martedì 24 novembre 2009

Frantumi da ricomporre fa tappa a Mozzecane

Prosegue il tour di presentazione del libro “Frantumi da ricomporre” che rappresenta un’occasione di dialogo e confronto con le persone sul funzionamento della macchina pubblica.
L’opportunità è stata offerta da Elena Campedelli, segretaria del circolo PD e studentessa universitaria, e dal circolo PD di Mozzecane (VR).
L'argomento della efficienza ed efficacia delle Pubbliche Amministrazioni interessa i cittadini, i quali direttamente ed indirettamente sono coinvolti dall'offerta dei servizi pubblici.
I lavori sono stati introdotti brillantemente da Elena, la quale ha sottolineato le problematiche relative alla inefficienza delle PA e gli effetti che si producono nei confronti dei cittadini nell’offerta dei servizi pubblici. Dopo l’introduzione sono intervenuti i relatori: Federico Testa, deputato del PD, Franco Bonfante, consigliere regionale del PD, ed Antonino Leone, coautore del libro.
Gli interventi dei relatori hanno rappresentato un quadro completo dell’argomento: dalle proposte del PD con il senatore Pietro Ichino agli errori di Brunetta espressi nei contenuti normativi del decreto delegato, dalla domanda dei cittadini e delle imprese di servizi pubblici più efficienti alle prospettive di cambiamento delle PA.
Si è ritenuto che il Governo e con esso il ministro Brunetta hanno perso un’occasione preziosa per avviare un cambiamento radicale delle PA. Nella preparazione del decreto attuativo hanno prevalso i condizionamenti del ministro dell’Economia e degli apparati dello Stato che hanno condizionato l’attuazione del disegno innovativo contenuto dalla legge delega.
L'incontro di Mozzecane è riuscito grazie alla partecipazione attiva delle persone ed ai relatori, i quali hanno reso semplice e chiaro un tema così tanto complesso.

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venerdì 20 novembre 2009

Repubblica degli stagisti a Verona

Incontro pubblico organizzato dai giovani del Partito Democratico

Repubblica degli stagisti: Servizi e tutele per i giovani che entrano nel mondo del lavoro

Mercoledi 25 Novembre 2009 alle ore 18,30
Sala riunioni del Partito Democratico, Piazza Cittadella, 22 Verona


Coordina:
Federico Benini, coordinatore comunale Generazione Democratica

Intervengono:
Eleonora Voltolina, giornalista e fondatrice di Repubblica degli stagisti
Antonino Leone
, fondatore di Cambiamento nelle organizzazioni

All’incontro interverrà Giandomenico Allegri, coordinatore provinciale del Partito Democratico di Verona

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Frantumi da ricomporre a Mozzecane

Incontro pubblico del Partito Democratico di Mozzecane

Pubblica Amministrazione: burocrazia ed inefficienza possono causare disservizi. Discutiamo insieme le soluzioni con la presentazione del libro

FRANTUMI DA RICOMPORRE
Riforme legislative e innovazioni di management per migliorare la produttività delle organizzazioni pubbliche

Lunedi 23 novembre 2009 alle ore 20,45
Sala riunioni di Villa Ciresola, Via C. Montanari 61 Mozzecane (VR)

Coordina:
Elena Campedelli, coordinatrice del circolo PD di Mozzecane
Intervengono:
Antonino Leone, co-autore del libro
Federico Testa, parlamentare e docente di Economia e gestione delle imprese – Università di Verona
Franco Bonfante, consigliere regionale del PD



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mercoledì 18 novembre 2009

Proposte per gli stage negli enti pubblici

Uno stage in un ufficio pubblico dovrebbe valere un tot di punti nei concorsi. In questo modo gli ex tirocinanti di un dato ente avrebbero un piccolo vantaggio rispetto agli altri partecipanti, qualora si aprisse un concorso per assumere personale. La proposta è stata lanciata da Eleonora Voltolina della Repubblica degli Stagisti e Antonino Leone, animatore del blog Cambiamento nelle organizzazioni, nel corso della trasmissione radiofonica "Facebook su Radio Hinterland" condotta da Gabriele Pugliese.
A fianco dell'esercito di stagisti delle imprese private (almeno 305mila nel 2008, secondo l'ultima indagine Excelsior di Unioncamere) marcia infatti l'esercito degli stagisti degli enti pubblici. Più difficile da quantificare: Almalaurea nel suo Rapporto annuale rileva che quest'anno sono stati circa 50mila gli studenti universitari che hanno scelto di completare la propria formazione attraverso un tirocinio in un ente o azienda pubblica, a cui vanno sommati i 35mila studenti che hanno fatto lo stage direttamente all'interno dell'università. Risultato: 85mila stagisti all'anno - e contando solo gli studenti universitari, esclusi quindi i diplomati, i laureati, i disoccupati…
A voler quantificare con molta prudenza, si può calcolare che gli uffici pubblici (comuni province e regioni, ministeri, tribunali, università, agenzie ambientali, istituti previdenziali, comunità montane…) ogni anno ospitino almeno 100mila tirocinanti. Per loro i principi espressi nella Carta dei diritti dello stagista sono spesso un miraggio, specialmente per quanto riguarda due aspetti molto significativi: il rimborso spese e la percentuale di assunzione dopo lo stage. Le casse sono sempre vuote, e le assunzioni vengono fatte tramite concorso: così accettare uno stage in un ente vuol dire pagarselo di tasca propria - contando sul sostegno della famiglia - e alla fine far fagotto e cercare nuove strade, senza poter sperare di proseguire l'esperienza.
La proposta di Eleonora Voltolina e Antonino Leone mira a riequilibrare almeno in parte questa situazione di svantaggio. Un giovane che fa uno stage di qualche mese in un ufficio pubblico impara a conoscerne i meccanismi di funzionamento, le persone, le gerarchie, i modelli operativi: un patrimonio di conoscenze e competenze che però, se lo stage finisce con una stretta di mano, viene sprecato. I concorsi banditi dalla pubblica amministrazione valutano oggi solo le conoscenze teoriche: e da questo deriva che non sempre le assunzioni corrispondano alle esigenze operative degli uffici. Occorre invece cominciare a valutare anche e soprattutto le competenze delle persone, cioè il “saper fare”. Attribuendo un punteggio agli stage in caso si aprano posizioni lavorative, non si farebbe altro che formalizzare questo dato di fatto: e cioè che, a parità di merito, è meglio assumere come nuova risorsa qualcuno che conosca già un determinato ente piuttosto che qualcuno che non ci abbia mai messo piede. Il che non significa garantire a chi fa stage negli enti pubblici il posto fisso: vuol dire solamente dare a queste persone, che hanno fatto un'esperienza formativa in un determinato ufficio, la possibilità di avere qualche chance in più di essere assunti lì dentro.
Per tale motivo Eleonora Voltolina e Antonino Leone propongono che uno stage in una pubblica amministrazione abbia un peso in sede di concorso. Se credete in questa proposta, vi invitiamo a sottoscriverla utilizzando il Forum del sito Repubblica degli stagisti: basterà scrivere il proprio nome, cognome e città.

