mercoledì 20 giugno 2012

Nuove regole per un nuovo Circolo Pd

Il sistema dei partiti e, quindi, della rappresentanza politica è in crisi. I risultati delle recenti elezioni amministrative hanno comprovato il distacco della società civile dai partiti, causato anche dal disagio sociale avvertito nel paese. Questa condizione impone una riflessione approfondita per individuare un percorso che permetta di recuperare il rapporto di fiducia con i cittadini. L’impegno deve considerare i problemi reali delle persone che vanno compresi, condivisi ed affrontati attraverso la costruzione di una prospettiva strategica e valutare il modello organizzativo del partito per realizzare i contenuti dell’art. 49 che assegna ai cittadini il “diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.
Modelli organizzativi per i partiti
Il modello organizzativo dei partiti viene affrontato in un articolo, pubblicato su Il Sole 24 Ore del 3 giugno 2012, da Sergio Fabbrini. L’autore sottolinea che i modelli di partito realizzati negli ultimi vent’anni non hanno funzionato: - Partito come organizzazione sociale;  Partito come organizzazione personale. Secondo Fabbrini il primo modello ha dato vita a organizzazioni a difesa di interessi specifici (sindacali, nel caso del Pd, e territoriali, nel caso della Lega Nord) a causa di una società frammentata e corporativa degli interessi ed il secondo modello per nulla innovativo, ideato per primo da Berlusconi ed utilizzato poi da altri partiti, ha trasformato i partiti in portavoce di una accozzaglia di lobbies, di ordini professionali e di associazioni varie.
Tale distinzione, utile per capire alcuni aspetti della crisi dei partiti, non tratta la crisi di partecipazione politica ed associa nel medesimo modello il Pd e la Lega, ignorando che la Lega  può essere associata al modello di partito come organizzazione personale. 
La difesa dei più deboli da parte del Pd non può essere associata ad una forma di partito che esprime interessi specifici in quanto rientra tra i fini generali dello Stato la tutela delle persone  che presentano problemi di sopravvivenza.
I modelli dei partiti possono essere valutati rapportandoli alla partecipazione democratica.
Per capire i partiti e la presenza che esprimono nel territorio si richiamano due modelli organizzativi fra di loro contrapposti rispetto alla partecipazione dei cittadini, dai quali si possono desumere degli utili elementi:
- L’organizzazione ragno possiede una testa centrale che impartisce ordini con la pretesa che vengano eseguiti dalle parti periferiche del corpo. In tale modello prevale la gerarchia e la leadership autoritaria ed è assente il coinvolgimento e la partecipazione delle persone al processo decisionale. Le persone non coinvolte, destinatarie delle decisioni, reagiscono in modo negativo e quelle che presenti  esprimono uno scarsa passione, appartenenza ed impegno. Questo modello sottovaluta la partecipazione democratica.
Il ragno è un animale formato da una testa, dagli occhi e dalle zampe che fuoriescono da un corpo centrale. Il ragno se perde la testa muore. Al contrario la perdita di una zampa non causa la morte.    
Il ragno rappresenta una struttura centralizzata e gerarchica. La testa del ragno invia comandi alle zone periferiche del corpo che eseguono supinamente in assenza di un processo decisionale partecipativo.
Il ragno raffigura il partito di Berlusconi: leadership autoritaria,   assenza di democrazia ed unità di comando in contrasto con l’art. 49 della Costituzione. Il Pdl, partito personale, è andato in frantumi non a caso da quando Berlusconi non detiene più il potere. Il Pdl sembra più ad una impresa tayloristica anziché ad un partito democratico.
- L’organizzazione stella marina, la quale si è imposta all’attenzione attraverso testimonianze tangibili, è caratterizzata dall’assenza di una testa centrale, rappresentata da unità operative indipendenti e flessibili, e della leadership che viene esercitata da tutti i membri della comunità. Tale modello non è facile da attuare in modo completo nelle organizzazioni complesse e nei partiti che hanno bisogno di identificarsi in una leadership autorevole, capace ed in grado di esprimere una visione condivisa. Al contrario le caratteristiche della stella marina possono essere adottate per valorizzare le persone e la partecipazione di massa alla vita democratica.  Il modello organizzativo è quello della piramide rovesciata.
La stella marina non ha una testa ed  un cervello e il suo corpo centrale non ha funzioni di governo. I pescatori per eliminarle una volta pescate   le tagliavano a metà e le ributtavano in mare invano perché le stelle marine si autoreplicano da una parte del corpo e diventano il doppio. Le decisioni della stella marina provengono dai  membri del corpo che cooperano.
