domenica 30 ottobre 2016

Il Popolo del PD esiste ed è vivo

Si è conclusa la manifestazione del Partito Democratico in piazza del Popolo a Roma. Grande affluenza e partecipazione a dimostrazione del fatto che il popolo del PD esiste, è vivo e sostiene la riforma costituzionale. “Il fronte del no, afferma Matteo Renzi, è il vero partito della Nazione che vuole bloccare tutto. Dentro il no “c’è di tutto e di più: Brunetta, Bersani, De Mita, Tremonti, Travaglio e D’Alema”. Finalmente con questa dichiarazione Renzi chiarisce in modo inequivocabile che il Partito Democratico non ha nessuna intenzione di trasformarsi in partito della nazione. Ho ascoltato le opinioni di alcuni partecipanti che hanno partecipato alla manifestazioni che riporto integralmente.
“Giornata di popolo in Piazza del Popolo di Roma, dichiara Diego Zardini deputato veronese del PD, per sostenere le riforme necessarie al Paese e rafforzare la nostra idea di Europa. La sinistra, quella che vuol guardare al futuro, che vuole governare la globalizzazione sostenendo equità e eguaglianza, era in piazza a dire sì”. Importante l’affermazione di Zardini perché fa capire che la sinistra del PD era in piazza per sostenere la riforma costituzionale.
Lorenzo Dalai, coordinatore di Bastaunsi Verona Futura, con la sua dichiarazione risponde alle strumentalizzazioni ed interpretazioni di comodo: “Che alcuni, dichiara Lorenzo Dalai coordinatore di Bastaunsi Verona Futura, abbiano tentato di far passare il messaggio che in Piazza del Popolo a Roma vi fosse solo una metà del Partito Democratico è totalmente e volutamente fuorviante. In piazza c'erano tutti, iscritti e simpatizzanti, ministri e deputati, provenienti da tutta Italia, persone con le più svariate provenienze politiche e con sensibilità diverse, ma tutte con un unico obiettivo: il cambiamento. Mancavano solo tre persone, non tremila o trentamila, tre; di queste una è stata citata nel suo discorso dal Premier Matteo Renzi, cioè Massimo D'Alema, e quando l'ha menzionato dalla piazza è partito un boato di disapprovazione all'indirizzo di quello che ormai è ritenuto un corpo estraneo al PD, un personaggio ormai senza seguito, prigioniero del suo passato di fallimenti”.
“Un popolo in una piazza, conclude Dalai, che ha capito bene che tra trentasei giorni si deciderà il futuro dell'Italia, la scelta tra un Paese più moderno ed in grado di decidere per il miglioramento della comunità o altri trent'anni di regressione, pasticci inconcludenti, ingovernabilità. Tra D'Alema e Renzi il PD ha scelto da tempo con chi stare”.
“E’ stato un incontro affollatissimo, dichiara Anna Maria Bigon ex sindaco di Povegliano ed attualmente consigliere comunale, quello a piazza del Popolo a Roma, composto da persone che credono finalmente in un vero cambiamento per l’Italia. Renzi ha confermato la linea del partito precisando che l’unità è fondamentale. La riforma costituzionale porterà ad una velocizzazione del processo legislativo, ad una riduzione dei costi della politica ed a un vero coinvolgimento dei cittadini. Strumentale e senza motivo è il no a questa riforma. Dobbiamo tutti lavorare per il bene del paese e non per ambizioni personali”.
“Piazza piena di entusiasmo, dichiara Clara Scapin sindaco di Legnago: tanti giovani, tante famiglie, tutti pieni di volontà di far capire alla gente l’importanza del referendum e del si alla riforma. Bravo Renzi a parlare delle riforme importanti per superare il populismo e far ripartire il Paese”.
Tali dichiarazioni sono piene di entusiasmo verso il Partito Democratico e di speranza in un esito positivo del referendum costituzionale. Importante e la dichiarazione di Massimiliano Saladino, giovane del partito democratico, che esprime le aspettative dei giovani: “Ieri in piazza del Popolo si respirava una grande voglia di cambiamento, tanti giovani e tante famiglie si sono radunate per dimostrare che siamo finalmente pronti ad un importante cambiamento. Tanti giovani democratici erano presenti provenienti da tutta Italia. Un bel clima di festa ma soprattutto un clima di unione di tutto il partito democratico sotto questo obiettivo comune. Per gli under 35 questa riforma è particolarmente decisiva: si semplifica finalmente il sistema statale dando seguito a promesse lunghe 20/30 anni. Sarà più facile fare impresa e dare stabilità ad un sistema che con le sue frizioni politiche ha costretto molto giovani ad emigrare in paesi più accoglienti perché più stabili! E’ ora di cambiare e tanti giovani si stanno battendo per questo”.

