venerdì 6 novembre 2009

Intervista ad Antonino Leone

a cura di Alessandro Natale pubblicata su Die Brucke . Si riporta l'intervista completa.
Frantumi da comporre - Riforme legislative e innovazioni di management per migliorare la produttività delle organizzazioni pubbliche è il titolo del libro curato da Antonino Leone e Mita Marra, con la prefazione di Francesca Simeoni e gli interventi di Federico Testa, Silvano Del Lungo, Rita Carisano, Pietro Ichino, Giovanni Martignoni e Donata Gottardi.
Il sistema Italia è "fuori mercato" a causa di un elefantiaco apparato pubblico incapace di offrire servizi efficienti e qualitativamente adeguati alle imprese e ai cittadini. Per uscire dalla crisi economica e finanziaria globale occorre invece una pubblica amministrazione che, in presenza di un assetto costituzionale federale, disegni e gestisca politiche a favore della crescita e dello sviluppo in complessi sistemi di governance, soggetti ad elevata incertezza. Le riforme legislative varate negli ultimi due anni puntano sulla trasparenza, sulla responsabilità, sulla valutazione e sulla incentivazione come leve del cambiamento organizzativo. Questo volume entra nel merito di tali iniziative legislative, per comprendere come e in che misura queste riforme possano migliorare il rendimento istituzionale, le soluzioni organizzative e le pratiche manageriali. Le leggi non sono, infatti, la cura per le tante lacune della pubblica amministrazione italiana. L’eterogeneità dei problemi e delle carenze investe i vari comparti del settore pubblico, i diversi livelli di governo centrale, regionale e locale ed inevitabilmente il Nord e il Sud del Paese.
L’analisi del funzionamento dell’Inps di Verona riafferma l’importanza di investire sulla capacità manageriale dei dirigenti, sui saperi e sulle competenze organizzative, sulla valorizzazione del lavoro e sul riconoscimento del merito, attraverso l’apprendimento e la riflessione condotta a partire dall’esperienza.
Di seguito, l'intervista ad uno dei due autori, Antonino Leone, impegnato nella gestione del suo blog Cambiamento nelle organizzazioni, dedicato principalmente alla gestione dei servizi pubblici ed al disagio sociale dei ceti più deboli. Ha fondato il gruppo SOS PA su Facebook, che conta circa 1500 membri e segue il processo di riforma della pubblica amministrazione. Ha scritto alcuni articoli sulle PA, con riferimento all’Inps, ed ha operato nella pubblica amministrazione dirigendo un'agenzia dell’Inps. Negli anni ’80 è stato assessore comunale ed è attualmente componente della Consulta della pubblica amministrazione del Partito Democratico.
Si parla molto negli ultimi anni di democratizzazione della vita quotidiana, di cittadino cliente, anche in riferimento alle PA. A che punto è l'Italia?
"Nel libro Frantumi da ricomporre, l’on. Federico Testa, docente di Economia e gestione delle imprese presso l’università degli studi di Verona, affronta il tema della qualità dei servizi e del rapporto tra gli enti erogatori dei servizi ed i cittadini clienti, e ritiene importante attraverso indagini di customer satisfaction conoscere la qualità dei servizi erogati.
Nel terzo millennio occorre realizzare ciò che molte imprese di servizi nel mondo hanno posto in essere: la co-creazione del valore e la co-innovazione attraverso un nuovo rapporto di partecipazione con gli operatori dell’impresa pubblica e privata e con i cittadini clienti".
Crede davvero che basti una legge per cambiare la situazione attuale? Quanto contano ancora le singole persone e la loro capacità di innovare all'interno delle strutture pubbliche?
"L’errore di Renato Brunetta, che si è riversato sul decreto legislativo di attuazione della legge n. 15/09 (produttività del lavoro pubblico ed efficienza e trasparenza delle PA), è stato quello di aver costruito una riforma che si basa sulla sfiducia e sulla diffidenza nei confronti del management pubblico e degli operatori. Il decreto legislativo specifica in modo minuzioso e dettagliato i comportamenti organizzativi, occupando così lo spazio di responsabilità del management pubblico, restringendo l’area della contrattazione collettiva e osteggiando le forme di partecipazione degli operatori pubblici e dei cittadini. Non esiste organizzazione al mondo che fonda la propria mission e la politica delle risorse umane su diffidenza e sfiducia. In questo modo non si affrontano le cause dei problemi, ma si interviene sugli effetti.
Ritengo che la legge, da sola, per autorità non possa avviare un grande processo di cambiamento delle PA. Non si può stabilire per legge che il 25% degli operatori non è meritevole del salario accessorio, così come è stato fatto con il nuovo sistema di incentivazione.
Occorre creare condizioni nuove attraverso le disposizioni normative, e nello stesso tempo controllare i programmi annuali stabiliti in via preventiva, verificare e valutare il grado di conseguimento degli obiettivi programmati, scoprire i fattori che hanno determinato l’insuccesso, premiare i meritevoli impegnati nell’innovazione e nel miglioramento continuo dei servizi e sanzionare coloro, dal management agli operatori, che non sono in grado di conseguire la performance programmata.
