giovedì 31 marzo 2011

Ne valeva la pena di Armando Spataro



 
Il magistrato Armando Spataro, sostituto procuratore della Repubblica di Milano, è stato a Verona per la presentazione del suo libro: Ne valeva la pena. Storie di terrorismi e mafie, di segreti di Stato e di giustizia offesa, Laterza, 2010.
I relatori dell’incontro sono stati:
- Guido Papalia, Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Brescia;
- Pasquale D’Ascola, Magistrato della Corte di Cassazione.
Ha moderato il dibattito Angiola Petronio, giornalista del Corriere di Verona.
L’incontro è stato ampiamente partecipato e molto interessante per la storia del nostro paese.

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lunedì 28 marzo 2011

Bussolengo PA procede a piccoli passi!

Alle interrogazioni (del 21/2/2011 e del 7/3/2011) presentate da Stefano Ceschi, consigliere comunale e capo gruppo del Partito Democratico del comune di Bussolengo, il sindaco, Alviano Mazzi, risponde non affrontando i problemi posti alla sua attenzione. E’ un giuoco che non porta a nulla e non costruisce niente di positivo per il Comune di Bussolengo e per l’attuazione della riforma delle PA.
Peccato che la prima riforma del Governo di centro destra (legge Brunetta) venga attuata in modo maldestro da un comune gestito da una maggioranza di centro destra.
L’accordo del 4 febbraio 2011 tra il Governo ed i Sindacati viene usato in modo strumentale dal Sindaco di Bussolengo per giustificare la politica dei piccoli passi in materia di attuazione della riforma delle PA. Il Sindaco afferma anche che l’accordo di febbraio manda “un po’ in sala d’attesa l’attuazione delle norme”.
L’accordo tra il Governo ed i Sindacati stipulato a febbraio 2011 interviene sulla valutazione individuale della performance e sul salario accessorio, materie queste non trattate dalla Giunta Comunale di Bussolengo tramite le delibere n. 163 e 183 del 2011 e che non impediscono di affrontare i seguenti argomenti: Sistema di misurazione e valutazione della performance, Valutazione dei bisogni della comunità locale, Obiettivi strategici e Piano della performance.
Per quanto riguarda le critiche all’accordo di febbraio si rinvia al post “Fine della riforma delle PA!”.
La Giunta Comunale si è limitata, evitando di coinvolgere il Consiglio Comunale ai sensi dell’art. 42, comma 2, lettera a) del D. Lgs n. 267/2000, di procedere al recepimento di parte dei principi della riforma ed alla modifica del Regolamento degli uffici e dei servizi in assenza di una apposita delibera del Consiglio Comunale sui criteri generali che la Giunta deve seguire in sede di modifica dell’Ordinamento Comunale.
Pertanto, niente spazi di collaborazione e di confronto in Consiglio Comunale per una migliore attuazione del D. Lgs n. 150/2009.
Nella sua risposta il Sindaco afferma che “non si conoscevano esattamente i termini” di attuazione della riforma. Questa affermazione non corrisponde al vero in quanto la Civit ha indicato chiaramente i termini entro i quali i comuni dovevano adeguarsi al D. Lgs. n. 150/2009.
Le scadenze sono le seguenti:
- 31/12/2010: adeguamento dell’ordinamento comunale ai principi del Decreto, costituzione dell’Organismo Indipendente di Valutazione e approvazione del sistema di misurazione e valutazione della performance.
- La Civit ha ribadito con riferimento ai tempi di approvazione del Piano della performance la necessità di un collegamento tra la predisposizione del piano della performance e l’approvazione del Bilancio.
Occorre tenere presente che il Comune di Bussolengo è tenuto alla predisposizione del PEG (piano esecutivo di gestione) che per la Civit è lo strumento che dà avvio al ciclo di gestione della performance tramite il suo adattamento a documento programmatico triennale in cui vengono stabilite le risorse assegnate, gli obiettivi strategici, gli indicatori ed i target, partendo dai bisogni della comunità locale. Di tutto questo non si hanno notizie positive pur essendo vicini alla scadenza dell’approvazione del Bilancio Comunale 2011.
La Giunta Comunale ha approvato con le delibere n. 163 e 183 del 2011 la costituzione del Nucleo di Valutazione non tenendo in considerazione che l’art. 7 del D. Lgs. (richiamato dall’art. 16, comma 2 che stabilisce i principi ai quali le regioni e gli enti locali devono adeguare il proprio ordinamento) fa espresso riferimento all’Organismo indipendente (OIV) di valutazione per lo svolgimento della funzione di misurazione e valutazione della performance. Inoltre, la Giunta Comunale ha stabilito che il Nucleo di Valutazione venga presieduto dal Segretario Comunale. Tutto questo è avvenuto al fine di evitare il rispetto delle delibere della Civit in materia di requisiti e selezione dei membri dell’Oiv (delibera n. 4/2010 della Civit) e per costituire un organismo non indipendente ma al servizio dell’organo di indirizzo politico amministrativo.
Il Sindaco ha pubblicato un avviso pubblico per la nomina dei membri dell’organismo di valutazione chiamandolo “Nucleo di Valutazione – Organismo Indipendente di valutazione”. Tale avviso non è conforme ai contenuti delle delibere istitutive del Nucleo di Valutazione. Il Nucleo di Valutazione ed l’Organismo indipendente di valutazione sono due organi distinti e disciplinati da normative diverse. A chi serve tale confusione? Certamente alla Giunta Comunale che istituisce il Nucleo di Valutazione, non soggetto alla disciplina del D. Lgs. n. 150/2009 ed alle delibere della Civit, e vuole farlo passare per l’Organismo indipendente di valutazione. L’OIV è caratterizzato da autonomia e indipendenza rispetto all’organo di indirizzo politico amministrativo e da un processo di selezione molto impegnativo per i requisiti che vengono richiesti agli interessati.
Mi sembra che la Giunta Comunale di Bussolengo non procede a piccoli passi, come afferma il Sindaco, ma è ferma e confusa sull’attuazione del D. Lgs. n. 150/2009 di riforma delle PA.
Avviso pubblico