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martedì 25 ottobre 2016

Corte d’Appello conferma le ragioni dei distaccati di Serenissima

La Corte d’Appello di Venezia con sentenza rigetta il ricorso di Serenissima Costruzioni Spa e Autostrada BS-Vr-VI-PS Spa avverso la sentenza del Tribunale di Verona e dichiara cessata la materia del contendere tra le società appellanti ed i lavoratori assunti da Serenissima e distaccati presso la Società Autostrada BS-Vr-VI-PS Spa.
La Sentenza del Tribunale di Verona, confermata dalla Corte d’Appello di Venezia, recita: “accerta e dichiara l’illegittimità dei provvedimenti di distacco disposti da Serenissima Costruzioni Spa nei confronti dei ricorrenti e la sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato alle dipendenze di Autostrada BS – PD Spa con decorrenza per ciascun lavoratore dal primo provvedimento di distacco”.
“Grande soddisfazione, esprime Diego Zardini, per la sentenza della Corte d’Appello di Venezia che conferma la sentenza del Tribunale di Verona, le legittime aspettative dei ricorrenti avverso il licenziamento e la valutazione effettuata dal sottoscritto con l’interrogazione presentata al Ministero del lavoro e dell’Economia, sottoscritta da Cesare Damiano, presidente della commissione lavoro della Camera dei deputati, e Maria Luisa Gnecchi, capo gruppo del PD in commissione lavoro. Adesso è necessario che le società applichino le sentenze e non assumano comportamenti dilatori che danneggiano le società stesse ed i lavoratori che aspettano il reintegro nei posti di lavoro presso la società Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova Spa”.
Occorre scoprire e rendere trasparenti i veri motivi di queste assurdi licenziamenti, particolarmente adesso che le società in questione sono controllate dalla spagnola Albertis. E’ possibile che la strategia del gruppo A4 Holding non debba salvaguardare i posti di lavoro e che l’efficienza debba essere perseguita solo con il taglio dei posti di lavoro, come se non ci fossero altre metodi e strategie?
“Il Gruppo A4 Holding, afferma Diego Zardini, controllato da poco tempo dal gruppo spagnolo Albertis, di cui fanno parte Serenissima Costruzioni Spa e Autostrada Bs Vr Vi Pd Spa, presenta un significativo miglioramento dei dati economici e finanziari e registra un utile netto per il 2015 di 42,5 milioni in crescita del 28% rispetto ai 33 milioni del 2014. Nonostante i dati positivi Serenissima Costruzioni ha ricorso ai licenziamenti dei distaccati dalla stessa società, dove sono stati assunti, alla società Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova Spa. Questo comportamento ed il ricorso giudiziario avverso la sentenza del Tribunale di Verona, favorevole ai lavoratori, lasciano pensare che l’equità e la solidarietà sono inesistenti nella gestione di tali imprese”.
