venerdì 28 febbraio 2014

Verona: le mani sulla città

L'incontro di ieri sera Le Mani sulla città è riuscito per la qualità dei relatori e per la grande partecipazione. Finalmente il popolo veronese si sveglia dal torpore e si interessa della politica comunale.
L’incontro è stato promosso dal Partito Democratico e sono intervenuti Michele Bertucco, capogruppo del Pd in Comune, il consigliere regionale Franco Bonfante, il giornalista Paolo Tessadri, l'avvocato Luca Tirapelle, il segretario comunale del PD Orietta Salemi ed il deputato del PD Diego Zardini.
I relatori con i loro interventi hanno presentato un quadro della città completo e non esaltante: dagli interessi sullo sviluppo urbanistico, alla parentopoli veronese, dall’assenza di trasparenza alle infiltrazioni mafiose. Proprio non manca nulla di negativo per Verona.
Il sistema di potere di Tosi salta e la città si trova abbandonata a causa di una gestione opaca ed interessata che lascia ai margini i cittadini e la città stessa che meritano di essere governati al meglio. La gestione Tosi non è stata trasparente cosi come richiedono le disposizioni di legge (prima il D. Lgs. n. 150/2009 e dopo il D. Lgs. n. 33/2013). Ogni obbligo è stato convertito in interesse di parte e rispettato dal punto di vista formale e non sostanziale. I segretari comunali sono degli artisti del settore. Mi riferisco ai servizi interni al comune ed a quelli esterni gestiti dalle società controllate. Niente sistema di misurazione e valutazione della performance, no all'Organismo indipendente di valutazione, no al piano ed alla relazione di performance, no al processo di valutazione delle competenze in materia di reclutamento del personale e di scelta degli amministratori delle società partecipate (mera spartizione del potere).
Un circolo vizioso utile solo alla maggioranza di centro destra e non ai cittadini. No in definitiva a tutti gli strumenti manageriali che avrebbero dovuto valutare la qualità dei servizi e mettere nelle condizioni i cittadini di conoscere, comprendere e partecipare. Ogni strumento innovativo è stato gestito per rendere opaca la città a causa degli interessi nascosti di un sistema di potere che finalmente è esploso.
I partiti di opposizione dovrebbero intervenire con mozioni ed interrogazioni per far saltare definitivamente l'equilibrio disastroso che Tosi ha creato nel comune di Verona. Tali interventi dovrebbero trattare: - la trasparenza e la sua applicazione nel comune di Verona (regolamento sulla trasparenza, piano triennale della trasparenza, responsabile della trasparenza); - l'anticorruzione (regolamento sull’anticorruzione, piano triennale anticorruzione e responsabile dell'anticorruzione); - il sistema di misurazione e valutazione della performance interna ed esterna delle società controllate, la qualità dei servizi erogati e la utilizzazione degli indicatori di performance; l'organismo indipendente di valutazione in sostituzione del Nucleo. Tali argomenti sono importanti per ricostruire nel Comune di Verona una casa di vetro trasparente e non opaca come quella realizzata da Tosi. I cittadini devono conoscere, capire ed intervenire. Il sistema Tosi si è guardato bene a costruire una casa di vetro. L'opacità ha caratterizzato la Giunta di centro destra per nascondere ai cittadini la qualità bassa ed interessata del modo di amministrare.
Gridare al ladro al ladro o al lupo al lupo non è sufficiente occorre proporre uno modo di amministrare trasparente ed onesto che realizzi i contenuti delle disposizioni di legge varate in questi ultimi anni in materia di trasparenza e di anticorruzione. Su queste materie occorre far saltare definitivamente il sistema Tosi, eliminare le mani sulla città e ricostruire la città dalle macerie.
Ritengo che tutti coloro che amano questa meravigliosa città devono intervenire con degli obiettivi chiari: - Non fare cadere nel dimenticatoio gli eventi giudiziari di quest'ultimo periodo; - Sottolineare che il sistema di potere di Tosi e della maggioranza di centro destra è saltato a causa degli interessi di parte; Far prendere coscienza a tutti i cittadini che il malaffare è venuto alla luce in modo visibile e chiaro nonostante che gli organi giudiziari non abbiano concluso le indagini e non vi sia ancora una sentenza definitiva.
Il Partito Democratico ha avuto il merito insieme ai cittadini ed ai comitati di togliere il coperchio e far emergere le contraddizioni ed il malaffare. L'incontro di ieri sera ha dimostrato in modo chiaro e tangibile l'unità del PD veronese rispetto agli eventi giudiziari di quest'ultimo periodo.
L'evento di ieri sera è stato riportato dal Corriere di Verona con un ottimo articolo di Alessio Corazza mentre L'Arena non ha dato voce agli esponenti del PD veronese.

