mercoledì 4 aprile 2012

Matteo Cristani, candidato Pd al consiglio comunale di Verona

Notizie: Sono nato a Verona nel 1966, sposato con Chiara dal 1993, ed ho tre figli. Sono laureato in Informatica e sono ricercatore universitario a Verona.
Ho vissuto a Milano durante gli studi universitari, poi a Rochester con mia moglie, negli Stati Uniti, per un anno, ed a Leeds in Gran Bretagna con mia moglie ed i miei figli, per due volte, nel 1999 e nel 2004. Sono stato capo scout sia a Milano che a Verona. Da ragazzo sono stato impegnato nell’attività politica della sinistra. Ho fatto parte, sin dalla sua fondazione, del Partito Democratico, di cui sono stato costituente a livello regionale. Successivamente sono stato coordinatore del forum Scuola, Università e Ricerca a livello provinciale e sono membro dell’assemblea cittadina.
Sono appassionato di arti marziali, e ho studiato Judo a lungo. Sono cultore di letteratura Inglese, in particolare moderna e contemporanea, di musica lirica, e di arte moderna. Amo la montagna e la buona cucina. Sono cattolico praticante ed impegnato in parrocchia. Oggi sono candidato Pd al consiglio Comunale di Verona.
Quali sono le motivazioni che l’hanno spinta a candidarsi?
Dopo cinque anni di militanza nel partito democratico è venuto il momento di mettere alla prova le mie doti di costruzione del consenso, e, sperabilmente, anche quelle di lavoro politico in consiglio comunale, se riuscirò ad essere eletto, cosa in cui credo, anche per la differenza tra i candidati del PD e quelli dei partiti di centrodestra. I nostri candidati sono tutte persone serie, preparate e che fanno politica per spirito di servizio. Questo non è sempre vero nelle liste di centrodestra dove si annidano invece persone che sono solo latori di interessi molto particolari.
Come giudica l’amministrazione uscente guidata da Tosi?
Certamente una pessima amministrazione. Il sindaco si è occupato di se stesso e non della città, ed ha usato Verona come trampolino di lancio. La cosiddetta “squadra di Tosi” è fatta da persone molto poco presenti nel contesto sociale, che non hanno dimostrato abilità e competenze di livello tale da poter essere giudicati “eccellenti” amministratori, direi anzi, che la descrizione giusta è “di basso profilo”.
Quali problemi rimangono insoluti a Verona e per quali motivi non sono stati affrontati dalla Giunta Tosi? La mobilità sostenibile è decisamente il tema che la Giunta ha affrontato con meno efficacia, di fatto accantonandolo. Si tratta di questo, semplicemente: hanno inseguito un mito. Ogni persona ha i suoi spazi, le sue comodità. Tutti in città con l’auto, o altre ridicolaggini, parcheggi al posto delle aree verdi, depotenziamento del sistema di trasporto pubblico, l’introduzione di un incredibile filobus elettrico fino all’area urbana che diviene diesel in quella. Tutti segni inequivoci di una cultura centrata al cento per cento su miti ideologici.
La cultura è stata usata come un maglio per proporre megaeventi di portata internazionale mai realizzati, negando invece cittadinanza alle opportunità che provenivano dal territorio e bloccando la creatività, in particolare quella dei giovani.
Il welfare e le partecipate sono divenuti il luogo dell’ingiustizia, della sperequazione, delle accuse di sfruttamento del sistema rivolte a indigenti, immigrati, giovani, donne e anziani. Tutto il contrario di quello che dovrebbe avvenire.
Nessun aiuto alle imprese innovative e nessun intervento per l’occupazione, la qualificazione dell’occupazione, il coordinamento di servizi di supporto alle imprese.
Lo sport è stato bistrattato, in particolare sono state maltrattate Chievo, Tezenis e Marmi Lanza, tra fiori all’occhiello dello sport professionistico, considerate meno di zero da sindaco e assessore allo sport. Una macchia indelebile dovuta alla parzialità, faziosità e mancanza di sensibilità.
Eccoli qui, i tanto vantati successi della Giunta Tosi. Si vanteranno di aver messo in sicurezza la città? Allora vorrei rammentare a lor signori che sugli autobus, visto che la sicurezza sarebbe un problema del passato, avete deciso di far accompagnare i controllori e i verificatori da guardie armate di una società privata. Si vanteranno di aver eliminato il degrado urbano, sia attraverso la rimozione dei nomadi dal campo di Boscomantico sia attraverso l’espulsione dei venditori ambulanti dal centro? Allora chiediamoci per quale motivo il sindaco è uno dei promotori di uno degli sprechi pubblici più clamorosi: l’esercito in città.
Ci lasceranno in eredità, perché vinceremo noi, una città meno civile, meno colta, meno cortese e meno ricca. Forse la città è un pochino più in ordine e qualcuno potrebbe dire più pulita, ma il merito non è della Giunta. È dei cittadini, che la amano molto più di quanto non facciano Sindaco e Giunta.
