giovedì 22 settembre 2011

Franco Bonfante, elezioni per il sindaco di Verona

Dopo le considerazioni di Gustavo Franchetto, consigliere regionale dell’Idv, sulle prossime elezioni amministrative a Verona ho intervistato Franco Bonfante, consigliere regionale del PD, per capire come si muove e cosa propone il centro sinistra scaligero in vista dell’appuntamento elettorale del prossimo anno.

Un programma dei partiti del centro-sinistra sottoposto al giudizio degli elettori è una condizione sufficiente per vincere la competizione elettorale amministrativa del prossimo anno a Verona?
In una situazione particolare come quella veronese, con il tradizionale consenso del centrodestra, un programma, per quanto condiviso e valutato dagli elettori, non credo potrebbe essere una condizione sufficiente. In questo momento, inoltre, il Sindaco Tosi gode di un consenso figlio non tanto della decantata “politica del fare”, ma di una visibilità derivante dall’esposizione mediatica di livello nazionale ed una spregiudicata gestione della sua immagine. Una figura così può essere contrastata non solo con una condivisione del programma, ma soprattutto con una figura che rappresenti un disegno diverso di città, alternativo, ma naturalmente non minoritario.

In un momento in cui la credibilità dei partiti è bassa quali possono essere gli effetti di un candidato sindaco del centro-sinistra che rappresenti la nomenclatura dei partiti?
La gente è più concreta e ragionevole di quanto non pensiamo; Fassino a Torino rappresenta la nomenclatura, eppure è stato votatissimo. Non è lì il problema. Non è detto che un esponente di partito non possa essere rappresentativo delle vere esigenze di una città: è la sostanza a qualificare una persona, non una mera provenienza.

Il centro-sinistra veronese ha bisogno di intercettare l'elettorato moderato per vincere le elezioni amministrative di Verona? In che modo può riuscire in questa impresa ardua?
Il centrosinistra veronese, come quello nazionale, ora ha bisogno di imparare dai propri errori ed il rincorrere questa idea di elettorato moderato è stato proprio un errore di quelli più frequenti; il centrosinistra deve mostrare un progetto di società che faccia proprie le istanze ed i desideri in cui si possono riconoscere la maggior parte degli elettori: una vera vocazione maggioritaria che sappia ridare entusiasmo e fiducia. Non bisogna guardare ad una semplice fascia di elettori, ma a delle idee e delle speranze che possono essere accumunate sotto specifici principi in modo da esserne portatori e promotori.

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