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martedì 25 febbraio 2014

Marianna Madia: nuovo impegno per le PA

Appena insediata Marianna Madia dichiara “il nostro è un territorio complesso, che va certamente riformato. Abbiamo idee precise e forti. Renato Brunetta appena insediato se la prese subito con quelli che definì impiegati fannulloni. Noi non faremo così, cominceremo dall’alto, dai dirigenti. Ci sembra inaccettabile che tanti alti dirigenti restino fermi, bloccati nei loro prestigiosi incarichi per anni e anni, accumulando così potere su potere e disinteressandosi spesso del funzionamento della macchina”.
L’approccio è condivisibile e confermato dal discorso di Matteo Renzi al Senato, il quale afferma che il primo problema da risolvere è quello della burocrazia e dei dirigenti delle PA.
La replica di Renato Brunetta non si è fatta attendere: “Da parte di una ragazzina, per quanto dinamica, non è un bel dichiarare dire che farà il contrario di quello che ho fatto io”. E ha concluso:“Se inizia così, deve studiare ancora molto e rispettare i propri predecessori”.
La breve replica di Brunetta non entra nel merito delle affermazioni di Madia e del cambio di paradigma espresso. Brunetta è ancora convinto di aver salvato le PA e, quindi, ogni attacco a lui rivolto è sbagliato ed è espresso da chi non è competente della materia.
Per Brunetta l’approccio che ha utilizzato contro i lavoratori del pubblico impiego, definendoli fannulloni, è quello giusto. Brunetta non si rende conto che le PA continuano a non funzionare nonostante la sua riforma.
Marianna Madia, ha dichiarato Alessia Rotta parlamentare PD, ha voluto giustamente segnare la distanza dal suo predecessore Brunetta ribadendo così il suo primo messaggio forte: sarà la ministra dei lavoratori del pubblico, ma assieme di tutti i cittadini che hanno diritto ad un servizio pubblico efficiente e pronto, formato e innovato, snellito, fatto di buone pratiche. Si parte dalla dirigenza, giustamente, perché è dalla testa che si cambia e si può muovere virtuosamente il resto e la rotazione della dirigenza pubblica sarà garanzia di un servizio pubblico sfidante. Ma le sfide vanno dalla digitalizzazione, alla semplificazione normativa e amministrativa, all'anticorruzione. E sono sicura che il cambio di passo sarà significativo, non solo, non tanto perché Marianna è la prima donna a ricoprire quel ruolo, ma perché dopo tante fotografie circa le mancanze è arrivato il tempo di fare, con un'urgenza dettata dal paese”.
“L'ex ministro Brunetta, afferma Diego Zardini parlamentare del PD, sbaglia ripetutamente obiettivo attaccando il Ministro Marianna Madia. Dovrebbe fare mea culpa, dato che la legge che porta il suo nome non ha avuto risultati brillanti di cambiamento delle PA e non ha previsto l’introduzione obbligatoria degli strumenti manageriali negli enti territoriali senza i quali i cittadini non sono messi nelle condizioni di partecipare nella gestione dei servizi locali. Infatti i suoi obiettivi erano di pura propaganda attaccando i lavoratori, insultandoli e qualificandoli come fannulloni. Serve invece puntare alla trasparenza ed alla misurazione e valutazione delle prestazioni, al performance management, per avere maggior efficienza a costi decrescenti. Inoltre, occorre guardare con attenzione la classe dirigente delle PA dalla quale dipende l’attuazione dei modelli organizzativi indispensabili per attuare il miglioramento continuo della qualità dei servizi”.
In una intervista a cura di Paolo Conti, pubblicata sul Corriere della Sera nel 2009, Giuseppe De Rita, sociologo e responsabile del Censis, all’invito dell’allora Presidente del Consiglio “a lavorare di più” risponde che “siamo uno dei popoli che lavorano di più sulla faccia della Terra. L’attributo di fannulloni, stando a Brunetta, evoca l’universo del pubblico impiego. E anche qui il problema non è dei dipendenti, spesso materialmente costretti a rimanere negli uffici senza far nulla, proprio perché privi di mansioni. Il difetto è semmai di chi comanda e non sa coordinare i sottoposti”.
Per aumentare la produttività nelle PA occorre un management pubblico che:
- si assuma la piena responsabilità degli obiettivi programmati e dei risultati conseguiti, i quali vanno definiti in modo corretto, utile e prioritario. Tale metodo può essere realizzato introducendo nelle PA il sistema di misurazione e valutazione della performance e gli indicatori di qualità e quantità dei servizi. Tali strumenti devono essere trasparenti e comprensibili;
- renda trasparente i piani ed i rendiconti affinché i cittadini possano comprendere, valutare ed intervenire nel processo di gestione dei servizi;
- sappia utilizzare le risorse aziendali: modelli organizzativi competitivi, nuove tecnologie della comunicazione ed informazione, conoscenza e competenze del capitale umano.
Affermare che occorre lavorare di più è una falsa rappresentazione della realtà organizzativa perché si può lavorare tanto e non produrre servizi efficienti ed efficaci per i cittadini. Il problema è fare bene le cose giuste solo così può essere avviato la politica del miglioramento continuo.
Bisogna ricordare che la PA italiana rappresenta il più grande ostacolo per attrarre gli investimenti esteri, cosa di cui l’Italia ha tanto bisogno in questo momento di crisi.
Per i motivi esposti confido in Matteo Renzi per un cambiamento radicale della macchina statale ed a Marianna Madia auguro un buon lavoro nella PA, considerate le sue capacità e la sua giovane età.

