive accanto spesso nella miseria e la disperazione. Comunque, se può interessarvi, qui in Calabria "i soliti noti" (spiccano anche tanti bei rinvii a giudizio!) si stanno già mobilitando per tenersi poltrone, poltroncine e reti clientelari, ma al nazionale non gli interessa minimamente di come arrivino i voti, basta che arrivino!
Ieri al teatro Capranica di Roma, dichiara Andrea De Filippis amministratore di un gruppo in Face Book “Con Debora Serracchiani e il PD nel Centro Italia”, mentre fuori si scatenava un incredibile temporale, Debora ritornava a parlare in pubblico dopo le feroci critiche subite dai propri compagni di partito per l'articolo pubblicato da Repubblica. Ero curioso di vedere come se la sarebbe cavata nel primo suo vero esame.
Il compito non era facile perché il suo intervento è stato preceduto da David Sassoli, Pietro Ichino e l'ex ministro Gentiloni.
L'inizio è stato titubante sembrava una studentessa che ha passato la notte ad imparare la lezioncina ma senza crederci fino a quando una persona dal pubblico l'ha contestata (educatamente), lì ho temuto che si fermasse e irrigidisse ma...... Da quel momento Debora è tornata la ragazza decisa e spavalda che abbiamo conosciuto alla riunione dei circoli ed è riuscita anche a scaldare la platea. Il passaggio sul conflitto di interessi è stato il più applaudito, come riportato anche da L'Unità, di tutto il discorso. "La prima volta ne abbiamo sentito parlare nel 1993 e siamo ancora qui a dirci che qualcosa non è risolto. Abbiamo qualcosa da rimproverarci? Sì abbiamo molto da rimproverarci", bacchetta Debora che scandisce: "Quello che chiede al Pd è di mettere in agenda problema e indicare con quali strumenti risolverlo. Non vorrei che arrivassimo al punto che l'interesse di un privato non deve essere turbato da quello pubblico". In conclusione credo che, nonostante il suo discorso non fosse travolgente, è stato un buon intervento e se non può essere, giustamente, una candidata alla guida della sinistra è un'ottima rappresentante del mio Paese".
Articolo Corriere della Sera

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