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Repubblica degli stagisti

Nel periodo di grave crisi economica emergono i problemi strutturali del sistema Italia e tra questi: la disoccupazione, il dualismo tra protetti e precari, il rischio che dopo la crisi si riduca la base occupazionale delle imprese e la formazione dei giovani.
La formazione dei giovani viene realizzata attraverso progetti di stage, i quali se gestiti bene possono rappresentare una occasione positiva per le aziende di assumere persone già conosciute e valutate e per i giovani di realizzare un primo contatto con il mondo del lavoro e di aumentare le loro conoscenze e competenze.
Eleonora Voltolina ha realizzato la “Repubblica degli stagisti”, nato all’inizio come blog informativo e trasformato dall’aprile di quest’anno in sito web con maggiori possibilità di crescita e velocità, che offre informazione, sostegno, servizio e denuncia dei finti stage.
Eleonora è una giornalista che dopo varie esperienze di stage ha pensato di costituire un spazio on line per discutere e approfondire le varie problematiche, mettere sotto controllo e rendere trasparenti gli stage.
La Repubblica degli Stagisti si pone l’obiettivo di sostenere i giovani nel complesso mondo del lavoro ed aiutarli a trovare e scegliere le migliori opportunità di formazione e lavoro.
Il sito web si articola nel modo seguente:
- Le news offrono notizie sulle migliori occasioni di stage, interviste, approfondimenti e inchieste;
- Una sezione è dedicata alla normativa;
- Un’altra sezione è dedicata ai commenti dei lettori;
- Il Forum offre la possibilità ai giovani di proporre argomenti di discussione;
- Una parte è dedicata agli annunci di stage. In questa sezione le aziende, che hanno aderito all’iniziativa Bollino OK Stage, sottoscrivendo la Carta dei diritti dello stagista, possono proporre i loro stage ed i giovani possono trovare e scegliere tra gli stage proposti.
L’adesione al progetto Bollino OK Stage e la sottoscrizione della Carta dei diritti dello stagista garantisce i giovani dagli stage spazzatura. Questo è il più importante servizio che la Repubblica degli stagisti garantisce ai giovani. Carta dei diritti e Bollino
La quantità degli stage aumenta di anno in anno ed è diventato uno strumento molto utilizzato dalle aziende perché costa poco o nulla. Per tale motivo occorre prestare attenzione in quanto molti stage non offrono possibilità di crescita delle competenze ai partecipanti e servono solo a reclutare manodopera per smaltire arretrati o lavori che non svolge nessuno.
Ritengo che i giovani che non sono entrati ancora nel mondo del lavoro ed intendono partecipare agli stage dovrebbero avvicinarsi e partecipare alla”Repubblica degli stagisti” per essere consigliati e sostenuti nell’affrontare questa nuova esperienza.
Se l’esperienza dello stage viene condotta in modo pessimo i giovani ne subiranno le conseguenze in termini di perdita di tempo, di mortificazione e di approccio negativo al lavoro.
Si rammenta che la Repubblica degli stagisti ha scoperto e denunciato alcuni stage che non rispettavano la normativa vigente:
- Superstage in Calabria ed interrogazione del senatore Pietro Ichino;
- Progetto "Les 4" di Promuovi Italia: il rovescio della medaglia.
Si segnalano alcun esperienze di stage avviati con la Repubblica degli stagisti. Storie di stage
Ritengo che la Repubblica degli stagisti rappresenti una opportunità positiva per i giovani, i quali molto spesso sono lasciati soli ad affrontare i problemi della loro età tra cui quello della formazione e dell'inseirmento nel mondo del lavoro.