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giovedì 20 febbraio 2014

Diego Zardini: trasparenza e O.I.V.

Si riporta integralmente la dichiarazione di Diego Zardini, parlamentare del Partito Democratico veronese, che tratta della trasparenza, dell’Organismo Indipendente di Valutazione e degli strumenti manageriali di cui i comuni dovrebbero dotarsi.
“L’area delle forze politiche favorevoli alla istituzione dell’Organismo indipendente di valutazione a Verona si è allargata, comprendendo il M5S che ha presentato una mozione finalizzata a tale scopo respinta dalla maggioranza di centro-destra.
Fin dall’approvazione del D. Lgs. n. 150/2009 (cosiddetta legge Brunetta) il Partito Democratico nella Provincia e nel Comune di Verona ha presentato interrogazioni e documenti finalizzati a recepire alcuni istituti facoltativi per gli enti locali e tra questi l’adattamento del sistema informativo al sistema di misurazione e valutazione della performance, il piano e la relazione della performance, l’introduzione di nuovi indicatori di qualità e quantità dei servizi erogati all’interno o tramite organismi gestionali esterni e l’Organismo indipendente di valutazione. Tali richieste non sono state prese in considerazione senza un minimo di approfondimento e di confronto.
L’attuale Nucleo di valutazione adottato dalla Provincia e dal Comune di Verona non corrisponde ai criteri dell’autonomia e dell’indipendenza, i suoi membri non sono stati scelti sulla base di un processo di selezione nel rispetto dei requisiti e criteri di professionalità stabiliti dall’Autorità nazionale anticorruzione (Anac). Inoltre la presenza nel Nucleo di Valutazione del Segretario Comunale impedisce l’indipendenza e l’autonomia dell’organo stesso.
L’istituzione dell’Organismo indipendente di valutazione per le attività che gli sono assegnate dall’art. 14 del D. Lgs. n. 150/2009, comprensive del controllo strategico, ed il sistema di misurazione e valutazione della performance avrebbero avviato senz’altro la politica del miglioramento continuo negli enti sopra indicati. Senza il sistema di misurazione è praticamente impossibile stabilire gli obiettivi programmati ed i risultati conseguiti in modo corretto, prioritario e utile.
La proposta di legge che ho presentato “Controllo e valutazione delle prestazioni delle pubbliche amministrazioni”, la quale verrà spiegata in un incontro che si terrà venerdì 21 alle ore 20,45 a Povegliano presso la sala Savoldo,  prevede l’introduzione obbligatoria del sistema di performance management e di conseguenza dei seguenti strumenti manageriali: - il sistema di misurazione e valutazione della performance; - l’Organismo indipendente di valutazione; - il ciclo di gestione della performance.
In tali enti è mancata la trasparenza in ogni fase del ciclo di gestione della performance, delle informazioni concernenti ogni aspetto dell’organizzazione, degli indicatori relativi agli andamenti gestionali e all’utilizzo delle risorse. Le poche informazioni non sono comprensibili per i cittadini e, quindi, non sono trasparenti.
La trasparenza ha un rapporto inversamente proporzionale con la corruzione: più alta è la trasparenza e più basso è il tasso di corruzione. In questo particolare momento caratterizzato da tante vicende giudiziarie il comune di Verona dovrebbe essere più impegnato ad applicare la trasparenza totale”.
Si ricorda che il Partito Democratico è intervenuto spesse volte sui temi trattati con documenti ed incontri con la partecipazione di relatori autorevoli sui temi della trasparenza e della corruzione. Si segnala inoltre che Diego Zardini, all'epoca consigliere provinciale, ha presentato innumerevoli interrogazioni e comunicazioni al Presidente della Provincia per attuare nel modo più completo i contenuti della Legge Brunetta, ricevendo risposte vaghe e non utili ai fini del cambiamento della gestione della Provincia. Zardini ha sottolineato che Miozzi ha istituito a Isola della Scala l’Organismo di valutazione indipendente ed in provincia il Nucleo di valutazione. Si segnala anche che il controllo di gestione in Provincia è stato affidato erroneamente al Nucleo di valutazione al contrario di quello che prevede la normativa vigente.
L’allora consigliere comunale Giancarlo Montagnoli subito dopo l’approvazione del D. Lgs. n. 150 del 2009 ha presentato una interrogazione al Sindaco esponendo le posizioni del PD a favore dell’Organismo indipendente di valutazione e del piano e relazione della performance, ricevendo risposte che confermavano la posizione di chiusura della Giunta Tosi.
In questo momento politico offuscato dalle vicende giudiziarie occorre fare un salto di qualità ed introdurre la trasparenza totale e gli istituti previsti dalla legge sulla trasparenza (Legge n. 33 del 2013) in modo serio e responsabile e riconsiderare gli strumenti manageriali previsti dalla normativa vigente, sistema di misurazione e valutazione della performance. Tutto questo dovrebbe essere attuato nell’interesse dei cittadini veronese, i quali non possono continuare a rimanere ai margini senza avere la possibilità di conoscere, capire e partecipare.
All’incontro di Povegliano interverrà il sindaco Anna Maria Bigon, la quale esporrà la sua esperienza in materia di gestione dei comuni e di rapporti con la comunità locale.