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domenica 27 marzo 2011

Belfiore: petizione dei cittadini sulla viabilità

Il centro abitato di Belfiore è invaso dal traffico, specialmente pesante, che dalla SR11 e dalla nuova Porcilana muove verso sud, in direzione Ronco, Oppeano, Transpolesana.
Il continuo passaggio di mezzi pesanti sulle strade di Belfiore, chiaramente inadatte a sopportare un traffico così intenso, ha provocato danni (crepe, fessure, continue vibrazioni,ecc) a moltissime abitazioni private di Viale del Lavoro, Via Veneto, Via Montale, Via Marconi, Via Argine Maronari.
“L'amministrazione comunale, ha dichiarato Alessio Albertini, è stata portata a conoscenza del problema, che peraltro già ben conosceva, con due raccolte di firme cui hanno aderito circa 200 cittadini, organizzate dal Comitato di cittadini di cui sono rappresentante”.
“La soluzione al problema esiste, continua Alessio Albertini, con la realizzazione di una strada, una bretellina, già prevista dai piani urbanistici comunali, di appena 1,4 km, che consentirebbe di "bypassare" il centro abitato di Belfiore liberandolo dal traffico pesante, dallo smog, e dalla fonte dei danni alle abitazioni. Tale progetto esiste da anni, e la sua realizzazione viene periodicamente promessa dagli amministratori a tutti i livelli. Tramontata qualche anno fa l'ipotesi che l'opera fosse finanziata dalla Provincia, l'anno scorso sembrava che la bretellina dovesse essere realizzata quale opera compensativa della SITAVE, che attraversa anche il Comune di Belfiore. Così non è stato.
Oggi, all'indomani delle elezioni comunali a Belfiore, Sindaco e Presidente della Provincia vengono a promettere che la bretellina sarà realizzata quale opera compensativa della Mediana provinciale con i tempi lunghi e incerti che la realizzazione dell’opera presenta”.
“Una cosa che voglio sia chiara, conclude Alessio Albertini, è che non pretendiamo l'irrealizzabile, e abbiamo tutto l'interesse perché il problema sia risolto trasversalmente tra le forze politiche. La nostra non è una battaglia schierata. Vogliamo però che il problema sia risolto. Promettere la realizzazione della bretellina come opera compensativa alla mediana è una non risposta. Per questo, già in commissione lunedì, proporremo in via subordinata, la costituzione di un tavolo di concertazione tra i Comuni coinvolti dal problema, per trovare con l'ausilio della Provincia una soluzione condivisa che consenta quanto meno di attenuare i grossi disagi che Belfiore sta subendo”.
“Se davvero il presidente Miozzi e il sindaco di Belfiore Carbognin , dichiara Diego Zardin, avessero qualche buona carta da giocarsi sulla bretellina approverebbero la petizione dei cittadini che il Pd porterà lunedì in commissione provinciale in cui si chiede di dare massima priorità all'opera inserendola nel piano triennale provinciale e l'immediata istituzione di un tavolo tecnico che attui da subito, mediante ordinanza sindacale, una seria regolamentazione del traffico che affligge il centro abitato di Belfiore”.
Non è infatti sufficiente dire che la bretellina, afferma Zardini, potrebbe essere una compensazione della Mediana o in subordine un project abbinato al Sistema delle tangenziali venete (Sitave), ipotesi peraltro già bocciata da Regione e Commissione VIA nazionale.
“Tutte opere queste, se mai realizzate, vedranno la fine solo tra molti anni, come ben sanno sia il presidente della Provincia sia il Sindaco, conclude Zardini. Il Partito Democratico sostiene dunque la linea di concretezza dei comitati di cittadini che chiedono misure immediate, a cominciare dalla regolazione del traffico di attraversamento mediante provvedimenti amministrativi, e farà tutto quanto è in suo potere per ottenere l'inserimento della bretellina nel piano triennale delle opere. L'appuntamento è dunque per lunedì 28 marzo in commissione consiliare a cui parteciperà anche il coordinatore del comitato dei cittadini di Belfiore Alessio Albertini. Il resto appaiono chiacchiere buone solo per l'imminente propaganda elettorale piuttosto che proposte serie di amministrazioni coscienziosi”.
Si spera che l’Amministrazione Provinciale si renda conto della problematica posta dai cittadini di Belfiore e ponga serie condizioni per la risoluzione del problema che ogni giorno diventa sempre più grave.

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giovedì 24 marzo 2011

Opacità alta in Italia ed in Provincia di Verona

Oggi il sistema politico italiano è caratterizzato da una ampia diffidenza nei confronti della classe politica, la quale non riesce o non vuole recuperare il rapporto di fiducia con l’opinione pubblica. L’astensione alle elezioni, la quale rappresenta il primo partito in Italia, è la dimostrazione concreta del pessimo rapporto tra la politica ed i cittadini.
Dopo lo scandalo Enron e la crisi finanziaria mondiale alcuni autori hanno scritto che tra le cause del crollo del sistema finanziario mondiale vi è la mancanza di trasparenza e di onestà nei confronti dell’opinione pubblica.
Farebbero bene gli esponenti politici di centro destra, contrari alla trasparenza e favorevoli strumentalmente alla privacy, a leggere il seguente libro e riflettere sulla importanza della trasparenza negli stati moderni per realizzare un rapporto di fiducia con i cittadini ed evitare i disastri finanziari che si sono verificati negli ultimi tempi:
- Daniel Goleman, Warren Bennis, James o’Toole, Trasparenza verso una nuova economia dell’onesta, Rizzoli, 2009.
La trasparenza nella società odierna, grazie alle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, si impone comunque e non riesce il piano dei sostenitori dell’opacità di coprire comportamenti non ispirati all’onesta.
Tra le cause della bassa crescita del sistema economico italiano vi è l’alto tasso di opacità del sistema economico e normativo. Tale situazione causa un dirottamento degli investimenti esteri dall’Italia molto preziosi per l’Italia per la crisi economica che vive.
Si ricorda il congelamento da parte della maggioranza di centro destra e del Governo del disegno di legge presentato dai senatori Pietro Ichino, Anna Finocchiaro, Enrico Morando ed altri finalizzato alla trasparenza della situazione reddituale e patrimoniale dei titolari di cariche di Governo o elettive, o di cariche direttive di alcuni enti.
Nella provincia di Verona si registra per responsabilità del Pdl e Lega un arresto nel’iter di approvazione del regolamento sulla pubblicazione dei redditi e del patrimonio dei consiglieri. Si privilegia la privacy da contrapporre alla trasparenza, la quale rappresenta un fattore essenziale di innovazione ed onestà affinché i politici si presentino in ogni momento davanti agli elettori in modo chiaro e senza ombre.
Per conoscere cosa è avvenuto alla Provincia di Verona si riporta la dichiarazione di del consigliere Provinciale Lorenzo Dalai.
“Il titolo è complicato e la materia delicata. In ogni caso c'è un obbligo di legge, risalente all'epoca di Tangentopoli, al quale l'Amministrazione Provinciale non ha mai ottemperato, ossia la pubblicazione dei redditi dei componenti il Consiglio Provinciale.
Infatti Antonio Pastorello, appena eletto, quasi due anni fa, Presidente del suddetto Consiglio, si era preso l'impegno, memore dei traccheggiamenti delle precedenti legislature, di far approvare il regolamento in tempi brevi.... ma la manfrina si è ripetuta: il regolamento elaborato dagli uffici era per qualcuno eccessivamente rigoroso, quindi era da emendare, di conseguenza son nate infinite discussioni in Commissione, richieste di salvaguardare la privacy e di mettere al riparo da eventuali eccessi di tipo voyeuristico, che effettivamente potevano essere richieste anche giustificate.
Ma da qui a richiedere la pubblicazione dei soli redditi derivanti dall'incarico pubblico (ovvero i gettoni di presenza) ce ne corre! e sottolineo che l'ammontare dei gettoni di presenza percepiti è comunque un dato pubblico....
Allora, per superare l'impasse, si è delegata una sottocommissione più ristretta, che ha provveduto ad alleviare il rigore del primo regolamento. Veniva in sostanza tolta la parte patrimoniale-finanziaria; si portava quindi la delibera in Consiglio e lì, colpo di scena, il capogruppo del PdL chiede il ritorno della delibera in commissione per un ulteriore riesame.
L'ultima puntata ha visto protagonista il Presidente della Commissione (Lega Nord) che, di fronte ai mugugni di compagni di partito ed alleati, ha deciso di rimandare alla Conferenza dei Capigruppo ogni decisione in merito.
Allora mi sorge un dubbio: ma questi che non vogliono che si dia in pasto al pubblico i loro affari, non lo sapevano che esiste una precisa normativa? e se anche ne fossero stati all'oscuro, mettendosi in lista, per poi venire eletti, devono comunque sottostare agli obblighi di trasparenza che la legge, ma soprattutto i cittadini-elettori, esigono!
I Consiglieri Provinciali del Partito Democratico attendono una definizione a breve della tematica, che, purtroppo, visti gli antefatti, l'attuale maggioranza (PdL e Lega) non intende risolvere, con buona pace di chi chiede alla Politica slanci ideali e trasparenza...”.
I comportamenti e le testimonianze di Berlusconi, ispirati all’apparire e non all’essere, incidono nel modo di essere della società, la quale sta cambiando in peggio in quanto i fattori di successo normali ed onesti vengono man mano sostituiti da fattori effimeri, propagandati ed assunti da una classe politica che pensa solo a se stessa ed all’oggi e non alle prospettive future fondate sulla sincerità e trasparenza del sistema paese.
La via dell'onesta, della sincerità e della trasparenza è semplice per i cittadini onesti mentre quella dell'opacità ed del sommerso richiede impegno costante e crea caos.

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martedì 22 marzo 2011

Quali prospettive per la Spianà di Verona?


