sabato 27 novembre 2010

Brunetta e Martone piegano l’indipendenza della CiVIT

Pietro Ichino, Luigi Zanda ed Enrico Morando, senatori del Partito Democratico, hanno presentato una interrogazione al ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta su un contratto di consulenza affidato a Michel Martone, figlio di Antonio Martone, presidente della commissione per la valutazione, l’integrità e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche (CiVIT). Tale contratto rende evanescente il principio dell’indipendenza della Civit dal Governo.
Questa interrogazione associata alle altre presentate in precedenza (lettera dei senatori PD, richiesta di dimissioni,  interrogazione sulle consulenze della Civit) crea seri problemi alla permanenza di Antonio Martone alla presidenza della CiVIT in quanto è coinvolto in notizie ed eventi che portano discredito alla commissione ed alla sua garanzia ed indipendenza.
Si riporta l’interrogazione presentata al ministro per la Funzione pubblica.
Premesso che:- a quanto risulta dai dati pubblicati dallo stesso Ministero della Funzione pubblica, esso ha stipulato un contratto di consulenza con il prof. Michel Martone, avente per oggetto “la valutazione degli aspetti giuridici inerenti alla fattibilità degli interventi in materia di digitalizzazione ed informatizzazione del settore pubblico nei Paesi terzi”, contratto che prevede un corrispettivo pari a euro 40.000 per il 2010;
- è peraltro fatto notorio che il prof. Michel Martone è figlio del dott. Antonio Martone, presidente della Commissione per la Valutazione, l’Integrità e la Trasparenza delle Amministrazioni pubbliche (Civit), ovvero dell’Autorità indipendente preposta anche a funzioni di garanzia del corretto funzionamento dell’intera Funzione pubblica;
si chiede
- preliminarmente, se il ministro non ritenga gravemente inopportuna la stipulazione da parte del suo Dicastero di un contratto di questo genere con un parente stretto del presidente di un organismo il quale dovrebbe caratterizzarsi per l’assoluta indipendenza rispetto al Governo;
- nel merito, se il ministro non ritenga gravemente inopportuno lo stanziamento di 40.000 euro per una consulenza su di un tema di nessuna urgenza e di poco apprezzabile rilievo, quale quello dei problemi giuridici della digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche di Paesi terzi, nello stesso periodo in cui la stretta finanziaria imposta dal ministro dell’Economia costringe il Governo a tagliare i finanziamenti per la sanità pubblica, la scuola, la ricerca, l’assistenza alle persone non autosufficienti, la conservazione del patrimonio artistico del Paese, e molti altri servizi essenziali;
- in quali documenti si sia concretata fino a oggi la consulenza in questione.
La risposta del portavoce del portavoce del Ministro
Alle interrogazioni parlamentari siamo soliti rispondere nella sede istituzionale idonea, e non tramite comunicati stampa. Non vogliamo però lasciare insoddisfatta la smania di conoscenza del senatore Ichino, che chiede conto al ministro Brunetta di un incarico di consulenza al professor Michel Martone, professore ordinario di Diritto del lavoro presso l’Università degli Studi di Teramo. Un rapporto di collaborazione iniziato nel luglio dell’anno scorso e poi formalizzato a decorrere dal 1° settembre 2009. All’integerrimo Ichino non interessa però conoscere né il suo curriculum né, tantomeno, la natura e qualità del lavoro che svolge per Brunetta. Gli è sufficiente rivelare al mondo intero come egli sia soprattutto il figlio del professor Antonio Martone, presidente della Civit. Saremmo quindi di fronte al deprecabile episodio di un padre che, forte delle sue amicizie influenti, è riuscito a ’sistemare’ il proprio pargolo adorato nientemeno che nel gabinetto del ministro Brunetta… Ben scavato, vecchia talpa! O forse no, se solo si riflette che la nomina di Antonio Martone e degli altri componenti di Civit è successiva di diversi mesi alla consulenza del figlio… Sorge allora un dubbio: che sia stato allora quest’ultimo a raccomandare suo padre?
La replica del senatore Pietro Ichino
Il portavoce del ministro non risponde ad alcuna delle domande contenute nella mia interrogazione. In particolare: - nulla dice circa la grave inopportunità di questo rapporto di consulenza, stante l’indipendenza (formale e sostanziale, apparente ed effettiva, istituzionale e personale) che dovrebbe caratterizzare la figura del presidente della Civit rispetto al ministero della Funzione pubblica; - nulla dice circa la gravissima incongruenza tra il costo di questa consulenza, la scarsissima urgenza e rilevanza del suo oggetto (la digitalizzazione amministrativa nei Paesi terzi!) e la stretta finanziaria imposta all’intero Paese dalle misure adottate dal Governo; - nulla dice, infine, circa il risultato pratico della consulenza (la quale si protrae dal settembre 2009, essendo stata rinnovata con identico oggetto nel gennaio 2010): la legge Brunetta impone che sia reso immediatamente e integralmente accessibile ogni documento - if any - in cui il lavoro del consulente si sia concretato. Ci attendiamo che il ministro Brunetta rispetti rigorosamente la legge Brunetta.

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