Due ingegneri distaccati delle società hanno espresso le seguenti opinioni: - Gabriele Sordo “La corte d’Appello di Venezia ha emesso sentenza ed ha confermato quanto dichiarato dal Tribunale di Verona in primo grado. Sono ben contento che anche in appello siano state dichiarate giuste e fondate le nostre istanze. E’ scoraggiante che in uno Stato di Diritto siano necessari i pronunciamenti di due gradi di giudizio per definire illegittima la procedura di avere come controllori proprio dipendenti e per considerare illegittimo il distacco. Mi auguro che ora il gruppo A4-Holding ottemperi a quanto stabilito dalla Magistratura e che gli Organi di controllo dello Stato svolgano le loro funzioni. Mi auguro altresì di poter riprendere la mia attività lavorativa al più presto e di porre così fine ad un periodo di angosce per le angherie e le ingiustizie subite”; Aniello Andreozzi "Avrei piacere di capire quale è la posizione e la volontà dell'azienda e del gruppo dirigente attuale sulla vicenda, visto il passaggio da pochi mesi dell'azienda al gruppo spagnolo Abertis. Alla luce di questa sentenza di secondo grado che ci vede dipendenti di Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova Spa da oltre 10 anni, come cita la sentenza (dal primo provvedimento di distacco) quindi anche con contratti retroattivi, per capirci antecedenti alla legge Fornero. Vorrei capire come intende procedere nel merito l'azienda, se intende ottemperare alla sentenza, assumendoci, oppure vuole continuare a non rispettare la legge italiana. Vorrei però che questa posizione, sia a favore che contraria venga resa pubblica, anche attraverso una comunicazione scritta, al fine di rendere inequivocabile la posizione dell'azienda sulla vicenda”.
La sentenza del Tribunale di Verona non riconosce i requisiti, previsti dalle vigenti disposizioni di legge, dei distacchi effettuati dalla società Serenissima Costruzioni Spa. Occorre considerare che in caso di distacco privo del requisito d’interesse da parte del datore di lavoro, nel caso specifico la Serenissima Costruzioni, (art. 30, c. 1, del D. Lgs. 10/9/2003, n. 276) l’utilizzatore e il somministratore sono puniti con la pena della ammenda di euro 50 per ogni lavoratore occupato e per ogni giornata di occupazione (art. 18, c. 5-bis, del D. Lgs. 10/9/2003, n. 276).
Le due società coinvolte sono a partecipazione pubblica e, quindi, avrebbero dovuto, più di altre, per ragioni di equità rispettare le leggi che disciplinano i distacchi dei lavoratori. Al contrario tali società non solo non hanno rispettato i provvedimenti legislativi che disciplinano l’istituto del distacco ma non hanno dato esecuzione alla Sentenza del Tribunale di Verona. Operando così le due società hanno dimostrato di operare, come qualsiasi società privata, senza avvertire il vincolo delle disposizioni di legge in materia e, di conseguenza, di negare gli interessi legittimi dei lavoratori interessati. Si spera che venga data immediata esecuzione alla sentenza della Corte d’Appello di Venezia in caso contrario vuol dire che vi è la volontà in prospettiva di chiudere o disfarsi della società Serenissima.