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lunedì 16 novembre 2009

Le bugie di Brunetta

Ho letto sul Corriere della Sera del 15 novembre un servizio dedicato al Ministro Renato Brunetta firmato da Lorenzo Fuccaro. I contenuti dell’articolo mi hanno sorpreso per i seguenti motivi:
- Le bugie di Brunetta;
- Le reticenze del giornalista che ha riportato solo le dichiarazioni del ministro astenendosi dal verificare e valutare le dichiarazioni stesse.
In tal modo non si propone un servizio ai lettori per capire in modo oggettivo i contenuti della riforma delle Pubbliche Amministrazioni ma al contrario si crea soltanto confusione.
Riforma Bipartisan. Il Ministro Brunetta dichiara che la riforma della PA è “sostanzialmente bipartisan dato che vi hanno lavorato persone di sinistra come Pietro Ichino, Enzo Bianco e Linda Lanzillotta”.
Il Ministro Brunetta dimentica con molta superficialità che il Partito Democratico non ha espresso voto favorevole alla legge n. 15/2009 (in prima lettura al Senato si è astenuto in quanto si era creato un clima di fattiva collaborazione, alla Camera dei Deputati ha votato contro per le modifiche apportate dalla maggioranza ed al Senato non ha partecipato al voto in quanto le proposte del PD non state considerate).
In merito allo schema del decreto legislativo di attuazione della legge n. 15/2009, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza nelle pubbliche amministrazioni, il Partito Democratico ha espresso parere negativo, ha presentato una proposta alternativa di parere ed ha invitato il Governo a ritirare la proposta. Parere sull’Atto del Governo n. 82
L’impegno dei rappresentanti del PD, il quale si è realizzato con proposte concrete (valutazione indipendente, trasparenza totale, benchmarking) finalizzate a migliorare il provvedimento sono state in parte recepite dalla legge n. 15/2009 e disattese dal decreto legislativo n. 150/2009, non può autorizzare il Ministro Brunetta a parlare di provvedimento bipartisan in quanto si tratta semplicemente di una scelta responsabile a favore del cambiamento della PA non recepita dal Ministro.
Inoltre, occorre considerare che i contenuti normativi del decreto legislativo sono meno innovativi ed efficaci rispetto a quanto previsto dalla legge n.15/2009 e dalla prima bozza del decreto legislativo.
Valutazione indipendente. E’ necessario chiarire che il decreto legislativo n. 150/09 non istituisce alcuna autorità indipendente ma si limita a prevedere la costituzione di una commissione di valutazione centrale con autonomia, indipendenza e poteri limitati rispetto alle previsioni dell’art. 4, comma 2 lettera f), della legge n. 15/09 ed all’art. 5 del disegno di legge n. 847/2008 presentato dal senatore Pietro Ichino e altri. Pertanto, la previsione della commissione di valutazione disciplinata dal decreto di attuazione non corrisponde alle aspettative del Partito Democratico.
Le modalità di organizzazione e le norme relative alla gestione finanziaria della Commissione Centrale sono stabilite con decreto del Ministro per la pubblica amministrazione ed opera in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei ministri e con il Ministero dell’economia e delle finanze. Gli organi di valutazione periferici sono nominati dalle direzioni generali degli enti e degli organi pubblici. Queste norme limitano di fatto l’indipendenza e l’autonomia delle Commissioni di valutazione. Infine la Commissione centrale è priva di potere sanzionatorio o di interdizione di fronte alle violazioni della trasparenza totale ed alla mancanza di autonomia dei valutatori delle commissioni periferiche.
Opzione voice. Nel decreto attuativo non vi è traccia della partecipazione delle associazioni degli utenti ad un confronto costruttivo con gli organi di valutazione. Le informazioni, le proposte e le valutazioni dei cittadini, della stampa e delle università sono importanti e rappresentano una fonte ricca di informazioni da utilizzare per accelerare il processo di cambiamento della PA.
Occorre utilizzare lo spazio di partecipazione che offre la trasparenza totale al fine intervenire, controllare e richiedere servizi pubblici più efficienti. Il rapporto tra le PA ed i cittadini clienti è essenziale per innovare l’offerta di servizi pubblici.
Centralizzazione. Il decreto attuativo si caratterizza per l’eccesso di legificazione e di centralizzazione e per l’occupazione di spazi di responsabilità attribuite ai dirigenti ed alla contrattazione collettiva. Regole minuziose e dettagliate sono state introdotte dal decreto delegato ed assegnate ai dirigenti in materia di contrattazione collettiva e di sistema incentivante.
Per responsabilizzare i dirigenti occorre garantire loro la discrezionalità organizzativa e nello stesso tempo controllare i risultati conseguiti. I dirigenti incapaci di conseguire gli obiettivi del piano vanno licenziati.
La metodologia del Ministro Brunetta offre nuovi alibi al management pubblico, i quali nel caso in cui non conseguono gli obiettivi del piano affermeranno che le procedure e le regole minuziose e dettagliate stabilite dal decreto attuativo non consentono una performance migliore.
L’obiettivo della “convergenza degli assetti regolativi del lavoro pubblico con quelli del lavoro privato, con particolare riferimento alle relazioni sindacali” (art. 2, lettera a, della legge n. 15/09) e la previsione che “è riservata alla contrattazione collettiva la determinazione dei diritti e delle obbligazioni direttamente pertinenti al rapporto di lavoro” (art. 3, lettera a), della legge n. 15/09) sono disattesi dal decreto delegato che si pone in discontinuità con le riforme Cassese e Bassanini. Il processo di privatizzazione del pubblico impiego segna una battuta di arresto.
Misurazione del Lavoro. Molti enti, organi e dipartimenti pubblici non hanno ancora introdotto la misurazione del lavoro. Questa operazione rappresenta il presupposto per realizzare una valutazione seria e completa della produzione e la totale trasparenza della performance delle PA. Occorre stabilire i prodotti da misurare, introdurre parametri di quantità e di qualità dei servizi offerti, stabilire gli standard di produttività ed iniziare a misurare la produttività individuale degli operatori pubblici. Solo dopo l’implementazione operativa di tali parametri può iniziare la valutazione delle commissioni previste a tale scopo. Questa operazione non è facile per gli organismi pubblici che hanno operato fino a questo momento senza controllo e business plan perché manca loro la cultura del lavoro pubblico. Il Ministro Brunetta anziché perdere tempo in dichiarazioni pretestuose dovrebbe attivarsi per avviare tale processo.
Fino al 2009 il salario accessorio è stato distribuito a pioggia a tutti gli enti e da questo momento in poi il decreto attuativo non lo permette e, pertanto, occorre intervenire con urgenza per allineare il sistema della PA alle nuove regole altrimenti si corre il rischio di non poter assegnare i premi incentivanti.
Organizzazione e legge. Il Ministro Brunetta è convinto che il sistema delle PA può essere migliorato solo attraverso la legge, stabilendo minuziosamente il ruolo del management pubblico, la lotta all’assenteismo, la produttività del lavoro, la contrattazione collettiva ed altro. Non comprende che una buona legge non può prevedere in modo dettagliato ogni cosa e perfino i cambiamenti che avvengono nel mondo delle organizzazioni private e pubbliche.
Per migliorare una struttura organizzativa occorrono regole e valori, responsabilità e capacità, conoscenze e competenze, adeguamento e visione, cultura aziendale e leadership. Questi fattori organizzativi, i quali vanno aggiornati di continuo per adeguarsi ai cambiamenti veloci che avvengono nel pianeta, hanno bisogno di nuove condizioni e di poche regole efficaci stabilite dalla legge per realizzare il cambiamento nel sistema della PA. In definitiva sono necessarie le riforme legislative che non siano pervasive e le innovazioni di management, le quali non possono essere stabilite per legge in quanto mutano di continuo, in un rapporto di complementarietà nel rispetto dello spazio di ciascun strumento.

