venerdì 30 settembre 2011

Trasparenza a Milano. E a Verona?

E’ passato circa un anno da quando un gruppo di democratici ha lanciato la proposta di EntiTrasparenti al fine di superare l’occupazione del potere e innovare il processo di nomina nei consigli di amministrazione delle società controllate dagli enti locali. Le adesioni al documento sono state centinaia, provenienti da diverse province, anche se il gruppo dei fondatori ha cercato di incidere specificatamente sul Partito Democratico di Verona.
Si è ritenuto che: i fattori della trasparenza e delle competenze fossero rilevanti in materia di nomine; la politica dei partiti non dovesse occupare la gestione degli enti; gli spazi della società civile non dovessero essere insediati dai fattori dell’appartenenza politica e della fedeltà.
A distanza di un anno apprendiamo che i radicali a Milano hanno condotto la stessa battaglia al fine di rendere trasparenti i curriculum vitae di coloro che si candidano ad assumere importanti responsabilità nell’ambito di aziende ed enti a proprietà pubblica.
Il Garante della privacy ha dato il via libera alla pubblicazione dei c.v. dei candidati nelle società controllate dal comune di Milano.
Il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia, insieme al Consiglio Comunale, ha sostenuto la proposta dei radicali ed ha chiesto l’intervento del Garante della privacy.
Questo avvenimento rappresenta una conquista per coloro che credono nella trasparenza e significa anche che nel Comune di Milano possono essere presentate le candidature nei consigli di amministrazione delle società comunali.
Al contrario di Milano, il comune di Verona e la Provincia non prevedono la presentazione di candidature indipendenti della società civile. Infatti a Verona nel comune le candidature debbono essere sottoscritte dai consiglieri comunali e nella Provincia non è prevista la presentazione delle candidature, le quali sono votate in Consiglio Provinciale dai gruppi consiliari in rapporto alla loro consistenza.
L’espediente del Comune di Verona di far sottoscrivere le candidature dai consiglieri comunali serve soltanto a caratterizzare la provenienza politica delle candidature ed a mettere nelle condizioni il Sindaco ad effettuare le nomine secondo l’appartenenza (maggioranza e minoranza).
Nella Provincia e nel Comune prevale la lottizzazione del potere e non la conoscenza, le competenze e l’indipendenza.
In una intervista Walter Veltroni rimette in discussione l’occupazione del potere da parte dei partiti e dichiara: “Partiti che raccolgano la spinta della società civile a impegnarsi su singoli temi o grandi questioni ideali, che si ritraggano dalle aree della società impropriamente occupate”.
Alla domanda dell’intervistatore “Da quali campi i partiti dovrebbero ritirarsi?” Weltroni risponde: “Dai consigli di amministrazione di qualsiasi forma o fatta. Si trovino meccanismi perché non ci sia più lottizzazione, dalle aziende comunali all’Eni, dalle Asl all’Enel, dalle aziende di trasporti alla Rai. Guardi la barbarie che stanno compiendo ai danni di una istituzione come la Banca d’Italia. Il PD approvi un severo e moderno decalogo per separare ovunque la politica dalla gestione e lo sottoponga a “primarie politiche”, a un referendum tra iscritti e elettori”.
Gli avvenimenti citati dimostrano che il Partito Democratico di Verona era ed è nelle condizioni di sperimentare un modello nuovo che: privilegi la società civile e non il potere; valorizzi le conoscenze e le competenze in materia di nomine; applichi la trasparenza al fine di recuperare un rapporto di fiducia con la società civile perché senza la conoscenza dei fatti e delle decisioni i cittadini si mantengono distaccati dalle istituzioni e dai partiti.
Per rappresentare una valida alternativa a Tosi alle prossime elezioni amministrative ritengo che sia necessario un cambiamento su questi temi che rivestono una importanza strategica per l’opinione pubblica veronese.
Di conseguenza trasparenza e competenze nel partito e negli enti locali. In quest’ultimi occorre che i gruppi consiliari del PD presentino una proposta organica delle regole che disciplinano le nomine e che sia coerente con quanto scritto (presentazione delle candidature indipendenti e valutazione delle conoscenze e competenze).
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