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sabato 22 ottobre 2016

Pietro Ichino sulla riforma costituzionale




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domenica 16 ottobre 2016

Pietro Ichino e Diego Zardini a Arbizzano di Negrar per il SI

Continua l’impegno di Bastaunsi Verona Futura a sostegno del Si al referendum Costituzionale. La prossima iniziativa si svolgerà il 21 ottobre alle ore 20,30 presso l’Auditorium Villa Albertini di Arbizzano di Negrar (Vr), via San Francesco, 17.
All’incontro interverranno:
- Pietro Ichino che espone i precedenti, l’iter parlamentare ed i contenuti della legge Boschi;
- Diego Zardini che illustra gli effetti economici e sociali della riforma.
"Dopo trent'anni, afferma Pietro Ichino, di tentativi falliti, finalmente il Parlamento è riuscito a condurre in porto la riforma costituzionale per la quale hanno lavorato in passato generazioni intere di politici italiani, da Nilde Iotti ad Aldo Bozzi, a Ciriaco De Mita, da Roberto Speroni a Massimo D'Alema, da Luciano Violante a Gaetano Quagliariello. Con alcuni difetti, certo, dovuti alla necessità del compromesso tra forze politiche molto diverse tra loro, ma pur sempre una riforma che contiene tutti gli elementi considerati essenziali da coloro che su questo tema si sono affaticati per decenni: superamento del bicameralismo perfetto, Senato come rappresentanza delle Autonomie locali, abolizione della "terza Camera" costituita dal CNEL, abolizione delle Province come "quarto livello" elettorale, cui si aggiunge il superamento di quella competenza concorrente tra Stato e Regioni, che nell'ultimo quindicennio ha dato complessivamente cattiva prova. La conferma referendaria di questo passaggio essenziale per lo sviluppo democratico del Paese rafforzerà la sua credibilità sul piano internazionale e la sua autorevolezza nel processo di costruzione della nuova Unione Europea.
Diego Zardini riferendosi al 4 dicembre dichiara che l’Italia si troverà davanti ad un bivio: “Raccogliere la sfida del cambiamento e rilanciare verso una grande stagione di riforme che finalmente tocchino il sociale, guardino agli ultimi, diano una possibilità di progresso ed emancipazione, oppure farsi spaventare dalla novità, rifugiarsi in una posizione conosciuta per quanto sia evidente come lo status quo abbia prodotto disagio sociale, sudditanza della politica alla finanza, disillusione verso le istituzioni ed i partiti, perdita di fiducia nell'istituto della rappresentanza.
Qualora prevalesse il no al referendum sulla riforma costituzionale sarebbe inevitabile un periodo di forte instabilità ed incertezza e i primi a pagarne il prezzo sarebbero certamente i soggetti più deboli. Quelli che la sinistra ha storicamente sempre difeso”.
“La riforma nel merito, conclude Zardini, dà continuità alle battaglie progressiste, ottiene ciò che inseguiamo da tempo come sinistra e dà al paese un volto di moderna e matura democrazia di governo e dell'alternanza. Non tocca la prima parte relativa ai principi fondamentali e relativi ai poteri del governo. Rende certi i tempi del procedimento legislativo consentendo alle istituzioni democratiche di rispondere adeguatamente ai bisogni dei cittadini. Solo innovando la Costituzione possiamo riuscire a custodirne i valori".
Il coordinatore del Comitato, Lorenzo Dalai, afferma che “ci sono moltissimi effetti positivi che la Riforma Costituzionale potrà portare a tutti i livelli. Uno, ad esempio, potrà averlo nel contrasto alle povertà: oggi se ne occupano Comuni e Regioni a macchia di leopardo, mentre lo Stato contribuisce residualmente con la carta acquisti. Con un sistema di finanziamento nazionale, affiancato da un cofinanziamento locale si responsabilizzerebbero gli enti locali, in modo da verificare che i fondi vadano davvero a chi ha bisogno ed a spingere chi può a lavorare. Un altro esempio è la riforma degli strumenti per la concessione di assegni di invalidità: oggi la competenza è divisa fra Inps, Regioni e Asl con sovrapposizioni evidenti, lungaggini e contenziosi infiniti. Se ipotizziamo di affidare tutto all'Inps, perché è necessario avere metodi di valutazione omogenei in tutte le Regioni, con la vittoria del Sì, lo Stato riavrà il potere di regia”.
La caduta di Renzi e del suo Governo, suffragate dalle posizioni ideologiche non rapportate alla realtà del paese, sono il vero obiettivo del Comitato del no contro la riforma costituzionale. La Riforma è urgente e necessaria per cambiare il paese e adattarlo all’evoluzione continua ed incessante del pianeta. Per questi ed altri motivi occorre votare SI al referendum costituzionale e rendere partecipe il popolo al processo di rinnovamento dell’assetto istituzionale.