Il Pd ha le caratteristiche della stella marina: democrazia diffusa e struttura decentralizzata.
Il Pd deve replicare  la stella marina attraverso la conservazione delle cose buone fatte, il miglioramento continuo e la valorizzazione delle comunità e strutture locali.   
Circoli Pd e territorio
Il circolo Pd è una struttura decentrata con pochi livelli gerarchici che ha bisogno a sua volta di decentrarsi rispetto agli elettori ed agli iscritti al fine di ascoltare le opinioni  e le riflessioni, di capire il disagio sociale e trovare insieme le soluzioni possibili.
La scarsa mobilitazione e partecipazione alla vita del circolo è la conseguenza della bassa fiducia che i cittadini ripongono nei partiti e del tipo di organizzazione che il circolo si è dato.  
Per avviare il processo di cambiamento dal basso e dal territorio occorre ridisegnare i fattori essenziali del modello di organizzazione del Circolo: leadership cooperativa, organizzazione snella e veloce, strategia con obiettivi chiari e tempi certi, metodo di lavoro che si fonda sulle comunità, l’uso delle energie e delle risorse in direzione del cambiamento e non della difesa dello status quo.  
Il modello stella marina può essere realizzato nei circoli Pd attraverso la costituzione di comunità di passione o di entusiasmo (così definita da alcuni studiosi)  focalizzate su un argomento specifico scelto dai membri. 
Le comunità si caratterizzano  per i seguenti elementi:  
- sono costituite secondo le proposte delle persone, le quali scelgono spontaneamente la comunità alla quale aderire;
- il portavoce della comunità è eletto dai membri;
- gli obiettivi sono stabiliti dalla comunità;
- la comunità è dotata di autonomia nel perseguire gli obiettivi prestabiliti;
- la solidarietà è il valore che contraddistingue le comunità;
- il coordinatore e gli organi del circolo mantengono con le comunità rapporti di coordinamento e di collaborazione.
In una intervista recente, pubblicata su l’Unità il 28 maggio, Pierluigi Bersani parla di un Pd aperto alla società civile, ai movimenti ed alle associazioni. La dichiarazione di Bersani che condivido pienamente esprime la strategia del Pd da perseguire a livello centrale e periferico.  
Un ruolo importante in questo contesto deve essere svolto dai Circoli del Pd, i quali rappresentano l’unità territoriale di base che svolge attività politica e si rapporta con gli elettori e gli   iscritti al partito nel territorio di competenza. Dall’attuazione efficace della politica dei Circoli derivano i consensi al partito anche se su di essi influiscono le scelte effettuate a livello centrale e la qualità della comunicazione offerta ai cittadini.
Per tale motivo occorre ripensare con urgenza i circoli del Pd, stabilire nuove regole, utilizzare nuovi strumenti per avviare un grande cambiamento che coinvolga gli iscritti e gli elettori di uno specifico territorio, tenendo conto dell’incessante cambiamento del pianeta e dei problemi sociali dell’area di competenza. Inoltre, occorre eliminare i limiti, di cui se ne indicano alcuni tra i più importanti, che si frappongono ad una gestione libera, democratica ed efficace del circolo:
- La ricerca  costante di consensi all’interno del Partito sottovaluta l’importanza di recuperare consensi all’esterno nella società civile e genera conflitti e divisioni non facilmente componibili;
-  L’obiettivo di lavorare per la propria sopravvivenza ed ascesa politica pone in secondo piano il processo di formazione ed attuazione della strategia del circolo, l’adattamento continuo ai cambiamenti che avvengono nella società e la possibilità di lavorare con gli altri e per gli altri;
- Il controllo e l’interferenza delle correnti nella vita del circolo è un ulteriore motivo di divisione che blocca la crescita e l’adesione libera e responsabile delle persone al Pd.
Fattori di cambiamento
La prima condizione da valutare è l’unità all’interno del circolo per utilizzare al meglio tutte le risorse e le capacità disponibili della struttura. A tal fine occorre cambiare le regole del Congresso Provinciale e Comunale che prevedono una partecipazione diretta dei circoli con proprie liste che si ispirano a determinate componenti. Bersani nell’ultimo congresso ha proposto di cambiare le regole al fine di prevedere una partecipazione diretta dei circoli alla vita del Partito. La finalità della proposta è nobile ma crea dei problemi in quanto la competizione non dilazionabile  nel momento congressuale si trasforma dopo in divisione stabile tra i quadri. Pertanto, è necessario cambiare le regole del Congresso e prevedere la presentazione di liste provinciali o comunali nei Congressi territoriali. Tale regola attenua le disgregazioni che accompagnano la vita del circolo.