Da diverso tempo il circolo PD E. Biagi ha proposto di realizzare un parco in località Spianà, territorio contiguo allo Stadio. Sabato scorso una rappresentanza del circolo con il suo coordinatore, Federico Benini, ha effettuato un sopralluogo scoprendo che parte del territorio è adibito a discarica abusiva e non solo .... con conseguenze negative per i cittadini che abitano nella zona. “La cosa che più colpisce, dichiara Federico Benini, è la trasformazione pratica da parco a discarica in quello che potenzialmente potrebbe essere il polmone verde di Verona, un'area che si estende per il largo da via Albere a via San Marco e per il lungo dallo Stadio fino al ponte della ferrovia di San Massimo”.
Considerate le condizioni gravi in cui versa parte della località Spianà si ritengono necessari i seguenti interventi urgenti:
1) Tutela del territorio con misure immediate tramite la raccolta dei rifiuti, la pulizia e la messa in sicurezza del luogo per impedire il formarsi di nuove discariche incontrollate e il perpetuarsi della situazione rilevata e documentata con filmati e foto;
2) Recupero della località Spianà con la realizzazione di un parco.
La realizzazione del parco impedisce un utilizzo del territorio illegittimo con conseguenze dannose per la popolazione interessata, valorizza i quartieri dello Stadio e di San Massimo e recupera dal punto di vista sociale un territorio lasciato in questi anni all’incuria da parte dell’Amministrazione Comunale.
Video A
Video B

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mercoledì 16 marzo 2011

Eleonora Voltolina: Il nostro tempo è adesso


Un intervento quello di Eleonora che descrive con passione e sentimento la gravità della disoccupazione giovanile e femminile e dello sfruttamento delle nuove generazioni che intendono riappropriarsi del loro futuro.

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venerdì 11 marzo 2011

Sprechi della Regione Veneto

In una conferenza stampa Franco Bonfante, vice presidente del Consiglio Regionale del Veneto, denuncia gli sprechi della Giunta effettuati in due operazioni per un ammontare di circa 42 milioni.
Sui debiti a medio-lungo contratti dalla Regione è stata costruita un’operazione di copertura su tassi che avrebbe dovuto garantire al mutuatario il giusto prezzo del denaro in situazione di ordinaria evoluzione macroeconomica. Purtroppo il difficile scenario economico che si è andato a delineare nell’ultimo triennio, e la conseguente brusca variazione al ribasso dei tassi di riferimento, hanno dato luogo a spese straordinarie a carico della Regione per un importo di 22,7 milioni cosi ripartiti: 5 milioni nel 2009, 9,5 milioni nel 2010 e 8,2 milioni (previsione) nel 2011.
“Zaia persevera nell’errore, dichiara Bonfante, poiché l’operazione è stata prolungata fino al 2036 e, andando avanti così, le perdite complessive nei prossimi 4 anni potranno arrivare anche a 100 milioni di euro. La Giunta Regionale sostiene che negli anni precedenti qualcosa si è guadagnato, ma non ci dice quanto, così da poter fare il confronto; sostiene che la Corte dei Conti nel 2006 ha ritenuta corretta l’operazione: e allora che vuol dire? La correttezza formale è una cosa, la perdita sostanziale è ben altra cosa e da qui si misura la qualità tecnica e politica della scelta”.
Il secondo avvenimento riguarda il rapporto tra la Regione e la società Net Engineering Spa di Monselice.
“Nel 2007 Regione e Net Engineering, dichiara Franco Bonfante, avevano raggiunto un accordo transattivo per 5 milioni di euro, deliberati ma mai pagati dalla Regione, nel 2009 la Regione perde un primo lodo arbitrale e i milioni diventano 11, anche questa volta mai pagati dai geni del governo regionale, fino ad arrivare ai 20 milioni del lodo arbitrale depositato il 23 febbraio 2011 presso la Camera Arbitrale di Roma a favore della società, la quale dagli anni 90 provvede alla progettazione e direzione lavori della Metropolitana di Superficie Veneta”.
Il consigliere regionale si è impegnato a denunciare l’avvenimento alla Corte dei Conti.
Ricorda Franco Bonfante che “il 1° stralcio della SFMR iniziato negli anni ’90 non è ancora completato e la realizzazione della rete che riguarda Verona è prevista parte al termine della 2^ fase e parte nella 4^ fase: fatti i conti in modo ottimistico e considerato che il Veneto ha esaurito la possibilità di assumere prestiti (altra grande prova di intelligente programmazione) si può ipotizzare al 2050 il raggiungimento dell’obiettivo di treni rapidi, puliti, puntuali e sicuri nel veronese”.
Bisognerebbe svolgere un’indagine nella Regione Veneto ed identificare gli sprechi e le spese inutili. Si pensi a tutte le società costituite dalla Regione.

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mercoledì 9 marzo 2011

8 Marzo a Verona



Una grande manifestazione dedicata alle donne nell'incantevole piazza Bra di Verona.

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Federico Testa interviene sui prezzi dei carburanti

