giovedì 27 aprile 2017

Con Renzi Martina per il cambiamento

Nell’ultimo secolo si è registrato nel pianeta una evoluzione straordinaria. Tale cambiamento non è stato gestito, integrato e corretto dagli Stati nazionali e dalle organizzazioni internazionali per diminuire le disuguaglianze e realizzare nuove forme di solidarietà. Le disuguaglianze sono aumentate e le nuove povertà non sono state contrastate adeguatamente.
In molti casi gli studi, gli approfondimenti e le proposte in direzione del cambiamento per contrastare tali fenomeni non sempre sono stati considerati in modo adeguato dalle organizzazioni (istituzioni, imprese, partiti) con gravi ripercussioni nell’economia, nella società e nelle persone che vivono i disagi del terzo millennio.
L’organizzazione tayloristica nelle sue diverse forme continua a sopravvivere con effetti negativi sull’adattamento all’ambiente sociale che ha subito un’accelerazione straordinaria. Il fenomeno avviene nell’organizzazione statale (crisi della pubblica amministrazione), nei partiti sempre più lontani dai cittadini, nelle imprese che escono dal mercato perché non più competitive con effetti devastanti sull’occupazione.
Tali problematiche potranno essere affrontate positivamente a livello internazionale, europeo e nazionale. Non sono sufficienti gli impegni nell’ambito di un singolo stato nazionale se non vi è un quadro internazionale di cambiamento coerente che crei un nuovo equilibrio solidale ed equo nel pianeta.
Su queste valutazioni si fonda la proposta del Partito Democratico e della mozione Renzi Martina che ha per obiettivo l’aumento visibile della solidarietà e dell’equità con progetti realizzabili e percepibili.
La mozione Renzi Martina e la vittoria di Macron al primo turno nelle elezioni francesi ci fanno ben sperare in un cambiamento dell’Europa in direzione della solidarietà e dell’equità con una progettualità concreta e responsabile. Non più una Europa tecnocrate e sullo zero virgola del deficit. Questi sono i temi di maggior interesse: il cambio di paradigma della politica economica, l'Europa sociale, un piano per le periferie, la difesa comune e nuove politiche sulle reti e sulla ricerca.
Condivido la dichiarazione di Pietro Ichino, il quale afferma che la mozione Renzi Martina è la sola, in questo congresso del Partito Democratico, che punta a un salto di qualità nella costruzione della nuova Unione Europea.
Vi è stato un impegno tenace e costante del Governo Renzi per superare l’attuale equilibrio del sistema Italia che produce disuguaglianze e scarsa solidarietà attraverso interventi e riforme nei diversi settori: lavoro, diritti civili, lotta alla corruzione, trasparenza, contrasto alla povertà, agenza digitale ed altro.
Ritengo che occorre continuare nella medesima direzione con adeguamenti in linea con il tempo all’insegna del cambiamento.
Il cambiamento ha le sue regole e non può essere realizzato ricorrendo a vecchi strumenti del passato. Occorre far saltare i vecchi equilibri per crearne dei nuovi ed in questi nuovi equilibri non viene garantita la permanenza di obsolete e logore figure del passato. Infatti, la nuova stagione del cambiamento non può essere affidata a coloro che fanno resistenza e non credono nella costruzione di un futuro diverso e migliore. Tra gli elementi di trasformazione che guidano l’evoluzione incessante: - La velocità, il tempo di realizzazione non può essere lento altrimenti si rischia di attuare politiche superate dall’evoluzione del pianeta; La conoscenza, è la prima risorsa rispetto agli altri fattori produttivi. Occorre intervenire sul sistema educativo (scuola e università) e sulla formazione professionale (imprese, sindacato) poiché dalla qualità e dal livello della conoscenza deriva la produttività del lavoro, l’innovazione e la posizione competitiva del paese; - L’interconnessione e la rete hanno sostituito le vecchie regole dell’economia; Il senso dell’urgenza del cambiamento, comunicare e coinvolgere per realizzare la cooperazione a favore del cambiamento. Le misure messe in campo non sempre vengono capite immediatamente.
La resistenza al cambiamento è stata utilizzata da coloro che hanno paura di perdere ruolo e funzioni garantite dal permanere dello status quo. Tali esponenti hanno tradotto strumentalmente ed irresponsabilmente i fattori di cambiamento, proposti da emeriti studiosi di management e di organizzazione, in arroganza, personalizzazione e annuncite senza proporre nulla di concreto e di alternativo ma richiamandosi a metodi, strumenti e cerimonie religiose del passato.
Cogliete l’occasione di partecipazione offerta dal Partito Democratico e partecipate al voto per le primarie del 30 aprile.
Per i motivi che spero di aver indicato chiaramente io alle primarie voto la mozione Renzi Martina.

Leggi tutto...