lunedì 30 luglio 2012

Welfare aziendale alla Tod’s

Articolo di Antonia Jacchia pubblicato sul Corriere della Sera il 28 luglio 2012
Mercati instabili, spread in altalena, aziende in difficoltà. In un momento critico per l' economia del nostro Paese, il gruppo Tod' s ha deciso di fare un passo in avanti nel segno della responsabilità sociale.
L' azienda di Casette d' Ete (in provincia di Fermo) torna a distribuire ai dipendenti della divisione industriale (1.400 persone, esclusi i dirigenti e i commerciali) un bonus di 1.400 euro lordi a lavoratore. Un contributo che, a partire dal 2008, è ormai entrato nel Dna della società. Quest' anno ai soldi (e per tutti i 1700 dipendenti dei quattro stabilimenti di Brancadoro, Vallina, Tolentino e Comunanza), si sono aggiunte la copertura dell' acquisto dei libri scolastici dei figli e di cure specialistiche e interventi chirurgici, anche per i familiari.
Il patron di Tod' s, Diego Della Valle, lo aveva già anticipato nell' aprile scorso durante l' assemblea dei soci per l' approvazione del bilancio 2011. Oltre al bonus, quest' anno sarebbe intervenuto con altre misure a favore dei propri collaboratori. In fondo, in ogni occasione, l' azionista di controllo del gruppo del lusso ama ripetere che parte del successo arriva proprio dai dipendenti e quanto sia importante restituire al territorio quello che il territorio dà. E l' azienda marchigiana, nonostante la difficile congiuntura, continua a mietere successi. Nel primo trimestre di quest' anno, a dispetto della crisi dei consumi, ha visto crescere i ricavi dell' 8% a 263,2 milioni e il margine operativo a 66,7 milioni (+2,4%).
La scelta (di premio e welfare), spiega una nota della società, è adottata «in un momento particolarmente difficile per l' economia del Paese, che genera forti preoccupazioni fra i lavoratori in merito alle prospettive del loro futuro e alle loro crescenti difficoltà economiche quotidiane». Con i suoi 3.800 dipendenti nel mondo, il gruppo calzaturiero marchigiano, persegue in Italia una strategia di relazioni con i dipendenti avviata da tempo, nonostante il parere contrario del sindacato. Le iniziative annunciate, continua la nota, «vanno ad aggiungersi ad altre già attuate, e hanno lo scopo di migliorare le condizioni di vita delle famiglie dei propri dipendenti» (nella fabbrica di Casette d' Ete sono stati organizzati asilo aziendale, palestra ma anche corsi di cinematografia per i lavoratori). Il bonus di 1.400 euro sarà erogato in due tranche (agosto e dicembre). E l'assicurazione a copertura dei costi sanitari vale «per i dipendenti e i membri delle loro famiglie nei casi che necessitano di cure specialistiche o di interventi chirurgici rilevanti, con le relative cure pre e post intervento». Il gruppo ritiene così di aiutare i dipendenti «ad avere una condizione di vita meno difficile e di dare sicurezza e tranquillità alle loro famiglie su temi particolarmente importanti come la salute e l' istruzione». In questo, l' azienda di Della valle è in buona compagnia: da anni, di elargizioni spontanee in giro per le aziende italiane, se ne vedono sempre più spesso. Poi ci sono i casi (come quelli di Ikea, Eni, Heinz, Coca Cola, Ferrero, Nestlè, Heineken, Kraft, Luxottica, per fare qualche esempio) dove gli elementi di welfare vengono contrattati insieme con il sindacato, in una sorta di scambio dove le aziende recuperano flessibilità ma si fanno carico di stabilizzare la condizione dei dipendenti curandone la formazione e sostenendo le esigenze familiari.
Ma per Tod' s, i sindacati continuano a non starci. E la Filctem Cgil, che già nel 2008 aveva bocciato l' una tantum, di circa «80 euro netti al mese», continua a rivendicare un contratto integrativo che nel gruppo marchigiano non c' è.
A commento dell' iniziativa il segretario generale di Fermo, Giuseppe Santarelli, parla di «carità pelosa» e filantropia «ottocentesca, che lascia poco spazio alle relazioni sindacali». «Con l' integrativo, che Della Valle rifiuta, i dipendenti otterrebbero sicuramente più di 1.400 euro, una somma che peraltro è la stessa da quattro anni, e non tiene conto dell' inflazione». Quanto all' assicurazione sanitaria, «sarebbe opportuno siglare un accordo bilaterale, per rispettare la dignità dei lavoratori».

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