La crisi libica e la speculazione internazionale hanno spinto all’insù il prezzo del petrolio. In Italia di conseguenza è aumentato il prezzo dei carburanti e l’inflazione. Il Governo non è intervenuto con misure utili a favore dei consumatori.
“I prezzi della benzina e del diesel, ha dichiarato Federico Testa esperto di nergia e deputato del Partito Democratico, stanno superando le soglie storiche medie di 1,6 e 1,5 euro al litro. I prezzi alla pompa non sono però tutti uguali e i cittadini possono scegliere prezzi anche più bassi di 10 centesimi al litro rispetto alla media. Per aiutare i cittadini a trovare i prezzi migliori nella zona dove si trovano quando fanno rifornimento, il Parlamento nell’estate del 2009 decise la pubblicazione dei prezzi di tutti i carburanti di tutte le stazioni di servizio italiane sul sito del Ministero dello sviluppo economico”.
“Analoghi sistemi di pubblicizzazione dei prezzi dei carburanti, continua Testa, sono diffusi in tutto il mondo grazie alle tecnologie di trasmissione dei dati ora disponibili, che permettono la trattazione di centinaia di migliaia di informazioni al giorno. Nonostante ciò a distanza di circa 20 mesi sul sito del ministero sono disponibili solo parzialmente (o self service o servito) i prezzi di circa 320 stazioni di servizio sulle 22.900 in funzione. I pochissimi dati disponibili si riferiscono alla sola rete autostradale e non è previsto alcun calendario per l’estensione del servizio alla restante rete stradale nazionale”.
Qui il resto del post“La diffusione delle stazioni di servizio indipendenti (no-logo), conclude Federico Testa, che praticano prezzi considerevolmente più bassi di quelli delle compagnie storiche, ha indotto queste ultime a ribassi in molte zone del Paese, soprattutto nel Nord del Paese ma il processo si sta estendendo anche al Centro. Questa situazione, illustrata dall’Autorità Antitrust in un recente intervento al Senato, aumenta molto la possibilità per gli automobilisti di trovare condizioni più convenienti”.
L’on. Federico Testa del Partito Democratico ha presentato un’interrogazione parlamentare urgente al Ministro dello sviluppo economico Paolo Romani per sapere “il motivo di questo gravissimo ritardo che vanifica l’impegno del Parlamento a tutela dei consumatori e per conoscere cosa intende fare per dare attuazione alla legge.
Si riporta l’interrogazione integrale presentata dall’on. Federico Testa.
Al Ministro per lo sviluppo economico
Per sapere – premesso che:
la situazione geopolitica e le note disfunzioni del mercato italiano dei carburanti stanno determinando ulteriori aumenti dei prezzi, già cresciuti dell’11 per cento nel corso del 2010, che suscitano un significativo aumento di costo della vita per i cittadini e per l’attività delle impresene un allarme per gli effetti inflazionistici;
secondo quanto denunciato dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato lo scorso 23 febbraio nel corso dell’audizione presso la Commissione straordinaria per la verifica dell’andamento generale dei prezzi al consumo del Senato della Repubblica, in molte aree del Paese i consumatori possono sempre trovare un ventaglio di prezzi molto diversificato dovuto alla necessità delle compagnie petrolifere di reagire alla concorrenza dei distributori non appartenenti a nessuna compagnia che nell’ultimo trimestre del 2010 hanno praticato prezzi inferiori tra i 4 e i 10 centesimi di euro/litro;
i consumatori italiani stanno progressivamente aumentando la propensione alla ricerca sul territorio delle migliori opportunità, come testimoniato proprio dallo sviluppo dei distributori indipendenti no-logo che hanno raddoppiato la propria presenza negli ultimi 4 anni e si avvicinano ad una quota del 10 per cento del mercato;
intuendo tale sviluppo il Parlamento, per favorire la più ampia diffusione delle informazioni sui prezzi dei carburanti per autotrazione praticati da ogni singolo impianto sull’intero territorio nazionale a fini di confronto concorrenziale (come già da anni in moltissimi Paesi tra i quali quelli europei confrontabili con l’Italia e gli Stati Uniti), con l'articolo 51 della legge 23 luglio 2009, n. 99, stabilì l’obbligo per chiunque eserciti l’attività di vendita al pubblico di carburante per autotrazione per uso civile di comunicare al Ministero dello sviluppo economico i prezzi praticati per ogni tipologia di carburante per autotrazione commercializzato;
il citato articolo prevedeva che il Ministro dello sviluppo economico, con proprio decreto, avrebbe dovuto individuare, secondo criteri di gradualità e sostenibilità, le decorrenze di tale obbligo per la pubblicazione dei prezzi sul sito internet del Ministero medesimo ovvero anche attraverso altri strumenti di comunicazione atti a favorire la più ampia diffusione di tali informazioni presso i consumatori;
ad oggi, a distanza di oltre 20 mesi dalla approvazione della legge, dei 22.900 distributori censiti dall’Unione Petrolifera ne risultano collegati solo 282 relativi alla rete autostradale e la pubblicazione riguarda solo uno dei prezzi della modalità servito o self service, che impedisce il confronto esaustivo tra gli impianti di distribuzione;
l'applicazione iniziale alla sola rete autostradale (rinviando l'inclusione alla rete stradale a successivi decreti), la distinzione tra modalità di erogazione del servizio tra self service e servito e la limitazione dell’obbligo di pubblicazione solo ad uno dei due prezzi sono stati introdotti dal decreto 15 ottobre 2010 del Ministro dello Sviluppo Economico, adottato otto mesi oltre la scadenza del termine previsto dalla legge;
le limitazioni introdotte dal decreto 15 ottobre 2010 non erano previste dalla legge n. 99/2009 che, pertanto, attua solo parzialmente e in modo distorto tale legge;
peraltro, l'obbligo era già in vigore per tali soggetti ed attuato almeno dalla società Autostrade per l’Italia, agli effetti dell’art. 2 del decreto-legge 31 gennaio 2007, convertito con modificazioni nella legge 2 aprile 2007, n. 40;
sono sempre più diffusi e disponibili a livello nazionale e mondiale una pluralità di strumenti per la raccolta, diffusione e pubblicizzazione di dati del tipo di quelli relativi ai prezzi dei carburanti anche nell’ordine di svariate centinaia di migliaia al giorno;
il volume di dati in questione dovrebbe essere di soli 90.000 giornalieri, relativi ad una media di comunicazione da parte delle 22.900 stazioni di servizio di 4 prezzi sul totale possibile di otto: benzina servito e self; diesel servito e self; diesel speciale servito e self; gpl; gas naturale;
nessuna scadenza o altra indicazione è prevista del decreto attuativo 15 ottobre 2010 per l’attuazione della norma in riferimento ai distributori siti sulla restante rete stradale nazionale, configurando di fatto un rinvio sine die della disponibilità della totalità dei prezzi a favore dei consumatori e uno svuotamento della volontà del Parlamento -:
quali siano le ragioni della scelta di limitare la trasmissione dei prezzi ad una sola delle modalità servito o self service;
se non ritenga gravemente lesivo dei diritti dei consumatori il ritardo dell’attuazione di quanto previsto dall’art. 51 della citata legge n. 99/09;
quali provvedimenti intenda adottare per l’attuazione completa e definitiva dell’obbligo di raccolta, trasmissione e diffusione di dati di prezzo di tutti gli impianti e i prodotti per renderli immediatamente disponibili ai consumatori.

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lunedì 7 marzo 2011

Stefano Ceschi continua la battaglia a Bussolengo

Il Sindaco di Bussolengo ha risposto all’interrogazione del consigliere comunale del Partito Democratico, Stefano Ceschi, affermando che i criteri generali sono stati deliberati dal Consiglio Comunale nel lontano 1997. Il Sindaco non tiene conto strumentalmente dei seguenti aspetti:
- Politico. Il comportamento del Sindaco e della Giunta chiude tutti gli spazi di confronto sull’attuazione della riforma della PA. Facendo cosi tutte le responsabilità ricadono interamente su tali organi;
- Giuridico. I criteri generali di cui alla delibera del 1997 si riferiscono esclusivamente alla normativa in vigore all’epoca e, pertanto, vanno modificati per adeguarli al D. Lgs. n. 150/2009 che ha rivoluzionato il precedente assetto normativo.
Inoltre, Stefano Ceschi ha posto particolare attenzione sulla conferma del Nucleo di Valutazione che non rispetta l’indipendenza e l’autonomia ed il processo di selezione dei membri previsti per l’Organismo indipendente di valutazione.
Si riporta l’interrogazione integrale di Stefano Ceschi.
In riferimento alla mia precedente interpellanza sul tema e presa visione della Vostra risposta sono a ribadire che i criteri generali che il Consiglio Comunale doveva approvare si riferiscono ai principi del D. Lgs. n. 150/2009 e precisamente alle disposizioni richiamati dall' art 16, comma 2 (artt. 3, 4, 5, comma 2, 7, 9 e 15, comma1) e dall’art. 31, comma 1 (artt. 17, comma 2, 18, 23, commi 1 e 2, 24, commi 1 e 2, 25, 26, 27, comma 1) e che non potevano essere contemplati dal provvedimento n. 154 del 23.12.1997 in quanto antecedente al D. Lgs. n. 150/2009.
Il semplice adeguamento di cui parla il Sindaco riferendosi alle delibere n. 163 del 2/12/2010 e n. 183 del 23/12/2010 introduce principi ai quali l'Amministrazione Comunale deve adeguarsi stabiliti dal D. Lgs. n. 150/2009 e non dalla delibera n. 154 del 23/12/1997, la quale essendo stata approvata in data precedente al D. Lgs. n. 150/2009 non poteva stabilire i criteri generali di attuazione della riforma della PA.
Delibera n. 163 del 2/12/2010Con la delibera n. 163 del 2/12/2010 la Giunta Comunale all'art. 27 modificato del Regolamento afferma che il Nucleo di valutazione "assume il ruolo e persegue le finalità dell'Organismo Indipendente di Valutazione, ai sensi dei principi enunciati dagli artt. 7 e 14 del D. Lgs. n. 150/2009". Inoltre l'art 28, comma 2 "Attribuzioni" modificato del Regolamento elenca le attività che il D. Lgs. n. 150/2009 attribuisce all'Organismo indipendente di valutazione, stabiliti dall'art. 14, comma 4, da assegnare al Nucleo di Valutazione.
L'art. 28, comma 2, recita "In particolare il Nucleo svolge le seguenti attività ......." e sono elencate le attività esercitate dall'Organismo Indipendente di Valutazione.
Tale modifiche dimostrano chiaramente che sono stati introdotti i principi del D. Lgs. n. 150/2009 nel Regolamento che non potevano essere previsti dalla delibera n. 154 del 1997.
Delibera n. 183 del 23/12/2010Con la delibera n. 183 del 23/12/2010 la Giunta Comunale adotta lo stesso artificio in quanto introduce dei principi nel Regolamento previsti dal D. Lgs. n. 150/2009. Gli strumenti manageriali introdotti dalla Giunta Comunale nel Regolamento Comunale e disposti dal D. Lgs. n. 150/2009 sono:
- il ciclo di gestione della performance ( art. 4 del D. Lgs. n. 150/2009) ed il piano della performance (art. 10 del D. Lgs. n. 150/2009) con l'art. 40/ter del Regolamento;
- il sistema di valutazione (art. 7 del D. Lgs. n. 150/2009) con l'40 quinquies del Regolamento;
- la valutazione delle prestazioni (art. 40 quater lettera d) del regolamento comunale) del personale e dei responsabili dei servizi fa esplicito riferimento agli strumenti ed alle metodologie dell' art. 7 del D. Lgs. n. 150/2009
- la trasparenza (art 11 del D. Lgs. n. 150/2009) con l'art 40/septies.
Quanto descritto prima dimostra che la Giunta Comunale non ha introdotto modifiche nel Regolamento degli Uffici e dei Servizi richiamandosi esclusivamente ai principi generali stabiliti dal Consiglio Comunale con deliberazione n. 154 del 23/12/1997 in quanto tale delibera è antecedente al D. Lgs n. 150/2009.
I principi e gli strumenti introdotti nel Regolamento Comunale fanno riferimento alle disposizioni del D. Lgs n. 150/2009 e, pertanto, spettava al Consiglio Comunale approvare i criteri generali di adeguamento del Regolamento Comunale ai contenuti delle disposizioni contenute dal Decreto. Le deliberazioni della Giunta Comunale sono viziate in quanto non hanno rispettano l'art 42, comma 2, lettera a) del D. Lgs n. 267/2000 che attribuisce al Consiglio Comunale l'approvazione dei criteri generali in materia di ordinamento degli uffici e dei servizi.
1) Per le motivazioni addotte si richiede al Sindaco di convocare il Consiglio Comunale al fine di adeguare l'ordinamento comunale ai principi del D. Lgs. n. 150/2009.
Nucleo di valutazione
Entrando nel merito della delibera n. 163 del 2/12/2010 si osserva che la Giunta Comunale ha stabilito di confermare il Nucleo di valutazione, presieduto dal Segretario generale, e di attribuire ad esso le attività dell'Organismo indipendente di valutazione. Si fa presente che il nucleo di valutazione è stato introdotto negli anni '90 in condizioni organizzative ed ambientali legate a quel periodo e ad esso è stato stabilito un ruolo ed assegnate delle competenze rapportare a quel momento storico. Il tentativo della Giunta Comunale di confermare il Nucleo di Valutazione e nello stesso tempo di adeguarne le competenze non corrisponde al disegno organizzativo della Riforma delle PA in quanto non tiene conto del fatto che il nuovo organismo, stabilito dal D. Lgs. n. 150/2009, è un organo autonomo ed indipendente che svolge le attività del Nucleo di Valutazione e quelle stabilite dal Decreto. Sarebbe stato più semplice istituire l'Organismo indipendente di valutazione. Invece la Giunta Comunale conferma il Nucleo per evitare, sembrerebbe, di ricorrere a processi di selezione con requisiti elevati per i membri dell'Organismo indipendente di valutazione (delibera n. 4/2010 della Civit) e per avere un organismo che così facendo potrebbe risultare schiacciato sulle decisioni della Giunta Comunale e non indipendente ed autonomo così come stabilito dal D. Lgs. n. 150/2009 e dalle delibere della Civit. Questo è confermato dalla decisione della Giunta di far presiedere il Nucleo di Valutazione dal Segretario Generale cosa che non si sarebbe potuta realizzare con l'Organismo indipendente di valutazione.
2) Si chiede pertanto che in sede di Consiglio Comunale venga valutata tale scelta al fine di non sacrificare i contenuti della riforma della PA per interessi locali e di respiro non strategico. Sono a chiedere al Sindaco di rispondere ai punti 1 e 2 e di mettere a conoscenza il Consiglio Comunale delle decisioni prese in merito.
Si chiede risposta scritta.