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martedì 18 febbraio 2014

Incontro sui comuni a Povegliano Veronese

I circoli del Partito Democratico di Povegliano Veronese e Castel d’Azzano hanno organizzato un incontro il giorno 21 febbraio, alle ore 20,45, presso la Sala Savoldo di Povegliano Veronese sul tema: “Come il Comune usa i soldi delle tasse”.
Il tema consentirà un confronto proficuo tra i cittadini ed i relatori Annamaria Bigon, Sindaco di Povegliano Veronese, e Diego Zardini, deputato del Partito Democratico, sulla gestione dei Comuni.
Anna Maria Bigon utilizzerà l’occasione dell’incontro per illustrare ai partecipanti le iniziative e la gestione del comune in materia di servizi pubblici e di promozione culturale in un momento in cui gli enti locali a causa della crisi sono messi a dura prova per la scarsità delle risorse finanziarie.
Diego Zardini presenterà la sua proposta di legge in materia di “controllo e valutazione delle prestazioni delle pubbliche amministrazioni”.
La proposta di legge di Diego Zardini nasce da una attenta valutazione delle problematiche che interessano gli enti locali al fine di dotarli degli strumenti necessari a perseguire una gestione senza maggiori costi (efficiente), adeguata alle esigenze delle comunità locali (efficacia) e snella nel senso di meno burocrazia e di processi veloci.
L’incontro permette a Diego Zardini di intervenire su una problematica riproposta dal M5S alla Giunta Tosi e subito respinta dalla maggioranza di centro-destra.
Fin dall’approvazione del D. Lgs. n. 150/2009 (cosiddetta legge Brunetta) il Partito Democratico nella Provincia e nel Comune di Verona ha presentato interrogazioni e documenti finalizzati a recepire alcuni istituti facoltativi per gli enti locali e tra questi l’adattamento del sistema informativo al sistema di misurazione e valutazione della performance, il piano e la relazione della performance, l’introduzione di nuovi indicatori di qualità e quantità dei servizi erogati all’interno o tramite organismi gestionali esterni e l’Organismo indipendente di valutazione. Tali richieste non sono state prese in considerazione senza un minimo di approfondimento e di confronto.
Il Nucleo di valutazione adottato dalla Provincia e dal Comune di Verona non corrisponde ai criteri dell’autonomia e dell’indipendenza, i suoi membri non sono stati scelti sulla base di un processo di selezione nel rispetto dei requisiti e criteri di professionalità stabiliti dall’Autorità nazionale anticorruzione (Anac). Inoltre la presenza nel Nucleo di Valutazione del Segretario Comunale impedisce l’indipendenza e l’autonomia dell’organo stesso.
La proposta di legge, afferma Diego Zardini, che ho presentato “Controllo e valutazione delle prestazioni delle pubbliche amministrazioni”, la quale verrà spiegata venerdì prossimo nell’incontro di Povegliano, prevede l’introduzione obbligatoria del sistema di performance management e di conseguenza dei seguenti strumenti manageriali: - il sistema di misurazione e valutazione della performance; - l’Organismo indipendente di valutazione; - il ciclo di gestione della performance.
Nel Comune e nella Provincia di Verona è mancata la trasparenza in ogni fase del ciclo di gestione della performance, delle informazioni concernenti ogni aspetto dell’organizzazione, degli indicatori relativi agli andamenti gestionali e all’utilizzo delle risorse. Le poche informazioni non sono comprensibili per i cittadini e, quindi, non sono trasparenti.

