mercoledì 23 dicembre 2015

Al lavoro in bicicletta è legge

La giornata di ieri è stata particolarmente importante per l’approvazione definitiva di alcuni provvedimenti legislativi che produrranno benefici per il paese: - Legge di stabilità; Riforma della Rai; Collegato ambientale alla legge di stabilità del 2014.
Tra questi provvedimenti tutti importanti ritengo utile scrivere sul collegato ambientale perché è la prima volta che la green economy entra in una legge e soprattutto vi è una inversione di tendenza sull’uso della bicicletta per recarsi al lavoro con la copertura assicurativa.
Prima dell’approvazione del collegato ambiente l’infortunio in itinere e l’erogazione della relativa indennità ai lavoratori ciclisti veniva riconosciuto in pochissimi casi:
- Assenza o insufficienza dei mezzi pubblici di trasporto;
- Non percorribilità a piedi del tragitto casa e lavoro e viceversa;
- Incidente avvenuto solo all’interno di piste ciclabili o di zone interdette al traffico.
Tali condizioni normative rendevano irrealistico il riconoscimento dell’infortunio in itinere in quanto l’uso della bicicletta per recarsi al lavoro doveva essere necessitato.
Con l’approvazione dell’art. 5 del collegato ambientale l’uso della bicicletta per recarsi al lavoro “deve, per i positivi riflessi ambientali, intendersi sempre necessitato”. Pertanto sono state eliminare tutte quelle condizioni normative che impedivano l’uso della bicicletta e l’avvio di una cultura rispettosa dell’ambiente.
Tanto gradimento è stato espresso da parte di coloro che si sono impegnati in questa battaglia di civiltà: Diego Zardini, il quale, d’accordo con Giulietta Pagliaccio, ha sostenuto la modifica normativa, Paolo Gandolfi, il quale ha messo a disposizione tutta la sua conoscenza in materia, Giulietta Pagliaccio, presidente Fiab, che ha saputo sostenere e collaborare opportunamente per questo risultato, Stefano Vaccari, relatore del provvedimento in Senato, il quale ha colto l’opportunità di modificare la normativa esistente in materia di infortunio in itinere, le associazioni ciclistiche di tutta Italia, il gruppo “Al lavoro in bicicletta” in Facebook con i suoi 3.165 sostenitori, coloro che hanno sottoscritto la mozione su Change.org ed altri.
“E' grande la soddisfazione per la definitiva approvazione del collegato ambientale. Afferma Diego Zardini. Una legge di grande innovazione che ha l'obiettivo di mettere l'economia su un sentiero di sostenibilità. Tra le tante disposizione approvate particolare orgoglio mi dà l’approvazione della copertura della assicurazione Inail per gli infortuni in itinere nel caso di incidenti avvenuti ai lavoratori che usano la bicicletta nel tragitto casa-lavoro-casa. Finalmente vengono eliminate le condizioni giuridiche che impedivano tale risultato e si premia chi usa mezzi rispettosi dell'ambiente.
“Era il 2012, dichiara Giulietta Pagliaccio Presidente della Fiab, quando lanciammo una campagna per portare l'attenzione al tema dell'infortunio in itinere in bici. Molte furono le adesioni, anche di personaggi illustri. Continua il presidente della Fiab, “la strada però non era semplice: la nostra fortuna è stata quella di aver incontrato sulla nostra strada politici - e tra questi Diego Zardini - che con noi hanno creduto nella possibilità di cambiare una legge che sembrava granitica”.
“Oggi festeggiamo, conclude Giulietta Pagliaccio, un provvedimento che segna un cambiamento importante nella quotidianità delle persone: andare al lavoro in bicicletta assume la dignità di trasporto e questo non può che accelerare quel processo di cambiamento nella mobilità quotidiana dei cittadini. E' proprio un bel regalo di natale per tutti i ciclisti e per tutti quelli che ci stanno ancora pensando”.
E’ prevista la destinazione di 35 milioni finalizzati allo sviluppo di iniziative quali bike to work e bike to school. Il Ministero dell’Ambiente destinerà i fondi ai comuni con una popolazione superiore ai 100.000 abitanti che abbiano realizzato un piano urbano della mobilità sostenibile. Il collegato ambiente e la legge di stabilità 2016 prevedono dei fondi a favore dell’Emilia Romagna per il finanziamento della ciclovia Verona – Firenze da realizzarsi sul percorso dell’antica ferrovia dismessa. Si apre la prospettiva di un incentivo fiscale per i cittadini che decidono di utilizzare mezzi di trasporto sostenibili per recarsi al lavoro.
Occorre ricordare le dichiarazioni di soddisfazione del sottosegretario all’ambiente Silvia Velo, di Chiara Braga, responsabile ambiente del PD, ed Ettore Rosato, capogruppo dei deputati PD. Tali esponenti hanno sottolineato l’importanza dell’approvazione del collegato ambiente per l’innovazione e le opportunità che la legge contiene.
“Si tratta, afferma Diego Zardini riferendosi al collegato ambiente, di una manovra per la rivoluzione economica verde, un vero e proprio Green Act italiano. Tra le misure principali si ricordano quelle che rafforzano il recupero e riciclo delle materia, la riduzione dei rifiuti prodotti, le disposizioni a sostegno della mobilità sostenibile e del contrasto ai dissesti idrogeologici”. Si ricordano infine i finanziamenti per attività connesse all’ambiente e alla green economy, agevolazioni fiscali sui rifiuti per i comuni virtuosi, il divieto di gettare di gettare mozziconi di sigarette a terra, il credito d’imposta per le imprese sugli interventi di bonifica dell’amianto e le misure contro le cosiddette carrette dei mari.