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sabato 14 novembre 2009

Debutto di Frantumi da ricomporre a Verona

Il libro “Frantumi da ricomporre” è stato presentato a Verona da Giandomenico Allegri, imprenditore e segretario provinciale del PD, Chiara Lupi, direttrice editoriale di Libri Este, Donata Gottardi, docente di Diritto del Lavoro presso l’Università degli studi di Verona, Federico Testa, parlamentare del PD e docente di Economia e gestione delle imprese presso l’Università degli studi di Verona, e Antonino Leone, autore insieme a Mita Marra del libro.
Sono stati trattati i seguenti argomenti che hanno coinvolto i partecipanti:
- Assenteismo;
- Fannulloni;
- Rapporto tra le PA e le imprese;
- Qualità dei servizi;
- Rapporto tra i cittadini clienti e gli erogatori dei servizi;
- Trasparenza totale;
- Valutazione indipendente ed autonoma delle PA.
L’incontro ha registrato un’ampia partecipazione e un interesse particolare verso le tematiche trattate dal libro e rappresentate dai relatori, i quali con capacità e metodo hanno coinvolto i partecipanti.
I diversi relatori sono stati in grado di costruire insieme un quadro che rappresentasse la realtà ed i problemi della PA che si ripercuotono sui cittadini clienti e sulle imprese in un momento in cui la crisi economica richiede un sostegno reale da parte della macchina pubblica tramite un’offerta di servizi efficiente ed efficace. L’obiettivo è quello di sopportare il disagio sociale dei ceti più deboli, la competitività delle imprese ed il miglioramento della qualità della vita dei cittadini.
Sono intervenuti: - Franco Pratticò, medico chirurgo dell’Ospedale di Borgo Trento, il quale ha rappresentato le esperienze condotte in Israele in tema di gestione delle prescrizioni mediche e dell’assistenza domiciliare; Silvana Ascari, operatrice dell’Inps di Legnago, la quale si è soffermata sulla riorganizzazione dell’Inps; Marta Ferretti, operatrice della Sanità, la quale ha rappresentato alcune problematiche del settore.
All’incontro hanno partecipato studenti universitari ed operatori della scuola, dell'università, della sanità e degli enti pubblici.
Alla fine dell’incontro i partecipanti hanno avuto modo di socializzare e di scambiarsi opinioni mentre consumavano l’aperitivo. Con mia sorpresa e contentezza diverse persone mi hanno chiesto di scrivere una dedica sul libro e di presentare il libro in altre realtà territoriali.
Dall’incontro si può ricavare che le capacità e le conoscenze delle persone se messe insieme producono dei risultati utili ed apprezzabili. La frammentazione nella società ed anche nelle Pubbliche Amministrazioni non crea benefici. Per tale motivo ringrazio Mita Marra, Donata Gottardi, Federico Testa, Pietro Ichino, Silvano Del Lungo, Francesca Simeoni, Chiara Lupi e Giandomenico Allegri che sono riusciti a superare in modo spontaneo la frammentazione, a realizzare Frantumi da ricomporre ed a costruire i contenuti dell’incontro tanto apprezzati.
Silvano Del Lungo e Pietro Ichino, impossibilitati a partecipare all'incontro, mi hanno inviato e-mail di congratulazioni e di auguri per il successo della presentazione.

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lunedì 9 novembre 2009

Presentazione del libro: "Frantumi da ricomporre"

Presentazione del libro
FRANTUMI DA RICOMPORRE
Riforme legislative e innovazioni di management per migliorare la produttività delle organizzazioni pubbliche

Venerdì 13 novembre 2009 alle ore 18,00
Liston 12 - Piazza Bra, 12 - Verona

Coordina:
Giandomenico Allegri,
Segretario Provinciale PD Verona

Intervengono:
Antonino Leone e Mita Marra,
autori del libro

Chiara Lupi, direttore editoriale Este

Donata Gottardi, docente di Diritto del lavoro - Università di Verona

Federico Testa, parlamentare e docente di Economia e gestione delle imprese – Università di Verona

