domenica 20 novembre 2011

Inchiesta sul lavoro, recensione di Ivan Scalfarotto

dal sito di Ivan Scalfarotto http://www.ivanscalfarotto.it/
Ho da poco finito di leggere il nuovo libro di Pietro Ichino "Inchiesta sul lavoro". E’ un’ottima lettura perché guida il lettore passo passo attraverso le “scandalose” posizioni di Ichino, quelle che hanno meritato al Senatore del PD una delle più tristi battute politiche dell’anno, quella di Matteo Orfini secondo cui la nomina di Ichino a ministro del lavoro sarebbe stata addirittura “una provocazione” contro il nostro stesso comune partito. Il problema è piuttosto, e il libro lo indica in modo lampante, che l’incapacità di una buona parte della sinistra italiana di comprendere le posizioni di Ichino è il sintomo più evidente dell’incapacità di quella medesima parte di comprendere il nostro tempo e il tempo futuro.
Dalla lettura del libro emerge infatti con chiarezza come la visione di Ichino sia ispirata a una logica molto stringente e a un’esigenza reale (e non puramente fantasiosa) di tutela: assicurare più diritti ai lavoratori che non ne hanno senza toccare i diritti di coloro che invece li hanno. E fare tutto questo guardando al lavoro non tanto e non solo come uno strumento assistenziale di liberazione da un bisogno, ma come un elemento essenziale della crescita personale e professionale delle persone. Guardando al contributo del singolo lavoratore e al ruolo dei sindacati come a un elemento strategico della struttura portante dell’economia delle imprese e quindi dell’intero Paese.Tenendo inoltre conto della realtà (globale e complessa) in cui ci muoviamo sia dal punto di vista economico, che da quello dell’organizzazione del lavoro, che delle motivazioni e del senso di realizzazione di chi lavora: tutti elementi che si sono modificati radicalmente nel tempo trascorso tra il 1970 e oggi.
Per non guardare al mondo per come è cambiato, abbiamo tolto la dignità del lavoro a milioni di giovani che, nell’attesa di diritti che non avuto mai, sono invecchiati da precari e si trovano ad avere 40 anni senza aver mai avuto un contratto di lavoro “vero”. E nel contempo abbiamo reso l’Italia il posto meno attrattivo per gli investitori esteri, con il risultato che il nostro Paese ha offerto sempre meno possibilità di lavoro e opportunità di crescita professionale. E’ evidente che questo vero capolavoro strategico vada smontato, e di gran corsa.
Aggiungo una cosa: mi ha molto colpito la struttura di quest’”Inchiesta sul lavoro”, che è strutturata nell’inusuale forma dell’intervista tra lo stesso Ichino e un interlocutore di fantasia incaricato di istruire una sorta di “procedimento disciplinare” nei suoi confronti. Insomma, è una specie di interrogatorio. La cosa mi ha fatto molta impressione intento perché, come noto, il Senatore Ichino è da tempo sotto scorta per le minacce di morte ricevute dalle BR (e il buon Orfini farebbe bene a leggere le parole in testa al primo capitolo prima di esprimersi: “Davvero ci armiamo per ammazzare Ichino?” “E’ tutto pronto dobbiamo solo trovare il posto” “Eh, quello lo devi far fuori, non è che gli puoi far nient’altro che farlo fuori”. Isolare Ichino dal partito è stata una mossa veramente vergognosa, da questo punto di vista, e male ha fatto lo stato maggiore del partito a non dissociarsi immediatamente e vistosamente dalle inavvertite parole del responsabile cultura).
Ma la cosa mi ha fatto specie perché in genere, senza arrivare ai criminali, a sinistra il solo pronunciare il nome di Ichino provoca reazioni negative anche in persone democratiche e paciosissime e, a scavare soltanto un minimo, tutte reazioni puramente emotive. Reazioni fondate in genere non sulla conoscenza delle tesi di Ichino ma su una nomea di “nemico dei lavoratori” che Ichino merita infinitamente meno di chi ha costruito, tollerato e consentito la creazione e la durata di questo sistema ingiusto e indegno di “apartheid”.
La lettura di questo libro ha dunque un’altra fondamentale funzione: quella di smontare l’emotività che circonda e blocca tutta questa materia e aiutare il lettore a comprendere in che direzione andranno le cose. Il Presidente Monti ha spiegato che il suo governo si muoverà in quella direzione, e come al solito i fatti daranno a posteriori ragione ad Ichino. La sua “inchiesta” è dunque uno strumento per comprendere con chiarezza e al di là dei pregiudizi quali saranno le conseguenze delle probabili azioni del nuovo governo e del nuovo diritto del lavoro nel nostro paese.
Ivan Scalfarotto
vice-presidente del Pd

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