Quali sono i problemi che le stanno più a cuore e che intende risolvere?
Il primo problema è l’introduzione di nuove tecnologie nei servizi del Comune. Il livello di arretratezza ad esempio dei servizi via Web dell’Anagrafe, è tra le cose più disarmanti che si possano vedere nel panorama del Nord Italia. Anche le partecipate sono un disastro da questo punto di vista, nonostante i seri tentativi condotti dai funzionari, dai dipendenti e dagli utenti. Occorre un drastico percorso di innovazione tecnologica in tutti i servizi, sia quelli erogati direttamente sia quelli forniti per mezzo delle partecipate.
Il secondo problema è il rilancio della cultura, soprattutto della cultura scientifica, intervenendo in modo serio sul museo di Storia Naturale che merita spazi ed opportunità migliori.
Preferisco non proporre un elenco in molti punti, mi sforzerò di ottenere risultati in questi due aspetti.
Perché Verona nonostante gli eventi culturali che offre rimane una città provinciale?
Gli eventi sono l’esito del provincialismo eretto a modello. Chiamiamo Goldin per fare una mostra internazionale, e siccome non la facciamo paghiamo una penale enorme (o meglio rischiamo di pagarla, al momento); chiediamo a Zeffirelli di continuare a dirigere in Arena, senza preoccuparci di quali direttori siano cresciuti nel territorio di riferimento, anche al di là della provincia; facciamo fare i tendoni di piazza Brà all’esterno, senza pensare che i disegni potevano, ad esempio, essere frutto di un contest bandito all’Accademia Cignaroli. Insomma, il provincialismo è frutto di una assurdità, di un pericoloso complesso di inferiorità. Contemporaneamente a questo la città è isolata anche dal punto di vista, per esempio, museale. Circuiti museali importanti di città limitrofe, come Santa Giulia a Brescia o il Palazzo Tè a Mantova, o il MART a Rovereto non sono coordinati con il nostro sistema museale urbano.
Aggiungiamo che il patrimonio museale della città include il museo di Storia Naturale che richiede un intervento urgente di ammodernamento, perché possa fare il servizio alla città che quello spazio meriterebbe. Senza un intervento anche nel settore delle nuove tecnologie, non esiste alcuna possibilità che si esca da questo percorso di declino culturale.
Quali fattori occorre utilizzare per avviare la crescita di Verona e renderla rilevante a livello Europeo ed Internazionale? Tre fattori: modernità, legame con il territorio delle iniziative culturali ed economiche, rigore.
Occorre puntare su nuove tecnologie, web, social networks. Occorre che il territorio esprima se stesso sia a livello economico che a livello culturale in libertà, passando dall’attuale sistema sostanzialmente amicale di gestione delle relazioni tra Amministrazione e Partecipate ad un sistema Politico, in senso stretto. Occorre che il welfare, le nomine, ed ogni aspetto dell’intervento del Comune nell’economia e nella società Veronese siano trasparenti.
Le capacità e le intelligenze possedute dai cittadini Veronesi sono state valorizzate dalla Giunta Tosi o sono state effettuate scelte che hanno privilegiato la fedeltà al potere e non i cittadini? Sono state effettuate scelte di privilegio nei confronti dei fedeli. Il Sindaco deve parlare con tutti ed invece ha scelto la politica del parlare con tutti i conduttori televisivi. È onnipresente nelle trasmissioni di informazione a livello nazionale, ma non ha mai accettato un confronto televisivo con persone che conoscono i problemi della città. Non ha mai aperto una discussione seria in Consiglio Comunale con le opposizioni. Non ha mai ascoltato le istanze delle associazioni e dei comitati di cittadini, quando queste non corrispondevano alle richieste di parte dei suoi uomini.
Quale equilibrio occorre realizzare per ampliare la partecipazione dei cittadini alla vita politica ed amministrativa del Comune? Ci vogliono tre condizioni per mettere in equilibrio un sistema democratico: rappresentanza, vita istituzionale, collaborazione con i cittadini. Occorre che tutti i cittadini siano ascoltati, sia attraverso la loro rappresentanza politica, sia per mezzo delle loro organizzazioni spontanee, sia in forma di comitato che in forma di associazioni e che la vita politica del consiglio comunale sia trasparente per mezzo di canali di comunicazione ufficiali che aprano ai cittadini gli spazi di “comprensione” della politica.
Vuole lanciare un messaggio ai cittadini veronesi per le prossime elezioni amministrative? Occorrono persone nuove, storie nuove. Occorre smuovere la città, spingere in consiglio le energie e liberarle. Per fare di Verona una città moderna, aperta e dinamica. Votate Bertucco sindaco ed esprimete la vostra preferenza al consiglio comunale per Matteo Cristani.

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