Viene spontanea la domanda: Unità su che cosa e per quali finalità? Ritengo che l’unità possa e debba realizzarsi sui valori (solidarietà, uguaglianza, democrazia, visione) e obiettivi condivisi che stanno alla base del processo fondativo del Pd.  Le finalità da perseguire sono rappresentate dalla visione di una società giusta ed equa.
Si ritiene necessario ispirare i comportamenti ed i rapporti alla cultura della trasparenza, della sincerità e della franchezza. Le bugie e l’opacità non consolidano  l’appartenenza al Pd e creano una falsa rappresentazione della realtà  che inficia  il processo decisionale ed allontana le persone nel momento in cui scoprono di essere stati oggetto di bugie strumentali.  La sincerità è un fattore non sostituibile per realizzare proficui rapporti di stima e di fiducia che stanno alla base dell’unità del circolo nel perseguire gli obiettivi programmati.
Al Circolo compete organizzare il tesseramento e la propaganda del partito. Queste attività da sole, anche se realizzate bene, non sono sufficienti a costruire un modello di circolo aperto alla società e partecipato. Gli incarichi tradizionali dell’esecutivo che non creano valore e rispondono ad esigenze di equilibrio interno vanno eliminati e sostituiti con responsabilità nuove che rispondono alle necessità della società civile.
L’obiettivo è quello di realizzare un sistema aperto ed una struttura da top-down a bottom-up che favorisce le decisioni prese alla periferia (comunità) del sistema (circolo) per affrontare i problemi più complessi alla presenza di pochi elementi di controllo dall’alto. Occorre realizzare progetti di bottom-up utilizzando le conoscenze delle persone, le relazioni, la creatività e la capacità di pensare oltre l’equilibrio raggiunto perché ogni cosa ed ogni processo sono migliorabili e le nuove tecnologie, le quali vanno utilizzate per creare una partecipazione virtuale ed orizzontale dal basso  e non per comunicazioni unidirezionali dall’alto (es. groups.google, blog del circolo).           
Per arrivare alla costituzione delle comunità di passione occorre pazienza, impegno e conoscenza delle persone e dei temi di loro gradimento. Pertanto, si rende necessario effettuare nel territorio di competenza inchieste, interviste, questionari e relazioni personalizzate a campione nei borghi, analizzare e valutare i risultati di tali interventi ed invitare  le persone più disponibili a collaborare nelle comunità. Si potrebbe adottare la banca del tempo per conoscere la disponibilità delle persone a lavorare nelle comunità. Inoltre, i problemi esposti dalle famiglie potrebbero trovare soluzione nel circolo (sostegno scolastico, consumi, virus nel PC, biblioteca virtuale, tempo libero ed altro). In sintesi occorre co-creare valore per le comunità locali.
La proposta non è chiusa in quanto completa e priva di spazi di confronto e dialogo perché occorre valutarla ed adattarla al contesto territoriale di ciascun circolo senza perdere di vista l’obiettivo principale, sostenuto da Pierluigi Bersani nell’intervista pubblicata su l’Unità del 17 giugno 2012: “Al mio partito chiedo di avere coraggio. Un partito di governo deve aprirsi, coinvolgere, ascoltare, ma poi deve decidere. Con nettezza”.
I circoli sono titolari di un ruolo strategico importante perché rappresentano il primo anello della catena di partecipazione alla vita politica nella quale si organizza la partecipazione responsabile e consapevole degli iscritti e degli elettori, svolgono le funzioni contenute nell’art. 49 della Costituzione, sono contro la trasformazione dei partiti in comitati elettorali che gravitano intorno ai notabili di turno (rischio attuale). Le responsabilità dei Circoli vanno sostenute con interventi di finanziamento migliori rispetto a quelli attuali, tenendo conto dei loro miglioramenti gestionali da rilevarsi tramite l’analisi dei risultati elettorali conseguiti nel territorio di competenza.  
La speranza è quella di creare con il nostro impegno tante stelle marine nei circoli al servizio dei cittadini e del paese, rafforzando così il rapporto tra il Partito Democratico e le comunità locali.
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