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8 MARZO: se non ora quando

Articolo di Irene Tinagli pubblicato su la Stampa del 6 marzo 2011
Per quest’anno si prevede un 8 Marzo meno stucchevole e più pragmatico del solito. Un otto marzo che vede rianimato un dibattito sul ruolo della donna nella società che si era un po’ affievolito negli anni scorsi, e che comincia a ragionare in termini di azioni concrete, in Italia e altrove. Per una serie di coincidenze, infatti, nelle ultime settimane il dibattito sull’emancipazione femminile si è riacceso non solo a casa nostra (a seguito della manifestazione del 13 Febbraio e delle legge sulle quote rosa nei consigli di amministrazione che sta per essere approvata in Parlamento), ma anche in molti Paesi esteri.
Negli Stati Uniti, grazie anche ad un rapporto commissionato dall’amministrazione Obama da cui emerge un consistente divario salariale tra donne e uomini, si è riaperto il dibattito sul Paycheck Fairness Act, una legge che potenzierebbe gli strumenti per combattere il gap salariale e che, approvata da tempo dalla House of Representatives, attende ora l’approvazione al Senato.
In Inghilterra Lord Davies, ex banchiere ed ex ministro per il Commercio e gli Investimenti, ha recentemente riaperto la questione femminile dichiarando che le società quotate a Londra dovrebbero raddoppiare entro il 2015 la presenza femminile nei loro consigli di amministrazione, passando dall’attuale 12.5% ad almeno il 25%. E in Germania la Merkel, di fronte al continuo ritardo del mondo finanziario ed imprenditoriale tedesco (solo il 2.2% dei consigli di amministrazione delle prime 30 aziende quotate in borsa è rappresentato da donne), ha minacciato di introdurre quote rosa del 40% per tutte le aziende più grandi, scatenando un putiferio.
Una presa di posizione che ricalca quella della Commissaria Europea Viviane Reding che poche settimane fa a Davos ha lanciato la proposta di applicare quote rosa ai consigli di amministrazione delle maggiori 500 imprese europee. D’altronde sono già numerosi i Paesi Europei che hanno adottato misure simili (Norvegia, Spagna, Islanda, e, da poco, Francia). E, nonostante le perplessità e le polemiche iniziali, la loro introduzione si è rivelata molto efficace. In Norvegia la quota di donne nei consigli di amministrazione è passata dal 25% del 2004 al 42% del 2009, e in Spagna dal 4% del 2006 al 10% del 2010. E non sembra aver danneggiato in alcun modo le imprese (d’altronde creare delle soglie minime di presenza non impedisce di sollevare da un incarico e sostituire una donna che non si dimostri all’altezza).
Anche numerosi esperti ed economisti, che in passato avevano sollevato riserve verso qualsiasi tipo di restrizione alle scelte «libere» del mercato, si stanno ricredendo dopo aver osservato che l’esclusione delle donne da posizioni di responsabilità non è legata a differenze nella distribuzione del «talento» nella popolazione femminile, ma ad aspettative pregiudiziali del datore di lavoro sulla loro futura disponibilità di tempo e dedizione.
Questi «pregiudizi» non solo precludono opportunità di crescita alle donne, ma ne demotivano l’impegno e le spingono indirettamente a lavorare di meno, alimentando quindi un circolo vizioso di inefficienze individuali e collettive. E’ noto infatti che un più elevato tasso di attività femminile si traduce in maggior stabilità economica delle famiglie e maggior crescita economica per il Paese. Non solo, ma come dimostra uno studio della società di consulenza McKinsey, le aziende con più donne nei consigli di amministrazione hanno una migliore gestione del rischio, più efficaci attività di controllo e, in media, un reddito operativo che supera del 56% quello delle aziende con consigli di amministrazione solo maschili.
Ecco, questo è il contesto in cui si celebra questo 8 marzo 2011. Un dibattito i cui contorni ideologici si sono forse un po’ indeboliti, ma in cui si sono inseriti elementi molto concreti, con contributi di esperti, economisti, ragionando su azioni politiche e disegni di legge. Un approccio che certo non può sostituirsi al lavoro profondo e culturale che ogni individuo, famiglia e associazione civile dovrà condurre in seno alla società per combattere quotidianamente stereotipi e ingiustizie, ma che rappresenta comunque un passo avanti per le donne e per la crescita del Paese.
Un passo avanti perché chiama in causa non solo la buona volontà dei singoli, ma l’impegno delle politiche pubbliche, il cui compito è quello di generare opportunità di crescita per i propri cittadini e rimuovere ogni ostacolo basato su pregiudizi e discriminazioni. In fondo, pensare a delle politiche che diano alle donne opportunità di realizzazione che non passino necessariamente ed esclusivamente attraverso il matrimonio o la maternità, ma anche attraverso la propria ambizione personale ed il proprio lavoro è una questione che va oltre il concetto di femminismo e o di efficienza economica, è questione di civiltà.