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giovedì 13 ottobre 2016

Diego Zardini per il SI

Intervista a Diego Zardini, deputato veronese del Partito Democratico, sul referendum costituzionale.
Secondo lei quale significato riveste il SI o il NO al referendum costituzionale?
L'Italia il 4 dicembre si troverà davanti ad un bivio. Raccogliere la sfida del cambiamento e rilanciare verso una grande stagione di riforme che finalmente tocchino il sociale, guardino agli ultimi, diano una possibilità di progresso ed emancipazione, oppure farsi spaventare dalla novità, rifugiarsi in una posizione conosciuta per quanto sia evidente come lo status quo abbia prodotto disagio sociale, sudditanza della politica alla finanza, disillusione verso le istituzioni ed i partiti, perdita di fiducia nell'istituto della rappresentanza.
Qualora prevalesse il no al referendum sulla riforma costituzionale sarebbe inevitabile un periodo di forte instabilità ed incertezza ed i primi a pagarne il prezzo sarebbero certamente i soggetti più deboli. Quelli che la sinistra ha storicamente sempre difeso.
Esprimere un Si al referendum cosa significa?
La riforma nel merito dà continuità alle battaglie progressiste, ottiene ciò che inseguiamo da tempo come sinistra e dà al paese un volto di moderna e matura democrazia di governo e dell'alternanza. Non tocca la prima parte relativa ai principi fondamentali e relativi ai poteri del governo. Rende certi i tempi del procedimento legislativo consentendo alle istituzioni democratiche di rispondere adeguatamente ai bisogni dei cittadini. Si rafforzano gli istituti di garanzia per un adeguato contrappeso.
Quindi lei è favorevole alla riforma costituzionale.
Per le ragioni che ho espresso prima ed in coerenza con il mio voto espresso nei tre passaggi parlamentari alla Camera, voterò e inviterò a votare SI per dare all'Italia una Costituzione moderna ed avanzata in un processo che ha dapprima coinvolto noi parlamentari e che il 4 dicembre con il referendum confermativo deve necessariamente passare attraverso la consultazione democratica del popolo sovrano.
È una riforma di responsabilità, con una forte spinta riformista che, rafforzando il governo parlamentare, rafforza la democrazia, avvicinando i tempi della società ai tempi della decisione politica che diventano certi, trasparenti e più efficaci. Il convinto sostegno al SÌ non può che arrivare da donne e uomini con sensibilità di sinistra perché è perfettamente in linea con quei valori, fondanti, sui quali storicamente abbiamo sempre costruito i nostri programmi e le nostre battaglie, dal livello nazionale al livello locale.
La sinistra non può non stare in questo solco di cambiamento ed il cambiamento non può esserci senza la sinistra e la sua aspirazione a migliorare il mondo. Solo innovando la Costituzione possiamo riuscire a custodirne i valori.
La riforma costituzionale del 2001 che effetti ha prodotto concretamente nel paese?
La riforma del 2001 ha causato numerosi ed elevati problemi: Crescente contenzioso tra Stato e Regioni (nel 2000 il conflitto pesava per il 5% sulle pronunce della Corte, nel 2015 il peso superava il 40,94% con delle punte del 47%); Sprechi, ritardi ed inefficacia degli interventi. Tali fattori hanno inciso negativamente in diversi settori tra i quali si ricordano: - Turismo (178 ambasciate regionali all’estero nel 2010); - Politiche attive del lavoro inefficienti rispetto all’Europa a causa del suo decentramento (i Paesi Europei -Germania, Francia, Gran Bretagna ed altri- si sono dotati di una Agenzia Nazionale con un duplice compito: erogare i sussidi di disoccupazione e spingere i beneficiari a cercare lavoro, assistendoli nella ricerca); - Formazione professionale; - Infrastrutture e grandi opere (ritardi nella cooperazione tra le Regioni e queste e lo Stato); - Politiche sociali (fondo nazionale per gli asili nido utilizzati con notevole ritardo rispetto al finanziamento dello Stato o non utilizzati); Commercio estero (frammentazione ed inefficienza delle iniziative di promozione del commercio estero).
La riforma Costituzionale elimina le materie concorrenti fra Stato e Regioni, rimuovendo così l’oggetto dei conflitti tra Stato e Regioni e la causa dei ritardi e dell’inefficacia degli interventi, ed opera una chiara ed efficace ripartizione delle competenze tra lo Stato e le autonomie locali. Così operando le risposte legislative sono più prossime alla domanda del paese e delle comunità locali, le quali non possono aspettare delle risposte lontane nel tempo o meglio quando le condizioni ambientali e sociali sono mutate.

