giovedì 21 novembre 2013

Infiltrazioni mafiose a Verona?

La mafia ha superato da tempo i confini territoriali del Sud e si infiltra nell’economia del Nord ed approfitta delle difficoltà finanziarie delle imprese, utilizzando i proventi dell’attività criminale ed investendo il proprio patrimonio illecito. Pertanto, nessuna sorpresa se vengono scoperte presenze mafiose nel nord e nel veneto.
Negli ultimi anni sono state numerose le infiltrazioni mafiose scoperte nel Veneto ed in Provincia di Verona e, pertanto, occorre che il fenomeno non sia sottovalutato dai cittadini e dagli organi preposti alla lotta alla criminalità organizzata.
I deputati veneti del Partito Democratico Alessandro Naccarato della Commissione antimafia, Alessia Rotta e Diego Zardini hanno presentato una interrogazione al ministro dell’Interno Angelino Alfano al fine di conoscere ed eventualmente intervenire su alcuni episodi avvenuti a Verona di cui è stata data notizia dalla stampa.
Si riporta l’interrogazione integrale.
Al Ministro dell'Interno,
Per sapere - premesso che:
Soveco spa, con sede a Verona in via Cà di Cozzi 41, è una società di costruzioni con capitale sociale di un milione e mezzo di euro ed è di proprietà di Sabina Colturato e di Francesco Urtoler;
Soveco spa è una delle principali imprese operanti nel territorio di Verona e partecipa alla realizzazione del traforo delle Torricelle, del filobus, di tre impianti di biogas, di parcheggi e centri commerciali e della ristrutturazione dell’ospedale di Peschiera;
Antonino Papalia, ex marito di Sabina Colturato, secondo notizie pubblicate dai quotidiani veronesi, si occuperebbe degli affari immobiliari della Soveco in Romania, anche mediante l’intervento di alcune società partecipate dalla stessa Soveco;
Antonino Papalia è stato coinvolto nel 1989 in un’ indagine per traffico di esplosivi dal sud al nord Italia e risulta avere precedenti penali;
secondo Michele Croce, ex presidente dell’Azienda Gestione Edifici Comunali (Agec) del Comune di Verona, la Soveco avrebbe come socio occulto Antonino Papalia e il fatto sarebbe riportato in un’informativa del nucleo di Polizia Tributaria di Verona: la numero 6164 del 16 luglio 2009;
l’ex vicesindaco di Verona, Vito Giacino, dimessosi nei giorni scorsi a causa di un’indagine per il reato di corruzione per la presunta assunzione irregolare di alcuni dipendenti nelle società partecipate dal Comune, ha acquistato nel 2011, tramite la moglie Alessandra Lodi, un immobile a Verona per un valore di 1,7 milioni di euro dalla Soveco spa;
le notizie riportate dai quotidiani locali e le dimissioni di Giacino stanno sollevando notevoli preoccupazioni nell’opinione pubblica sul rischio che a Verona operi un’impresa in collegamento con esponenti della criminalità organizzata e che questa impresa abbia stabilito contatti e relazioni con l’amministrazione pubblica;
queste notizie hanno sollevato grave allarme e grande clamore, specialmente perché seguono altri scandali riguardanti l'Amministrazione di Verona e perché, se confermate, getterebbero nello sconcerto l'intera comunità, costretta ad assistere addirittura all'oscuro intreccio di interessi tra imprese, criminalità organizzata e la stessa Amministrazione comunale -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopraesposti;
se corrisponda al vero il fatto che l'informativa del nucleo di Polizia Tributaria di Verona numero 6164 del 16 luglio 2009 individua legami tra Antonino Papalia e la Soveco Spa;
quali provvedimenti, di sua competenza, intenda adottare, anche attraverso la collaborazione degli uffici territoriali del Governo, per far luce sulle presunte relazioni tra l'impresa di costruzioni veronese e la criminalità organizzata.

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