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domenica 9 febbraio 2014

Riconoscimento dell'infortunio in itinere per ciclisti

Si è svolta la conferenza stampa organizzata dal PD di Verona con la partecipazione di Diego Zardini, parlamentare PD, Paolo Fabbri, vice presidente nazionale della Fiab, Bepo Merlin, direttore nazionale della Fiab, e Luciano Lorini, vice presidente della Fiab di Verona.
L’oggetto dell’incontro è stato l’infortunio in itinere per i lavoratori che usano la bicicletta per recarsi al lavoro. Problematica sempre attuale in quanto le problematiche relative a tale argomento non sono state ancora risolte nonostante l’impegno della Fiab che nel passato recente ha coinvolto cittadini, enti locali ed associazioni al fine di modificare la legislazione vigente e favorire così l’uso della bicicletta.
Diego Zardini si è fatto carico di tale problematica ed ha presentato una proposta di legge, sottoscritta da circa 30 deputati del PD, di Sel e di Scelta Civica, che si propone di aggiornare la normativa alle esigenze ambientali e favorire l’uso della bicicletta nel tragitto casa, lavoro e casa attraverso il riconoscimento nel caso di incidente dell’infortunio in itinere.
“Oggi chi va a lavorare in bicicletta non è completamente coperto dall'assicurazione dell'Inail per gli infortuni», afferma Zardini. Di fatto se un ciclista si infortuna andando sul posto di lavoro viene indennizzato nei seguenti casi: - assenza o insufficienza dei mezzi di trasporto pubblico; - non percorribilità a piedi del tragitto casa e lavoro e viceversa; - incidente avvenuto solo all’interno di piste ciclabili o di zone interdette al traffico”.
“Le condizioni e le circostanze poste dalla normativa vigente, continua Diego Zardini, sono talmente insuperabili che non facilitano l’utilizzo della bicicletta per recarsi al lavoro, penalizzando l’unico mezzo di trasporto che non inquina, non congestiona i centri abitati e non rappresenta un pericolo per le persone”.
La proposta di legge di Diego Zardini è finalizzata a liberare dai condizionamenti normativi l’uso della bicicletta e specificatamente dall’uso necessitato della bicicletta durante il percorso di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro quale condizione di indennizzo dell’infortunio in itinere.
“La proposta di legge, dichiara Diego Zardini riconosce in ogni caso ai lavoratori che utilizzano la bicicletta per recarsi al lavoro nel caso di incidente la tutela piena derivante dall’infortunio in itinere per l’impatto positivo che l’uso di tale mezzo implica sul benessere sociale ed economico dei cittadini e sugli effetti positivi sulle imprese e sugli enti locali”.
“Siamo soddisfatti che la nostra battaglia abbia finalmente trovato uno sbocco in Parlamento, afferma Paolo Fabbri della Fiab, crediamo sia interesse di tutti promuovere queste modifiche alla legge, basti pensare che paradossalmente, chi usa il bike sharing per andare a lavorare potrebbe essere scoperto dal punto di vista assicurativo”.
“Soddisfatto il direttore nazionale Fiab, Giuseppe Merlin, che ricorda che, solo alcuni anni fa, la federazione ha raccolto circa 12mila firme a sostegno di tale modifica e che recentemente è stata fatta una imponente campagna di adesione all'iniziativa che ha coinvolto gli enti locali”.
“Occorre, ha concluso Diego Zardini, una grande mobilitazione a sostegno della proposta di legge affinché venga discussa ed approvata in parlamento. In Facebook è stato costituito un gruppo a sostegno della proposta con la partecipazione di oltre 2000 persone. Ritengo che sia importante e strategico il sostegno della Fiab che da molti anni sostiene l’aggiornamento della normativa al fine di sostenere i ciclisti, salvaguardare l’ambiente contro l’inquinamento e la congestione del traffico e promuovere la qualità della vita dei cittadini”.