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Ripresa dell’Italia e dopo

In questi ultimi giorni abbiamo letto le notizie riguardanti la ripresa economica dell’Italia, il sorpasso nei confronti dell’Inghilterra e la disoccupazione record degli USA.
Il sorpasso nei confronti dell’Inghilterra non tiene conto del tasso di cambio sterlina/euro e del tasso di svalutazione della sterlina.
Il confronto del PIL tra Italia e Regno Unito per essere significativo deve essere effettuato con i dati del Fondo Monetario Internazionale basati sulla parità dei poteri d’acquisto, depurando cosi gli effetti del tasso di cambio. Da un articolo di noiseFromAmerika emerge che l’Italia si trova posizionata dopo il Regno Unito.
La produzione industriale del 2009 dimostra che la crescita dell’Italia presenta dei dati negativi: - Primo trimestre -6%; Secondo trimestre -6%; Terzo trimestre -3,4%. I dati avvalorano che la produzione in Italia è in discesa e che dal terzo trimestre si prefigura una discesa rallentata.
I problemi dell’Italia non sono solo economici (produzione, esportazione, occupazione, competitività) ma derivano anche dalla spesa pubblica. Il rapporto deficit PIL dell’Italia è il seguente:
- 2008 = -2,73%;
- 2009 = -5,60%;
- 2010 = -5,63%.
Rispetto agli altri paesi europei il deficit dell’Italia aumenta superando di almeno il doppio il parametro richiesto dal trattato di Maastricht.
Inoltre, occorre considerare che l'economia italiana è caratterizzata da una bassa crescita e scarsa produttività.
Un’altra notizia preoccupante è quella dell’aumento della disoccupazione che raggiunge il 10,2% negli Stati Uniti nel momento in cui il PIL aumenta del 3,5%. Questo è un segnale allarmante in quanto la crescita economica potrebbe essere accompagnata da una base occupazionale più bassa rispetto al periodo anteriore alla crisi.
A questo punto occorre porsi per l’Italia le seguenti domande:
- L’equilibrio che si verrà a creare dopo l’uscita dalla crisi quale base occupazionale realizzerà?;
- Le imprese italiane soprattutto le PMI nel nuovo equilibrio che si verrà a creare saranno nelle condizioni di esprimere una competitività che consente loro di rimanere nel mercato globale?;
- La forbice tra ricchi e poveri si allargherà privilegiando i più ricchi ed estendendo la fascia dei poveri?
Gary Hamel in una intervista al Corriere della Sera del 26 ottobre afferma che le aziende “devono essere sempre più snelle ed efficienti, molto adattabili, capaci di cambiare anche il modello di business. Spesso ci vuole una crisi per cambiare, come è successo nella musica e come sta succedendo per editoria e banche. Ma bisognerebbe imparare ad adattarsi ai cambiamenti senza la pressione di una crisi, che è purtroppo costosa. L’innovazione è l’unico modo per crescere”.
Il Governo si è sempre rifiutato di varare delle riforme nel periodo di crisi al fine di aiutare le imprese ed i lavoratori ad affrontare con maggiori margini le difficoltà economiche.
Le imprese italiane, comprese le PMI, hanno innovato a sufficienza per affrontare il nuovo equilibrio che si verrà a creare dopo la crisi? Hanno inventato un modello di business adatto ai tempi?
Molte imprese e soprattutto le medie, piccole e micro imprese rischiano di uscire dal mercato a causa della diminuita domanda internazionale.
Tutte queste problematiche se non affrontate in tempo e con urgenza porteranno l’Italia ad uscire dalla crisi ma con un minor numero di imprese e con una base occupazionale meno ampia.
Ritengo che l’ottimismo di Berlusconi e di Tremonti è ininfluente sull’economia italiana e toglie attenzione ai problemi reali (competitività delle imprese italiane, base occupazionale, sostegno ai ceti più deboli).
Condivido le preoccupazioni di Epifani, il quale afferma che “la crisi non è ancora risolta, c’è una ripresa molto bassa ed i problemi della disoccupazione sono ancora irrisolti. Avendo tante piccolissime imprese e tanti artigiani è chiaro che una crisi cosi prolungata e un credito cosi difficile fa venir meno tante aziende e tanti lavoratori”.