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lunedì 21 dicembre 2015

Trasparenza e disabili nelle PA

La trasparenza è un fattore essenziale per realizzare il cambiamento e per contrastare la corruzione.
Continua incessante l’impegno di Diego Zardini, deputato veronese del PD, a sostegno della trasparenza e dell’inserimento dei soggetti disabili nel mondo del lavoro.
Si ricorda che Zardini ha presentato un emendamento al disegno di legge delega sulla riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni, approvato dal Parlamento, per ampliare le materie soggette alla trasparenza e precisamente:
1) Le fasi di dei procedimenti di aggiudicazione ed esecuzione degli appalti pubblici;
2) Il tempo medio di attesa per le prestazioni sanitarie di ciascuna struttura del Servizio sanitario nazionale;
Il tempo medio dei pagamenti relativi agli acquisti di beni, servizi, prestazioni professionali e forniture, l’ammontare complessivo dei debiti e il numero delle imprese creditrici, aggiornati regolarmente;
Le determinazioni dell’organismo di valutazione.
“Nonostante una netta inversione di tendenza, affermano i deputati Diego Zardini e Davide Baruffi, che si è registrata nel corso dell’anno, l’alto tasso di disoccupazione dell’Italia ancora influisce negativamente sui soggetti disabili, tutelati dalla legge 12 marzo 1999 n. 68, la quale si pone l’obiettivo, in particolare, di promuovere l’inserimento e l’integrazione delle persone disabili nel mondo del lavoro e disciplina conseguentemente le assunzioni obbligatorie e le quote di riserva a favore dei soggetti disabili”.
Diego Zardini e Davide Baruffi hanno presentato una interrogazione al Ministro della pubblica amministrazione finalizzata a pubblicare nel sito della Funzione Pubblica i risultati del monitoraggio relativo alle fasi del processo di assunzione dei soggetti disabili da parte delle PA. Inoltre, nell’interrogazione viene chiesta la trasparenza, con la pubblicazione nei siti istituzionali, dei dati e delle informazioni relative alle quote d’obbligo riservate a favore delle categorie protette.
“L’interrogazione, dichiara Diego Zardini, si propone l’obiettivo di mettere da un lato tutti i cittadini nelle condizioni di conoscere i comportamenti dei datori di lavoro pubblici, in un quadro di trasparenza delle pubbliche amministrazioni; e dall’altro lato per permettere alle pubbliche amministrazioni medesime di velocizzare gli adempimenti previsti dalla normativa vigente (rideterminare la dotazione organica, ristabilire il numero delle assunzioni obbligatorie delle categorie protette e procedere obbligatoriamente all’assunzione, a tempo indeterminato, di tali soggetti)”.
I deputati Zardini e Baruffi chiedono al Ministro di sapere:
“Quale sia l’orientamento del Ministro interrogato sulla necessità di introdurre, a livello normativo, un vero e proprio obbligo di pubblicazione da parte della funzione pubblica dei risultati del monitoraggio sul processo di assunzione dei soggetti disabili nelle PA e delle pubbliche amministrazioni centrali e periferiche e degli enti territoriali dei dati e delle informazioni relative alle quote d’obbligo scoperte;
Nelle more dell’auspicata modifica normativa, il Ministro interrogato non valuti opportuno pubblicare comunque sul sito della funzione pubblica i risultati del monitoraggio previsto nonché se non ritenga opportuno assumere iniziative per la pubblicazione, sul sito delle pubbliche amministrazioni, delle quote d’obbligo riservate a favore di queste categorie protette al fine di rendere conoscibile e trasparente ai cittadini la disponibilità di tali posti, e di facilitare così lo svolgimento degli adempimenti previsti perché essi vengano prontamente ricoperti;
Non reputi importante assumere iniziative normative volte a prevedere l’obbligo, da parte della funzione pubblica e delle pubbliche amministrazioni della pubblicazione, rispettivamente, dei risultai del monitoraggio e dei dati e delle informazioni relative alle quote d’obbligo scoperte a favore dei soggetti disabili”.
Per risolvere la problematica al più presto, l’obbligo della trasparenza, così come proposto da Zardini e Baruffi, potrebbe essere introdotto nello schema del D. Lgs. sulla trasparenza, di prossima approvazione da parte del Consiglio dei Ministri.
La trasparenza del monitoraggio e dei dati e delle informazioni indicate rende evidenti le PA inadempienti e pone il Ministro competente nelle condizioni di intervenire e, di conseguenza, le PA di accelerare il processo e migliorare la performance.
Non sono sufficienti le buone leggi in assenza di un sistema trasparente di controllo dell’efficacia delle PA.