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Il lavoro negli enti locali

Due piccoli comuni dettano la linea al PD scaligero sul Lavoro. E’ uno dei pochi casi di progetti di bottom-up che favoriscono le decisioni prese in periferia per affrontare il problema complesso del lavoro. Da parte sua il PD veronese ha avuto la capacità e la visione politica di porre attenzione e di valorizzare i progetti realizzati dai comuni prima specificati. Bisogna purtroppo dire che gli altri 96 comuni della provincia non hanno utilizzato i voucher per il lavoro accessorio. Dato questo allarmante se rapportato alle difficoltà di sopravvivenza che una parte delle comunità locali vive ed al rischio povertà che negli ultimi tempi è aumentato.
Il PD di Verona ha organizzato una conferenza stampa per spiegare il progetto Voucher – Lavoro alla quale hanno partecipato: Alessio Albertini, segretario provinciale del PD, Matteo Avogaro,responsabile lavoro, e Anna Maria Bigon, Sindaco di Povegliano Veronese.
Lo strumento dei voucher, buoni lavoro prepagati, sono utilizzati dal 2012 per pagare regolarmente i cosiddetti lavoretti o lavori accessori. Sono i datori di lavoro che li devono comprare presso le sedi dell’Inps o delle poste o delle tabaccherie per poi utilizzarli per pagare le prestazioni di lavoro. Nei dieci euro di un buono sono compresi i contributi a carico dell’Inps (pensione) e dell’Inail (infortuni sul lavoro). Le tasse non devono essere pagate perché l’utilizzo dei buoni ha un tetto annuale di 5 mila euro per ogni singolo lavoratore.
“A Povegliano, ha dichiarato il Sindaco Anna Maria Bigon, lo strumento del Voucher è stato utilizzato a vantaggio delle persone in difficoltà (giovani, disoccupati e anziani)affidando loro i seguenti lavori: trasporto dei disabili, pulizia dei parchi, assistenza degli scolari all’uscita della scuola, piccoli lavori di manutenzione e pulizia delle strade. L’Amministrazione di Povegliano ha intenzione di ampliare il numero delle persone coinvolte nel progetto”.
Matteo Avogaro ha spiegato lo strumento dei Voucher e l’utilità di tali progetti al fine di affrancare le persone in difficoltà con uno strumento non assistenziale e produttivo nei confronti del comune ed utile alle persone coinvolte che si trovano in stato di difficoltà.
A Colognola ai Colli il progetto è stato presentato in Consiglio Comunale dai consiglieri Flavio Veronese e Sebastiano Tosi e respinto. Successivamente il medesimo progetto è stato approvato dalla Giunta Comunale.
Nel Comune di Povegliano le persone coinvolte nel progetto sono state scelte attraverso una graduatoria che privilegia l’età e ed i figli a carico.
I Comuni di Colognola ai Colli e di Povegliano Veronese hanno utilizzato lo strumento dei voucher per creare nuovo lavoro a vantaggio dei disoccupati, dei giovani e degli anziani.
“L’impegno del PD sarà quello di estendere l’applicazione del progetto Voucher-Lavoro in tutti i Comuni in cui ciò sia possibile, dichiara Alessio Albertini Segretario provinciale del PD di Verona, per realizzare una politica dei fatti, che abbia come primo obiettivo quello di migliorare la qualità della vita dei cittadini, risolvendo le più gravi situazioni di povertà e disagio economico. Per costruire un territorio più forte, solido, incentrato sulla solidarietà e sul lavoro, capace di tornare a correre, lasciandosi alle spalle, quanto prima, la crisi economica”.
Occorre guardare con interesse le pratiche efficienti ed efficaci dei Comuni e nello stesso tempo applicare la strategia replicativa negli altri Comuni al fine di avviare un processo di crescita e cambiamento.