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domenica 6 marzo 2011

Marco Follini a Verona per il Circolo PD E. Biagi

Nel momento in cui si registra un distacco tra i cittadini e la politica il Partito Democratico di Verona con il circolo E. Biagi inaugura la sede.
L’inaugurazione della sede, alla quale parteciperà il senatore Marco Follini, si svolgerà il giorno 12 marzo alle ore 11,00 in via Zantedeschi 2°, dove si terrà un rinfresco. Seguirà il pranzo che si terrà alle ore 12,30 presso l’Istituto Salesiano San Zeno in via don Minzoni, 50. Gli iscritti e gli elettori sono invitati a partecipare all’evento.
L’apertura della sede del Circolo PD E. Biagi pone diversi interrogativi. Come verrà utilizzata la sede? Quali attività verranno svolte? Come coinvolgere le persone che abitano nel quartiere? Certamente non può essere utilizzata solo ed esclusivamente per le riunioni degli organi del circolo. Occorre andare oltre e creare una comunità di persone che si impegna nella politica, guarda con interesse i problemi del quartiere, prospetta soluzioni e s’interessa della crescita democratica ed etica delle persone.
“La sede per un circolo, afferma Federico Benini – segretario del circolo-, è come la casa per una famiglia. Deve essere quella dimensione dove ognuno sa di essere un elemento importante, se non indispensabile. Possiamo dire che la sede è una forma di responsabilità economica e sociale. E’ quel segno di appartenenza innato in noi, che ci fa sentire parte di qualcosa e che ci spinge ancora di più al raggiungimento del nostro fine: il bene comune”.
“La sede deve diventare, continua Federico, un punto di riferimento e di aggregazione per tutto il quartiere. L’obiettivo è la trasversalità degli utenti. Dovrà interessare giovani e meno giovani, amanti delle carte e dei computer, i fun dei prodotti biologici e quelli del bar. L’utilizzo della sede dovrà puntare sulla diversificazione. Le “categorie” precedenti non sono state citate a caso. Stiamo iniziando ad organizzare delle attività per far diventare il circolo, un punto di riferimento per tutta la circoscrizione. Prima fra tutti l’organizzazione di un gruppo di acquisto solidale di prodotti biologici. A breve dovrebbe partire anche un corso di informatica. Contiamo entro l’anno di toccare tutti i punti sopra segnalati. Ma non bisogna dimenticare che la sede è la sede di un partito, pertanto a breve verrà aperta 3 mattine la settimana e verrà offerto un servizio di info point su tutto quello che sta accadendo nel nostro quartiere. Vogliamo che le persone si fermino, ci indichino i loro problemi, noi saremo lì per cercare di risolverli”.
“Se la sede è come la famiglia, conclude Federico, l’inaugurazione è un po’ come il matrimonio, tra la sede fisica e gli iscritti del circolo, che contribuiscono economicamente alla sua esistenza. Non voglio certo nascondere che l’inaugurazione è un momento mediatico, ma è fondamentale per iniziare a far conoscere ad una platea ampia la nostra esistenza fisica sul territorio. Il Senatore Marco Follini verrà ad inaugurare la sede. Non dimentichiamoci che lo sforzo economico della sede lo abbiamo potuto fare grazie alla prima festa democratica dello scorso settembre in Borgo Nuovo, a cui ha partecipato sempre il Senatore Follini; e poi se la scorsa festa ci è andata bene, chissà se il Senatore ci porterà fortuna anche con questa nuova scommessa!”
Costruire una comunità che si riconosca nei valori della solidarietà e dell'eguaglianza che devono guidare l'azione politica e rinneghi quegli elementi (invidia, intolleranza, rancori, disuguaglianze) descritti molto bene da Marco Revelli nel libro Poveri, noi, Einaudi 2010.
Si segnala l’incontro con Marco Revelli che si svolgerà a Verona in Corte Molon, via della Diga 17, il giorno 11 marzo alle ore 20,30.
Discute con l'autore Roberto Fasoli, consigliere regionale del Partito Democratico. L’incontro è introdotto da Vincenzo D’Arienzo, segretario provinciale del PD di Verona.

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venerdì 4 marzo 2011

Bilancio del Veneto approvato con problemi rinviati

Nella seduta finale del 2 marzo durata oltre 30 ore ininterrotte si è arrivati all’approvazione del bilancio preventivo regionale per il 2011 che era arrivato in aula consigliare il 1 febbraio scorso.
Franco Bonfante e Roberto Fasoli, consiglieri regionali, hanno sottolineato in una conferenza stampa i limiti del Bilancio 2011 rispetto ai problemi del Veneto che rimangono senza soluzione.
Battuti tutti i record negativi per ritardo nell’approvazione, per numero di sedute necessarie e durata della discussione. Ciò perché si trattava di un bilancio molto difficile con pesantissimi tagli, che la Giunta ha predisposto con colpevole ritardo e ha presentato senza corredarlo da una definizione di linee strategiche per il futuro della nostra regione.
Fin dall’inizio il PD ha indicato le proprie valutazioni pesantemente critiche ed evidenziato le priorità alle quali vincolare gli interventi di modifica dell’impianto proposto giudicato molto negativamente. Si trattava, lo ricordiamo dei temi del lavoro e dello sviluppo, della spesa sociosanitaria, della tutela del territorio, della formazione e del diritto allo studio, del trasporto pubblico locale.
Su questi temi- lo sottolineano i consiglieri regionali Franco Bonfante e Roberto Fasoli - il gruppo consigliare del PD ha presentato emendamenti e proposte di merito impegnando la maggioranza in una lunghissima discussione ottenere qualche risultato che almeno limitasse le pesantissime conseguenze che la proposta di bilancio avrebbe comportato per i cittadini veneti se fosse stata approvata senza alcuna modifica.
A conclusione della lunghissima maratona consigliare il risultato ottenuto presenta luci ed ombre.
Tra gli aspetti positivi va messo il fatto di essere riusciti a recuperare in modo significativo sul versante della spesa socio sanitaria, recuperando, rispetto ai pesantissimi tagli, 53 milioni in più alla voce “Fondo regionale per la non autosufficienza” e 17 milioni in più al “Fondo regionale per le politiche sociali”. Qualcosa si recupera anche per le politiche del lavoro (+3,5 milioni di cui 3 per il sostegno al reddito e all’occupazione e 500.000 euro per finanziare la legge sulla partecipazione dei lavoratori approvata nella scorsa legislatura su iniziativa del PD con Bonfante primo firmatario).
Qualche risultato si ottiene per la gestione e la manutenzione ordinaria degli impianti di bonifica ( +3 milioni di euro), per gli interventi di difesa del suolo e dei bacini (+7,2 milioni) e sull’informazione, la promozione e la qualità del turismo ( +4,1 milioni di euro). Sulla formazione professionale vengono recuperati 4 milioni per i centri gestiti dalle amministrazioni provinciali che erano state lasciate senza un euro e 3,9 milioni per il diritto allo studio, recuperando almeno in parte i contributi per i libri di testo, il sostegno all’inserimento scolastico degli alunni disabili, i finanziamenti per i progetti finalizzati agli allievi con disturbi specifici dell’apprendimento. Risultati importanti che non recuperano però del tutto i tagli molto pesanti.
Dove le cose sono rimaste lontane, molto lontane, dall’obbiettivo è nel trasporto pubblico locale dove nonostante i 44 milioni recuperati e i 4,7 per il trasporto su rotaia e SFMR, siamo ancora in una condizione di insufficienza grave delle risorse che, se non verrà colmata al più presto con nuovi contributi dello stato o in sede di bilancio regionale di assestamento,. è destinata a creare gravissimi disagi al settore con ripercussioni pesanti sulla mobilità pubblica e sull’inquinamento delle nostre città visto che finirà per crescere l’utilizzo dei mezzi privati.
Su questo la Giunta si è mostrata indisponibile e incapace di accogliere le proposte dell’opposizione e delle organizzazioni sindacali del settore che, unitariamente, hanno condotto una straordinaria e civile mobilitazione a sostegno delle sacrosante ragioni dei lavoratori del settore e del futuro del servizio pubblico di trasporto.
Un giudizio positivo va dato ai risultati ottenuti dall’opposizione per regolamentare seriamente il piano straordinario di vendita degli alloggi pubblici, per il riordino degli enti strumentali e delle società della Regione, per l’alienazione degli immobili non necessari o inutilizzati di proprietà della Regione, per la definizione di due importanti fondi di rotazione, uno per la spesa sociale e uno per il turismo che sono stati resi possibili dal lavoro serio e costruttivo delle opposizioni e del gruppo del PD in particolare. L’azione dell’opposizione ha scongiurato inoltre l’introduzione di deroghe nel settore dell’escavazione, che da quasi trenta anni aspetta il piano regionale, e nel settore dei campeggi evitando nuove costruzioni in deroga delle leggi vigenti.
Per quanto riguarda i temi di interesse della nostra provincia il dibattito non ha permesso l’approvazione degli emendamenti relativi alla questione delle tangenziali a pagamento. L’emendamento contro il raddoppio della potenzialità di Ca’ del Bue è stato bocciato e così quelli sulla riconversione dell’ospedale di Nogara e sul finanziamento del progetto della statale 12 (l’assessore ha però assicurato un percorso con tempi certi per la redazione del progetto definitivo).
I consiglieri veronesi della Lega e del Popolo della libertà non li hanno sostenuti schierandosi con la Giunta regionale senza onorare gli impegni presi a parole in provincia di Verona.
I consiglieri Bonfante e Fasoli, nel presentare questo bilancio del lavoro svolto, saranno impegnati nei prossimi giorni sul territorio per informare meglio i cittadini e proseguiranno il lavoro in aula per ottener quanto non è stato possibile in questa occasione.