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mercoledì 2 dicembre 2015

PD Verona: frantumi da ricomporre

Considerata la crisi nei rapporti tra i partiti ed i cittadini, si ritiene necessario e urgente riorganizzare la forma partito al fine di coinvolgere gli elettori nella gestione delle strutture organizzative dei partiti in particolar modo nelle periferie. In assenza di tale cambiamento le strutture dei partiti continuano a rappresentare il luogo dove viene gestito il potere di rappresentanza in assenza di mobilitazione e partecipazione.
Le organizzazioni nel tempo, dal taylorismo ad oggi, sono cambiate e si sono adattate in modo continuo e veloce alla domanda di cambiamento attraverso l’adozione di nuovi modelli organizzativi.
L’unico Partito esistente è il Partito Democratico in quanto gli altri sono: personali, aziendali, autoritari e non praticano la democrazia. Pertanto, si ritiene che il PD ripensi la sua organizzazione per rispondere alle esigenze di cambiamento e di partecipazione degli iscritti, dei partecipanti alle primarie e degli elettori.
Il PD di Verona, il quale è un’organizzazione politica, per superare gli ostacoli e le problematiche relative ai rapporti con gli elettori ha bisogno di ripensare la propria organizzazione e conseguire i propri valori attraverso l’adozione dei seguenti fattori di cambiamento: Unità, Trasparenza, Comunità e Sistema aperto. I valori ed i fattori di cambiamento sono i pilastri del modello di organizzazione che si intende costruire.
La sottovalutazione della conferenza organizzativa ed il mantenimento dello status quo non consente alcun cambiamento ed è per questo che anche i fautori del congresso straordinario dovrebbero sostenere la proposta della conferenza organizzativa di Alessio Albertini.
L’anello più debole e importante della catena di partecipazione alla vita politica del PD è rappresentato dai circoli, i quali non debbono essere considerati soltanto un gruppo di volontari ma il luogo dove viene costruita la strategia locale per elevare il livello della partecipazione e della mobilitazione. Vi sono degli indicatori (iscritti e popolazione, votanti alle primarie e popolazione) che rappresentano lo stato di salute dei circoli e nello stesso tempo ispirano le azioni correttive da realizzare per migliorare gli indici.
Un altro problema da non sottovalutare, il quale è stato posto nel dibattito recente, è il ruolo dell’opposizione del PD nel comune di Verona.
E’ stato affermato che “il capogruppo fa opposizione. E la fa benissimo.” Innanzitutto, occorre precisare che l’opposizione senza una visione o una proposta alternativa è strumentale, ostruzionistica, effimera e pregiudiziale. Questo non è il caso del capogruppo Michele Bertucco e dell’intero gruppo consiliare del PD.
Per fare una efficace e credibile opposizione è necessario avere delle proposte alternative a quelle del Sindaco Tosi sui temi ed argomenti posti all’esame del Consiglio Comunale. Affermare che Michele Bertucco fa una buona opposizione in assenza di proposte alternative da parte del PD è una contraddizione perché non può essere fatta una efficace opposizione senza fare riferimento alla visione ed alle proposte alternative del PD. Pertanto, il PD di Verona ha un programma alternativo a Tosi che esprime anche attraverso il capogruppo Michele Bertucco ed il gruppo consiliare del PD.
Ultima questione riguarda il rapporto con Tosi. La direzione provinciale del PD non ha mai deliberato alleanze e rapporti privilegiati con il sindaco Tosi. Infatti, nelle elezioni provinciali ha aderito ad una alleanza alternativa a Tosi. L’accordo istituzionale proposto, anche con Tosi, non ha ricevuto consensi tra gli amministratori locali ed i membri della direzione provinciale del PD in quanto si sono espressi per una alleanza alternativa a Tosi.
L’accordo istituzionale, il quale prevedeva una visione comune tra tutte le forze politiche, non ha ricevuto consensi nel PD e tra tutte le forze politiche e, quindi, la proposta non poteva essere concretizzata.
Pertanto, l’accusa mossa ad Alessio Albertini, segretario provinciale del PD, di “intelligenza con il nemico” è strumentale ed è finalizzata a trovare ex post delle motivazioni a sostegno del congresso straordinario.
Concordo con Diego Zardini quando afferma che la divisione nasce dalla mancata ricandidatura di Franco Bonfante alle Regionali. Da quel momento sono state tante le iniziative di carattere individuale che hanno messo in fibrillazione il PD in un momento in cui bisognava impegnarsi unitariamente per superare la sconfitta alle elezioni Regionali.
Il grande difetto di alcuni esponenti politici è quello di impegnarsi per la propria sopravvivenza politica e non per il partito di appartenenza non tenendo conto che il partito sopravvive alla vita degli uomini.

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