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Alessandra Moretti replica al maschilismo

Lettera di Alessandra Moretti pubblicata sul Corriere della Sera il 9 febbraio 2014
Caro Direttore,
provo a tirare le somme di quanto accaduto nelle ultime due settimane, tra il Parlamento e il Web. Non a caso tra il parlamento più femminile che mai e il web più maschilista di sempre.
Ma non parliamo di Rete in generale, soffermiamoci pure sui social network, che sono ora il centro della questione. Claudio Magris ha aperto sulle pagine del Corriere la riflessione sulla diffidenza, sulla distanza da prendere da Facebook e Twitter.
Io dico un'altra cosa: riprendiamoci la libertà di dire la nostra sul Web. Guardiamo quello che accade negli Usa, dove la scalata delle leadership femminili nelle multinazionali dell'on line si è tramutata in una vera e propria "onda rosa" che guida la conquista della Silicon Valley: dalla top manager Susan Wojcicki alla guida di Youtube a Sheryl Sandberg numero uno di Facebook, da Marissa Mayer per Google fino a Carol Bratz per Yahoo. Nonostante questo, la rete é ancora regno di quella che chiamerei un'archeologia machista. Lo dice bene Maria Luisa Agnese raccontando l'ultimo degli episodi "insulti&violenza" nei confronti, guarda un po' di donne che si stanno sempre più emancipando dalla subalternitá rispetto ai colleghi uomini.
Mi sono presa l'onere di ripetere in tv l'insulto che mi era stato rivolto in Commissione alla Camera e ciò sia per un dovere di cronaca, ma anche per dire che non abbiamo più paura degli stereotipi, nemmeno quelli che ci vogliono "signore" che non usano certi linguaggi.
Abbiamo il Parlamento più rosa di sempre, lo ripeto, e intendiamo restituirlo al futuro dello stesso colore: a cominciare dall'alternanza di genere nella legge elettorale, su cui non faremo passi indietro.
La politica è donna, così come la tecnologia. E dunque: esiste la necessità, l'urgenza di reagire. Tanto per cominciare smettendo di fare le vittime! Mostriamo le facce e i volti di chi pensa di intimidirci con offese sessiste. Denunciamo pubblicamente quelle persone che passano il tempo a inquinare uno spazio che dovrebbe essere di tutti, ma che purtroppo al momento è solo di chi ha la voce più grossa (e di timbro maschile). Denunciamo alla polizia postale e replichiamo gli insulti. Non restiamo immobili, non arretriamo perchè l'offesa brucia tanto quanto uno schiaffo e a questo tipo di linguaggio dobbiamo rispondere per le rime, proprio oggi quando possiamo cambiare la cultura del Paese costruendo una vera leadership femminile non ricalcata su quella del maschio.
E' dunque maturo il tempo per dotarsi di strumenti che redistribuiscano il diritto a esistere e a fare opinione sul web: sono la promotrice di una proposta di legge sull'hate speech in Rete, firmata dal capogruppo del Pd e da un sostanzioso numero di giovani deputati under 35. Troviamo infatti che ci sia una doppia morale sul web: si è fin troppo tutelati contro le diffamazioni sui giornali on line e per nulla in quella terra di nessuno che sono i "social". Occorre che i provider inizino un processo di responsabilizzazione dei contenuti, affinchè la rete resti luogo di dibattito libero e democratico e non spazio per dare sfogo anche alle peggiori frustrazioni e agli istinti più bassi. La stessa cosa è avvenuta per la pedopornografia. Ma il principio è anche quello di diffondere una cultura personale della responsabilità dell'insulto: perchè il problema non è la rete ma chi la usa.
E questo lo dobbiamo soprattutto a chi si deve difendere con i propri mezzi senza dover ricorrere ad avvocati; è una legge pensata per le ragazze: è importante che capiscano che reagire è facile, che come si è fatta una battaglia contro la violenza fisica, il cui primo grande risultato è la legge sul femminicidio, ora se ne sta iniziando una nuova.
Si può fare molto anche a livello di comunicazione: pubblicare i volti di chi pensa di insultare impunemente sul web è un modo per rafforzare e condividere la reazione. "In alto gli Ipad", dunque: facciamo vedere le facce di chi cerca di intimidirci, limitando la nostra libertà personale.

