martedì 18 marzo 2014

Banche dati: condivisione e integrazione

Interrogazione dei deputati Diego Zardini e Alessia Rotta
Spesse volte leggiamo le notizie che: - le pensioni dei defunti vengono riscosse dai familiari dopo la morte; - gli emolumenti corrisposti ai medici di base comprendono quelli dei soggetti che si sono trasferiti in altre città; - l’evasione fiscale non viene contrastata in modo efficace per condurla ai livelli degli paesi occidentali. Tutto questo avviene perché manca l’integrazione dei dati e l’elaborazione delle informazioni da parte della macchina statale. I dati sono presenti in qualche settore della PA e non sono conosciuti ed utilizzati dall’intero sistema. Questo stato di cose rende lo Stato, complessivamente considerato, inefficiente ed inefficace di fronte a taluni fenomeni anomali ed illeciti .
“L'utilizzo delle informazioni analitiche, affermano Diego Zardini ed Alessia Rotta parlamentari veronesi del PD, che si fondano su moderne applicazioni informatiche e del metodo dei controlli incrociati rappresentano nuove leve di vantaggio competitivo per lo Stato e sviluppano capacità distintive finalizzate a contrastare le autodichiarazioni mendaci che concorrono a erogare servizi in modo iniquo. Le informazioni in possesso da parte di alcuni settori dello Stato vanno raccolte, elaborate, organizzate ed utilizzate in modo automatico a favore dell'intero sistema di welfare”.
Diego Zardini e Alessia Rottahanno presentato un’interrogazione ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e dell’economia e delle finanze nella quale sottolineano che:
- “l'introduzione della Banca dati dei conti correnti e del nuovo Isee si muovono nella direzione di combattere il fenomeno della redistribuzione iniqua dei servizi a favore dei finti poveri, di sostenere l'erogazione dei benefici a favore delle persone che si trovano in condizioni disagiate e di non sprecare le scarse risorse dello Stato per finalità che non meritano alcuna attenzione;
- l'Inps, il quale è il maggior erogatore di prestazioni sociali rapportate al reddito personale e familiare, ha bisogno di verificare, tramite la predisposizione di apposite applicazioni informatiche che garantiscono la riservatezza dei dati e delle informazioni, la banca dati delle prestazioni sociali agevolate e la banca dati dei conti correnti al fine di rapportare l'importo delle prestazioni erogate alla situazione reddituale reale delle persone interessate ed eliminare sprechi ed iniquità”.
L’Inps nel definire le prestazioni effettua i controlli utilizzando l’anagrafe tributaria per i redditi assoggettabili all’Irpef. Per le prestazioni (assegno sociale, maggiorazioni sociali, prestazioni agli invalidi civili) il cui diritto dipende anche da altri redditi (redditi con ritenuta alla fonte a titolo d'imposta: interessi postali e bancari, interessi su titoli; ricoveri, con retta a parziale o totale carico di enti pubblici che incidono sull'importo dell'assegno sociale e sulle pensioni sociali) è impossibile per l’Inps verificare la veridicità delle autocertificazioni.
“Zardini e Rotta dichiarano nell’interrogazione che le persone richiedenti le prestazioni specificate, essendo a conoscenza di tale gap, non dichiarano nelle autocertificazioni le tipologie dei redditi e delle prestazioni non controllabili con la conseguenza che l'Inps eroga nel peggiore dei casi prestazioni illegittime e nel migliore dei casi prestazioni superiori all'importo che spetterebbe nel caso di dichiarazioni veritiere”.
Diego Zardini e Alessia Rotta sottolineano che “l'Inps, il quale è il maggior erogatore di prestazioni sociali rapportate al reddito personale e familiare, ha bisogno di verificare, tramite la predisposizione di apposite applicazioni informatiche che garantiscono la riservatezza dei dati e delle informazioni, la banca dati delle prestazioni sociali agevolate e la banca dati dei conti correnti al fine di rapportare l'importo delle prestazioni erogate alla situazione reddituale reale delle persone interessate ed eliminare sprechi ed iniquità. I richiedenti o titolari di assegno sociale e di maggiorazione sociale non sempre dichiarano all'Inps i redditi provenienti da un conto corrente e libretto di risparmio mentre per la Banca d'Italia il 90,1 per cento delle famiglie è titolare di un deposito bancario o postale ed il 70 per cento delle famiglie più povere ha un dossier aperto. I ricoveri con retta parziale o totale carico di enti pubblici che incidono sul livello dell'importo dell'assegno sociale e della pensione sociale possono anch'essi non essere dichiarati e controllati in quanto non sono presenti i dati e le informazioni relative a tali prestazioni”.
Per i motivi esposti i deputati Zardini e Rotta chiedono ai Ministri competenti di sapere:
- “se non ritengano necessario promuovere l'utilizzo degli strumenti previsti per l'Isee, banca dati dei conti correnti e banca dati delle prestazioni sociali agevolate, da parte dell'Inps con le modalità descritte in precedenza, nella definizione dell'assegno sociale, delle maggiorazioni sociali e delle prestazioni agli invalidi civili al fine di erogare i benefici nella misura giusta solo alle persone che si trovano in condizioni disagiate e di contrastare le autodichiarazioni non veritiere;
- se non reputino urgente istituire una revisione straordinaria da parte dell'Inps delle prestazioni sociali (assegno sociale, maggiorazioni sociali, prestazioni agli invalidi civili) in essere nel 2014, utilizzando la banca dati dei conti correnti e delle prestazioni sociali agevolate;
- se non ritengano necessario includere i ricoveri con retta a parziale o totale carico di enti pubblici nella banca dati delle prestazioni sociali agevolate e nella Tabella 1 del decreto 8 marzo 2013 del Ministro del lavoro e delle politiche sociali”.

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