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venerdì 6 novembre 2009

Intervista ad Antonino Leone

a cura di Alessandro Natale pubblicata su Die Brucke . Si riporta l'intervista completa.
Frantumi da comporre - Riforme legislative e innovazioni di management per migliorare la produttività delle organizzazioni pubbliche è il titolo del libro curato da Antonino Leone e Mita Marra, con la prefazione di Francesca Simeoni e gli interventi di Federico Testa, Silvano Del Lungo, Rita Carisano, Pietro Ichino, Giovanni Martignoni e Donata Gottardi.
Il sistema Italia è "fuori mercato" a causa di un elefantiaco apparato pubblico incapace di offrire servizi efficienti e qualitativamente adeguati alle imprese e ai cittadini. Per uscire dalla crisi economica e finanziaria globale occorre invece una pubblica amministrazione che, in presenza di un assetto costituzionale federale, disegni e gestisca politiche a favore della crescita e dello sviluppo in complessi sistemi di governance, soggetti ad elevata incertezza. Le riforme legislative varate negli ultimi due anni puntano sulla trasparenza, sulla responsabilità, sulla valutazione e sulla incentivazione come leve del cambiamento organizzativo. Questo volume entra nel merito di tali iniziative legislative, per comprendere come e in che misura queste riforme possano migliorare il rendimento istituzionale, le soluzioni organizzative e le pratiche manageriali. Le leggi non sono, infatti, la cura per le tante lacune della pubblica amministrazione italiana. L’eterogeneità dei problemi e delle carenze investe i vari comparti del settore pubblico, i diversi livelli di governo centrale, regionale e locale ed inevitabilmente il Nord e il Sud del Paese.
L’analisi del funzionamento dell’Inps di Verona riafferma l’importanza di investire sulla capacità manageriale dei dirigenti, sui saperi e sulle competenze organizzative, sulla valorizzazione del lavoro e sul riconoscimento del merito, attraverso l’apprendimento e la riflessione condotta a partire dall’esperienza.
Di seguito, l'intervista ad uno dei due autori, Antonino Leone, impegnato nella gestione del suo blog Cambiamento nelle organizzazioni, dedicato principalmente alla gestione dei servizi pubblici ed al disagio sociale dei ceti più deboli. Ha fondato il gruppo SOS PA su Facebook, che conta circa 1500 membri e segue il processo di riforma della pubblica amministrazione. Ha scritto alcuni articoli sulle PA, con riferimento all’Inps, ed ha operato nella pubblica amministrazione dirigendo un'agenzia dell’Inps. Negli anni ’80 è stato assessore comunale ed è attualmente componente della Consulta della pubblica amministrazione del Partito Democratico.
Si parla molto negli ultimi anni di democratizzazione della vita quotidiana, di cittadino cliente, anche in riferimento alle PA. A che punto è l'Italia?
"Nel libro Frantumi da ricomporre, l’on. Federico Testa, docente di Economia e gestione delle imprese presso l’università degli studi di Verona, affronta il tema della qualità dei servizi e del rapporto tra gli enti erogatori dei servizi ed i cittadini clienti, e ritiene importante attraverso indagini di customer satisfaction conoscere la qualità dei servizi erogati.
Nel terzo millennio occorre realizzare ciò che molte imprese di servizi nel mondo hanno posto in essere: la co-creazione del valore e la co-innovazione attraverso un nuovo rapporto di partecipazione con gli operatori dell’impresa pubblica e privata e con i cittadini clienti".
Crede davvero che basti una legge per cambiare la situazione attuale? Quanto contano ancora le singole persone e la loro capacità di innovare all'interno delle strutture pubbliche?
"L’errore di Renato Brunetta, che si è riversato sul decreto legislativo di attuazione della legge n. 15/09 (produttività del lavoro pubblico ed efficienza e trasparenza delle PA), è stato quello di aver costruito una riforma che si basa sulla sfiducia e sulla diffidenza nei confronti del management pubblico e degli operatori. Il decreto legislativo specifica in modo minuzioso e dettagliato i comportamenti organizzativi, occupando così lo spazio di responsabilità del management pubblico, restringendo l’area della contrattazione collettiva e osteggiando le forme di partecipazione degli operatori pubblici e dei cittadini. Non esiste organizzazione al mondo che fonda la propria mission e la politica delle risorse umane su diffidenza e sfiducia. In questo modo non si affrontano le cause dei problemi, ma si interviene sugli effetti.
Ritengo che la legge, da sola, per autorità non possa avviare un grande processo di cambiamento delle PA. Non si può stabilire per legge che il 25% degli operatori non è meritevole del salario accessorio, così come è stato fatto con il nuovo sistema di incentivazione.
Occorre creare condizioni nuove attraverso le disposizioni normative, e nello stesso tempo controllare i programmi annuali stabiliti in via preventiva, verificare e valutare il grado di conseguimento degli obiettivi programmati, scoprire i fattori che hanno determinato l’insuccesso, premiare i meritevoli impegnati nell’innovazione e nel miglioramento continuo dei servizi e sanzionare coloro, dal management agli operatori, che non sono in grado di conseguire la performance programmata.
La conoscenza posseduta dalle persone, intesa come utilità per conseguire risultati economici e sociali, è il primo fattore per il conseguimento del successo di una impresa. Per tale motivo il capitale umano rappresenta il fattore strategico di una impresa".
Ci spieghi meglio come oggi si viene assunti dalle PA: questi metodi sono diversi rispetto a quelli di qualche anno fa?
"Non è cambiato nulla. Nella PA si entra per pubblico concorso e sono valutate solo le conoscenze teoriche. Mentre occorre valutare anche e soprattutto le competenze delle persone, cioè il saper fare. Per tale motivo non sempre le assunzioni tramite pubblico concorso corrispondono alle esigenze operative delle pubbliche amministrazioni. Non è sufficiente la conoscenza teorica di alcune materie per svolgere un ruolo attivo ed efficace nella macchina statale. Inoltre, occorre tenere presente che le pubbliche amministrazioni non riescono ad attrarre i talenti dall’esterno ed a scoprire e valorizzare i talenti che operano nelle PA attraverso una seria valutazione del merito (innovazione, miglioramento continuo). Silvano Del Lungo affronta nel libro l’argomento delle risorse umane nelle pubbliche amministrazioni".
Lei che conosce sia la PA che il mondo delle PMI: quali sono i rapporti? Esiste una fiducia reciproca?
"Esistono dei rapporti non positivi. Si pensi al costo della burocrazia che pesa sui bilanci delle PMI. Alcuni progetti sono falliti, come quello dello sportello unico alle imprese sperimentato ed istituito in molti comuni. I tempi di attesa e di definizione delle pratiche richieste dalle PMI non sono accettabili.
Il sistema della PA non è un fattore che influisce positivamente sulla competitività delle imprese, che oggi direttamente o indirettamente si devono confrontare nel mercato globale.
Da un'indagine effettuata a giugno dal centro studi di Unioncamere, emerge che la burocrazia costa alle imprese italiane 16,6 miliardi di euro, l’equivalente dell’1,1% del Pil. I tempi di pagamento delle forniture e dei lavori della PA alle imprese in Italia è troppo alto rispetto agli altri paesi europei e le imprese sono costrette a ricorrere alle banche per far fronte ai problemi di liquidità, sostenendo costi più alti.
Dal quarto rapporto sul grado di soddisfazione delle piccole e micro-imprese nei confronti della PA, effettuato dalla fondazione PromoPA, emerge che le PMI incontrano notevoli difficoltà".
Una PA trasparente è una delle parole chiave delle campagne di Pietro Ichino come studioso e come parlamentare. In che senso trasparenza?
"La proposta del senatore Pietro Ichino per avviare il processo di cambiamento della PA poggia su tre pilastri essenziali: la trasparenza, l’autorità indipendente, il bechmarking.
La trasparenza pone i cittadini nelle condizioni di valutare la performance delle PA e di far sentire la propria voce, particolarmente nel caso in cui i servizi pubblici non funzionino per come dovrebbero.
L’autorità indipendente svolge un ruolo essenziale di garanzia, di controllo e di supporto al sistema della PA, con valutazioni e interventi. Purtroppo l’autorità denominata commissione nel decreto legislativo è stata declassata, in quanto dipende dal Governo dal punto di vista organizzativo, operativo e finanziario.
Il bechmarking comparativo permette alle imprese di studiare, conoscere ed utilizzare le best practice del proprio settore al fine di migliorare l’offerta dei servizi.
I contenuti più rilevanti della normativa approvata provengono dal senatore Pietro Ichino e dal suo gruppo parlamentare e non sempre sono stati utilizzati in modo conforme alle proposte originarie".
Quando sento i politici parlare di Danimarca e Svezia come nostri modelli mi torna in mente Nanni Moretti che dice che i modelli per noi sono già in casa: lui parlava di Emilia e Toscana, tu pensi che l'eccellenza dell'Inps di Verona possa essere un modello per l'intero paese?
L’eccellenza di un ente non si consegue una volta per tutte. Il problema è mantenerla in quanto mutano le condizioni sociali, il mercato, la situazione economica. Per conservare una posizione di successo occorre una politica di adattamento e miglioramento continuo. L’Inps non ha competitori nel mercato nazionale per le sue dimensioni e per i servizi che eroga e pertanto occorre che l’Istituto si confronti a livello internazionale.
Per quanto riguarda i modelli della Toscana e dell’Emilia posso affermare che si può sempre migliorare la performance. In Italia occorre che il sistema della PA funzioni e che non è sufficiente vantare alcune eccellenze in quanto la situazione economica e sociale di questo periodo richiede una PA efficiente ed efficace.
I paesi del nord Europa rappresentano un modello per l’Italia per l’esperienza che hanno accumulato nel tempo e per la posizione competitiva che possiedono a livello internazionale.