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venerdì 7 febbraio 2014

Povegliano Veronese contro la povertà

In coerenza con lo Statuto comunale il comune di Povegliano Veronese aderisce all’iniziativa internazionale “Dichiariamo illegale la povertà”.
Il comune nel passato ha dimostrato molta sensibilità nei confronti dei problemi maggiormente avvertiti dalla comunità locale. Infatti ha aderito all’Associazione dei Comuni Virtuosi, mettendo al centro della propria azione la persona e l’ambiente, alla campagna “Acqua bene comune, al Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per l’acqua bene comune ed al movimento internazionale dei Sindaci per la pace.
Il Comune riconosce “l’importanza fondamentale dell’Obiettivo 2018 che mira a far approvare dall’Assemblea dell’ONU nel 2018 una risoluzione con la quale gli Stati membri s’impegnano a mettere fuori legge i fattori strutturali all’origine dei processi d’impoverimento nel mondo”.
“Povegliano Veronese, ha dichiarato Anna Maria Bigon Sindaco di Povegliano, è il primo comune ad aderire e quindi a sostenere l’obiettivo ONU 2018. Sarà una battaglia forse impossibile, ma ci dobbiamo credere e dobbiamo fermarci a riflettere. Ogni atto che andrà in questo senso sarà comunque utile a qualcuno che ha bisogno. Sarà certo anche una battaglia di principi e valori laddove tutti sappiamo che la maggior parte della ricchezza è in mano a pochi e laddove ormai diventa insopportabile vedere l’ingiustizia sociale ed economica a danno sempre di più delle fasce più deboli”.
Il Consiglio Comunale ha deliberato di sostenere, con tutti i mezzi a sua disposizione in conformità alla Statuto comunale, l’iniziativa internazionale “Dichiariamo illegale la Povertà” e contribuire così alla lotta contro le cause strutturali della produzione della povertà inerenti ad una società ingiusta, ineguale e predatrice, dove la finanza speculativa ha la meglio sull’economia reale”. Inoltre, gli organi del comune si sono impegnati a lavorare per raggiungere e per diffondere i tre obiettivi prioritari della campagna “Banning Poverty 2018”: - mettere fuori legge la finanza speculatrice; - dare forza all’economia dei beni comuni e della solidarietà; costruire comunità di cittadini per una cittadinanza attiva e inclusiva.
La mozione è stata presentata dal consigliere Valentina Zuccher è votata dai consiglieri di maggioranza. I due consiglieri del centro destra hanno votato contro la mozione, dimostrando così una grande insensibilità nei confronti di un argomento, la povertà, che riguarda tutti i cittadini e la dignità ed i valori della persona a prescindere dai colori politici.
Il Comune di Povegliano ha inoltre organizzato un incontro sul tema D.I.P. Dichiariamo illegale la povertà che si terrà lunedì 17 febbraio alle ore 18,30 presso la Villa Balladoro di Povegliano.
All’incontro interverranno: -Anna Maria Bigon, Sindaco di Povegliano Veronese;
- Riccardo Petrella, professore emerito presso l’Università Cattolica di Lovanio (Belgio) e docente alla Libera Università di Bruxelles.
Il tema della povertà interessa il mondo ed anche l’Italia. Infatti nel nostro paese a causa della crisi economica la povertà in termini assoluti è raddoppiata dal 2005 al 2012 e la ricchezza è concentrata nel 10% della popolazione che detiene il 45% della ricchezza nazionale.
Tale problematica va affrontata con urgenza dal Governo, il quale dovrebbe impegnarsi a ridistribuire in modo equo la ricchezza prodotta dal paese e ripensare il sistema di Welfare che molto spesso è fonte di iniquità a causa dell’evasione fiscale e non raggiunge in modo soddisfacente i più deboli e coloro che sono privi di reddito.
Questi obiettivi vanno condivisi e sostenuti affinché le comunità locali prendano coscienza e non si lasciano fuorviare da slogan inconcludenti e sterili. Il Comune di Povegliano Veronese ha intrapreso da diverso tempo questa strada grazie alla sensibilità ed alla responsabilità del suo Sindaco, Anna Maria Bigon.

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