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mercoledì 12 ottobre 2016

Perché SI. Le ragioni della Riforma costituzionale

E’ il titolo del libro curato da Massimo Rubechi che raccoglie la prefazione di Maria Elena Boschi e gli approfondimenti di costituzionalisti e politologi che hanno contribuito alla stesura del manifesto nazionale del Sì, tra cui Carlo Fusaro, Cesare Pinelli, Roberto Bin, Vincenzo Lippolis, Giulio M. Salerno, Andrea Morrone, Francesco Clementi, Tommaso Edoardo Frosini, Tania Groppi, Lorenza Violini, Marilisa D’Amico, Stefano Ceccanti, Peppino Calderisi, Beniamino Caravita, Salvatore Vassallo, Editori Laterza.
Si riporta l’introduzione del Ministro Maria Elena Boschi.
“Ci stiamo avvicinando ad un appuntamento molto importante per la storia delle nostre istituzioni e per il futuro del nostro Paese: il referendum confermativo della revisione costituzionale. Attraverso questo straordinario strumento di partecipazione, tutti noi, cittadine e cittadini italiani, siamo chiamati a scegliere se confermare o meno la riforma costituzionale approvata dal Parlamento lo scorso 12 aprile, dopo due anni di lavoro.
Il referendum è decisivo. Solo insieme potremo decidere, votando sì, di cambiare la nostra Costituzione. Certamente non la prima parte - quella in cui sono sanciti i principi fondamentali, i valori nei quali ci riconosciamo come popolo italiano – ma la seconda, che riguarda l’organizzazione dello Stato.
Qui il resto del post Per anni i cittadini hanno chiesto di ridurre i costi della politica, di diminuire le poltrone e di avere un apparato pubblico più efficiente, senza essere presi sul serio. Per la prima volta, il Parlamento ha ascoltato e ha votato una riforma che riduce il numero dei parlamentari e i costi della politica e che trasforma profondamente le istituzioni.
La decisione spetta però adesso a milioni di uomini e di donne. Affinché la riforma diventi realtà occorre che vinca il Sì al referendum. È allora fondamentale arrivare a questo appuntamento informati, consapevoli della scelta che siamo chiamati a compiere e che ci carica di una responsabilità cruciale. È una occasione unica per poter scegliere insieme il futuro dell’Italia.
Questo volume nasce dal desiderio di fornire gli strumenti indispensabili per poter valutare nel merito la riforma costituzionale che viene proposta al Paese, per poterne conoscere il contenuto, le soluzioni istituzionali, per verificare come dopo anni di rinvii vengano finalmente sciolti alcuni nodi e superate alcune inefficienze del processo decisionale. Alcuni dei più importanti costituzionalisti, politologi ed esperti di istituzioni, di diversa ispirazione, hanno dunque deciso di mettere in luce i tratti principali della riforma, il dibattito che negli anni ha condotto alla elaborazione di questa proposta, gli obiettivi che persegue, i punti di forza di questo nuovo disegno della nostra architettura costituzionale.
Le ragioni che hanno portato gli autori di questa raccolta a sostenere il Sì alle riforme si fondano ovviamente su argomentazioni di carattere tecnico e giuridico, senza voler entrare nel dibattito politico. Ma la Costituzione è di tutti. Non solo dei professori universitari o dei politici, né tanto meno di un partito o di un altro.
La Costituzione è l’insieme dei valori di un popolo, sanciti in un testo scritto, e al contempo lo strumento con cui si disegnano l’equilibrio fra i poteri e le modalità con cui prendere le decisioni, come ci insegna anche questo volume. I diritti che essa riconosce, il modo con cui devono essere garantiti alla popolazione di oggi e alle generazioni future sono di tutti, a prescindere dalla condizione sociale e dalle differenze di sesso, razza, religione e opinioni politiche.
