martedì 5 marzo 2013

Governo per il cambiamento

L’onda lunga della sfiducia e della contestazione al sistema politico ha condizionato le ultime consultazioni elettorali.
L’ingovernabilità è il risultato chiaro delle consultazioni del 24 – 25 febbraio: - Il M5S ha intercettato il flusso di voti provenienti dal Pdl, dalla Lega e dal PD; - Alcune formazioni politiche di nuova formazione non hanno conseguito seggi; - Il Centro di Monti ha conseguito un risultato inferiore alle aspettative; - Il Pd ha perso consensi rispetto alle elezioni politiche del 2008 in misura più contenuta rispetto al centro destra; - Il voto di protesta ha scelto il M5S.
Il centro sinistra conquista il premio di maggioranza alla Camera dei Deputati e la maggioranza relativa al Senato. Pertanto, nessuna coalizione ha conseguito la maggioranza assoluta dei seggi per poter governare.
In questa situazione confusa ed incerta la coalizione del centro sinistra, la quale si è posizionata  al primo posto in termini di voti, propone un Governo monocolore a guida Bersani con pochi punti programmatici e richiede la fiducia al M5S, considerato che il programma contiene i temi maggiormente condivisi da tale movimento.
Il M5S si ostina a proporre un Governo PD PDL, a sottolineare che non voterà la fiducia a qualsiasi Governo e a sostenere i singoli provvedimenti di legge se condivisi.
Il Governissimo, come viene definito l’eventuale Governo formato da PD e PDL, nonostante la posizione favorevole del PDL, non è gradito al PD in quanto si ritiene incompatibile ed alternativo al formazione di centro destra.
I veti incrociati e le posizioni del M5S potrebbero portare alle elezioni anticipate con le vecchie regole e senza aver cambiato nulla. Questa è una ipotesi molto pericolosa che qualora si verificasse non verrebbe accettata dagli elettori.
Considerato irreale da Bersani un patto con il centro destra, per avviare un Governo di cambiamento, come viene definito da Bersani, è necessario che il M5S non solo sostenga il Governo Bersani sui provvedimenti di legge condivisibili ma anche in sede di nascita del Governo con la fiducia altrimenti si ritorna dagli elettori.
I punti programmatici proposti da Bersani sono:
- La legge anticorruzione comprensiva del falso in bilancio e dello scambio di voti; - La legge sul conflitto di interessi; - La riduzione dei costi della politica; - Il sostegno all’economia verde ed all’urgenza sociale; - La riforma dei diritti civili; - La legge sui partiti che preveda la riduzione dei parlamentari e la riforma dei finanziamenti; - Sostegno alle imprese e politiche per l’occupazione; - Scuola e diritto allo studio.
La proposta di Bersani serve nel breve periodo ad evitare elezioni anticipate ed a cambiare le regole del gioco senza carte truccate e nel lungo periodo a sottolineare l'impossibilità di un accordo con il PDL per le testimonianze negative e pericolose di tale partito. Certamente Bersani non ha tutte le carte da giocare ed occorre senso di responsabilità da parte del M5S per affrontare insieme i problemi emergenziali. Se dovesse fallire tale proposta ritengo che Napolitano cercherà altre soluzioni.
Se il M5S non accorderà la fiducia a Bersani e si ritorna alle elezioni Grillo non potrà trovare una valida giustificazione davanti ai suoi elettori per non aver assecondato una fase forte e reale di cambiamento nel paese e nelle istituzioni.
L'alternativa è andare alle elezioni con le carte truccate. Se il M5S è interessato alle suddette proposte voti la fiducia altrimenti perde ogni credibilità con i propri elettori.
Intanto dall’assemblea degli eletti del M5S emerge che il movimento non sosterrà il Governo dei partiti.
Il percorso delineato, accordo tra centro sinistra e M5S, è soggetto alla condivisione del Presidente Napolitano, al quale spetta la designazione del Presidente del Consiglio.
Considerato che le proposte fatte fino a questo momento non riscuotono il consenso della maggioranza delle forze politiche, si può ipotizzare la formazione di un Governo non tecnico formato da forti personalità oneste e credibili, il quale pur ottenendo la fiducia delle Camere si poggi su una maggioranza variabile che si forma di volta in volta sui singoli problemi emergenziali del paese.
I Partiti che autonomamente votano la fiducia al Governo non devono rappresentare una maggioranza stabile per disinnescare strumentalizzazioni e compromessi tra i Partiti stessi che incidono al ribasso sulla capacità riformatrice del Governo così come è avvenuto con il Governo Monti. Si tratta di un Governo che opera in piena autonomia per il bene comune e l’interesse dei cittadini. Il Governo così formato dovrebbe essere sottoposto a verifica subito dopo l’approvazione della finanziaria del 2014.
Non si può ritornare immediatamente alle consultazioni elettorali con in mano le carte truccate, tanto care a Berlusconi, che hanno determinato la situazione di grave ingovernabilità e di ingiustizia nel paese.
Il M5S dovrebbe utilizzare i consensi ricevuti con responsabilità in direzione della governabilità del paese per il cambiamento radicale e non congelare i voti ricevuti senza effettuare alcuna scelta in quanto gli elettori si aspettano scelte chiare e non tattiche per il cambiamento.

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