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giovedì 5 novembre 2009

Semplificazione ed informazioni nella PA

La bozza della relazione illustrativa al disegno di legge, disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della pubblica amministrazione con cittadini e imprese, collegato alla finanziaria 2010 prevede varie misure che semplificano i rapporti ed incidono sui costi della burocrazia.
Il disegno di legge prevede fra l’altro:
- carta d’identità e cambi di residenza on line;
- pagella elettronica;
- prescrizioni sanitarie farmaceutiche e specialistiche in via telematica;
- certificati medici trasferiti all'Inps in via telematica per tutti i lavoratori pubblici e privati.
Si prevede un risparmio di circa 5 miliardi all’anno soltanto per le piccole e medie imprese. Ritengo che il risparmio si avvertirà anche nella pubblica amministrazione con l’eliminazione di alcuni adempimenti che diverranno inutili ed il recupero di risorse umane da destinare ad attività rilevanti.
Tale provvedimento è utile ma non sufficiente in quanto non è possibile ogni volta, come è avvenuto negli ultimi anni per i certificati di malattia e la trasmissione di dati utili all’Inps (redditi, decesso, variazioni anagrafiche), stabilire per legge il processo di cambiamento delle Pubbliche Amministrazioni, intervenendo parzialmente e sostituendosi alle attività del management pubblico.
Certo condivido il provvedimento di semplificazione ma avrei condiviso di più se il Governo avesse affrontato in un apposito disegno di legge l’adeguamento dei rapporti tra PA e cittadini e imprese tramite l’utilizzo delle nuove tecnologie, l’impiego dei dati e delle informazioni presenti nel sistema complesso delle Pubbliche Amministrazioni e la loro trasformazione in informazioni analitiche, specificando in modo chiaro e completo quali dati sono riservati e non possono essere utilizzati dal sistema (diagnosi della malattia ed altri dati riservati), al fine di combattere alcuni fenomeni (evasione contributiva e fiscale, assenteismo, prescrizione anomale dei farmaci, etc.) e di rendere efficiente ed efficace la macchina statale.
Occorre capire che specifici provvedimenti di adeguamento influiscono in modo marginale nella Pubblica Amministrazione e che invece occorre intervenire nel sistema della PA affinché esso cambi complessivamente.
Tempo fa la Guardia di Finanza ha scoperto che circa 150 macchine erano intestate a persone defunte o prive di patente. A Verona circa 400 defunti all’anno risultano assistiti dai medici e le ASL corrispondono ai medici interessati il corrispettivo per l’assistenza.
Se il sistema della PA non viene messo nelle condizioni di funzionare attraverso la condivisione e l’utilizzo dei dati presenti nei diversi settori e la loro trasformazione in informazioni analitiche per essere utilizzate in modo normale e continuo ci si affida all’impegno della Guardia di Finanza, che interviene dopo gli eventi, per interrompere degli avvenimenti che sono prodotti spontaneamente dal sistema.
Ricorrere alle informazioni analitiche significa rendere efficiente ed efficace il sistema, dedicare l’impegno della Guardia di Finanza ad altre attività utili e risparmiare risorse umane che attualmente sono destinate ad attività che potrebbero diventare inutili poiché il sistema della PA verrebbe messo in condizioni di funzionare in modo autonomo.
Ansa
Repubblica

