martedì 3 novembre 2009

Il Partito Democratico tra futuro e passato

Vi sono posizioni politiche isolate di alcuni militanti che non riconoscono le conclusioni delle primarie del Partito Democratico nonostante la partecipazione di tre milioni di iscritti ed elettori.
Si usano alcune espressioni scontate che appartengono a tutti i democratici per creare barriere e steccati tra il segretario Pierluigi Bersani ed il gruppo che ha sostenuto Franceschini. Ritengo che tali posizioni strumentali non sono condivise da Franceschini, il quale assumerà senz’altro posizioni di rilievo e di responsabilità come ha sempre fatto.
Se per alcuni le primarie rappresentano per loro esclusiva volontà una sconfitta personale per il Partito Democratico è una vittoria a prescindere da chi ha vinto.
Il Partito Democratico è l’unico partito in Italia che ha eletto la propria classe dirigente attraverso un bagno di democrazia. Questo avvenimento non può essere svilito o sottovalutato altrimenti si corre il rischio di non riconoscere il valore della democrazia e di confonderla con le proprie visioni o esigenze personali.
Vi è anche il tentativo di utilizzare l’uscita dal PD di Francesco Rutelli contro Bersani non tenendo presente che l’avvenimento non è una sorpresa. Infatti le dichiarazioni ed il libro di Rutelli, avvenute prima della conclusione del congresso, lasciavano intravedere tale comportamento.
Inoltre anche le dichiarazioni di Cacciari sono interpretate strumentalmente contro Bersani non tenendo conto che il sindaco di Venezia è stato sempre critico nei confronti del PD e nella sua intervista non risparmia proprio nessuno. Cacciari aveva già dichiarato di non voler proseguire nell’impegno politico.
Nel post “Pier Luigi Bersani: segretario del PD”, pubblicato il 26 ottobre, ho dichiarato quanto segue: “Il Partito Democratico ha dato una grande prova di democrazia con tre milioni di persone che hanno partecipato alle primarie. Non ho ancora letto i giornali e non conosco le analisi e le valutazioni espresse.
Mi sento di dire che Bersani è il mio, il tuo ed il segretario di tutti i democratici. Il 25 ottobre è stata una giornata importante per l'alta affluenza alle primarie ed il 26 ottobre è ancora più importante perché da oggi occorre ricostruire il Partito Democratico per il futuro dell'Italia. Penso alle nuove generazioni ed ai ceti più deboli che attualmente vivono sulla loro pelle i problemi di sopravvivenza generati dalla crisi e da un sistema sempre meno equo. Ritengo che i fattori da utilizzare sono: unità, cambiamento e trasparenza. Bersani, Franceschini e Marino sono chiamati a lavorare insieme per costruire il futuro del paese guardando gli altri e per gli altri. Le strumentalizzazioni, la ricerca di consensi facili ed altro appartengono al passato adesso siamo chiamati tutti a lavorare per il bene del PD e del paese. Il patrimonio di ciascuno di loro va messo insieme e non disperso. Lo vogliono gli iscritti e gli elettori del Partito Democratico. Non deludiamoli.”
Tale breve analisi ha trovato molti consensi tra i democratici e toni pacati tra i sostenitori di Franceschini. Si ricorda che il post è piaciuto su Facebook a Donata Gottardi, Paola Lorenzetti, Marta D’Agostino Tortorella, Carla Pellegatta, Bartolo Costanzo; Tommaso Marini cioè a persone che hanno sostenuto i tre candidati alla segreteria.
Si utilizzano affermazioni come “impegno quotidiano” e “lavorare tra la gente” per dividere quando queste espressioni dovrebbero rappresentare il concreto operare delle persone che si riconoscono nel PD a prescindere dalle scelte congressuali.
Ad alcuni riesce difficoltoso per motivazioni pregiudiziali ed ideologiche riconoscere le scelte congressuali nel momento in cui occorre unire le forze per un progetto comune ed unitario che si caratterizzi in prospettiva e non guardi al passato. Abbiamo bisogno di creare il nuovo, di costruire il futuro e non di riproporre scelte che appartengono al passato e che non sono state realizzate per incapacità o impossibilità concreta.
Le primarie hanno rappresentato un grande avvenimento democratico a prescindere da chi è stato eletto segretario. Io avrei riconosciuto chiunque fosse stato eletto: Bersani, Franceschini e Marino. Ad alcuni risulta difficoltoso per posizioni pregiudiziali ed ideologiche riconoscere il segretario appena eletto. Le ideologie sono finite da un po’ di tempo e non possono più rappresentare un motivo di divisione e di scontro.
Occorre essere disponibili nei confronti del PD e lavorare per esso senza ambizioni e personalismi perché ritengo che occorra un PD forte e determinante per affrontare positivamente i problemi del paese. Nel PD vi sono le intelligenze, le capacità ed i valori per realizzare questo grande obiettivo.

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