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Valutare il valore per i cittadini


Intervento di Antonino Leone in occasione dell'incontro organizzato dal circolo PD di San Giovanni Lupatoto sul tema "Il Veneto rischia la bancarotta". 

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giovedì 3 marzo 2011

Milleproroghe a favore di Filippo Patroni Griffi

La nuova disposizione consente ai membri della Civit che sono anche dipendenti pubblici di restare in ruolo e svolgere contemporaneamente le due funzioni
Comma 12-decies inserito dalla legge di conversione nell’articolo 2 del decreto-legge 29 dicembre 2010 n. 225
“Al fine di garantire, senza pregiudizio per le amministrazioni di provenienza, la prosecuzione della attività di cui all’articolo 13 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, al comma 3, ultimo periodo, del medesimo articolo 13, dopo le parole: “sono collocati fuori ruolo” sono inserite le seguenti: “, se ne fanno richiesta.” La facoltà di essere collocati fuori ruolo, su richiesta, prevista dall’articolo 13, comma 3, ultimo periodo, del citato decreto legislativo n. 150 del 2009, come modificato ai sensi del presente comma, si applica anche ai componenti in carica alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto che continuano a operare fino al termine del mandato.”
TRADUZIONE IN ITALIANO
Qui il resto del postLe “attività di cui all’articolo 13 del d.lgs. n. 150/2009″ sono le funzioni della Civit, cioè della Commissione per la Valutazione, l’Integrità e la Trasparenza, istituita dalla legge Brunetta come chiave di volta del nuovo sistema della valutazione indipendente delle amministrazioni pubbliche. L’idea originaria, che si esprimeva nella formulazione dell’articolo 13 in vigore fino a ieri, era che i cinque membri si dedicassero al lavoro della Commissione a tempo pieno: per questo la norma disponeva che, “se dipendenti della pubblica amministrazione o magistrati in attività di servizio”, essi venissero “collocati fuori ruolo” o “in aspettativa senza assegni” automaticamente. Ora, invece, il Governo ha ritenuto opportuno consentire che i membri della Civit dipendenti da amministrazioni pubbliche possano optare per rimanere in ruolo, riducendo evidentemente il proprio impegno per la Civit a un tempo parziale.
Questa innovazione riguarda oggi soltanto uno dei membri della Commissione, il dott. Filippo Patroni Griffi (perché il presidente Antonio Martone, già magistrato di Cassazione, è ora pensionato; mentre Luciano Hinna e Luisa Torchia, professori universitari, erano e restano nella posizione del docente in aspettativa senza assegni, senza possibilità di opzione per il cumulo delle due attività). Nel caso specifico il dott. Patroni Griffi godeva già, in base alla disciplina previgente, del cumulo dei due trattamenti economici: in questo caso, dunque, il beneficio per l’interessato recato dalla nuova norma non è di carattere economico. Ma la nuova norma disattende l’intendimento originario, nel senso dell’impegno a tempo pieno per i membri della Commissione: in futuro il cumulo di attività - oltre che di trattamenti economici - diverse potrà riguardare anche un numero maggiore di commissari. Per altro verso, la nuova norma non corrisponde a equità, dal momento che al minore impegno nella funzione propria della Civit non corrisponde una riduzione del relativo compenso.
Va osservato, infine, che l’incompatibilità sancita dal testo originario della legge aveva anche la funzione di garantire l’indipendenza della Civit: un commissario non può avere, verso l’amministrazione presso cui continua a svolgere la propria attività, la stessa indipendenza e libertà d’azione che avrebbe se invece quell’attività fosse interrotta.

