giovedì 17 dicembre 2009

Quando ero piccolo

Su iniziativa di Eleonora Cardogna Mencucci, Onorina Vargiu, Augusto Montaruli e Alberto Giarrizzo è stato costituito in Facebook un gruppo che ha per obiettivo la realizzazione di un luogo virtuale dove raccontare e raccogliere i racconti della infanzia di ciascuno dei membri.
Nella presentazione del gruppo vi è scritto “mia figlia Marialaura ama tanto i racconti di quando io ero piccolo. Me li richiede sempre quando mangia o quando ha finito di fare i compiti o, ancora, quando viaggiamo in macchina. Ogni racconto inizia con la frase "Quando io ero piccolo..." e questa stessa frase diventa l'incipit ricorrente di ogni momento importante della mia memoria, quando occorre dare una spiegazione di senso: "Perché vedi, quando io ero piccolo...".
“Augusto Montaruli afferma che “il gruppo è nato da un'idea di Alberto Giarrizzo. Un posto dove andare a raccontare della nostra infanzia. Aveva solo questo scopo. In seguito sono arrivati i primi racconti e le prime adesioni. Lo scopo principale quindi era (ed è) quello di raccontare scambiando ricordi. Un gruppo dove chi aderisce è anche parte attiva”.”Poi, visto il discreto successo,continua Augusto, ci siamo chiesti cosa avremmo dovuto fare con i racconti che arrivavano. A me è venuta l'idea di farne un libro, ovviamente senza scopo di lucro. Ho un amico che dirige una Onlus "Annulliamo la distanza" che si occupa di infanzia in Eritrea, quale destinazione migliore ed in sintonia con il gruppo?Adesso abbiamo oltre 170 racconti scritti da una sessantina di soci”.Per quanto riguarda il libro, conclude Augusto, avevamo iniziato una ricerca di un editore, ma poi abbiamo pensato che sarebbe stato meglio raggiungere un numero di iscritti al gruppo più "visibile" e ci siamo dati l'obiettivo di raggiungere quota 1000. Ci stiamo arrivando”.Si riporta la comunicazione dei fondatori agli iscritti del gruppo.
“Visto il discreto successo, ci siamo chiesti cosa avremmo dovuto fare con i racconti che arrivavano. Ad Augusto Montaruli è venuta l'idea di farne un libro, ovviamente senza scopo di lucro (abbiamo tutti di che vivere: siamo dipendenti, pensionati o lavoratori autonomi, ecc.). Di certo non abbiamo alcun interesse ad arricchirci con i proventi di questo ipotetico libro. Basta poter recuperare le spese di pubblicazione e di stampa, che obiettivamente sconosciamo, e destinare tutto il resto in beneficienza. Augusto ha un amico, che dirige una Onlus "Annulliamo la distanza" (ecco il link al sito internet: http://www.facebook.com/l/83103;www.annulliamoladistanza.com/) che si occupa di infanzia in Eritrea. Quale destinazione migliore e in sintonia con il gruppo?
In questo momento abbiamo oltre 170 racconti scritti da una sessantina di "soci".
Per quanto riguarda il libro avevamo iniziato la ricerca di un editore, ma poi abbiamo pensato che sarebbe stato meglio raggiungere un numero di iscritti, che rendesse il gruppo maggiormente "visibile" ed è da questa motivazione che è nato l'obiettivo di raggiungere quota 1000. Ci stiamo arrivando. Nel momento in cui lo realizzeremo, potremmo anche creare un gruppo di lavoro, per decidere se contattare direttamente gli editori o passare attraverso uno sponsor. Le idee qui non sono chiarissime e tutti i contributi sono graditi.
Augusto sta curando un documento word, che aggiorna e rende disponibile a tutti gli iscritti in formato PDF. Per inciso un correttore di bozze servirebbe tantissimo. Ovviamente, all'atto della eventuale pubblicazione, chiederemo una sorta di liberatoria a ciascuno di voi, nella vesta di autori, allo scopo di autorizzare la casa editrice a pubblicare il racconto.
Se avete bisogno di ulteriori informazioni, potete sempre contattare uno degli amministratori del gruppo. Se non intendete aderire alla eventuale pubblicazione del vostro racconto, sarete liberissimi di negare l'autorizzazione all'editore. Non c'è alcun problema da parte nostra. Nessuno deve sentirsi in alcun modo obbligato. Il gruppo è aperto a chiunque intenda farne parte, e chiunque può decidere di uscire o di farne parte sono in modo parziale”.
Il gruppo ha raggiunto 1.067 iscritti e pertanto si dovrebbe cominciare a pensare alla pubblicazione del libro i cui ricavati dovrebbero andare a beneficio dei bambini che si trovano in condizioni di bisogno.
La rete offre anche la possibilità di interventi semplici e positivi a vantaggio degli altri proprio in un momento in cui sembra che la maggior parte delle persone si dedichi ad altro.

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