La conoscenza posseduta dalle persone, intesa come utilità per conseguire risultati economici e sociali, è il primo fattore per il conseguimento del successo di una impresa. Per tale motivo il capitale umano rappresenta il fattore strategico di una impresa".
Ci spieghi meglio come oggi si viene assunti dalle PA: questi metodi sono diversi rispetto a quelli di qualche anno fa?
"Non è cambiato nulla. Nella PA si entra per pubblico concorso e sono valutate solo le conoscenze teoriche. Mentre occorre valutare anche e soprattutto le competenze delle persone, cioè il saper fare. Per tale motivo non sempre le assunzioni tramite pubblico concorso corrispondono alle esigenze operative delle pubbliche amministrazioni. Non è sufficiente la conoscenza teorica di alcune materie per svolgere un ruolo attivo ed efficace nella macchina statale. Inoltre, occorre tenere presente che le pubbliche amministrazioni non riescono ad attrarre i talenti dall’esterno ed a scoprire e valorizzare i talenti che operano nelle PA attraverso una seria valutazione del merito (innovazione, miglioramento continuo). Silvano Del Lungo affronta nel libro l’argomento delle risorse umane nelle pubbliche amministrazioni".
Lei che conosce sia la PA che il mondo delle PMI: quali sono i rapporti? Esiste una fiducia reciproca?
"Esistono dei rapporti non positivi. Si pensi al costo della burocrazia che pesa sui bilanci delle PMI. Alcuni progetti sono falliti, come quello dello sportello unico alle imprese sperimentato ed istituito in molti comuni. I tempi di attesa e di definizione delle pratiche richieste dalle PMI non sono accettabili.
Il sistema della PA non è un fattore che influisce positivamente sulla competitività delle imprese, che oggi direttamente o indirettamente si devono confrontare nel mercato globale.
Da un'indagine effettuata a giugno dal centro studi di Unioncamere, emerge che la burocrazia costa alle imprese italiane 16,6 miliardi di euro, l’equivalente dell’1,1% del Pil. I tempi di pagamento delle forniture e dei lavori della PA alle imprese in Italia è troppo alto rispetto agli altri paesi europei e le imprese sono costrette a ricorrere alle banche per far fronte ai problemi di liquidità, sostenendo costi più alti.
Dal quarto rapporto sul grado di soddisfazione delle piccole e micro-imprese nei confronti della PA, effettuato dalla fondazione PromoPA, emerge che le PMI incontrano notevoli difficoltà".
Una PA trasparente è una delle parole chiave delle campagne di Pietro Ichino come studioso e come parlamentare. In che senso trasparenza?
"La proposta del senatore Pietro Ichino per avviare il processo di cambiamento della PA poggia su tre pilastri essenziali: la trasparenza, l’autorità indipendente, il bechmarking.
La trasparenza pone i cittadini nelle condizioni di valutare la performance delle PA e di far sentire la propria voce, particolarmente nel caso in cui i servizi pubblici non funzionino per come dovrebbero.
L’autorità indipendente svolge un ruolo essenziale di garanzia, di controllo e di supporto al sistema della PA, con valutazioni e interventi. Purtroppo l’autorità denominata commissione nel decreto legislativo è stata declassata, in quanto dipende dal Governo dal punto di vista organizzativo, operativo e finanziario.
Il bechmarking comparativo permette alle imprese di studiare, conoscere ed utilizzare le best practice del proprio settore al fine di migliorare l’offerta dei servizi.
I contenuti più rilevanti della normativa approvata provengono dal senatore Pietro Ichino e dal suo gruppo parlamentare e non sempre sono stati utilizzati in modo conforme alle proposte originarie".
Quando sento i politici parlare di Danimarca e Svezia come nostri modelli mi torna in mente Nanni Moretti che dice che i modelli per noi sono già in casa: lui parlava di Emilia e Toscana, tu pensi che l'eccellenza dell'Inps di Verona possa essere un modello per l'intero paese?
L’eccellenza di un ente non si consegue una volta per tutte. Il problema è mantenerla in quanto mutano le condizioni sociali, il mercato, la situazione economica. Per conservare una posizione di successo occorre una politica di adattamento e miglioramento continuo. L’Inps non ha competitori nel mercato nazionale per le sue dimensioni e per i servizi che eroga e pertanto occorre che l’Istituto si confronti a livello internazionale.
Per quanto riguarda i modelli della Toscana e dell’Emilia posso affermare che si può sempre migliorare la performance. In Italia occorre che il sistema della PA funzioni e che non è sufficiente vantare alcune eccellenze in quanto la situazione economica e sociale di questo periodo richiede una PA efficiente ed efficace.
I paesi del nord Europa rappresentano un modello per l’Italia per l’esperienza che hanno accumulato nel tempo e per la posizione competitiva che possiedono a livello internazionale.

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