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mercoledì 2 marzo 2011

Riforma PA a Villafranca di Verona

I consiglieri comunali di Villafranca Graziano Tovo e Paolo Martari del Partito Democratico, Alessandro Dal Maso e Luciano Zanolli della Lista Cittadini per Zanolli e Renzo Piazzi della Lista Dossobuono Insieme hanno presentato al Sindaco di Villafranca, Mario Faccioli, una interrogazione riguardante l’attuazione della riforma della PA e la nomina dell’Organismo indipendente di valutazione. La Giunta ha deliberato in tale materia non rispettando le prerogative del consiglio comunale in materia e le disposizioni della CiVIT.
Si riporta in modo integrale l’interrogazione.
“Al Sindaco del Comune di Villafranca Mario Faccioli
Al Presidente del Consiglio Comunale Maurizio Facincani
Quasi tutti i comuni hanno proceduto all’adeguamento del Regolamento degli uffici e dei servizi al D. Lgs. n. 150/2009 nel rispetto della normativa vigente e seguendo il seguente iter procedurale:
1) Deliberazione del Consiglio Comunale dei criteri generali in materia di Regolamento comunale per adeguarlo alle disposizioni del D. Lgs. 150/2009 ai sensi l'art. 42, comma 2, lettera a) del D. LGS. n. 267/2000 che recita “Il consiglio ha competenza limitatamente ai seguenti atti fondamentali: a) statuti dell'ente e delle aziende speciali, regolamenti salva l'ipotesi di cui all'articolo 48 comma 3, criteri generali in materia di ordinamento degli uffici e dei servizi”;
2) Deliberazione della Giunta di integrazione e modifica del Regolamento Comunale al fine di adeguarlo ai principi ed alle disposizioni del D. Lgs. n. 150/2009 ai sensi l'art. 48, comma 3, del citato decreto n. 267/2000 che recita “E', altresì, di competenza della giunta l'adozione dei regolamenti sull'ordinamento degli uffici e dei servizi, nel rispetto dei criteri generali stabiliti dal consiglio”.
L’Amministrazione Comunale non ha seguito l’iter procedurale descritto ed ha approvato la deliberazione n. 201 del 26 novembre 2010, avente per oggetto “Personale. Regolamento dell'organismo indipendente di valutazione - Integrazione del regolamento sull'ordinamento degli uffici e dei servizi - Attivazione del procedimento di nomina e costituzione dell'organismo - Determinazione del gettone di presenza”.
Tale deliberazione della Giunta ha sollevato diversi problemi:
1) Competenze
La Giunta non ha tenuto in considerazione le competenze del Consiglio Comunale stabilite dall'art. 42, comma 2, lettera a) del D. LGS. n. 267/2000. Infatti il Consiglio Comunale non ha ancora deliberato i criteri generali di adeguamento del Regolamento degli uffici e dei servizi al D. Lgs. n. 150/2009. L’istituzione dell’OIV, il regolamento dell’Oiv e l’integrazione del regolamento dei servizi e degli uffici spettano alla Giunta (art. 48, comma 3, del D. Lgs n. 267/2000) dopo l’approvazione da parte del Consiglio Comunale dei criteri generali.
2) Requisiti dei componenti dell’Oiv
I Comuni a differenza degli altri enti territoriali sono liberi di istituire o meno l’Organismo indipendente di valutazione tuttavia una volta che viene istituito l’Ente è chiamato a rispettare le disposizioni del D. Lgs. n. 150/2009 e delle delibere della Civit. La Giunta nello stabilire i requisiti dei membri dell’Oiv non si è attenuta alla circolare n. 4 del 16 febbraio 2010 e n. 121 del 9 dicembre 2010 della Civit ed ha stabilito dei requisiti insufficienti rispetto a quelli stabiliti dalla Civit con le suddette circolari.
La deliberazione della Giunta recita: “Ai componenti dell’O.I.V. sono richieste documentate competenze, capacità intellettuali, manageriali, relazionali ed esperienza nei sistemi di valutazione e controllo.
I componenti devono in ogni caso possedere diploma di laurea specialistica o di laurea quadriennale conseguita nel precedente ordinamento degli studi e una esperienza professionale maturata, con almeno 5 anni di attività, in campi attinenti le seguenti materie: management, pianificazione e controllo di gestione, organizzazione, controlli interni, misurazione e valutazione delle performance”.
Si evince facilmente che i requisiti stabiliti dalla Giunta sono generici e non entrano in merito alle aree di conoscenze e competenze specificate dalla Civit.
Si riporta parte dei requisiti richiesti per la nomina nell’Oiv stabiliti dalla Civit con circolare n. 4 del 2010: “2.6. (Requisito linguistico) Il componente dovrà avere una buona e comprovata conoscenza almeno della lingua inglese. Se di cittadinanza non italiana, dovrà altresì possedere una buona e comprovata conoscenza della lingua italiana.
2.7. (Conoscenze informatiche) Il componente dovrà avere buone e comprovate conoscenze tecnologiche di software, anche avanzati.
2.8. (Esclusività del rapporto) Nessun componente può appartenere contemporaneamente a più Organismi di valutazione.
3. (Requisiti attinenti all’area delle conoscenze)
3.1. (Titolo di studio) Il componente deve essere in possesso di diploma di laurea specialistica o di laurea quadriennale conseguita nel previgente ordinamento degli studi.
3.2. (Tipologia del percorso formativo) E’ richiesta la laurea in ingegneria o economia. Per le lauree in discipline diverse è richiesto altresì un titolo di studio post-universitario in profili afferenti alle materie suddette nonché ai settori dell’organizzazione e del personale delle pubbliche amministrazioni, del management, della pianificazione e controllo di gestione, o della misurazione e valutazione delle performance. In alternativa al possesso di un titolo di studio post-universitario, è sufficiente il possesso dell’esperienza, prevista dal paragrafo 4.1, di almeno sette anni.
3.3. (Titoli valutabili) Sono valutabili i titoli di studio, nelle materie di cui al paragrafo 3.2., conseguiti successivamente al diploma di laurea e rilasciati da istituti universitari italiani o stranieri o da primarie istituzioni formative pubbliche. Sarà necessario distinguere, ai fini della ponderazione del titolo, tra titoli conseguiti all’esito di un percorso formativo di durata comunque superiore a quella annuale (dottorato di ricerca, master di II livello, corsi di specializzazione) e altri titoli di specializzazione.
3.4. (Studi o stage all’estero) E’ valutabile, se afferente alle materie di cui al paragrafo 3.2., un congruo periodo post-universitario di studi o di stage all’estero.
4. (Requisiti attinenti all’area delle esperienze professionali)
4.1. I componenti devono essere in possesso di un’esperienza di almeno cinque anni, in posizioni di responsabilità, anche presso aziende private, nel campo del management, della pianificazione e controllo di gestione, dell’organizzazione e del personale, della misurazione e valutazione della performance e dei risultati ovvero in possesso di un’esperienza giuridico-organizzativa, di almeno cinque anni, maturata anche in posizione di istituzionale autonomia e indipendenza.
5. (Requisiti attinenti all’area delle capacità)
5.1. (Capacità) I componenti dovranno possedere capacità intellettuali, manageriali, relazionali. Dato il loro ruolo di promotori del miglioramento, dovranno dimostrare capacità di creare una visione condivisa e di promuovere diversi modi di lavorare, anche in gruppo, e avere un’appropriata cultura organizzativa che sia promotrice dei valori della trasparenza, integrità e del miglioramento continuo.
5.2. (Accertamento delle capacità) Le predette capacità e competenze specifiche sono accertate oltre che dagli elementi desumibili dal curriculum, nel corso dell’istruttoria finalizzata alla nomina, mediante un colloquio. L’interessato dovrà essere chiamato ad illustrare, in una relazione di accompagnamento al curriculum, le esperienze che ritenga significative anche in relazione ai risultati individuali ed aziendali ottenuti e invitato a esporre l’attività e gli obiettivi che egli ritenga che l’Organismo debba perseguire; tale relazione potrà essere oggetto del predetto colloquio.
Confrontando i requisiti stabiliti dalla Giunta con quelli deliberati dalla Civit si evince che sono molte le esclusioni effettuate dalla Giunta: requisito linguistico, conoscenze informatiche, laurea in ingegneria o economia, capacità e relativo accertamento ed altro.
3) Adempimenti procedurali
L’Amministrazione comunale è tenuta a richiedere il parere obbligatorio e non vincolante alla Civit o all’Anci per la nomina dei componenti dell’Oiv ed è tenuta a trasmettere i curricula degli interessati ed una relazione motivata dalle quali risultino le ragioni della scelta con riferimento ai requisiti stabiliti dalla circolare n. 4 del 2010 della Civit. Sembra che la Giunta Comunale abbia proceduto alla nomina dei componenti dell’Oiv senza aver ricevuto il parere della Civit o dell’Anci.
4) Trasparenza
La Civit ha stabilito che tutti gli atti del procedimento di nomina dell’Oiv sono pubblici. Nel sito istituzionale del Comune risultano pubblicati la delibera n. 201/2010 ed il provvedimento n. 29/2010. I curricula, il parere della Civit e la relativa richiesta con la documentazione allegata non sono stati pubblicati.
Alla luce di quanto sopra espresso, la delibera della Giunta Comunale n. 201/2010 ed il provvedimento del Sindaco riguardante la nomina dell’organismo indipendente incompleti ed illegittimi per i seguenti motivi:
1) I provvedimenti sono stati decisi in assenza di una deliberazione del Consiglio Comunale che stabilisse i criteri generali di adeguamento del Regolamento degli uffici e dei servizi;
2) I requisiti approvati dalla Giunta per i componenti dell’Oiv sono parziali rispetto a quelli stabiliti con delibera n. 4/2010 della Civit;
3) I provvedimenti di nomina sono stati effettuati in assenza della richiesta di parere obbligatorio alla Civit ed all’Anci e del parere espresso dalla Civit e dall’Anci.
Si chiede risposta nel prossimo consiglio comunale.

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martedì 1 marzo 2011

Veneto: la partecipazione dei lavoratori


Conferenza stampa dei consiglieri regionali del Veneto Franco Bonfante e Roberto Fasoli sulla partecipazione dei lavoratori alla vita dell'impresa.

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