Allo stesso modo, la capacità delle istituzioni di prendere decisioni in tempi utili per rispondere alle esigenze della società non è importante per chi governa, ma per i cittadini e per le imprese, per i lavoratori e per i datori di lavoro. Per tutti noi. Per questo è necessario spiegarla e parlare con un linguaggio preciso ma chiaro, che sia comprensibile a tutti. Perché le cose complicate quasi mai sono le migliori.
Questo volume ha, quindi, il merito di affrontare temi complessi con parole semplici. Non è un testo per addetti ai lavori, ma per chiunque abbia voglia di approfondire i contenuti della riforma. E ci fa capire che quella che verrà sottoposta a referendum in autunno è una riforma equilibrata e fondamentale per rendere il nostro Paese competitivo di fronte alle sfide del nostro millennio.
È una riforma che garantirà meglio i nostri diritti e aumenterà gli spazi di partecipazione dei cittadini; attraverso,ad esempio, l’abbassamento del quorum per i referendum abrogativi e l’introduzione di referendum propositivi e di indirizzo.
È una riforma che fa tesoro di una elaborazione più che trentennale e risponde a problematiche organizzative e di funzionamento che il nostro ordinamento presenta sin dalle sue origini. Una riforma che rende più semplice e più chiaro il procedimento legislativo, superando il bicameralismo paritario.
È una riforma che riduce il numero dei parlamentari, portando da 315 a 100 il numero dei senatori, che riduce i costi della politica mettendo, tra l’altro, un tetto agli stipendi dei consiglieri regionali.
È una riforma che razionalizza la divisione di poteri tra Stato e Regioni, che supera la confusione della competenza concorrente, che semplifica il rapporto tra i diversi livelli di governo nel territorio.
È una riforma che abolisce il Cnel e supera definitivamente le Province.
In poche parole, è una riforma che rende l’Italia più stabile,più semplice e più efficiente.
La conferma della riforma costituzionale con il referendum non è sicuramente la fine del processo di cambiamento profondo che è in atto nel nostro Paese, ma costituisce la tappa cruciale per poter avere istituzioni che funzionano meglio e strumenti più efficienti per affrontare le scelte e le sfide che ancora ci aspettano per rendere il nostro Paese più moderno.
Questo volume rappresenta, quindi, un contributo al dibattito pubblico delle prossime settimane e uno strumento importante per chiunque voglia approfondire le ragioni del Sì ad una riforma storica della nostra Costituzione”.

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giovedì 6 ottobre 2016

Perché SI. Le nostre ragioni

Dopo l’assemblea nazionale della sinistra a Milano a sostegno del SI in cui sono state spiegate le motivazioni storiche ed attuali per votare SI al referendum della riforma costituzionale, l’on.le Diego Zardini ha organizzato un incontro a Verona.
A Milano è stato espresso il rapporto di continuità e coerenza della riforma costituzionale con l’impegno profuso negli ultimi decenni dalla sinistra democratica: dai comunisti, cattolici democratici e socialisti fino all’attuale Partito Democratico.  E’ stato sottolineato dagli intervenuti le insufficienti ragioni per votare no e l’incoerenza di tali soggetti rispetto alla storia del paese. Basti pensare che nello schieramento del no si trovano insieme forze che per la loro identità sono contrapposte ed alternative ma uniti nel creare difficoltà al paese ed all’attuale Governo in un momento in cui bisogna essere uniti per contrastare la crisi economica mondiale con effetti sulla crescita del paese.
L’Incontro dal titolo “Perché SI. Le Nostre Ragioni” si svolgerà presso la sala della 2^ Circoscrizione, piazza Angelo Righetti – Quinzano di Verona   


 

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