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martedì 3 novembre 2009

Il Partito Democratico tra futuro e passato

Vi sono posizioni politiche isolate di alcuni militanti che non riconoscono le conclusioni delle primarie del Partito Democratico nonostante la partecipazione di tre milioni di iscritti ed elettori.
Si usano alcune espressioni scontate che appartengono a tutti i democratici per creare barriere e steccati tra il segretario Pierluigi Bersani ed il gruppo che ha sostenuto Franceschini. Ritengo che tali posizioni strumentali non sono condivise da Franceschini, il quale assumerà senz’altro posizioni di rilievo e di responsabilità come ha sempre fatto.
Se per alcuni le primarie rappresentano per loro esclusiva volontà una sconfitta personale per il Partito Democratico è una vittoria a prescindere da chi ha vinto.
Il Partito Democratico è l’unico partito in Italia che ha eletto la propria classe dirigente attraverso un bagno di democrazia. Questo avvenimento non può essere svilito o sottovalutato altrimenti si corre il rischio di non riconoscere il valore della democrazia e di confonderla con le proprie visioni o esigenze personali.
Vi è anche il tentativo di utilizzare l’uscita dal PD di Francesco Rutelli contro Bersani non tenendo presente che l’avvenimento non è una sorpresa. Infatti le dichiarazioni ed il libro di Rutelli, avvenute prima della conclusione del congresso, lasciavano intravedere tale comportamento.
Inoltre anche le dichiarazioni di Cacciari sono interpretate strumentalmente contro Bersani non tenendo conto che il sindaco di Venezia è stato sempre critico nei confronti del PD e nella sua intervista non risparmia proprio nessuno. Cacciari aveva già dichiarato di non voler proseguire nell’impegno politico.
Nel post “Pier Luigi Bersani: segretario del PD”, pubblicato il 26 ottobre, ho dichiarato quanto segue: “Il Partito Democratico ha dato una grande prova di democrazia con tre milioni di persone che hanno partecipato alle primarie. Non ho ancora letto i giornali e non conosco le analisi e le valutazioni espresse.
Mi sento di dire che Bersani è il mio, il tuo ed il segretario di tutti i democratici. Il 25 ottobre è stata una giornata importante per l'alta affluenza alle primarie ed il 26 ottobre è ancora più importante perché da oggi occorre ricostruire il Partito Democratico per il futuro dell'Italia. Penso alle nuove generazioni ed ai ceti più deboli che attualmente vivono sulla loro pelle i problemi di sopravvivenza generati dalla crisi e da un sistema sempre meno equo. Ritengo che i fattori da utilizzare sono: unità, cambiamento e trasparenza. Bersani, Franceschini e Marino sono chiamati a lavorare insieme per costruire il futuro del paese guardando gli altri e per gli altri. Le strumentalizzazioni, la ricerca di consensi facili ed altro appartengono al passato adesso siamo chiamati tutti a lavorare per il bene del PD e del paese. Il patrimonio di ciascuno di loro va messo insieme e non disperso. Lo vogliono gli iscritti e gli elettori del Partito Democratico. Non deludiamoli.”
Tale breve analisi ha trovato molti consensi tra i democratici e toni pacati tra i sostenitori di Franceschini. Si ricorda che il post è piaciuto su Facebook a Donata Gottardi, Paola Lorenzetti, Marta D’Agostino Tortorella, Carla Pellegatta, Bartolo Costanzo; Tommaso Marini cioè a persone che hanno sostenuto i tre candidati alla segreteria.
Si utilizzano affermazioni come “impegno quotidiano” e “lavorare tra la gente” per dividere quando queste espressioni dovrebbero rappresentare il concreto operare delle persone che si riconoscono nel PD a prescindere dalle scelte congressuali.
Ad alcuni riesce difficoltoso per motivazioni pregiudiziali ed ideologiche riconoscere le scelte congressuali nel momento in cui occorre unire le forze per un progetto comune ed unitario che si caratterizzi in prospettiva e non guardi al passato. Abbiamo bisogno di creare il nuovo, di costruire il futuro e non di riproporre scelte che appartengono al passato e che non sono state realizzate per incapacità o impossibilità concreta.
Le primarie hanno rappresentato un grande avvenimento democratico a prescindere da chi è stato eletto segretario. Io avrei riconosciuto chiunque fosse stato eletto: Bersani, Franceschini e Marino. Ad alcuni risulta difficoltoso per posizioni pregiudiziali ed ideologiche riconoscere il segretario appena eletto. Le ideologie sono finite da un po’ di tempo e non possono più rappresentare un motivo di divisione e di scontro.
Occorre essere disponibili nei confronti del PD e lavorare per esso senza ambizioni e personalismi perché ritengo che occorra un PD forte e determinante per affrontare positivamente i problemi del paese. Nel PD vi sono le intelligenze, le capacità ed i valori per realizzare questo grande obiettivo.

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lunedì 2 novembre 2009

Silvano Del Lungo su Frantumi da ricomporre

E’ con molto piacere che pubblico la nota del mio caro amico Silvano Del Lungo, il quale ha iniziato a leggere “Frantumi da ricomporre”. Silvano è l’unica persona che fino a questo momento ha compreso l’origine del titolo del mio libro. Il primo libro di Federico Butera, da cui trae origine il titolo Frantumi da ricomporre, è diventato un classico per capire il declino del taylorismo in America. Ho fatto tanta fatica a trovarlo dopo 37 anni dalla sua pubblicazione e sono orgoglioso di possederlo.
Riporto la nota di Silvano Del Lungo
"Forse non è questo il posto giusto per questo mio intervento. Scusatemi, ma lo faccio d'impulso col bisogno di comunicare qualcosa che mi ha riempito di gioia e ammirazione. Ho ricevuto qualche giorno fa il nuovo libro di Antonino Leone e Mita Marra.
Oggi, domenica, ho cominciato a leggerlo e ne sono entusiasta non soltanto per la messa a fuoco dell'esistente nella P.A., ma anche per la sua dimensione storica. Vi è abbozzata una storia della previdenza in Italia che è la prima che io abbia mai letto così come vi sono molti approfondimenti sul funzionamento dell'INPS e financo un graduatoria di efficienza delle sedi INPS che porta il lettore subito a confrontarsi da utente con quelle che conosce meglio.
Il titolo "Frantumi da ricomporre" è bellissimo sia per il significato simbolico e l'approccio ottimistico, costruttivo e rivolto al futuro che esprime, sia per la inevitabile evocazione del titolo di un libro di oltre trent'anni fa "I Frantumi Ricomposti" di Federico Butera, e per la operativa contrapposizione di un'epoca all'altra."
Esprimo un ringraziamento sincero a Silvano per la sua nota generosa.
Mi dispiace tanto che giorno 13 novembre Silvano non potrà essere presente a Verona per la presentazione di “Frantumi da ricomporre”. La sua presenza rappresenterebbe una grande e lieta sorpresa ed un regalo tanto desiderato.

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